Presentazione della terza edizione
Il cammino di Etty Hillesum continua e ancora continua nel cuore di quanti leggendo le sue pagine ne perpetuano la ricerca di umanità che, per la sua autenticità non certo priva di ambiguità, è un cammino di vera spiritualità. Il percorso di Etty Hillesum è un percorso unico tanto da essere un processo inimitabile. Eppure questa giovane donna, precipitata nel buio siderale di una delle pagine più tristi della storia, è come una stella cadente che ha regalato all’universo – pur nella sua breve parabola di vita – una luce che ancora fa trasalire i cuori e li apre al coraggio di esprimere un desiderio… proprio come facciamo quando siamo sorpresi dall’ultima luce di una stella cadente. Non per altro il suo nome – diminutivo di Ester – significa proprio stella. Sono passati ormai alcuni anni dalla prima edizione di questo itinerario quaresimale in compagnia di Etty Hillesum e, nel frattempo, l’interesse per il suo messaggio esistenziale non solo non si è affievolito, ma cresce ancora. Dopo una lunga attesa è stata finalmente pubblicata l’edizione integrale in italiano del Diario di Etty Hillesum1 e la possibilità di un approccio più completo alla sua eredità letteraria e spirituale sarà, certamente, l’occasione di un ulteriore e più profondo interesse per il testamento di umanità che questa donna ci ha lasciato. Pensando a se stessa, Etty Hillesum si descriveva così: Stanotte ho avuto d’un tratto la sensazione che il mio paesaggio interiore fosse come un vasto campo di grano che stava maturando2.
L’idea di una maturazione universale è un modo di leggere il reale che si impone sempre più fortemente ad Etty Hillesum aiutata, in questo itinerario interiore di chiarificazione, da Julius Spier e da una sovrabbondante vastità di letture la cui ricca messe è più facile da percepire nell’edizione integrale del suo Diario. Quando mi accostai per la prima volta a Etty Hillesum, attraverso l’edizione parziale del testo, sentii il bisogno di riprendere a mia volta la lettura di Rilke. Leggendo il Libro d’Ore mi imbattei in un verso che suonava così: “Anche se non vogliamo, Dio matura”3. Sentii che questo verso poteva essere la chiave per interpretare tutto il cammino di Etty Hillesum. Quando mi lanciai nella lettura del testo integrale in olandese – con l’aiuto insostituibile per me della traduzione inglese – ho ritrovato come ultimo verso citato dalla stessa Etty Hillesum alla fine di una pagina in cui trascriveva il “suo poeta” proprio l’evocazione di questo verso che ora possiamo leggere anche nella nostra lingua4. Ma il libro, al momento della prima edizione, era già stampato! Mi ha molto consolato l’aver potuto intuire che quel verso potesse essere caro a lei e mi ha intimamente commosso aver potuto trovarne conferma da lei stessa che spesso sottolinea l’influenza soprattutto sui giovani di quest’opera rilkeiana5. Lei stessa annota come “da Rilke non si torna indietro”6 e oggi potremmo dire che “da Etty Hillesum non si torna certo indietro”!
Nel 2010 la meridiana ha approntato la seconda edizione di Etty Hillesum: Dio matura. Il motivo della seconda edizione fu il cambiamento della traduzione della Bibbia e, di conseguenza, la mutazione di alcune citazioni delle Scritture tratte dalla liturgia quaresimale che ricorrono continuamente lungo queste pagine. Ora è sembrato utile una nuova edizione – riveduta ed ampliata – che si basi sull’edizione integrale del Diario per permettere al lettore di ritrovare le citazioni nel testo attuale. L’intento di alcuni anni fa rimane ancora valido. Si tratta di intrecciare la liturgia quaresimale e il cammino di Etty Hillesum attraverso le sfide della sua vita. Questo lavoro di scavo nel pozzo delle Scritture e dell’esperienza è stato già condiviso con molti lettori e ci auguriamo possa essere uno stimolo e uno strumento perché Dio maturi ancora e sempre anche laddove non vogliamo e dove la sua presenza e la sua opera ci sorprendono. Del resto non è forse una sorpresa vedere che il dito di Dio lavori così tanto e cosi bene nel cuore di Etty Hillesum? Allora veramente c’è speranza per tutti, tutti abbiamo una speranza ed essa è grande.
Se Etty Hillesum pensava a se stessa come un campo di grano in maturazione imparò ben presto e non senza fatica che se un campo di grano matura o non matura in modo del tutto naturale, il progresso della nostra umanità non è solo natura, ma è anche il frutto di un lavoro che fa decidere ad Etty Hillesum di lanciarsi nell’impresa più ardua: Dovrò educare il mio desiderio e guidarlo verso la sua destinazione finale con tutta la cautela e la dignità di cui sarò capace. Questa scelta comporta una decisione fino a decidere di portare a compimento il suo lavoro sul desiderio con audacia: e a volte lo domerò7. Il processo interiore di ascolto di se stessa porta, in modo del tutto naturale, Etty Hillesum ad avere occhi, orecchie e cuore per tutti. Davanti alle persone e alle situazioni la sua domanda diventerà non più cosa può ricevere, ma cosa può dare. Più volte, dopo averla appresa da Julius Spier, trascrive o evoca la preghiera semplice di san Francesco. Tra i tanti incontri che toccano e interpellano Etty Hillesum, mi piace ricordarne uno in cui forse possiamo riconoscere il suo sguardo su noi che ci immergiamo nella lettura delle sue pagine. Si tratta di una donna che lei ritiene, pensando a Julius Spier, come la nostra prima paziente comune. Così questa donna minuta e sofferente appare allo sguardo del suo cuore: La trovo proprio come uno stelo piegato che ha bisogno di essere rimesso in piedi8. Chi di noi non si sente o non si è sentito almeno in qualche momento della sua vita come uno stelo piegato. Riprendere il cammino della Quaresima può essere per noi l’occasione di riprendere ad educare, a nostra volta, il desiderio senza avere paura di mettere in conto anche la necessità di doverlo, talora, domare. Non certo per una mortificazione fine a se stessa, ma per rimettere in piedi la verità, la dignità, la bellezza di quello che siamo.
Prima di cominciare il nostro cammino di quaranta tappe, qualche parola sulla vita di Etty Hillesum utile a chi non la conoscesse ancora e si affida a queste pagine per entrare in contatto con la sua vita e il suo messaggio. La vita di Etty Hillesum fu assai breve ed è caduta come seme nel solco della storia il 30 novembre 1943, nel campo di concentramento di Auschwitz dopo un tempo passato nel campo di transito di Westerbork in Olanda da cui passarono tutti i deportati da questo paese come Edith Stein e Anne Frank. La terza edizione di Etty Hillesum: Dio matura, vuole essere anche un omaggio alla testimonianza di Etty Hillesum mentre si avvicina il settantesimo anniversario della sua morte avvolta dal silenzio del mistero del suo ultimo tratto di strada di cui, giustamente verrebbe da dire, non sappiamo nulla.
Per lunghi anni questo seme è rimasto ben custodito in una silente memoria e praticamente sconosciuto fino a quando – nel 1981 – il suo fittissimo Diario ed alcune Lettere9 sono stati raccolti, pubblicati e tradotti in varie lingue10. Così moltissimi lettori e lettrici hanno potuto incontrare la complessa e talora discutibile personalità e percorsi di Etty. Per molti la sua esperienza si è rivelata uno specchio in cui rileggere, ricomprendere, riflettere e dare nuovo slancio alla propria esistenza a partire da quello che si potrebbe definire la percezione di fondo di questa donna nei confronti del mistero della vita da lei avvertito come segnata da molti enigmi11: siamo soprattutto noi stessi a derubarci da soli. Trovo bella la vita, e mi sento libera. Credo in Dio e negli uomini e oso dirlo senza falso pudore. La vita è difficile, ma ciò non è grave12. La stessa Etty pone a se stessa la sfida di un compito: Io voglio risolvere l’enigma della vita; ma a onor del vero dovrei dire: l’enigma che viene posto a me personalmente13.
Davanti a questo moto di porsi davanti al grande compito di fare della vita una vera opera d’arte – sempre mirabilmente incompiuta – Etty non vede altra via se non quella di lavorare a se stessi14 fino ad assumere la complessità della realtà ed essere così capace persino di contraddirsi: e poi l’enigma della vita non esiste15. Queste citazioni brevi ed essenziali introducono nel cuore stesso dell’esperienza, della testimonianza e del messaggio di questa donna che si inserisce, quasi inavvertitamente e in modo unico e problematico, nella migliore e dinamica tradizione spirituale dell’umanità. Si potrebbe riassumere questo processo interiore come un itinerario “dall’amore per la scrittura alla scrittura dell’amore”16 o come spiegava Rilke un secolo fa – ai cui testi Etty si è particolarmente nutrita – quale graduale abbandono di un mondo di convenzioni per aderire al “difficile amore”17.
Nata il 15 gennaio 1914 a Middelburg18 in una famiglia intellettuale ebraica – suo padre insegnava lingue classiche in un liceo – dal 1924 visse con la sua famiglia – Mischa e Jaap i nomi dei due fratelli – a Deventer sempre in Olanda dove sua madre Rebecca Bernstein si era rifugiata dalla Russia dopo l’ennesimo pogrom. Dal 1932 Etty si trasferì ad Amsterdam dove, conducendo una vita assai ricca di emozioni e di esperienze, si laureò in Giurisprudenza iscrivendosi poi alla facoltà di lingue slave. Non si fece notare per particolari risultati accademici ma fu ben notata per la sua vitalità e capacità di vivere una vita assai intensa, perfino troppo intensa e spesa tra il suo mondo sociale e interiore fatto di incontri e letture – Agostino, Rilke, Dostoevskij… – e il mondo esterno che si faceva sempre più difficile da decifrare a causa dell’arrivo dell’occupazione tedesca e che di anno in anno renderanno la vita sempre più minacciata.
Il Diario e le Lettere ci rendono partecipi di un cammino spirituale assai rapido durato due anni e mezzo – dal 9 marzo 1941 al 7 settembre 1943 – un arco di tempo paragonabile a quello ricoperto nei nostri vangeli dalla predicazione di Gesù di Nazareth. Prima o dopo queste date di lei non sappiamo più nulla. L’avventura spirituale c...