La solitudine è un fiume
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La solitudine è un fiume

Diario dei giorni travolti

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La solitudine è un fiume

Diario dei giorni travolti

About this book

La solitudine è un fiume è un diario in cui la storia individuale si unisce a quella collettiva nella condivisione di un dramma senza precedenti.
È il racconto dei giorni di clausura doverosa, dei pensieri, dei fatti, delle notizie agghiaccianti dall’Italia e dal mondo, delle paure e delle difficoltà di un tempo surreale e difficilmente immaginabile.
È un diario-reportage in cui alla voce dell’autrice che descrive la propria personale quarantena si uniscono quelle di scienziati e scrittori di tutto il mondo.
Una partitura inusuale in cui, nel silenzio surreale di un lockdown globale, la storia dell’umanità è entrata all’improvviso tra le pareti di una casa qualunque.
“ La Solitudine è un Fiume racconta i giorni nei quali ognuno di noi ha dovuto fare i conti con la paura e con se stesso e il termine virale è tornato a riappropriarsi del suo vero significato, fino a ieri usurpato dalle piattaforme social”. (Paolo Perlini)
I diritti d’autore di questo e-book sono devoluti a “SOS Villaggi dei bambini” di Vicenza.

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​Domenica 1° marzo

Alle 16,45 ricevo un messaggio che non dimenticherò facilmente.
Mio fratello mi inoltra il link di un articolo di giornale che riporta la terribile notizia della morte di Elisabetta Imelio, fondatrice del gruppo Prozac+ che – non lo sapevo – da anni lottava contro il cancro.
Ricordo, come fosse ieri, quando andavo a casa di Federica, sua sorella e mia compagna di liceo, e lei mi appariva così diversa, da tutto e da tutti, con la sua anima dolcemente ribelle, una fata rock fuori dal tempo, all’avanguardia e rivoluzionaria davanti a tutto e a tutti nella nostra semplice realtà di Pordenone, dove sono nata e ho vissuto tutta la mia silenziosa e anonima giovinezza.
Una volta, la porta della sua camera era rimasta leggermente aperta, e io ho guardato dentro per pochi secondi furtivi, proprio come se stessi per rubare un tesoro prezioso, e ho ancora in mente i colori forti della sua stanza, i versi scritti a mano sulle pareti, il basso steso sopra il letto insieme a una pila di abiti.
Elisabetta ha sempre destato un profondo fascino su di me, insieme a un senso di sgomento, ogni volta che la incontravo, come se in lei abitasse una bellezza primordiale, una forza selvaggia e libera, che ammiravo e invidiavo al tempo stesso.

​Lunedì 2 marzo

È ora di imparare a usare il registro elettronico. Alle nove del mattino inizio a cercare la password, sepolta chissà dove, per accedere al portale. Nel frattempo la chat del gruppo Whats App della classe di Asia si riempie di messaggi. Qualcuno non trova le pagine, qualcun altro non riesce ad aprire il link, qualcuno non ha i libri su cui fare gli esercizi.
L’intera mattina è dedicata al reperimento dei compiti di Asia, ma la collaborazione tra genitori aiuta tutti a risolvere ogni dettaglio e alla fine, di pomeriggio, immagino tutti i bambini sopra libri e fotocopie.

​Martedì 3 marzo

Sono stata in un ’edicola abbastanza grande, giusto per distrarre un po’ le bambine che, ho capito, avevano bisogno di uscire.
Ho trovato un Dvd con il film Piccole donne e alla sera lo abbiamo guardato tutte e tre. A loro è piaciuto moltissimo; mi hanno chiesto di poterlo rivedere, domani.

​Mercoledì 4 marzo

Il nostro presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato oggi il Dpcm “per evitare il sovraccarico del sistema sanitario nazionale”, chiudendo scuole e università fino al 15 marzo.
L’intento, leggo su Il Fatto Quotidiano, è quello di ritardare la diffusione del virus.
Non sconfiggerlo.
“Siamo un Paese forte – ha detto Conte –, stiamo affrontando la sfida del coronavirus che non ha colore politico e deve chiamare a raccolta l’intera Nazione. Siamo sulla stessa barca, ma chi ha il timone ha il dovere di indicare la rotta”.

​Giovedì 5 marzo

Comincio a seguire Roberto Burioni, esperto virologo che, a quanto apprendo vergognosamente soltanto adesso, già da tempo informava sulla pericolosità di questo virus, e soprattutto sul fatto che dalla Cina potesse senza difficoltà approdare in Europa.
Il bollettino di oggi annovera 3.858 contagiati, 148 morti e 414 guariti.

​Lunedì 9 marzo

La Lombardia e alcune province del Veneto e dell’Emilia Romagna sono diventate zone rosse. Mi sento come se avessero alzato un muro e c’è molta confusione sulla possibilità di uscire, spostarsi da una città all’altra, seppur per ragioni di lavoro.
Mio fratello vive a Padova (zona rossa) ma lavora a Vicenza nell’azienda del mio compagno. Abbiamo discusso più di un’ora, ieri, prima di stabilire che poteva venire al lavoro. Questa mattina, invece, è stato richiamato da un superiore e costretto a tornare a casa. Mi scrive un lungo messaggio: “Non sono malato, posso lavorare. Mi sono sentito scacciato come se avessi la lebbra”.
La paura rende fragili, aggressivi.
Alla sera, tutta l’Italia viene dichiarata zona protetta con estensione delle misure di contenimento all’intero territorio nazionale.

​Martedì 10 marzo

Siamo lontani, penso, dai veri campi di battaglia.
Quello che oggi possiamo vedere, attraverso i servizi dei telegiornali in cui ruotano sempre le stesse immagini, è niente rispetto a ciò che realmente accade, rispetto a ciò che vedono e affrontano ogni giorno medici e infermieri, rispetto a ciò che vive chi muore.
Mi chiedo quanto dolore si respira in questo momento nelle corsie degli ospedali, per il quale non esiste nessuna maschera di protezione.

​Mercoledì 11 marzo

Ricevo l ’e-mail di un ristorante che conosco bene e mi stringe il cuore.
“Ci abbiamo provato a non mollare, ad accogliervi nel rispetto della nuova normativa, ma, visti gli ultimi aggiornamenti, non ce la sentiamo più”.
So quanto è costato prendere questa decisione, ma temo non vi fossero alternative.
Mi guardo intorno e mi sembra di vedere disordine ovunque.
I compiti assegnati ad Asia sono a volte molti e sempre argomenti nuovi che richiedono la mia presenza costante accanto a lei per capire e svolgere gli esercizi.
Nel gruppo della classe leggo che non sono l’unica a risentire della mole di lavoro, ma siamo tutti dell’idea di tenere duro, che è per il bene dei bambini.
Proprio oggi, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato che il coronavirus è una vera e propria pandemia (e non più un’epidemia), un’emergenza sanitaria che sta colpendo tutto il mondo.
Anche Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna stanno subendo un’impennata nei numeri di contagi e ricoveri.
Da più parti si chiede al governo di “chiudere tutto”, ma per Conte si tratta di una misura troppo drastica.
In tarda serata leggo su Instagram che il premier terrà un discorso in diretta alle 21,40.

​Giovedì 12 marzo

Ricordo all’improvviso una mia ex-compagna di liceo che vive e lavora come medico fisiatra a Mantova.
Non ci sentiamo mai, se non per gli auguri di Natale nel gruppo di classe formato in occasione di una cena di qualche anno fa.
Le scrivo per sapere come sta, mi vengono i brividi a pensare che possa essersi ammalata.
Risponde dopo qualche ora, felice del mio pensiero per lei, rassicurandomi che sta bene, anche se, aggiunge “lo scenario qui è surreale”.
Non oso immaginare cosa stia vivendo.
La paura di subire il contagio, di portarlo a casa, alle sue figlie.
Li chiamano “angeli”, ma sono molto più di questo.

​Venerdì 13 marzo

Quando mi sveglio sento subito un nodo in gola.
È ancora molto presto e tutti dormono. Penso a quello che sta succedendo, alle immagini che ho visto in televisione e sui social.
Mi sento impotente, incapace, inetta, inutile.
Medici, infermieri, psicologi, analisti, economisti, giornalisti, fotografi, assistenti sociali e altr...

Table of contents

  1. Copertina
  2. La solitudine è un fiume
  3. Indice dei contenuti
  4. ​Prefazione
  5. ​Venerdì 21 febbraio 2020
  6. ​Sabato 22 febbraio
  7. ​Domenica 23 febbraio
  8. ​Martedì 25 febbraio
  9. ​Mercoledì 26 febbraio
  10. ​Giovedì 27 febbraio
  11. ​Sabato 29 febbraio
  12. ​Domenica 1° marzo
  13. ​Lunedì 2 marzo
  14. ​Martedì 3 marzo
  15. ​Mercoledì 4 marzo
  16. ​Giovedì 5 marzo
  17. ​Lunedì 9 marzo
  18. ​Martedì 10 marzo
  19. ​Mercoledì 11 marzo
  20. ​Giovedì 12 marzo
  21. ​Venerdì 13 marzo
  22. ​Sabato 14 marzo
  23. ​Lunedì 16 marzo
  24. ​Mercoledì 18 marzo
  25. ​Giovedì 19 marzo
  26. Venerdì 20 marzo
  27. ​Sabato 21 marzo
  28. Domenica 22 marzo
  29. ​Domenica 22 marzo, sera
  30. ​Lunedì 23 marzo
  31. ​Martedì 24 marzo
  32. ​Mercoledì 25 marzo
  33. ​Giovedì 26 marzo
  34. ​Venerdì 27 marzo
  35. Venerdì 27 marzo, sera
  36. ​Sabato 28 marzo
  37. ​Domenica 29 marzo
  38. ​Lunedì 30 marzo
  39. Martedì 31 marzo
  40. ​Mercoledì 1° aprile
  41. ​Giovedì 2 aprile
  42. ​Venerdì 3 aprile
  43. ​Sabato 4 aprile
  44. ​Domenica 5 aprile
  45. ​Lunedì 6 aprile
  46. ​Mercoledì 8 aprile
  47. ​Giovedì 9 aprile
  48. ​Venerdì 10 aprile
  49. ​Sabato 11 aprile
  50. ​Mercoledì 15 aprile
  51. ​Giovedì 16 aprile
  52. ​Venerdì 17 aprile
  53. ​Domenica 19 aprile
  54. ​Lunedì 20 aprile
  55. ​Martedì 21 aprile
  56. ​Venerdì 24 aprile
  57. ​Mercoledì 29 aprile
  58. ​Un non-finale
  59. ​Un’ultima riflessione
  60. I nostri libri sul Covid-19