Figli del Cielo, fratelli della natura, i naxi del sudovest della Cina
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Figli del Cielo, fratelli della natura, i naxi del sudovest della Cina

Pedro Ceinos Arcones, Davide Dolce

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Figli del Cielo, fratelli della natura, i naxi del sudovest della Cina

Pedro Ceinos Arcones, Davide Dolce

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I naxi sono il gruppo etnico più affascinante della Cina. Mostrano una serie di caratteristiche culturali completamente diverse da quelle dei popoli che li circondano. Il sapere enciclopedico e la saggezza arcaica contenuti nei classici Dongba, scritti attraverso un sistema di scrittura pittografico, la loro religione unica, che sottolinea la fratellanza con la natura, un ciclo della vita disegnato per coltivare il sacro dentro ogni persona e l'unicità della loro musica, letteratura e lavori artistici contribuiscono tutti a rendere la cultura naxi un'eccezione tra quelle dei gruppi etnici del nostro pianeta. Nessun altro gruppo etnico ha preservato un'eredità così ricca e multiforme, e nessuna cultura è tanto centrale per la ricerca delle antiche tradizioni asiatiche. Il ruolo dei naxi come preservatori di antichi retaggi culturali può essere attribuito all'isolamento di alcune delle comunità, e alla scrittura di una quantità sorprendente di libri sacri, forse migliaia, che sono custoditi dalle sapiente mani dai loro specialisti religiosi, i Dongba. Lo studio delle tradizioni naxi ha cambiato il significato culturale del confine sino-tibetano, e le loro caratteristiche principali sono state definite come eredità culturali intangibili. Lijiang, la loro principale città, è stata riconosciuta come un crocevia delle principali culture dell'Asia orientale, dove esse si sono intersecate e integrate, creando un'originale e variegata cultura. Questo è il primo libro mirato al lettore medio (e non a un pubblico di specialisti) che spieghi la magnifica cultura dei naxi. Le sue pagine condurranno il lettore verso il mistero e la saggezza di un mondo che sta scomparendo.

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CAPITOLO 1

I naxi del

sudovest

della Cina

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I naxi[2] sono uno dei gruppi etnici più carismatici della Cina: la loro cultura preserva una serie di caratteristiche particolari che li rende uno dei popoli più interessanti del nostro pianeta, inclusi la preservazione dell’unico metodo di scrittura pittografico ancora in uso e la religione ad esso associata, lo sviluppo di una filosofia che sottolinea il rispetto e la conservazione della natura, la tendenza matrilineare della loro società e l’abilità di preservare antiche tradizioni culturali che sono già scomparse altrove. Anthony Jackson considera che “this peculiar combination of attributes makes them unique, not only among the various ethnic minorities that inhabit southern China, but also in the ethnographic record”[3] (1976:28)
Popolazione e localizzazione
La minoranza etnica naxi è rappresentata da una popolazione di circa 280000 individui[4]. La maggior parte di loro vive in comunità del nordest della Provincia dello Yunnan, nella Contea autonoma naxi di Yulong e nella città vecchia di Lijiang. Il resto della popolazione è sparso nel Weixi, Shangrila[5], Ninglang, Deqin, Yongsheng, Hequin, Jianchuan, nelle contee autonome di Lanping nella provincia dello Yunnan, nella contea del Muli nella Provincia del Sichuan e nella contea Mangkang della Regione Autonoma del Tibet (Ma Yin:1989). La distribuzione della popolazione naxi ha la forma di una mezza stella con il suo centro nella Città di Lijiang; ciò riflette le spedizioni di conquista da parte dei re naxi nel loro tentativo di espandere i propri territori ed i propri domini (e il territorio imperiale cinese) verso ovest. Perciò, mentre i limiti a sud e ad est delle occupazioni naxi sono sempre state più o meno stabili, la loro dispersione verso ovest segue le vallate dei laghi fino a zone molto distanti, quali Eya nella contea Muli, la contea Mangkang in Tibet o Yezhi presso la parte superiore del fiume Mekong. Questo è dovuto al fatto che le truppe naxi venivano dispiegate in ogni nuovo territorio conquistato dai loro re, così da agire quali ‘guardiani’. Qui si moltiplicavano e costruivano le proprie case, diventando un avamposto della cultura naxi.
I naxi, vivendo al confine tra il mondo cinese e il mondo tibetano, abitano principalmente ma non esclusivamente le vallate e le colline tra le creste delle montagne, lasciando la maggior parte del territorio montuoso ai pumi (a est) e ai lisu (a ovest), i quali sono forse gli abitanti originali di queste regioni, e agli yi e ai miao, che sono immigrati più di recente. Nei centri urbani si trova un considerevole numero di persone di nazionalità bai e han. I commercianti e gli artigiani bai sono molto famosi tra i naxi. I cinesi han, invece, hanno cominciato a migrare nelle terre naxi solo circa 600 anni fa, quando i re Mu intrattenevano strette relazioni con gli imperatori Ming. I primi migranti si sono ben integrati nella società naxi.
Il centro politico, economico e culturale dei naxi è Lijiang. Antica città che giace all’ombra dell’imponente Monte Innevato del Drago Jade, Lijiang è localizzata approssimativamente al centro della più grande pianura abitata dai naxi. La Città Vecchia di Lijiang è la capitale della Municipalità del Lijiang, che con un’area totale di 21219 km2 comprende anche quattro contee: la contea autonoma naxi di Yulong, la contea autonoma yi di Ninglang, la contea di Yongsheng e la contea di Huaping. Nel 2003 la popolazione della municipalità di Lijiang era di 1.118.835 abitanti[6], tra cui le principali nazionalità aborigene, i naxi, i yi, i lisu e i pumi formano da soli circa il 30% della popolazione totale (Zhang and He 2005: 1-4). L’incremento della popolazione, per la maggior parte dovuta a migranti arrivati recentemente da altre province cinesi sull’onda dello sviluppo turistico, sta diluendo la presenza naxi nelle loro stesse terre. Lo sviluppo immobiliare, focalizzandosi sul carattere seduttivo dei paesaggi della regione, sta espandendo l’area cittadina ad una velocità allarmante, mentre sempre più persone scelgono Lijiang come seconda residenza. Come risposta a questi cambiamenti demografici, nel 2003 la contea autonoma naxi di Lijiang fu divisa tra il distretto della Città Vecchia di Lijiang, un centro urbano cosmopolita che è diventato una delle maggiori attrazioni della Cina, e la contea autonoma naxi di Yulong, la quale con un’area di 6.392 km2 (95% dei quali sono aree montuose e colline pedemontane) è ora l’unica regione autonoma naxi della Cina. Tra i 209.710 abitanti della contea di Yulong, solo 119.330 sono naxi, rappresentando il 57,39% della popolazione totale (Zhang and
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He 2005: 19).
Il territorio naxi può essere definito dalla continua presenza del potente Fiume Azzurro, noto localmente come il Fiume Dalle Sabbie Dorate, poiché le sue sabbie sono state setacciate sin dai tempi antichi per il loro alto contenuto d’oro. Dalle sue origini nelle praterie della provincia di Qinghai, il Fiume Azzurro scorre in direzione sud-ovest fino a raggiungere Shigu, dove, bloccato dalle montagne, gira improvvisamente verso nord-est, lasciandosi ad est il cuore del territorio naxi. A nord di Fengke, il fiume svolta verso sud di nuovo, questa volta separando il territorio naxi da quello moso. Dopo una nuova svolta, il fiume continua verso nord-est e attraversa la provincia di Sichuan, a est del Fiume Giallo. Separando i naxi dai tibetani ad ovest e dai moso ad est, le sponde del fiume servirono anche come naturale via di espansione per le genti naxi. Il Fiume Dalle Sabbie Dorate e i suoi affluenti che irrigano le terre naxi si fanno strada attraverso un’impressionante catena montuosa, della quale il Monte Innevato del Drago Jade è solo la più impressionante, con altipiani che si innalzano bruscamente fino a raggiungere un’altezza di 5.400 metri, in contrasto con altre valli fluviali la cui altitudine raggiunge poco più di 1.200 metri sul livello del mare. I villaggi si trovano di solito nelle vallate fluviali, mentre nei prati montuosi vengono pascolati gli yak e si coltiva orzo ad altezze appropriate (Jackson 1976: 13). Il clima subisce variazioni stagionali con differenze che riflettono l’altitudine e le condizioni geografiche; varia da freddo o temperato negli altipiani a subtropicale nelle vallate. Le piogge sono abbondanti, specialmente a luglio e agosto. L’agricoltura è l’occupazione principale delle genti naxi. Le colture principali sono frumento, riso, mais, patate, fagioli, canapa e cotone. L’inclinatura del Fiume Azzurro è ricca di foreste; il Monte Innevato del Drago Jade è conosciuto come un ‘magazzino di piante’; le sue dense foreste contengono abeti cinesi, pini coreani, pini dello Yunnan e altri alberi inestimabili, oltre che numerose varietà di erbe e fughi usati per secoli per creare medicine. Le montagne e le foreste intorno a Lijiang sono sempre state una riserva naturale per numerose specie animali. La conoscenza dettagliata della fauna e della flora selvatiche locali mostrata nei manoscritti Dongba è un’ottima base per raggiungere una maggiore comprensione dell’importanza di questa regione e della preservazione delle molte specie endemiche. Tigri, leopardi, orsi, cinghiali, oltre che varietà locali di cervi e capre si aggiravano liberamente per queste montagne fino alla metà del ventesimo secolo. Con l’eccezione delle tigri, la maggior parte di questi animali può essere ancora trovata nelle foreste incontaminate del Monte Innevato del Drago Jade. Vi sono ricche riserve di oro, estratte in alcune parte del fiume ancora oggi, di argento, rame e altri metalli. I naxi hanno sviluppato interessanti tecniche di produzione; sono particolarmente apprezzate le loro produzioni in rame e in pelle. Le spedizioni commerciali hanno spinto i mercanti naxi fino alle distanti terre del Tibet e dell’India, e la conoscenza dei loro prodotti si estende ancora più in là.
La geografia umana naxi
La complicata geografia del territorio naxi ha dato origine a interessanti varianti regionali tra la popolazione. Possiamo dividere le loro terre approssimativamente in cinque gruppi etnogeografici: la città di Lijiang e le pianure centrali, Baidi e il territorio che lo connette al mondo tibetano, Ludian e le terre che portano al fiume Mekong, Baoshan e i territori del nord, e le comunità isolate di Eya. Non includiamo qui i Moso e altre popolazioni correlate poiché, nonostante un’origine comune tra naxi e moso può essere identificata, al giorno d’oggi presentano talmente tante differenze culturali da permetterci di considerarle due etnie separate.
1. Lijiang e le pianure centrali.
I naxi che vivono nella città di Lijiang e nelle aree limitrofe sono i più conosciuti dal mondo esterno; la loro cultura e le loro tradizioni, però, sono state fortemente influenzate dalla cultura cinese, specialmente dopo il 1723, quando l’incorporazione di Lijiang nell’Impero Cinese fu accompagnata da un costante flusso migratorio di uomini cinesi che, sposando le donne locali, crearono una società più ampia che includeva elementi estratti sia dalla cultura naxi che da quella cinese. Le ricche valli agricole che circondano la Città Vecchia di Lijiang sono il centro economico e politico dei naxi, il primo posto dove misero radici e la base dalla quale espansero il proprio territorio. Baisha, un agglomerato di villaggi a 10 km a nord di Lijiang, era il centro rituale dei re della famiglia Mu. Il suo nome naxi “Boa-shi” significa “morte dei pumi”, un possibile riferimento a una battaglia contro i pumi, coloro che abitavano in origine queste terre. Siccome Baisha era la dimora ancestrale e prima capitale dei re Mu, i templi ed i luoghi più importanti vi furono costruisti, quale il magnifico Tempio Dabaoji con i suoi affreschi unici al mondo, o il Tempio Beiyue, il più antico tempio di Lijiang, dove Sanduo, il dio protettore dei naxi, è venerato (Yang 1999: 21). In quanto centro rituale, Baisha fu la casa di un numero sempre più elevato di Dongba di alto ceto, divenne il centro culturale della cultura naxi e il luogo dove le loro principali tradizioni artistiche e musicali vennero create e preservate.
Villaggi e vallate in queste piane centrali sono protette dal magnifico Monte Innevato del Drago Jade; sul fianco sud si trova un ghiacciaio permanente nell’emisfero nord, le cui 18 principali vette formano un meraviglioso labirinto di aspri picchi, prati alpini, laghi ghiacciati e foreste incontaminate, in cui una sbalorditiva, ricca quantità di specie vegetali rimane preservata. Oltre la metà dei 13.000 tipi di piante native dello Yunnan possono essere trovate nelle foreste di queste montagne, oltre che 400 tipi di piante rare. In primavera, la montagna è un oceano di fiori multicolori, con azalee, camelie selvatiche, orchidee, gentiane, gigli e peonie che sbocciano ovunque. il Monte Innevato del Drago Jade è anche un Paradiso per molte specie rare e per preziosi animali che vivono nelle sue diverse zone climatiche (Zhang and He 2005: 32- 33).
il Monte Innevato del Drago Jade è una montagna sacra per i naxi. Durante un giorno sereno, può essere vista chiaramente dalla maggior parte dei territori naxi, che, potremmo dire, giacciono intorno ad essa. Il corrispondente dio della montagna, Sanduo, è il più importante degli dei della natura adorati dai naxi, ed è il protettore dei re naxi. L’esaltazione della divinità da parte dei re naxi faceva parte della loro strategia per posizionarsi centralmente, così come gli imperatori cinesi nei propri dominii. il Monte Innevato del Drago Jade è anche un luogo sacro da un punto di vista amoroso per i naxi, e ivi si trova un immaginario Paradiso per coloro che si sono suicidati per amore. In passato, questo era il luogo favorito dai giovani amanti naxi che desideravano porre fine alle proprie vite. Per liberarsi dalle catene dei matrimoni combinati e dall’etica feudale, costoro andavano sulla montagna innevata e sacrificavano le proprie vite per un amore ideale, credendo che sarebbero entrati immediatamente in un incomparabilmente puro e magnifico dominio: il Terzo Regno Yulong dove, “as legends say, live a couple of lovers, riding red tiger and white deer, whistling and blowing bamboo flute, leading a colony of birds and animals flying in clouds and winds, calling for the lovers in the secular world to fulfill their dream of love”[7] (Yang 1999). Nonostante i naxi di queste aree centrali siano stati profondamente influenzati dalla cultura cinese, vi sono ancora molti posti dove le tradizioni sono state preservate, di solito grazie ai meriti delle famiglie Dongba, le cui cerimonie e sacre scritture sono usate nella preghiera agli dei, durante i funerali, per esorcizzare gli spiriti e per la divinazione.
2. Baidi: il centro della tradizione Dongba
Al di là del Fiume Azzurro, il quale fa parte ufficialmente della prefettura autonoma tibetana di Deqin, vi è un agglomerato di villaggi naxi di solito noto come Baidi o Baishuitai. Baidi e specialmente le famose terrazze bianche conosciute come Baishuitai, sono i luoghi sacri dei Dongba, dove coppie novelle, ragazze non sposate e donne senza figli vengono a pregare per una discendenza (Goodman 1997: 83). Secondo le leggende, sia il fondatore della religione Dongba, Dongba Shiluo, che il suo discepolo principale, Aming Shiluo, meditarono per lungo tempo in una delle grotte vicino al villaggio. Nessun prete Dongba può esprimere a pieno le proprie capacità se non ha studiato a Baidi, sotto la guida di un grande Dongba, poiché le tradizioni sono rimaste intatte ininterrottamente nel luogo. I 20.000 naxi che vi vivono possono essere divisi in due rami: i rerke e i naheng. Mentre i naheng sono culturalmente imparentati con i naxi di Lijiang e vengono generalmente considerati i “più puri” della propria etnia, i rerke, vivendo nei luoghi più remoti, hanno preservato un folklore culturale dal sapore unico, e una lingua che non è universalmente compresa dalle altre popolazioni naxi. Questi villaggi, il cui accesso era difficile fino al ventesimo secolo, sono considerati la culla della cultura Dongba e il luogo dove la loro religione tradizionale venne coltivata e preservata incontaminata da influenze esterne. Joseph Rock considera che “The most primitive type of naxi, undisturbed since they first settled many centuries ago, dwell in this region. Here they follow their old religious customs, which is a mixture of shamanism and the pre-Buddhistic Bon religion of Tibet. There are neither lamas nor lama temples as in the Lijiang district, nor are there any Chinese temples, for no Chinese live here. An interesting feature is the total absence of graves in Baidi, for here the naxi still follow their traditional custom of cremating their dead. They take no medicines of any kind, but rely solely on their sorcerers to exorcize the demons of disease”[8]. Le genti baidi si vestono, costruiscono le proprie case e si sposano seguendo tradizioni che sono già scomparse nell’area di Lijiang. Hanno anche mantenuto la propria fede originaria: i Dongba giocano ancora un ruolo attivo nella società e antichi rituali abbandonati in altri luoghi continuano a prendere luogo. Festival tradizionali e danze si svolgono a Baidi con uno speciale sapore locale. Le donne indossano differenti tipi di cappe: una stoffa t...

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