Le chiavi del destino
eBook - ePub

Le chiavi del destino

  1. English
  2. ePUB (mobile friendly)
  3. Available on iOS & Android
eBook - ePub

Le chiavi del destino

About this book

Dal big bang è nato il nostro universo ma che cosa l'ha scatenato? entra in un mondo nascosto dove il potere più grande sta nella forza dell'amicizia prima che un antico e sconosciuto male distrugga tutto ciò che ci è più caro

Frequently asked questions

Yes, you can cancel anytime from the Subscription tab in your account settings on the Perlego website. Your subscription will stay active until the end of your current billing period. Learn how to cancel your subscription.
At the moment all of our mobile-responsive ePub books are available to download via the app. Most of our PDFs are also available to download and we're working on making the final remaining ones downloadable now. Learn more here.
Perlego offers two plans: Essential and Complete
  • Essential is ideal for learners and professionals who enjoy exploring a wide range of subjects. Access the Essential Library with 800,000+ trusted titles and best-sellers across business, personal growth, and the humanities. Includes unlimited reading time and Standard Read Aloud voice.
  • Complete: Perfect for advanced learners and researchers needing full, unrestricted access. Unlock 1.4M+ books across hundreds of subjects, including academic and specialized titles. The Complete Plan also includes advanced features like Premium Read Aloud and Research Assistant.
Both plans are available with monthly, semester, or annual billing cycles.
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Yes! You can use the Perlego app on both iOS or Android devices to read anytime, anywhere — even offline. Perfect for commutes or when you’re on the go.
Please note we cannot support devices running on iOS 13 and Android 7 or earlier. Learn more about using the app.
Yes, you can access Le chiavi del destino by Luca Scicolone in PDF and/or ePUB format, as well as other popular books in Literatur & Literaturkritik in Science-Fiction. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.

Capitolo 1

Nubi all’orizzonte

La porta si aprì, Luca sapeva già cosa voleva dire: era ora di alzarsi e di andare a lavorare, con gli occhi ancora socchiusi dopo una notte insonne, sempre colpa di quello strano sogno che da circa tre giorni continuava a ripetersi ogni sera – un uomo alto vestito con una specie di tunica che più lo osservava, più gli sembrava di conoscerlo,  gli diceva sempre la stessa cosa: «Devi trovare gli elementi  se non vuoi dire addio alla tua esistenza stessa».
Con quelle parole sì è svegliato ogni mattina, proprio come questa, però oggi, a differenza degli altri giorni, la spalla destra con quella strana voglia a forma di orologio gli faceva male. 
Quando Luca era piccolo aveva cercato di sapere il perché solo lui tra tutti i suoi parenti aveva quella voglia sulla pelle, i suoi genitori non sono mai riusciti a dargli una spiegazione, così con gli anni non ci aveva pensato più e, come un normale ragazzo, aveva continuato la sua vita.
A scuola era sempre stato affascinato dalla storia, neanche lui sapeva il perché ma era il più bravo della classe, ogni lezione che la professoressa faceva lui aveva la sensazione di aver vissuto quegli avvenimenti. Gli anni passarono e a soli diciotto anni divenne uno dei migliori insegnanti di Storia proseguendo così la sua vita tranquilla e agiata. 
Fece una leggera colazione ed uscì fuori pensando che l’aria estiva potesse dissipare i dubbi della sua mente, ma uscendo all’aperto il suo braccio iniziò a pulsare come sé qualcosa di invisibile, di pericoloso, lo minacciasse. 
S’incamminò per andare alla stazione per prendere il treno che l’avrebbe portato al lavoro, ma la sensazione di pericolo non diminuiva, anzi sembrava più intensa, d’istinto  si girò e vide un ragazzino che lo sta seguendo, sentì una sensazione di gelo addosso che non si sapeva spiegare, a quel punto una voce potente dentro di sé gli disse un unica cosa: scappa! 
Cominciò a correre ma quel ragazzino si avvicinava sempre più, continuava a cambiare strada cercando di disorientarlo ma niente, non riusciva a toglierselo di dosso. Fu preso da un’ansia che mai aveva provato e si chiese perché  lo seguisse. Ritrovatoselo davanti guardò gli occhi ma li vide completamente neri. Il ragazzino, con voce innaturale, disse: «questa sarà la fine di Horalius e dell’intera esistenza ah ah ah!». 
Stava scivolando in un limbo dal quale non si sarebbe mai più risvegliato, quando un uomo lo prese con sé e, guardando il braccio, prese una boccetta e gli disse: «Bevi questo e tutto andrà bene». Era così confuso e spaventato che bevve il contenuto e una forza immensa si risvegliò in lui la voglia a forma di orologio che aveva sulla spalla, la quale comparve anche sulle mani. Una sorta di energia fuoriuscì e lui, inconsapevolmente, disse a quel ragazzino: «Creatura di Zero torna nel limbo da cui sei uscito, Horalius rinascerà». Un’onda di luce balenò contro il ragazzino e dal suo corpo uscì un fumo denso e nero come la notte e vide che quella nube nera aveva due occhi rossi e diabolici che poco dopo svanirono come fumo al vento; cominciò a sentirsi stanco e un senso di vertigine prese il controllo di sé, pur vedendo che c’era quell’uomo davanti non riuscì a guardarlo per molto, si sentì stanco come se fosse stato senza energie, perciò si accasciò a terra e si addormentò.

Capitolo 2

Sogno rivelatore

Si ritrovò come le altre volte in quel sogno, solo che questa volta non sarebbe scappato da quel luogo che gli sembrava sempre più familiare, così vide quell’uomo – ora sapeva il suo nome Horalius – che lo osservava con uno sguardo compiaciuto e un sorriso benevolo. 
Horalius si avvicinò  e disse: «Bentornato Luca, penso che tu voglia delle risposte non è così?» 
Ancora un pò scosso iniziò a dire: «Ora so che questo non è un sogno vero? Questo posto mi è molto familiare, però non riesco a capire il perché». Horalius si avvicinò e si sedette al suo fianco:« Questo posto è una dimensione parallela al mondo dei sogni, è la dimensione spirituale che ho creato per stare sempre legato a te». 
Lo guardò negli occhi e gli chiese chi fosse quell’essere della sera prima. Il sorriso di Horalius scomparve dal suo volto e disse: «Quell’essere era una creatura di anti-tempo, ha bisogno di un corpo materiale per vivere nella tua epoca». 
Non capì cosa volesse dire ma gli chiese: «Perché mi cercava ?».
Horalius con tono serio disse: «Cercava te perché sono  il loro acerrimo nemico, perché la mia rinascita segnerebbe la loro fine». 
Luca lo guadò e gli chiese: «Chi sei realmente tu?»
Horalius prese un respiro profondo e ricominciò a raccontargli: «Io provengo da un’altra dimensione, il nome della mia razza è i Nativi, nel mio mondo esistono delle gemme preziose capaci di donarci il potere di dominare gli elementi superando delle prove che le gemme ci impongono, io ho ottenuto il potere di quattro gemme elementari e con esse sono diventato un creativo, sarebbe la capacità di modificare ciò che ci circonda, ho ottenuto  il potere del fuoco, del fulmine, del ghiaccio, della terra, della mente e quello più importante di tutti del cuore». Rimase un attimo a pensare, poi gli chiese: «Perché tra tutti i tuoi poteri il più importante è il cuore?»
Horalius sorrise e disse: «È molto semplice: il cuore è in grado di legare tra loro tutti gli elementi rendendoli più efficaci. Adesso ascoltami bene perché il mondo che conosci rischia di sparire per sempre, il motivo per il quale io sono dentro il tuo corpo è che dal mio sacrificio è nato il tuo universo e le varie costellazioni e pianeti. Ti starai chiedendo il perché: ecco, tutto ebbe inizio quando ottenni i poteri dei creativi e ritornai nel mio villaggio, lì purtroppo i nostri ricercatori ebbero il folle e scellerato desiderio di cercare di clonare le varie pietre senzienti, ci fu un esplosione da cui nacquero le creature anti-tempo, i miei simili vennero tutti infettati e trasformati anche loro in quelle orrende creature, le gemme mi dissero che l’unico modo per salvarmi era sprigionare il loro potere e creare una nuova realtà e sigillare quella, così avvenne ciò che voi chiamate il big bang la nascita del vostro universo, il mio corpo andò distrutto e le creature dell’anti-tempo rimasero bloccate fino ad oggi».
 Si sentiva un po’ frastornato ma ora cominciava ad avere un senso di tutto ciò che aveva vissuto. Lo guardò dritto negli occhi e gli chiese: «Chi è Zero?» La faccia di Horalius divenne scura come la notte: «Zero è il signore che controlla tutte le creature dell’anti-tempo e sarà il nostro peggior nemico, l’unico modo per sconfiggerlo è quello di ritrovare tutti gli elementi, tuttavia le gemme senzienti si sono fuse con degli esseri umani e noi li dobbiamo trovare prima che li trovino loro». Era terrorizzato all’idea di dover cercare quelle persone ma Horalius lo guardo e gli disse: «Non ti preoccupare,   so già come trovare i vari elementi e poi non sei solo, l’uomo che ti ha salvato si chiama Albert ed è un mio discepolo. Lui ti dirà tutto». 
Lo guardò e gli disse : «Da quel che ho capito, mi aspetta un lungo viaggio alla ricerca dei vari elementi giusto? Penso che per un po’ i miei alunni dovranno fare a meno di me» e Horalius, con un sorriso gli rispose: «Eh già, mi sa per molto tempo, ora sarebbe meglio che tornassi nel mondo reale visto che sei stato incosciente per una settimana». A quelle parole  sobbalzò: «Come una settimana?!».
«Qui il tempo scorre diversamente amico mio, adesso prenderai quella porta e tornerai nel mondo reale ma sappi che io sarò sempre dentro di te a darti consigli, giovane amico.»
A quelle parole s’incamminò verso la porta e, dopo una settimana passata nel mondo spirituale, tornò nella realtà.

Capitolo 3

La fortezza degli elementi 

La luce filtrava dolcemente dalle tende e Luca lentamente si guardò intorno: era in un enorme letto di almeno il doppio della sua lunghezza, il cuscino così caldo e morbido quasi gli faceva venir voglia di riaddormentarsi. Osservò la stanza che era quasi completamente buia ma, guardando meglio, vide inequivocabilmente il simbolo che fin dalla sua nascita aveva sul suo braccio. Ora sapeva cosa voleva dire e, a quel pensiero, senza un apparente motivo, si sentì come essere a casa propria. Udì un lamento come se nella stanza ci fosse qualcuno ma non avvertì nessun pericolo anzi, il suo cuore iniziò a battere sempre più forte senza capirne il perché fino a che la voce di Horalius risuonò nella sua mente. Lentamente volse lo sguardo e vide una ragazza addormentata, aveva la faccia serena e non seppe perché ma d’istinto si avvicinò alla giovane che, di soprassalto, si svegliò. Ci fu un attimo di esitazione sia da lui sia da quella bellissima ragazza, non sapeva né cosa dire né cosa fare, poi all’improvviso la ragazza cominciò a piangere e un attimo dopo gli piombò addosso senza dire una parola. Lo baciò con passione, non sapeva cosa fare spiazzato da un gesto tanto bello quanto assurdo, così si lasciò trascinare in quel bacio che sembrava infinito quando, poco dopo, sentì il rumore della porta aprirsi e vide la sagoma dell’uomo che una settimana fa l’aveva salvato da morte certa. Al suo ingresso la ragazza si staccò immediatamente da lui e disse con voce tremante: «Professore si è finalmente svegliato!». 
Si avvicinò al letto e disse: «Bene Luca, è passata una settimana esatta da quando ti ho trovato, penso che Horalius ti abbia già detto tutto di ciò che ci aspetta da oggi vero?».  Lo guardò e, con uno sguardo pieno di determinazione, gli rispose: «Certo professor Albert ora lo so». Posò lo sguardo sulla giovane ragazza e disse: «Non ci si comporta così però, lui non è il tuo sposo quindi adesso gli chiedi scusa e ti presenti per bene ok?». 
La ragazza con voce penitente annuì e disse: «Scusami tanto Luca per il mio gesto io mi chiamo Maria e sono l’assistente del professore Albert». Lui la guardò negli occhi e gli fece un sorriso e gli disse: «Va bene Maria, non c’è nessun problema, non so il perché ma mi sembrava una cosa normale, è come sé io e te ci conoscessimo da tantissimo tempo».  Il professore Albert li guardò entrambi e disse: «Certo che è così,  in una delle precedenti incarnazioni eravate sposati». A quelle parole  sobbalzò e Maria lo guardò con gli occhi carichi di un profondo affetto e gli disse: «Horalius in una delle sue precedenti incarnazioni si sposò con la mia bis-bisnonna, la loro unione diede alla luce una bambina metà umana e metà creativa, quella bambina dalla loro unione aveva ricevuto il dono di vedere il vero aspetto racchiuso nell’anima, così di generazione in generazione, di madre in figlia, il tuo potere è arrivato a me, così quando ti ho guardato ho visto in te lo spirito di Horalius». 
Ora capì il perché di quel gesto e nella sua mente disse: «Horalius perché non mi hai detto di questa cosa?».
Horalius gli rispose: «È semplice mio caro amico, volevo allentare la tensione che hai nel tuo cuore, se tu sei nervoso o agitato non potrai usare i miei poteri, adesso è meglio che vai con Albert, ora è il momento di agire».
Si alzò dal letto, si vestì e con uno sguardo determinato disse al professore: «Andiamo a trovare gli elementi». Lui lo guardò e gli disse: «Bene, allora seguimi, ti porterò nel luogo in cui i poteri di Horalius sono più intensi così potrai trovare gli elementi sparsi nel mondo».
Lo seguì e lo condusse in un’enorme stanza, sulle pareti c’erano degli enormi tappeti ognuno di un colore diverso con raffigurati degli esseri che non aveva mai visto, un guerriero di fuoco, uno di ghiaccio, uno che sembrava lanciare fulmini dalle mani, uno con dei pugni fatti di terra, uno in meditazione e uno con un oggetto in mano, un cuore sembrava che osservandolo bene racchiudeva tutti gli elementi.
Vide che davanti ai tappeti raffiguranti le creature di fuoco, fulmine, ghiaccio, terra  c’era una piccola ampolla con uno strano liquido al suo interno: più vicino era a quel liquido più si sentiva forte. In fondo alla stanza attaccato alla parete c’era una gigantesca mappa della terra e si vedevano tutte le grandi città ma, avvicinandosi, pensò al suo paese e alla sua casa e, come per magia, la mappa cambiò generando un vortice d’energia e gli mostrò, come una gigantesca televisione, la sua casa. Incredulo a  ciò che vedeva, il professor Albert gli disse: «Questa  mappa è stata creata da Horalius e si chiama il mappa-tempo, mostra qualunque cosa e qualunque persona e con questa che cercheremo gli elementi, ma prima devi assorbire le ampolle che hai visto davanti ai vari tappeti, non tutte però! Il tuo corpo non riuscirebbe a sopportare tutto quel potere in una volta sola, quel liquido e l’essenza del potere di quel elemento, assorbendo l’essenza crea un ponte energetico che ti permette di vedere dove si trova quell’elemento in modo da andare a prenderlo, ma prima di tutto dovresti metterti al centro della stanza dove c’è il simbolo dell’orologio e dire la frase “risuono del tempo mostrami l’elemento”». 
Andò al centro della stanza, si sedette al centro del grande orologio, chiuse gli occhi e sentì la voce di Horalius: «Bene Luca, adesso fa rifluire in te il mio potere, non avere paura quando sarai in connessione con l’essenza dell’elemento». Si mise al centro del grande orologio disegnato nella stanza e cominciò a meditare e, in quel silenzio, la voce di Horalius risuonò nei suoi pensieri: «Bene, ora siamo uniti nello spirito e nella mente, adesso richiama a te l’energia cosmica, fatti avvolgere dal mio potere e abbi fiducia in ciò che sei, il tuo cuore ti indicherà la via da prendere». Così le mani incominciarono a brillare di una luce rossastra che, un po’ alla volta, lo avvolse completamente in quello stato di trance in cui si trovava e pronunciò: «Risuono del tempo mostrami l’elemento». L’ampolla con l’essenza del fuoco divampò e si fuse completamente con l’energia emanata dal suo corpo  dando vita a un enorme esplosione di fiammelle che guizzavano in tutte le direzioni in un crescendo di intensità e in quelle esplosioni il tappeto appeso alla parete incominciò a tremare mentre la creatura raffigurata prese vita e, come un fantasma, si avvicinò a lui, si inginocchiò e disse: «Grazie mio signore, la mia essenza a questo mondo hai riportato io sono Pyro, guardiano del fuoco. Adesso con me potrai trovare colui che ha il mio spirito, quando lo troverai io mi riunirò con lui così sia io che voi mio signore diverremo più forti».  La fiamma si spense e tutto tornò al suo posto; lentamente si alzò dal centro della stanza e si avviò alla mappa-tempo, sapeva benissimo cosa fare e, con l’essenza del fuoco che gli risuonava in tutto il suo corpo, disse: «Essenza del fuoco mostrami dove si trova l’elemento» una fiamma uscì dalla mano e andò a fermarsi e splendere come un raggio di sole in un punto della mappa, ora sapeva a dove inizia il suo viaggio, si voltò e guardò Maria e Albert e con un sorriso disse: «Bene si va in un posto caldo, prepariamo le valige si va a Miami».

Capitolo 4

Vecchi ricordi e nuovi pensieri

Maria e Albert, dopo la notizia che l’indomani sarebbero partiti per Miami alla ricerca del primo elemento, uscirono immediatamente dalla stanza lasciando Luca solo, a pensare al passato della sua vita normale fino a una settimana fa. Si alzò e camminò per la stanza guardando i disegni degli altri elementi, poi si soffermò su Pyro: pensò che se una creatura tanto potente si inginocchiava davanti a lui forse non c’era motivo di essere così timorosi per il viaggio che l’attendeva e, nel silenzio della stanza, la voce di Horalius risuonò: «Ti capisco bene, io ho vissuto in te da sempre e so che sei preoccupato, ma tu hai me e ti guiderò verso una nuova vita per dare un futuro al tuo mondo, abbi fiducia non in me ma in te stesso, credi in ciò che fai e il mio potere fluirà in te come un fiume, ora e al minimo ma in questa stanza posso usare alcuni poteri speciali».
Rimase incuriosito e disse: «poteri speciali? Ora voglio sapere cosa intendi»
«Io sono il signore del tempo perché ho visto ogni epoca, conosciuto tutte le persone più importanti della storia, a quanta gente hai sentito dire gli sarebbe piaciuto conoscere quell’uomo o quella donna di quell’epoca lì? Beh, se tu vuoi, puoi parlare con qualunque persona di qualsiasi epoca. Da questa stanza aprirai un varco temporale e andremo in quell’epoca, anzi nel giorno, mese e anno che desideri tu».
Ci pensò su un attimo poi disse: «Io voglio andare dove nessun essere umano può, nella preistoria ai tempi dei possenti dinosauri». Horalius gli rispose: «Bene, adesso apri la mano davanti a te e ruotala fino a fare un cerchio». A quel gesto nella stanza comparve un portale, con passo sicuro si incamminò, ma, nel mentre, la porta alle sue spalle si aprì e vide arrivare il professor Albert che, con un enorme sorriso sulla faccia, gli disse: «Bene, vedo che incominci ad usare i tuoi poteri, volevo sapere dove sei diretto o meglio quando».
Con fare cordiale gli rispose: «Sto andando nella preistoria al tempo dei dinosauri». Albert, con uno sguardo emblematico, gli disse: «Curiosa scelta, di solito le incarnazioni precedenti hanno sempre voluto conoscere i loro personaggi che più amavano, tu sei diverso, a te piace veramente la storia. Penso che tu sarai il Signore del tempo più potente che sia mai esistito». A quelle parole si sentì divampare dall’imbarazzo e la voce che oramai era diventata una parte integrante di sé gli disse: «Albert ha ragione, tu sei l’unico delle mie molte incarnazioni ad essere riuscito alla prima volta ad aprire il varco temporale perché ci vuole una perfetta sintonia. Io credo che tu possa usare molti dei miei poteri base, anche adesso che non abbiamo ancora iniziato il nostro viaggio i miei poteri sono letali per i nostri nemici, ricordatelo. Abbi fiducia sempre in te anche a questo livello di forza non c’è creatura che ti possa sconfiggere».
Sentendosi rinvigorito dalle parole di Horalius e Albert varcò la soglia del portale.
Il passaggio dal suo tempo a quello della preistoria fu pressoché istantaneo, però provò un po’ di vertigini e nausea ed Horalius gli disse: «Sei sbalorditivo, mi sorprendi sempre, hai avuto solo un po’ di nausea e un lieve giramento di testa, di solito le mie precedenti reincarnazioni sono svenute, adesso però, visto che hai una così alta affinità con me, ti metterò alla prova cercando di farti evocare i miei poteri, ci stai?»
Annuì.
«Bene, adesso cominciamo a camminare ma non come pensi tu, guardati attorno e focalizza nella tua mente un punto preciso, una montagna o una pianura, quello che vuoi.» Lui era perplesso, attorno vedeva solo una foresta fittissima, Horalius percepiva il disagio e gli disse: «Chiudi gli occhi, non ti servono. Io sono colui che ha generato tutto questo, il tuo mondo è una parte di me quindi anche di te, concentrati, senti l’energia che fluisce in te».
Così fece; poco alla volta riusciva a vedere oltre la foresta, oltre i monti e, pur essendo fermo, riuscì a guardare il mondo fluttuando nel cielo come un fantasma. Si sentiva in pace e sicuro di sé, vide dei triceratopi che bevevano in un enorme lago, dei cuccioli di tirannosauro che mangiavano la carcassa di un animale oramai irriconoscibile talmente era stato divorato e vide dei pterodattili che portavano del mangiare ai nidi dei loro cuccioli che, ad ogni boccone lanciavano versi acutissimi, segno che avevano molta fame. Proseguì ancora il suo viaggio e rimase estasiato dalla visione di tutte quelle piante e alberi e fiori che c’erano in quel periodo e pensò, a malincuore, che molti nel corso delle ere a venire sarebbero sparite.
A un certo punto ebbe una strana sensazione: con la forza del pensiero focalizzò il proprio corpo immobile nella foresta avvolto da una bolla blu, si osservò, si diresse verso il proprio corpo e, come una calamita, si riunì.
Si guardò attorno e il cuore cominciò a battere come un treno, quella sensazione l’aveva già provata e sapeva cosa voleva dire. Uscì dal bosco e si avviò in una grande pianura, alzò gli occhi verso il cielo e vide in lontananza una creatura nera come la pece, le ali lunghe almeno un metro e mezzo, una testa simile a quella di un drago con degli sfregi all’altezza delle tempie e una chiostra di denti affilati come rasoi e due occhi neri che lo fissavano e bramavano la sua carne.
Sapeva cosa fare e disse: «Bene, adesso vediamo quanto sono potente, questa volta non scapperò davanti al nemico, questa volta sarà lui a dover scappare oppure perire sotto i miei colpi».
Horalius gli rispose: «Bene così mi piaci, quella creatura è uno sterminatore, è più forte dell’altra creatura ma sono certo che te ne sbarazzerai facilmente».
Lo sterminatore arrivò nella pianura e si fermò a circa cento metri da lui in una posa famelica come il leone quando sta per prendere la sua preda, serrò i pugni quando una luce rossastra ricoprì le sue mani facendole divampare di fuoco, la creatura partì all’attacco quando un pensiero balenò nella mente, “se posso muovermi rimanendo fermo, posso colpirlo anche se è...

Table of contents

  1. le chiavi del destino
  2. Prologo
  3. Capitolo 1
  4. Capitolo 2
  5. Capitolo 3
  6. Capitolo 4
  7. Capitolo 5
  8. Capitolo 6
  9. Capitolo 7
  10. Capitolo 8
  11. Capitolo 9
  12. Capitolo 10
  13. Capitolo 11
  14. Capitolo 12
  15. Capitolo 13
  16. Capitolo 14
  17. Capitolo 15
  18. Capitolo 16
  19. Capitolo 17
  20. Capitolo 18
  21. Capitolo 19
  22. Capitolo 20
  23. Capitolo 21
  24. Capitolo 22
  25. Capitolo 23
  26. Capitolo 24
  27. Capitolo 25