Parte prima
Tra cultura del dono e prassi dell’elemosina
Capitolo I
Quadro della ricerca
Lo scopo di questo capitolo è scrutare i profili del nostro soggetto di studio al fine di dare delle informazioni sulla situazione dei bambini di strada nel Senegal e in altri paesi del mondo. Con un approccio descrittivo, solleva la problematica di questi bambini. Con l’appoggio di una rivista letteraria, mette in rilievo l’analisi fatta in merito da altri ricercatori, le difficoltà terminologiche e i problemi delle statistiche. Il fenomeno dei bambini di strada è un problema urbano che esiste in diverse città del mondo. Non è soltanto senegalese, è mondiale. Per essere più precisi nel nostro studio, intanto, Kaolack ci servirà da campo base per la ricerca.
La nostra analisi dimostrerà che in Senegal, la persistenza di questo fenomeno tocca tutti gli aspetti della vita sociale. Mette in evidenza le pecche del sistema educativo, denuncia il non rispetto dei diritti dei bambini, descrive l’assenza di protezione sociale e lascia intravedere la degradazione della cellula familiare. La cultura dell’elemosina è un paradosso insito nel tessuto sociale e non lascia alcuna possibilità di una rivoluzione contro il fenomeno. Tuttavia, non condividiamo l’opinione secondo la quale la situazione di questi bambini è d’esclusiva responsabilità della famiglia. Il fallimento della cellula familiare è uno dei sintomi di una società malata. Puntare unicamente sulla famiglia per risolvere il problema porterebbe al fallimento dell’intero progetto di sradicare il problema.
Dopo avere scrutato i contorni e letto diversi autori, abbiamo formulato la nostra opinione che ci serve da ipotesi. In effetti, nel nostro contesto senegalese, l’elemosina, elemento fondamentale per la questione, alimenta un paradosso che in questo senso rende perenne il perpetuarsi della situazione. La società senegalese ha sviluppato una cultura dell’elemosina che tollera lo stato dei bambini di strada.
Situazione geografica e aspetto demografico della regione e della città di Kaolack
Kaolack è una città, tra tante altre, del Senegal. Il Senegal è un paese dell’Africa dell’Ovest con una superficie di 196.722 Kmq e una popolazione di 13.508.715 abitanti, secondo il Censimento Generale della Popolazione e dell’Habitat, dell’Agricoltura e dell’Allevamento del 2013 (RGPHAE). La città fa parte della regione di cui porta il nome e di un insieme regionale che situato “tra il 14°30 e il 16°30 longitudine ovest e il 13°30 latitudine nord. La regione di Kaolack si torva tra la zona sud del Sahel e la zona nord del Sudan. Si estende su una superficie di 5.557 Kmq” (ANSD/SRDS Kaolack, 2001; p. 17). Dopo parecchi ritagli amministrativi dal 1984, la regione comprende oggi i dipartimenti di Nioro, Guinguinéo e Kaolack. La sua popolazione nel 2010 era di 795.906 abitanti. La regione è a prevalenza rurale con i suoi 543.839 abitanti nelle zone rurali nel 2011. Con 11 grandi moschee, “l’islam, praticato dal 97% della popolazione è la religione dominante. Le altre religioni presenti nella regione sono il cristianesimo (1,8%) e l’animismo.” (ANSD/SRDS Kaolack, 2001; p. 18). Il comune di Kaolack, eretto nel 1917, secondo l’ONU HABITAT (2009; p. 7), è oggi capoluogo del dipartimento, che si estende su una superficie di 1.880 Kmq, con una popolazione di 400.049 abitanti con una densità abitativa di 213 abitanti/Kmq.
La popolazione del comune, la cui superficie è di 14.514 ettari, è di 188.929 abitanti. A livello regionale presenta una popolazione molto giovane. “In effetti i minori di 21 anni rappresentano il 61,2% del totale della popolazione…”. 471.631 giovani hanno dagli 0 ai 9 anni. “La piramide riguardante l’età è caratterizzata da una base molto ampia in contrasto con un vertice molto ristretto.” (ANSD/SRDS Kaolack, 2011; p. 22-23). L’indice di crescita naturale tra il 2002 e il 2006 è stato del 2,2%. La media dei figli in rapporto alle donne è del 5,9. Avere una popolazione di giovani, visto nei termini di un capitale umano futuro, è una risorsa per lo sviluppo.
Gli aspetti economici: trasporto, agricoltura e industria
La città di Kaolack è centrale con una rete stradale che sbocca verso le altre regioni del paese. Il commercio è una delle attività più importanti della regione e della città con la presenza di un porto da pesca e delle miniere di sale che riforniscono il Mali ed esportano verso la Costa d’Avorio. Il comune trae benefici da una grande rete commerciale: 1 mercato centrale, 8 mercatini di quartiere, 2 stazioni ferroviarie, 1 macello, 20 strade dedicate al commercio, 2 alberghi principali (ONU HABITAT 2009; p. 11). L’insieme di questi mercati e delle stazioni, dove vanno a mendicare i bambini di strada, fanno parte di quello che noi chiamiamo la geografia della questua.
Fronte al commercio, l’agricoltura rimane l’attività principale. “Di fatto occupa il 75% della popolazione, che è essenzialmente rurale, rappresentando il 68,3% della popolazione regionale.” (ANSD/SRDS Kaolack, 2011; p. 18-23). La regione di Kaolack fa parte, d’altronde, del bacino delle arachidi del Senegal. Inoltre, viene coltivato il miglio, il riso, l’orzo, il sorgo, il mais, la manioca, i cocomeri e il niébé (pianta leguminosa di nome vigna unguiculata). Viene praticato anche l’allevamento di bovini, ovini, caprini, equini, asini, suini e volatili. La popolazione della regione di Kaolack, come quella del resto del paese, è prevalentemente rurale. Mentre non è rilevante “il tessuto industriale” (ANSD/SRDS Kaolack, 2011; p. 19). La Società Nazionale della Commercializzazione dei semi Oleosi del Senegal (SONACOS/Lyndiane), diventata SUNEOR, produce olio. La NOVASEN, creata nel 1989, è anch’essa produttrice di olio di arachidi. La Nuova Società delle Saline di Sine Saloum (NSSS) s’occupa delle miniere di sale. La SODEFITEX, presente a Kahone, tratta cotone e confeziona tessuti. La Centrale Elettrica di Kahone fornisce elettricità.
Aspetti educativi e scolari
Sul versante educativo e scolare il livello d’analfabetismo rimane troppo alto con il 33, 8%. Il “sistema educativo comprende: l’insegnamento prescolare, quello elementare, medio e secondario, l’insegnamento tecnico e la formazione professionale, l’educazione informale, l’educazione integrativa, l’insegnamento dell’arabo e quello superiore.” (ANSD/SRDS Kaolack, 2011; p. 37). Il settore dell’insegnamento dell’arabo soffre per il fatto che “esistono numerose strutture, spesso sconosciute alla autorità accademiche, che dispensano un insegnamento dell’arabo che è difficile da controllare”. Kaolack rigurgita di numerosi daara non controllati dallo Stato. Ci sarebbe un progetto di legge per dare uno statuto al daara: “è un daara qualsiasi istituzione islamica che scolarizza studenti dai 5 ai 18 anni affinché memorizzino il Corano e abbiano un’educazione religiosa.” (Repubblica del Senegal 2014; art. 1).
Manca una statistica sui daara non ufficiali. I bambini che mendicano nelle strade non vengono contati, anche se nessuno può negare la loro esistenza. Secondo ANSD/SRDS Kaolack (20011; p. 36-52), la regione di Kaolack conta 695 daara e 667 scuole elementari; 265 daara e 68 scuole elementari si trovano nel comune di Kaolack. Inoltre, la regione ospita 70 collegi per scuole medie e 17 infrastrutture per l’insegnamento secondario di cui 14 nel dipartimento di Kaolack. L’unica struttura per la scuola tecnica si trova nella città di Kaolack, 184 centri femminili di cucito, restauro e di sezione artigianale, dei quali 146 nel dipartimento di Kaolack, sono al servizio della scolarizzazione delle ragazze. “La regione conta 80 strutture che si occupano dei bambini nel 2010 (contro le 84 del 2009) così suddivise: 26 pubbliche (asili per i più piccoli, Scuole Materne), 38 asili privati e 16 Comunitari”. La città di Kaolack, con i suoi 24 quartieri (ONU HABITAT 2009; p. 10), è un “campo sociale” complesso dove viene rappresentato il teatro quotidiano dei bambini di strada.
Descrizione del problema
Simile ad un “laboratorio sociologico”, la città è formata da gruppi e da situazioni sociali complesse. Delle persone vi si attivano, interagiscono, cercano di soddisfare i loro bisogni, esprimono le loro gioie e le loro pene. Kaolack è una città rigurgitante di gente. Come le altre città del Senegal, vive quotidianamente problemi di ordine economico, culturale e sociale. “È una città strabiliante. La vita è un susseguirsi di complicazioni”, sottolineava Sow Fall (2003; p. 16). Il problema dei bambini di strada, che è un “dato di fatto urbano”, cioè un fenomeno proprio della città, ne è d’altronde una spiegazione.
Nei villaggi, le relazioni sono semplici e i legami sociali solidi (Durkheim; 2007). La presenza di bambini nelle strade dei villaggi non è un problema. Tutti gli autori che hanno studiato il fenomeno hanno preso come base la città (Combier, 1994; Stoecklin, 2000; Pirot, 2004; Leite, 2003; Morelle, 2007). Marguerat (2003; p. 7) afferma che “In tutti i livelli della società urbana (compresi i più favoriti), la stessa maniera di vita cittadina moderna è un fattore d’indebolimento degli affetti familiari: assenza di controllo della comunità sui fatti e le azioni dell’individuo, riduzione della consistenza del gruppo di residenza”. Continua precisando che “la miseria delle campagne (…) spinge verso le città i giovani che sperano di trovarvi del lavoro ma non hanno alcuna delle competenze indispensabili (per esempio la padronanza della lingua parlata dai cittadini) ed è forte il rischio di fare molto facilmente una brutta fine.” Fermo restando che sia un problema che riguarda soprattutto la città, “la città è (allo stesso tempo) lontana dall’essere la sola causa della fuga di alcuni bambini”. Il problema è complesso poiché la sua sociogenesi deborda dal luogo dove si manifesta.
Il fenomeno dei bambini che dilagano per le vie di Kaolack è un problema vergognoso e molto particolare. Osservando il via vai delle persone si nota il numero impressionante di bambini che percorrono le arterie della città. La situazione è ancora più sconvolgente quando si presta attenzione al contrasto nelle ore d’ingresso o di uscita dalle scuole. Dei bambini ben vestiti, con le cartelle in mano entrano o escono dalla scuola. Incrociano altri bambini della loro stessa età, battu (ciotola) (Fall; 2003) in mano, malvestiti e a piedi nudi, che in piccoli o grandi gruppi dilagano nelle strade, nei mercati, nei garage, chiedendo l’elemosina. La scena è paradossale e rivela la disuguaglianza della quale soffrono. La città di Kaolack è il teatro di un reale disagio sociale.
Una piaga sociale
Che dei bambini stiano tutto il tempo per le strade, è un grande problema. La strada non è sicuramente il loro posto. Questo fenomeno persiste, questa “piaga sociale” non nasce oggi. La definizione è appropriata; parecchi bambini, elementi preziosi per il divenire della società, sono trasandati. Il fenomeno può considerarsi una vera e propria emorragia sociale poiché le famiglie arrivano a non cercare più di trattenere i loro figli. Tutto ciò, inoltre, sembra sfuggire alle statistiche.
I numerosi “nugoli di piccoli mendicanti cenciosi” sono per lo più sfruttati da adulti. Un dramma che si svolge sotto i nostri occhi e che si evolve nell’indifferenza della popolazione. Come non avere i brividi nel vederli camminare sotto la pioggia a piedi nudi e rovistare nelle immondizie dopo la pioggia? Spaventa il numero eccessivo. Perché tanti bambini si trovano nella stessa situazione? Questi bambini che, in passato, erano un segno della “benedizione di Dio e della continuità delle famiglie e dei clan” (Calvez, 1989; p. 72). Il posto e il ruolo conferiti loro nella società africana tradizionale si trovano oggi stravolti da fattori quali la rapida urbanizzazione, l’esplosione demografica, la crisi economica e quella della famiglia, associati ad altri più specificatamente culturali. Dalla sua posizione fondamentale di “promessa per l’avvenire” (Marguerat et Poitou, 1994; p. 23), il bambino tende a diventare un peso e l’oggetto di un processo di esclusione dalla famiglia, dalla scuola e dalla società (Rivard, 2004; p. 145).
Dopo più di cinquant’anni d’indipe...