Giuseppe Ungaretti traduttore e scrittore
Il volume ripercorre l'opera ungarettiana alla luce delle opere che il poeta tradusse lungo tutto l'arco della propria esperienza letteraria.
La traduzione si rivela cosĂŹ strumento per arrivare a conclusioni riferite allâatto stesso della creazione poetica, esaminando le influenze che tale attivitĂ elaborativa ha sullâopera in proprio del poeta che traduce. Vengono evidenziati i reciproci rapporti che si instaurano tra traduttore e scrittore in proprio e tra autore straniero e autore-traduttore e sono analizzati inoltre i modi con cui la traduzione si inserisce talvolta, attraverso il poeta traduttore, nella tradizione letteraria italiana, secondo un processo osmotico e reciproco.
L'atto traduttivo rappresenta in questo senso un modo d'arricchimento della lingua e della letteratura di arrivo ed è spesso mosso, come si pone in luce nel corso di questa opera, dalle esigenze di innovazione della lingua letteraria.
Nostri strumenti dâindagine sono stati tutti i documenti che, unitamente ai testi letterari stessi, potessero recare il segno del legame intimo che sussiste tra l'opera tradotta da Giuseppe Ungaretti e la scrittura in proprio: sâè tenuto conto della corrispondenza, delle lezioni universitarie, dei contributi sparsi su rivista unitamente alle interviste e agli scritti inediti. La riflessione è però partita sempre dal testo (originale, tradotto e in proprio) e i documenti hanno, di volta in volta, confermato o indirizzato le nostre intuizioni. Sono state analizzate anche le diverse redazioni dei testi, dando rilievo alle varianti dâautore (sia dellâopera in proprio che delle traduzioni) che si sono rivelate in molti casi un ulteriore utile strumento di indagine.
Tra la scrittura e la riscrittura di una poesia, si inserisce sempre nel caso di Ungaretti l'esperienza della traduzione, che rappresenta ogni volta il luogo privilegiato per l'incontro e lo scambio con i poeti di tradizioni ed epoche diverse.
Francesco Laurenti si è formato presso lâUniversitĂ degli Studi di Roma La Sapienza, l'UniversitĂ di Roma Tre, l'University College di Dublino e la Libera UniversitĂ di Lingue e Comunicazione IULM di Milano.
Ha insegnato presso l'UniversitĂ della Calabria, lâUniversitĂ di Roma Tor Vergata, l'UniversitĂ di Roma Tre e lâUniversitĂ Cattolica del Sacro Cuore.
Ă docente di Teoria e Storia della Traduzione presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici Carlo Bo, nelle sedi di Roma e Milano, e svolge attivitĂ di ricerca presso la Libera UniversitĂ di Lingue e Comunicazione IULM di Milano.
Ha pubblicato traduzioni dal francese, dallâinglese e scritti teorici sulla traduzione. Ă redattore delle riviste Testo a Fronte e Poli-femo.
La convinzione che lâesame di una qualsivoglia letteratura nazionale sia imprescindibile da un approccio comparatistico costituisce il fondamento di quest'opera che parte dalla necessitĂ , studiando un dato periodo letterario, di tener conto del ruolo svolto dalle traduzioni.
Nel vasto campo esplorabile della traduzione si è focalizzata lâattenzione sulla traduzione propriamente detta âdâautoreâ ovvero quella in cui il traduttore è al contempo uno scrittore riconosciuto come facente parte di una data tradizione letteraria.
Proponendo la traduzione come strumento per arrivare a conclusioni riferite allâatto stesso della creazione poetica, abbiamo esaminato le influenze che tale attivitĂ elaborativa ha sullâopera in proprio del poeta che traduce, nel nostro caso Giuseppe Ungaretti.
Fatta nostra la teoria del polisistema letterario di Even-Zohar, sono stati esaminati i reciproci rapporti che si instaurano tra traduttore e scrittore in proprio e tra autore straniero e autore-traduttore e sono stati analizzati inoltre i modi con cui la traduzione può inserirsi, attraverso il poeta traduttore, in una determinata tradizione secondo un processo osmotico e reciproco.
L'atto traduttivo rappresenta in questo senso un modo d'arricchimento della lingua e della letteratura di arrivo ed è spesso mosso, come si pone in luce nel corso di questa opera, dalle esigenze di innovazione della lingua letteraria.
In questo senso, nell'Italia e nell'Europa del XX secolo, la traduzione ha contribuito notevolmente al rinnovamento di formule e schemi che erano sentiti ormai come meramente convenzionali e che solo un certo tipo di incontro con lo straniero poteva sommuovere.
Nostri strumenti dâindagine sono stati tutti i documenti che, unitamente ai testi letterari stessi, potessero recare il segno del legame intimo che sussiste tra l'opera tradotta da Giuseppe Ungaretti e la scrittura in proprio: sâè tenuto conto della corrispondenza, delle lezioni universitarie, dei contributi sparsi su rivista unitamente alle interviste e agli scritti inediti. La riflessione è però partita sempre dal testo (originale, tradotto e in proprio) e i documenti hanno, di volta in volta, confermato o indirizzato le nostre intuizioni. Sono state analizzate anche le diverse redazioni dei testi, dando rilievo alle varianti dâautore (sia dellâopera in proprio che delle traduzioni) che si sono rivelate in molti casi un ulteriore utile strumento di indagine.
Il primo capitolo è dedicato a un racconto degli esordi poetici di Ungaretti, utile a comprendere il contesto in cui il poeta operò, e introduce i successivi capitoli che focalizzano sul lavoro di traduzione e sui rapporti con ognuno degli autori stranieri tradotti.
In questo senso, la pratica della traduzione accompagnò Giuseppe Ungaretti costantemente, dagli esordi fino ai tempi dellâultima poesia in proprio, instaurando sempre con questa un rapporto di complementaritĂ .
Ungaretti iniziò con lâautotraduzione in francese di alcuni componimenti pubblicati in Italia, ma ben presto abbandonò questo progetto per dedicarsi alla traduzione degli autori stranieri. Il traduttore operò allora in risposta alle inquietudini del poeta quando la scrittura in proprio veniva meno o per risolvere personali preoccupazioni formali e tematiche.
Per la risoluzione di ÂŤproblemi tecnici Âť infatti si rivolse alla traduzione della poesia di Blake e poi all'opera di MallarmĂŠ, e la traduzione del Pomeriggio di un Fauno si pose, in quest'ottica, a coronamento di una frequentazione, durata oltre un cinquantennio, che influenzò lâinteresse verso il poeta francese nel nostro paese. A tale riguardo ci siamo interrogati sul riscontro di un tale lavoro sulla contemporanea poesia ungarettiana de Il sentimento del tempo che reca tracce del Fauno tradotto nella linea tematica, nella parola e nella versificazione.
Ungaretti delineò una genealogia della poesia europea che, generandosi da Petrarca, passando anche per GĂłngora, Racine e Shakespeare arrivava fino al Novecento italiano, egli incluso. Sono questi i nomi degli altri poeti che egli tradusse e delle cui traduzioni ci occupiamo in questo libro sino a dimostrare come decenni di studi sulla tradizione letteraria (italiana ed europea) e la parallela pratica della traduzione convergano nellâultimo Ungaretti de La terra promessa in maniera imprescindibile lâuna dallâaltro.
Nell'ultimo capitolo la riflessione muove invece dallo studio delle varianti della poesia Girovago.
La variante ungarettiana, che con difficoltĂ può essere immaginata come possibilitĂ scartata ha un valore che è testimoniato dallâattenzione che lâautore stesso le ric...