Le élite mondiali
David Rockefel er è stato colui che ha messo in marcia il progetto di globalizzazione e per tutta la sua vita lo ha sviluppato. In primo luogo, i Rockefel er hanno avuto sempre una partecipazione nel capitale del Sistema del a Riserva Federale. Come risultato del e due guerre mondiali hanno rinforzato la loro posizione nel a Federal Reserve, relegando ad un secondo livel o i Rothschild (l’altra poderosa dinastia). I Rockefel er control avano il principale banca di Wal Street, la Chase Manhattan, il cui presidente fino al 1981 fu lo stesso David.
David Rockefel er, banchiere e “filantropo”
In secondo luogo si costituirono istituzioni informali ma molto influenti del a élite globale che permisero di promuovere nuove idee e progetti. Negli Stati Uniti naturalmente David è nel ‘Council of Foreign Relations’ (CFR), organismo costituito nel 1921, ed anche nel Gruppo Bilderberg era un partecipante regolare di tutte le riunioni, iniziando per il primo ed è stato un membro del Comitato dei Governatori del club.
In terzo luogo bisogna tenere in conto la Fondazione Rockefel er, quel a che è una del e più grandi fondazioni “benefiche” d’America, le cui attività non sono mai state molto trasparenti. Le tre generazioni dei Rockefel er si sono dedicate ad “opere di carità” la cui priorità era quel a di appoggiare il sistema di educazione superiore ed alcuni progetti nel campo del a medicina e del a genetica (in linea con le teorie del ’eugenetica). Gli studi genetici patrocinati dai Rockefel er hanno avuto carattere chiuso.
In quarto luogo, i Rockefel er, a differenza di altre dinastie capitaliste, hanno investito molto finanziando personaggi politici, intel ettuali e i grandi media. A giudizio di Katasónov, questi investimenti risultano più redditizi nel lungo periodo che non nei valori di borsa.
Uno dei grandi successi di David Rockefel er si può considerare la creazione nel 1973
del a Commissione Trilateral, una organizzazione internazionale privata che include rappresentanti del ’America del Nord, del ’Europa Occidentale e del ’Asia. Il loro obiettivo
dichiarato è stato quel o di discutere e trovare soluzioni ai problemi globali. Anche con aiuto dei Rockefel er è stato creato il Club di Roma nel 1968.
Fiduciari dei Rockefeler nel Governo degli USA
David Rockefel er non è mai entrato nel governo degli Stati Uniti ma ha sempre avuto suoi fiduciari al ’interno. Fra di loro si trovano personaggi come Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski, sottolinea Katasónov, ma sempre ha confidato nel potere del suo clan; tra i suoi 4 fratel i il più influente era Nelson Rockefel er, governatore di New York e vice presidente sotto l’Amministrazione Ford.
Negli anni ’70 del secolo XX, Rockefel er ha partecipato nel o smantel amento del sistema monetario di Bretton woods, nel 1976 iniziò la conferenza in Giamaica in cui si è deciso di sostituire lo standard del dol aro in rapporto con l’oro con lo standard di carta.
Quel o che rimaneva da fare era creare una domanda crescente per il biglietto verde. Il primo passo per ottenere questa meta era stata fatta dal ’al ora Segretario di Stato Henry Kissinger, il quale provocò la guerra del 1973 tra gli arabi e gli israeliani.
Questo fatto fu seguito dal drastico aumento dei prezzi del petrolio e da una crisi energetica. Kissinger ha mantenne conversazioni con i leaders del ’Arabia Saudita e altri paesi esportatori di petrolio convincendoli per vendere petrolio soltanto a fronte di dol ari.
Pertanto, lo standard dei dol ari di carta si era trasformato fin da al ora in petroldol ari.
I petroldol ari che iniziarono a guadagnare i paesi del ’OPEC sono stati inviati al e banche degli Stati Uniti, incluso la Chase Manhattan, e furono emessi in forma di prestiti ai paesi del Terzo Mondo (indebitandoli). Ai principi degli anni ’80, come conseguenza di un forte aumento dei tassi d’interesse chiave del a Federal Reserve, fu provocata una crisi del credito globale di cui si sono beneficiate le stesse Banche degli USA.
L’equipe di economisti liberali laureati nel e stesse università che la Fondazione Rockefel er sempre aveva finanziato, hanno iniziato in quel periodo a dare forma al ’ideologia neoliberista del a globalizzazione economica e finanziaria diffusa da FMI.
L’essenza di questa ideologia consiste nel a minimizzazione del ruolo del o Stato nel ’Economia, nel a eliminazione del e barriere, lasciando liberi non solo i movimenti del e merci ma anche quel i dei capitali. la privatizzazione del e proprietà statali e dei servizi pubblici, lo sviluppo integrale dei mercati finanziari, il predominio del e leggi di mercato e la fluttuazione dei cambi valutari e dei tassi d’interesse, la competitività dei salari (leggi sfruttamento del a mano d’pera al più basso costo). Da al ora, i mercati finanziari sono cresciuti fino a ottenere le proporzioni astronomiche di oggi, mentre l’economia tradizionale produttiva si è deteriorata.
Sarebbero i Rockefel er dietro la nuova truffa economica e la Chase Manhattan si trovava tanto instabile che ha dovuto andare a fondersi con la JP Morgan, cosa che ha portato al a creazione del a Morgan Chase. David aveva denaro investito nel petrolio, ma andava comprendendo che il combustibile stava perdendo il suo valore senza tenere tempo per trovare qualche cosa che abbia futuro.
Il peggiore colpo lo ha sentito nel novembre del 2016, quando la corsa presidenziale è stata guadagnata da Donald Trump, conosciuto avversario del a globalizzazione e partigiano del ’economia reale.
Nonostante questo, David Rockefel er non era un uomo capace di tutto. Era un semplice mortale, come gli altri, ma nel marzo del 2017 il suo settimo cuore si è fermato per sempre. Negli ultimi due decenni ha vissuto molte delusioni, una di queste riguarda la sua Banca preferita.
Nel a opinione di Valentín Katasonov, la globalizzazione finanziaria ed economica nel a sua forma attuale ormai non andrà a continuare. Nel o scenario sta entrando altra gente, quel a che Katasónov (dottore in economia e professore del ’Università MGIMO) preferisce chiamare il “clan del a Silicon Val ey”.
Si tratta dei giovani informatici che pensano in altre categorie. Per loro esiste soltanto denaro digitale che è manipolata da Banche digitali, e persone come David gli sembrano vecchi dinosauri. È l’ora di vedere il successivo atto del dramma mondiale.
LA LISTA DEL GRUPPO DEI 30 (G30)
Il Gruppo dei Trenta (G30) è un’Organizzazione internazionale senza scopi di lucro ed è composta da finanzieri e accademici, creata alla fine degli anni ’70 da G.
Bellm, su iniziativa di J.D. Rockefeller della Rockefeller Foundation, con l’obiettivo di analizzare le questioni economiche e finanziarie e di esaminare quegli aspetti collegati in particolare allo scambio di valute, ai mercati di capitali e alle banche centrali.
Il G30, che organizza convegni, seminari e gruppi di studio, include come membri i vertici delle banche private e centrali. Vi partecipano o vi hanno partecipato personaggi di rilievo anche della finanza italiana, tra cui M. Draghi e T.
Padoa Schioppa. Ha sede a Washington e si riunisce annualmente in forma plenaria.
In questo gruppo, presieduto dal predecessore di Draghi alla Bce, Jean-Claude Trichet, troviamo spesso grandi banchieri come Jacob A. Frenkel della JP Morgan e E. Gerald Corrigan della Goldman Sachs, ex presidenti della Federal Reserve americana come Paul A. Volcker ed economisti di fama internazionale come il premio Nobel Paul Krugman. In parole povere il lavoro quotidiano del G30
sembra essere quello di studiare come mantenere sani i mercati finanziari mondiali alla luce delle novità normative e dell’attualità economico finanziaria.
Solo i personaggi di spicco selezionati in circa 30 paesi possono essere presenti alle regolari riunioni del G30, difatti, la Ceo, associazione non governativa che monitora la quotidiana attività di lobby dei grandi gruppi di potere sul processo legislativo dell’Ue, ha presentato una denuncia al Mediatore europeo in quanto vedeva nell’appartenenza di Draghi al G30 un chiaro conflitto d’interessi. Un pericolo che, secondo la Ceo, rischia di diventare da allarme rosso visti i maggiori poteri che l’Eurotower sta acquisendo in tema di sorveglianza bancaria e di acquisto di bond nazionali sul mercato secondario.
Tuttavia, dopo aver esaminato la situazione, il Mediatore europeo, Nikiforos Diamandouros, ha respinto questo ricorso dal momento che, a suo avviso, il G30
“non può essere assimilato a una normale lobby di interessi finanziari privati, perché i suoi scopi, le fonti di finanziamento e i membri sono troppo diversi fra loro”.
Di conseguenza, l’appartenenza di Draghi al gruppo dei G30 fu riconosciuta compatibile con il suo ruolo”. Draghi venne infatti invitato solo per poter
pubblicare sul sito della Bce la sua partecipazione al gruppo dei trenta “in nome della trasparenza”.
Il Gruppo dei Trenta è stato fondato nel 1978 da Geoffrey Campana su iniziativa della Fondazione Rockefeller, che ha anche fornito il capitale iniziale.
Il suo primo presidente fu Johannes Witteveen, l’ex direttore generale del Fondo monetario internazionale (FMI), susseguito poi da Jean-Claude Trichet, ex presidente della Banca Centrale europea, succeduto poi da Jacob Frenkel.
La sede del G30 è a Washington DC, negli States. Ogni anno si tengono due riunioni plenarie, oltre a numerosi convegni, seminari e gruppi studio. Monitorano quotidianamente l’andamento dell’economia globale, veicolandola a proprio uso e consumo, nel tranquillo anonimato e nella cortina di disinformazione che li cela agli occhi e alle orecchie della maggior parte, troppo distratte e indaffarate dello schiavismo giornaliero.
L’organigramma del Gruppo dei Trenta
La rappresentazione grafica degli organi del G30 è molto semplice, e si divide in: Membri attuali; Membri Senior; Membri onorari; Membri del passato.
I membri attuali sono 31, provenienti da ogni parte del globo, sono tutte personalità di spicco, i soliti nomi che compaiono in ogni organizzazione elitaria mondialista.
Attenti a quei Trenta: ricattano il mondo truccando le regole
Nessuno li può fermare, perché maneggiano oltre 650.000 miliardi di dollari, cioè otto volte il Pil del pianeta, e in soli dieci anni, hanno messo in ginocchio
l’economia reale. E sono ancora lì, a dettar legge, a cominciare da uno dei loro specialisti, Mario Draghi.
È questa una teoria del complotto? No: è storia vera. È quella del famigerato
“Group of 30”, creato alla fine degli anni ’70 da personaggi come David Rockefeller. L’obiettivo: piegare le nazioni ai diktat della speculazione finanziaria.
Missione compiuta: oggi l’intera Europa è nelle loro mani, e un paese come l’Italia – membro del G8 – è agli ordini della super-lobby che aveva commissariato il governo affidandolo al fido oligarca Mario Monti, tecnocrate targato Goldman Sachs, veterano del Bilderberg, della Trilaterale e della micidiale Commissione Europea, quella che oggi dispone il suicidio sociale degli Stati mediante il pareggio di bilancio.
Fu un capolavoro eseguito in sole tre mosse
Prima mossa: attraverso la “superstizione o isteria del debito pubblico”, si distrugge la capacità dello Stato di creare e controllare qualsiasi ricchezza finanziaria significativa, che a quel punto resta unicamente nelle mani dei mercati di capitali, da cui gli Stati finiscono per dipendere in toto.
Seconda mossa: i dominatori finanziari, che ora spadroneggiano, per ottimizzare la rapina globale incaricano la super-lobby dei tecnocrati di ridisegnare
leggi e regole, con adeguata propaganda.
Terza mossa: gli oligarchi impongono le loro condizioni-capestro ai governi, ormai privati della facoltà di creare ricchezza finanziaria e quindi dipendenti dal ricatto, pronti cioè a ingoiare qualsiasi aberrazione speculativa.
Parola di Paolo Barnard, autore del saggio: “Il più grande crimine” sul complotto mondiale della finanza. Promotore italiano della Modern Money Theory – sovranità monetaria per avere democrazia reale e benessere sociale Barnard fu reduce dalla caserma dei carabinieri nella quale ha sporto denuncia contro Monti e Napolitano per “golpismo finanziario”.
In quegli anni c’era un piano ben congegnato per mettere nel sacco l’Italia: occorreva creare una sofferenza finanziaria artificiosa per consentire alla super-lobby di prendere direttamente il timone.
Peccato che i “salvatori” - afferma Barnard - fossero gli architetti stessi del piano: «Non ci vuole un genio a capire che il poliziotto iscritto al club dei ladri che gli pagano laute prebende finisce col tradire il suo mandato».
Mario Draghi, per esempio: «Poteva fermare facilmente e senza alcun ostacolo la loro mano semplicemente ordinando alla Banca Centrale Europea (Bce) di acquistare in massa i titoli di Stato italiani». Acquisto che avrebbe abbassato drasticamente i tassi d’interesse di quei titoli, la cui impennata stava portando l’Italia alla cadut...