Scuola di scrittura - Stile e talento
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Scuola di scrittura - Stile e talento

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Scuola di scrittura - Stile e talento

About this book

Scrittura creativa - racconto lungo (37 pagine) - Il talento è in ognuno di noi. Lo stile è la nostra via per esprimerlo.

Lo stile è un fattore tanto evidente ed eclatante, quanto complesso da comprendere e da costruire. Ma è anche un requisito imprescindibile per tutti gli autori: lo stile infatti rende riconoscibile la scrittura, e rappresenta la strada migliore per esprimere il talento. Partendo dagli esempi di grandi autori, questo manuale analizza gli elementi che determinano lo stile narrativo, con un occhio ben fisso sull'obiettivo fondamentale per tutti gli scrittori esordienti: imparare, attraverso la tecnica, a costruire un proprio stile narrativo, per far così fruttare al meglio il proprio talento.

Marco Phillip Massai è nato a Columbus, Mississippi, nel 1983. Dopo gli studi in medicina si dedica alla scrittura, pubblicando racconti sul Giallo Mondadori ( Datteri, seta e polvere nera, L'Imbrattatele di Pietrasanta, Il diavolo e la zanzara ), su riviste specializzate ( Robot, Writer's Magazine Italia ) e in antologie Delos Books (serie 365 racconti e Il magazzino dei mondi ). Finalista e vincitore in diversi concorsi di narrativa breve (Premio Algernon Blackwood 2011, Premio GialloLuna Mondadori 2013), scrive testi teatrali e collabora con alcuni dei più importanti concorsi italiani per racconti gialli. Per Bus Stop ha già pubblicato il racconto La maschera di Pietrasanta nella collana History Crime, e sette manuali della serie Scrivere Narrativa: Show, don't tell!, Il punto di vista , I dialoghi, Come dare vita ai personaggi, Presentarsi agli editori, L'idea narrativa e Infodump ed eccesso di informazioni.

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1. L'importanza dello stile

“A dodici anni sapevo disegnare come Raffaello, però ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino.” (Pablo Picasso)
Cominciamo con un piccolo gioco d'immaginazione: fingiamo di trovarci in una sala qualunque di un museo qualunque, in una città qualunque. Sulla parete, di fronte a noi, due quadri. Stesso soggetto raffigurato: una donna a mezzo busto, con un leggero sorriso.
Ma il quadro sulla destra è la Gioconda di Leonardo, e quello sulla sinistra è la Galatea con le sfere, di Dalì.
E qui avviene la magia: tutti siamo subito, a un primo sguardo, in grado di distinguere tra le due tele e di riconoscere immediatamente quale sia il Da Vinci e quale il Dalì. Eppure… la forma del quadro è la stessa, il soggetto è lo stesso, entrambi i quadri sono stati dipinti con pennello e colori… Ma allora cosa ci permette di distinguere un'opera di Dalì da una di Leonardo?
Semplicissimo: lo stile dei due pittori.
Questa differenza, badiamo bene, non dipende dalla tecnica superiore dell'uno rispetto all'altro, o dalla quantità di talento dei due artisti: se messo di fronte al quadro di Dalì, Leonardo sarebbe certamente stato in grado di replicarlo alla perfezione, tanto era grande il suo bagaglio di talento e tecnica, e la stessa cosa avrebbe potuto fare Dalì con la Gioconda… ma i loro stili, pur trattando lo stesso soggetto, sono talmente diversi, talmente riconoscibili da rappresentare due mondi, e due autori, completamente differenti.
Proviamo un gioco un po' più difficile: se, invece che tra Dalì e Leonardo, ci venisse chiesto di distinguere i dipinti di due studenti al primo anno di liceo artistico? Saremmo in grado di riconoscere le due diverse "mani" a un primo sguardo?
Probabilmente no. E non tanto perché i due studenti non sono "famosi" (be', certamente la Gioconda in questo parte avvantaggiata rispetto a un qualunque "ritratto di donna" di Mario Rossi, ma il punto qui è un altro), quanto perché per elaborare un proprio stile non è sufficiente prendere in mano un pennello e dipingere. Non è sufficiente nemmeno il talento puro, come ci ricorda la citazione di Picasso a inizio capitolo: per costruire uno stile, nel senso più ampio del termine, ci vuole tanta, tantissima tecnica. E ancora non basta.
Spulciando i diversi manuali di scrittura creativa troveremo spesso l'equazione:
Talento + Tecnica = Stile
Ma è davvero tutto qui il succo? Lo stile è soltanto una personalizzazione della tecnica? Con l'esempio "pittorico" abbiamo già raggiunto una prima definizione operativa di stile, ovvero:
Lo stile rende immediatamente riconoscibile un autore.
E ciò che distingue a un primo sguardo Dalì da Picasso, o Saramago da Calvino, o Agatha Christie da Camilleri, può essere la semplice somma di due addendi? Naturalmente no. Lo stile è un fattore tanto evidente, tanto eclatante, quanto complesso da comprendere e da raggiungere. Ma è anche un obiettivo imprescindibile per tutti gli autori (in tutte le arti, non soltanto nella scrittura), proprio per quella piccola definizione che abbiamo già afferrato: perché ci distingue. Perché rende riconoscibile la nostra scrittura. Lo stile è un segnale forte, fortissimo, in un universo affollato come l'editoria. È un po' come sparare un bengala, di notte, in oceano aperto, e gridare al lettore: "Ehi, guarda come è bello questo mare, vieni a nuotare con me!"
Acquisire uno stile è dunque un passaggio obbligato lungo il nostro viaggio dello scrittore. Ecco cosa pensava a tale proposito Luca Canali, latinista, scrittore e poeta romano:
Da parte dello scrittore deve essere fatto un onesto esame di coscienza, mediante risposta a due domande. La prima: ho cose da dire, ed estro creativo (quello che Cicerone definiva ingenium)? Se la risposta è negativa, rinunci all’impresa. La seconda: so esprimere in uno stile personale, oltre che corretto, quanto l’estro mi detta? Ciò riguarda la preparazione culturale, stilistica, tecnica, retorica (quel che Cicerone definiva ars). Solo se la risposta sarà positiva in entrambi i casi, lo scrittore potrà cominciare i suoi tentativi di abbordaggio al “sistema editoriale”. Se sarà positiva alla prima domanda e negativa invece alla seconda, occorrerà rinviare, leggere, studiare e sperimentare. E, infine, ritentare.
Canali (attraverso Cicerone) ci presenta quindi due elementi (che in realtà diventano quattro) imprescindibili per "l'abbordaggio": ingenium e ars.
Ingenium: Ho cose da dire? Ho estro creativo? (ovvero: Ho un'idea narrativa? Ho talento?)
Ars: Ho una preparazione culturale, stilistica, tecnica, retorica? So esprimermi in uno stile personale e corretto? (ovvero: Ho consapevolezza delle tecniche narrative? Ho uno stile?)
Eccoli i quattro elementi fondamentali: Talento, Idea, Tecnica, Stile. Cui aggiungiamo, senza paura di sbagliare, il Lavoro. E allora l'equazione della scrittura, riportata sul piano della consapevolezza, diventa:
Scrittura = Talento + Idea + Tecnica + Stile + Lavoro
Per questo la formula (Talento + Tecnica = Stile) risulta sbagliata: perché lo stile non è un accorpamento di altre caratteristiche, bensì è uno dei veri pilastri della scrittura ed è sullo stesso piano degli altri quattro elementi (talento, idea, tecnica, lavoro), e con loro si miscela rinforzandoli e rinforzandosene a sua volta. La scrittura, non dimentichiamolo mai, non è matematica: è magia.
Idea, Tecnica, Lavoro, Talento, Stile.
Alcuni di questi elementi sono già stati trattati in questo manuale: di Idea abbiamo parlato speficicatamente nel quinto capitolo, mentre ognuno degli altri capitoli affronta una diversa Tecnica (Show, don't tell!, Il punto di vista, i dialoghi, i personaggi, R.U.E. e infodump). Di Lavoro invece parleremo approfonditamente nell'ultimo capitolo di questo manuale, presentarsi agli editori. Rimangono, quindi, fuori dalle trattazioni soltanto due pilastri, cioè proprio quelli di cui ci occuperemo adesso: Talento e Stile.

2. Il talento

“Non so sciare, non so giocare a tennis, nuoto così così, ma ho il "senso della frase". Il senso della frase è Privilegio poiché, se lo possiedi, permette a una tua bugia di essere, se non creduta, almeno apprezzata. Nel caso poi, una volta tanto, tu ti decida a dire la verità, quella vera, quella che puzza perché non si lava con gli eufemismi, quella brutta perché non si ritocca né si abbellisce con la chirurgia estetica del ricordo, nel caso tu dica la verità, la verità pelosa, la verità arrapata, se possiedi il senso della frase la verità avrà l'aspetto un po' puttanesco eppure di classe di una bella menzogna.
Il senso della frase è il sesso della frase, il suono della frase, il significato della frase. Il senso della frase battezza la frase, la estremizza e anche se la degrada col turpiloquio, la promuove comunque rendendola, alla fin fine, definitiva. Il senso della frase è il punto di arrivo del concetto espresso quando la frase è ancora nell'utero. È il punto di non ritorno. Un "punto e basta". Un punto esclamativo ma, soprattutto, 666 punti esclamativi.
Diabolico senso della frase, io ti possiedo e ti amo. Fiato alle trombe di Eustachio, rimbombino le tube di Falloppio. Così è e così è stato.
Non so se si nasca con il senso della frase. Di sicuro ci si muore.” (Andrea G. Pinketts, Il senso della frase)
Cos' è il talento?
A istinto, tutti sappiamo rispondere alla domanda: il talento è l'arte di fare le cose nel modo giusto senza pensare. È il riuscire senza troppa fatica. È quella materia primeva e poco contestualizzabile che amalgama...

Table of contents

  1. Copertina
  2. Scuola di scrittura Scrivere narrativa
  3. Scuola di scrittura - Stile e talento
  4. Colophon
  5. Indice
  6. Il libro
  7. L'autore
  8. 1. L'importanza dello stile
  9. 2. Il talento
  10. 3. Cos'è lo stile?
  11. In questa collana
  12. Tutti gli ebook Bus Stop