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Le ceneri di hashish
Angelo Rodà
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Le ceneri di hashish
Angelo Rodà
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Se nel bene e nel male c’è sempre di mezzo il potere, la poesia sceglie la bellezza e resiste finché c’è un mondo da pensare, un sentimento da esprimere, contro i poteri mistificatori del mercato dell’attrazione.
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Information
Topic
LittératureSubtopic
PoésieTitoli
L’urlo
del passero solitario
a piena voce
sveglia
la fine del mondo
sotto paradisi artificiali.
Alcools,
il sabato del villaggio,
la sera del dì di festa
nella terra desolata,
gli uomini vuoti.
Tutto ho perduto
giorno dopo giorno
nel tempo muto.
Nel tempo stanco,
nel porto sepolto
della terra promessa,
verrà la morte
e avrà i tuoi occhi.
A Silvia
lavorare stanca,
cogliendo
i fiori del male.
Risuona
il flauto di vertebre
il canto generale
delle odi barbare
in una stagione all’inferno
la preghiera di un pagano,
inno alla luna offesa.
Poi l’infinito
della mattina
prima che il gallo canti
l’inverno del nostro scontento.
Il mestiere di vivere
d’un mangiatore d’oppio
colle ali spezzate:
“spesso il male di vivere
ho incontrato.”
Dare ed avere,
illuminazioni
al duello
d’un giocatore
all’angolo di una strada.
Morte a credito,
metamorfosi
in viaggio al termine
della notte.
Se questo è un uomo,
nella fattoria degli animali,
il coraggio del pettirosso
vola sulle foglie morte,
alla ricerca
del tempo perduto.
Ulisse,
cent’anni di solitudine;
guerra e pace
sulla strada,
con la peste
e lo straniero.
Certe notti
ballo
l’ultimo tango a Parigi,
e avvolto
in una vita spericolata
bevo il tè nel deserto
coll’ultimo imperatore.
Questi fantasmi
delle notti bianche
hanno le voci di dentro.
Amarcord,
di un piccolo
grande uomo,
che per un pugno di dollari
cacciava il bisonte bianco.
Il cacciatore,
un uomo da marciapiede,
balla coi lupi
in una giornata particolare.
A Roma, città aperta,
il re leone
era il grande dittatore....