Rapporto annuale 2014
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Rapporto annuale 2014

La situazione del Paese

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Rapporto annuale 2014

La situazione del Paese

About this book

Il Rapporto annuale dell'Istat, giunto alla ventiduesima edizione, sviluppa una riflessione documentata sulle trasformazioni che interessano economia e società italiana, integrando le informazioni prodotte dall'Istat e dal Sistema statistico nazionale. Quest'anno, oltre a illustrare gli effetti economici e sociali della crisi, il Rapporto guarda alle potenzialità del Paese e mette a fuoco le sfide più rilevanti che attendono l'economia e la società italiana in vista dell'avvio del percorso di ripresa atteso a partire dal 2014. Tra queste, la correzione di squilibri economici e sociali, resi più evidenti dalla crisi con particolare riguardo alla capacità competitiva del sistema, alla situazione del mercato del lavoro e delle famiglie, ai divari territoriali. L'analisi delle condizioni della finanza pubblica e dell'impatto redistributivo del bilancio pubblico offre, infine, alcuni scenari utili per la definizione di politiche a sostegno della ripresa.

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1.1 Riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e comportamenti di consumo e risparmio


Il prolungato periodo di crisi economica ha colpito severamente le famiglie italiane, che dal 2008 a oggi hanno sperimentato sei anni consecutivi di caduta del potere di acquisto (reddito disponibile misurato in termini reali). Per limitare l’impatto sui consumi determinato dalla caduta del reddito, per una lunga fase della crisi le famiglie hanno reagito comprimendo il risparmio: dal 2008 i tassi di variazione della spesa per consumi finali in termini reali sono infatti risultati superiori a quelli del potere d’acquisto. A partire dalla metà del 2012 questa tendenza si è invertita, con una risalita della propensione al risparmio, passata dal 7,7 per cento del secondo trimestre 2012 al 10,2 per cento della fine del 2013 (Figura 1.8).
Alla luce di queste tendenze è importante analizzare se il 2013 possa rappresentare un anno di svolta nella dinamica recente dei comportamenti di consumo delle famiglie; la decisione di continuare a ridurre i propri livelli di consumo per adeguarli all’andamento del reddito potrebbe, infatti, rappresentare un elemento in grado di condizionare le prospettive di ripresa dell’economia italiana nei prossimi anni. In questo paragrafo si intende quindi analizzare i comportamenti di spesa delle famiglie italiane nel periodo più recente, mettendo in relazione gli andamenti degli aggregati macroeconomici (reddito, consumo e risparmio) e l’impatto de- gli stessi su diversi segmenti o gruppi di popolazione.

Figura 1.8 Reddito disponibile, spesa per consumi e propensione al risparmio delle famiglie - Anni 2007-2013 (valori concatenati, anno di riferimento 2005; variazioni tendenziali e valori percentuali)


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Fonte: Istat, Conti economici nazionali
(a) Reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici in termini reali, ottenuto utilizzando il deflatore della spesa per consumi finali delle famiglie.

Complessivamente, tra il 2007 e il 2013, il potere d’acquisto è sceso del 10,4 per cento. Nel 2013, rispetto all’anno precedente, la caduta è risultata pari all’1,1 per cento, come effetto di un lieve aumento (+0,3 per cento) del reddito disponibile, più che compensato dall’inflazione. La sostanziale tenuta del reddito disponibile nominale (Tavola 1.8) è stata determinata da un apporto positivo proveniente esclusivamente da prestazioni sociali nette (3,1 per cento) e dal reddito lordo di gestione delle famiglie (4,1 per cento), la cui componente principale è costituita dal valore degli affitti imputati per i servizi di locazione prodotti dalle abitazioni di proprietà delle famiglie. Tutte le altre componenti hanno invece segnato una contrazione. In particolare, i redditi da lavoro autonomo hanno sperimentato una nuova caduta, seppure più tenue di quella del 2012 (-2,1 e -6,6 per cento rispettivamente); i redditi da lavoro dipendente, dopo la stagnazione del 2012, si sono ridotti dello 0,5 per cento.

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Figura 1.9 Spesa per consumi finali e reddito disponibile lordo delle famiglie residenti - Anni 1995- 2013 (valori in miliardi di euro costanti; 2005 - deflatore consumi)


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Fonte: Ocse

A partire dalla seconda metà del 2012, dopo qualche anno di contrazione dei redditi reali e probabilmente in seguito al diffondersi della percezione che la crisi non era conclusa,1 le fami- glie sembrano aver smesso di finanziare la spesa contraendo il risparmio ed è anzi emersa una tendenza a riportare il rapporto tra consumo e reddito su livelli più contenuti.
La scelta di sostenere i consumi ricorrendo al risparmio sembra peraltro un tratto caratteristi- co della nostra economia. In una prospettiva internazionale, la tenuta della spesa in termini nominali, riscontrata in Italia nel periodo 2007-2012 appare singolare rispetto a quanto si è realizzato in paesi in condizioni economiche simili (Figura 1.9). In generale, i paesi che hanno sperimentato una caduta del reddito nel periodo 2007-2012 hanno infatti contratto la spesa in misura uguale o superiore al reddito (si trovano, cioè, rispettivamente allineati o al di sotto della bisettrice della Figura 1.9). Da questo punto di vista, la contrazione dei consumi riscon- trata in Italia nel 2013 potrebbe quindi essere interpretata come un riallineamento rispetto alla situazione prevalente negli altri paesi.
L’analisi dell’andamento nel lungo periodo (1995-2013) della relazione consumo/reddito con- sente di valutare l’intensità dei cambiamenti verificatisi nella fase recente (Figura 1.10). Dal 2007 al 2013 la contrazione del reddito disponibile è stata di ampiezza pari all’espansione registrata tra il 1995 e il 2007. Nello stesso periodo la flessione della spesa per consumi è stata molto meno intensa: a parità di reddito disponibile reale nel 2013 e nel 1995, nel 2013 la spesa risulta più elevata di circa l’11 per cento rispetto al 1995.
Tornando alle dinamiche dell’ultimo biennio, segnali di un aggiustamento al ribasso dei livelli di consumo si desumono anche dell’andamento del credito al consumo, che ha manifestato un deciso rallentamento proprio dalla seconda metà del 2012 (-2,2 per cento in media d’an- no), registrando una flessione anche nel 2013 (-0,6 per cento); in precedenza, la sua fase di

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1 Le indicazioni provenienti dalle indagini sul clima di fiducia delle famiglie hanno segnalato, nella seconda metà del 2012, un netto peggioramento dell’indicatore rispetto alla prima metà dell’anno, che ha riguardato tutte le componenti; in particolare, le attese di disoccupazione e il giudizio sulla situazione economica delle famiglie e sul bilancio familiare.

Figura 1.10 Spesa per consumi finali e reddito disponibile lordo delle famiglie residenti - Anni 1995- 2013 (valori in miliardi di euro costanti; 2005 - deflatore dei consumi)


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Fonte: Istat, Conti economici nazionali

espansione aveva contribuito, seppure in misura limitata dalla scarsa incidenza sulla spesa complessiva, al sostegno della dinamica dei consumi in una fase di reddito calante (1,3 punti percentuali della spesa complessiva tra 2008 e 2011) (Figura 1.11).
Coerentemente con il quadro appena descritto, i principali indicatori di disagio ...

Table of contents

  1. Avanti >
  2. INDICE
  3. GENERALE
  4. AVVERTENZE
  5. Segni convenzionali
  6. Composizioni percentuali
  7. Ripartizioni geografiche
  8. Sigle e abbreviazioni utilizzate
  9. APPROFONDIMENTI E ANALISI
  10. 1.1 Riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e comportamenti di consumo e risparmio
  11. 1.2 Gli investimenti del settore privato: l’impatto delle condizioni di incertezza e di liquidità
  12. 1.3 Fattori congiunturali e strutturali alla base dell’evoluzione del saldo negli scambi con l’es
  13. 1.4 La recente dinamica dei prezzi al consumo in Italia e i possibili rischi di deflazione
  14. Per saperne di più
  15. EFFETTI DELLA CRISI
  16. 2.1 La mappa dell’efficienza produttiva
  17. 2.2 La domanda di lavoro
  18. 2.3 Le imprese che hanno creato occupazione
  19. 2.4 L’attività internazionale delle imprese come fattore di crescita
  20. CAPITOLO 3
  21. 3.1 I giovani tra difficoltà di ingresso e scarse opportunità
  22. 3.2 Le persone di 50 anni e più tra prolungamento della vita lavorativa e ricerca di un nuovo lav
  23. 3.3 L’adeguatezza delle competenze nel mercato del lavoro
  24. 3.4 Essere donne e madri al tempo della crisi
  25. 3.5 La crisi peggiora i divari territoriali
  26. 3.6 Una lettura longitudinale delle dinamiche dell’occupazione
  27. DI WELFARE
  28. 4.1 Il dualismo demografico
  29. 4.2 Il Sistema sanitario nazionale: un difficile equilibrio tra efficienza e qualità
  30. 4.3 La situazione economica delle famiglie
  31. 4.4 Il contributo dei pensionati al reddito delle famiglie
  32. 4.5 Spesa sociale dei Comuni
  33. 4.6 Il ruolo del non profit nel settore della sanità e dell’assistenza sociale
  34. I CONTI PUBBLICI
  35. POLITICHE FISCALI E REDISTRIBUZIONE
  36. GLOSSARIO
  37. < Precedente
  38. 5.1 Regole europee e azioni dei governi
  39. 5.2 Convergenza fiscale nei paesi dell’Uem
  40. 5.3 Effetti redistributivi di tasse e trasferimenti sui redditi familiari
  41. 5.4 Effetti distributivi dei provvedimenti fiscali sulle imprese