ROMantiche e nuove storie
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ROMantiche e nuove storie

Percorsi e strumenti per contrastare xenofobia e antiziganismo

Dario Abrescia, Tiziana Mangarella

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ROMantiche e nuove storie

Percorsi e strumenti per contrastare xenofobia e antiziganismo

Dario Abrescia, Tiziana Mangarella

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L'antiziganismo, l'avversione nei confronti delle comunità rom, è stato provocatoriamente definito "l'ultima forma accettabile di razzismo" perché è trasversalmente diffuso in tutti gli strati della popolazione, indipendentemente da età, sesso, grado di istruzione, preferenze politiche, credenze religiose, provenienza geografica e classe socioeconomica. Gli insulti, il disprezzo, l'odio riservato alle persone rom sono tali da non avere eguali nei confronti di altri gruppi sociali.Compito di questo manuale non è quello di riportare nel dettaglio il corposo catalogo di discriminazioni e violenze contro i rom nei secoli, né quello di raccontare la storia del "popolo rom", che non è un monolito immutabile ma una realtà eterogenea e dinamica, in continua evoluzione, un ricco mosaico di gruppi, comunità, persone.Questo libro prende spunto dalla rivoluzione che la quantistica ha portato nel mondo della fisica: non più l'illusione di descrivere il mondo in sé e per sé, ma l'analisi della nostra interazione con il mondo. Il manuale diventa così, più che un libro "sui rom", un momento di riflessione per analizzare il nostro modo di guardare gli "altri" e di rappresentarli, per riflettere sul nostro essere portatori di stereotipi e "agitori" di pregiudizi, e operare così uno scarto di pensiero che possa farci andare oltre le categorie del noi e loro. Nel convincimento che soltanto un delicato e tenace lavoro nelle scuole e nelle altre agenzie educative possa contrastare pregiudizi e discriminazioni, si vogliono fornire strumenti operativi per ri-orientare lo sguardo, cambiare il punto di vista, allenare l'empatia, lavorando insieme con i ragazzi e con le ragazze al superamento degli stereotipi e alla costruzione di una realtà più accogliente e inclusiva.

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Information

Year
2018
ISBN
9788861536845

PARTE TERZA

Giochi e altre attività formative

È nel giocare che l’individuo è in grado di essere creativo e di fare uso dell’intera personalità, ed è solo nell’essere creativo che l’individuo scopre il sé.
Donald Woods Winnicott
Questa sezione raccoglie alcuni giochi pensati per svolgere un percorso di educazione alle differenze, di contrasto agli stereotipi razzisti e xenofobi, con un’attenzione specifica ai pregiudizi, alle discriminazioni e alle violenze nei confronti delle comunità rom.
Le attività proposte attingono a diverse tecniche che utilizzano il gioco come strumento educativo e formativo. Di ogni attività vengono indicati il grado di difficoltà, la durata indicativa, il numero di partecipanti, i materiali necessari, gli obiettivi.
Le aree sviluppate sono sette, organizzate in parte per tematica e in parte per obiettivi progressivi:
A – PRESENTAZIONE/ACCOGLIENZA/ROMPIGHIACCIO: giochi che possono essere utilizzati sia con gruppi preesistenti (es. gruppi-classe) sia con gruppi di nuova costituzione (es. gruppi in formazione, campi-scuola, ecc.), all’avvio di un percorso formativo.
B – STEREOTIPI E PREGIUDIZI: giochi finalizzati a “comprendere emotivamente” l’esperienza dell’etichettamento e dello stereotipo, dal punto di vista di chi lo subisce, con riferimento ad una varietà di situazioni di vita quotidiana.
C – STEREOTIPI ANTIZIGANISTI: giochi sulla formazione e sulla percezione degli stereotipi antiziganisti, relativi cioè alle comunità rom.
D – MONDO ROM: attività per approfondire la conoscenza delle comunità rom, per rilevarne la pluralità culturale.
E – VERIFICA E SISTEMATIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI: attività per verificare la correttezza di alcune informazioni possedute, con l’obiettivo di stimolare nuove acquisizioni e modificare le percezioni distorte della realtà.
F – PROGETTAZIONE DI ATTIVITÀ DI SENSIBILIZZAZIONE E COSTRUZIONE DI PRODOTTI: con riferimento ad azioni concrete da realizzare, anche in continuità con le attività della ricerca-azione.
G – CINEFORUM: una mini rassegna cinematografica come strumento di riflessione sulle rappresentazioni più o meno stereotipate riguardanti le comunità rom.

1 In rete

Nessun uomo è un’isola.
John Donne
difficoltà: bassa
durata: 20 minuti
numero partecipanti: senza limite
materiali: gomitolo di lana
obiettivi: presentarsi, avviare la costituzione del gruppo
categoria: A
Il gioco è da utilizzarsi in gruppi appena costituiti, in cui i componenti si incontrano per la prima volta.
Tutti seduti in cerchio, la persona che conduce ha in mano il gomitolo di lana: dice a voce alta il proprio nome e una cosa su di sé (una passione, un sogno, una paura, ecc.). Quindi, tenendo fermo il capo del gomitolo, lo lancia a qualcuno che gli sta seduto di fronte.
Uno per uno, tutti riceveranno il gomitolo, si presenteranno e poi lo lanceranno a qualcun altro (ricordandosi di trattenere un capo del filo di lana).
Alla fine si sarà formata una trama, un intrico di fili che collega tutti i partecipanti e che sottolineerà simbolicamente il loro essere una rete, tutti collegati l’uno all’altra, in un segno di buon auspicio per il prosieguo delle attività.

2 In una parola

Vorrei dire tutto ciò che c’è da dire in una sola parola.
Leonard Cohen
difficoltà: bassa
durata: 30-40 minuti
numero partecipanti: senza limite
materiali: nessuno
obiettivi: presentarsi al gruppo, valorizzare l’ascolto
categoria: A
Il gioco può essere utilizzato in gruppi appena costituiti o in cui i componenti abbiano già una certa conoscenza reciproca.
Tutti seduti in cerchio.
Viene chiesto ai partecipanti di pensare in soli tre secondi a una parola con cui autodefinirsi e presentarsi, una parola qualsiasi (sostantivo, aggettivo, verbo…). Poi parte il giro di presentazioni e, l’una dopo l’altra, ogni persona dice a voce alta la propria parola.
Terminato il giro, viene chiesto a ciascuno di pensare e dire una seconda parola: quella con cui ciascuno immagina di poter essere identificato, definito, rappresentato dagli altri (genitori, fratelli/sorelle, amici, ecc.).
Terminato anche il secondo giro, si apre una breve riflessione sulle parole scelte.
È evidente che è stata una scelta istintiva, senza rifletterci troppo.
Qualcuno potrà aver scelto il proprio nome o un soprannome, oppure un aggettivo (positivo o negativo), un colore, un’attività (musicista, tennista, ballerina, dormiglione, ecc.). Perché si può aver fatto una scelta piuttosto che un’altra?
Che differenza c’è (se c’è) tra la prima parola (quella con cui ognuno si è definito) e la seconda (quella con cui si pensa che gli altri possano definirci)?
Che differenza c’è tra le parole che ognuno ha pronunciato e quelle che ha sentito pronunciare dagli altri partecipanti?
Ci si ritrova nelle parole scelte? Ne sono in seguito venute in mente anche altre, che magari sono più rappresentative di sé? Qualcuno cambierebbe le parole scelte?
Probabilmente ciascuna di queste parole racconta una parte di noi, è un frammento di quello che siamo (ragazzo, studente, figlia, sorella, fratello, diciassettenne, musicista, estroverso…), ma noi siamo molto di più, non possiamo essere ridotti a una di queste etichette (per quanto ognuna nel suo piccolo dica qualcosa di noi), nessuno potrà conoscerci davvero se si ferma a una sola di queste parole, etichette. Infine viene chiesto a ciascuno di riflettere un po’ di più (qualche minuto) e di scrivere altre cinque/ dieci parole con cui raccontare se stessi.
Se avanza tempo ci sarà anche l’occasione, per chi vuole, di condividere con gli altri le proprie impressioni.

3 Nuove conoscenze

L’amicizia nasce nel momento in cui una persona dice a un’altra:
“Anche tu? Pensavo di essere l’unica!”
C.S. Lewis
difficoltà: bassa
durata: 45 minuti
numero partecipanti: senza limite
materiali: nessuno
obiettivi: riconoscere e apprezzare la “diversità”
categoria: A
Il gioco può essere utilizzato in gruppi appena costituiti o in cui i componenti abbiano già una certa conoscenza l’uno dell’altro.
Tutti seduti in cerchio. Una persona comincia stando al centro, in piedi; si avvicina a una delle altre e le chiede: “Chi vuoi conoscere oggi?”.
L’altra risponde citando una categoria di persone individuate in base a caratteristiche fisiche (es. colore o lunghezza dei capelli), abbigliamento (particolari capi indossati), altre caratteristiche personali (età, città di provenienza), gusti (musicali, gastronomici), ecc.
Per esempio, risponde: “Mi piacerebbe conoscere persone con i capelli ricci!”. Oppure: “Mi piacerebbe conosc...

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