Jean-LĂ©on GĂ©rĂŽme e lâart pompier
Concetto Nicosia
In pieno Ottocento gli epigoni della scuola di David celebrano la storia romana e i suoi eroi in elmo e corazza, come i pompieri raffigurati da Gustave Courbet nel DĂ©part de pompiers ed Ăš forse per lâirridente confronto con questo dipinto che ai pittori accademici viene attribuita lâetichetta di pompiers.
I pompiers
Incuranti dei rivolgimenti sociali e culturali, in pieno Ottocento gli epigoni della scuola di David celebrano la storia romana e i suoi eroi con elmo e corazza, come i pompieri raffigurati da Gustave Courbet nel DĂ©part de pompiers (1850-1851) conservato al MusĂ©e du Petit Palais di Parigi. Ă forse questo dipinto a stimolare un irridente confronto con lâarte dei pittori accademici che vengono cosĂŹ denominati pompiers.
Dopo i moti del 1848 le nuove promesse nel campo della pittura di storia Alexandre Cabanel, William Bouguereau, Jean-LĂ©on GĂ©rĂŽme e Ernest Meissonier, continuano a ispirarsi alla lezione di Ingres nel disegno elegante e nella purezza del colore locale, senza perĂČ quella spinta ideale e quel culto metafisico della linea che conferisce allâarte del maestro unâaura di inimitabile splendore.
Artista eclettico, GĂ©rĂŽme passa con disinvoltura da un genere allâaltro, visitando epoche e civiltĂ diverse, portandosi dietro di tela in tela gli stessi protagonisti: giocatori di carte, mercanti di schiavi, concubine discinte, cacciatori in battuta, bagnanti che asciugano morbide nuditĂ . La vita contemporanea Ăš da lui ambientata in luoghi esotici: nei mercati di Istanbul, negli harem del Cairo, nelle oasi dove sostano le carovane.
Con Jean-Louis Hamon, Jean Aubert, Henri-Pierre Picou, ex compagni di studi della scuola di Charles Gleyre, GĂ©rĂŽme allestisce in Rue de Fleurus un atelier che Ăš anche un cenacolo di giovani cultori dello storicismo accademico. Al Salon del 1847 si presentano tutti insieme: accanto ai pastori e alle ninfe degli amici, GĂ©rĂŽme esibisce Due giovani greci che fanno combattere dei galli (1846), ora al MusĂ©e dâOrsay di Parigi, in cui lo scrittore e critico realista Jules Champfleury vede due ragazzi di marmo e due galletti âin carne e ossa, dipinti dal veroâ, mentre ThĂ©ophile Gautier apprezza il lavoro di questi giovani, definendoli nĂ©o-grecs o pompĂ©iens.
Lo stile neogreco di GĂ©rĂŽme e il ruolo dellâallegoria
GĂ©rĂŽme ama raccontare una sua emozionante scoperta al museo di Napoli, un casco enorme e bizzarro che identifica come elmo di un gladiatore romano: âEccome! Tutti i pittori, tutti gli scultori sono venuti qui, lâhanno visto e nessuno ha pensato a raffigurare un gladiatoreâ. La tenacia e lo scrupolo documentario lo spingono a cercare immagini di gladiatori nei mosaici, nei bassorilievi, nella statuaria antica, e con gli elementi raccolti monta una scena storica, Pollice verso del 1859 ca., ora al Phoenix Art Museum, in cui il mirmillone vincitore ha la testa ricoperta dallâelmo enorme e bizzarro visto a Napoli. Circondato da un vuoto angoscioso, eretto al centro dellâarena su un gruppo di sfortunati gladiatori abbattuti, il panciuto mirmillone si appresta a finire il giovane che si dibatte sotto i suoi piedi. Sulle tribune gli spettatori pretendono la crudele esecuzione: le piĂč scalmanate sono le vestali, ammucchiate nel palco a fianco dellâimperatore.
Lâopera segna lâinizio di una fortunata serie di temi neogreci che assicurano la celebritĂ a GĂ©rĂŽme. Lâintento malizioso ed erotico Ăš evidente nellâInterno greco, presentato al Salon del 1851 e giudicato scandaloso, perchĂ© ambientato in una casa di piacere molto simile a quelle che prosperano nella Parigi del secondo Impero. GĂ©rĂŽme si discolpa a modo suo. Nella Frine davanti ai giudici (1861), infatti, egli si autoritrae nei panni di Iperide, lâavvocato ateniese che fa assolvere la bella etera presentandola ai vecchioni dellâareopago nello splendore della sua nuditĂ . La bellezza Ăš sempre innocente e la bella pittura non puĂČ essere condannata dai censori: il giudizio critico e la moralitĂ dellâepoca consentono al velo dellâallegoria di coprire qualsiasi indecenza. Al Salon del 1863 il DĂ©jeuner sur lâherbe di Edouard Manet che presenta il disinibito picnic di tre studenti parigini viene definito indecente da Napoleone III che acquista perĂČ, la Nascita di Venere di Alexandre Cabanel (1863) oggi a Parigi, MusĂ©e dâOrsay e La perla e lâonda di Paul Baudry (1863) ora conservata al Museo del Prado di Madrid, due dipinti la cui palese oscenitĂ Ăš riscattata dal soggetto allegorico. Gli stessi criteri di giudizio sono applicati, quindici anni dopo, a Rolla di Henri Gervex (1878), reputato scandalosissimo perchĂ© presenta in un contesto contemporaneo un voluttuoso corpo femminile privo di veli, mentre un nudo veramente sfacciato, nel Buffone di Edouard-ThĂ©ophile Blanchard (1878), conservato al MusĂ©e dâOrsay di Parigi), non solleva discussioni perchĂ© ambientato nel Rinascimento francese.
Lâaccuratezza archeologica di GĂ©rĂŽme
Dallo scoperto erotismo del primo stile neogreco, nella maturitĂ GĂ©rĂŽme approda a unâaccuratezza archeologica che non incanta Baudelaire, il quale scrive: âil pittore sostituisce il diletto di una pagina erudita ai piaceri della pura pitturaâ. Nella Morte di Cesare (1867) la grande aula del senato Ăš vuota. I senatori in fuga si affollano verso lâuscita. Ai due lati si fronteggiano il corpo ormai senza vita di Cesare e un vecchio padre coscritto che, ignaro, dorme sulla sedia curule. La Corsa delle bighe (1876) Ăš ambientata nel Colosseo; con la consueta minuzia GĂ©rĂŽme descrive il paesaggio del Palatino, le architetture, gli spettatori sulle tribune, gli otto carri degli sfidanti e i ventiquattro cavalli, di cui si vedono i muscoli rigonfi nello sforzo, le cinghie di cuoio che li stringono, le narici dilatate e le criniere agitate dal vento nel galoppo sfrenato.
I pompiers falliscono quando si accaniscono, come GĂ©rĂŽme e i suoi seguaci, nella ricerca di unâeccessiva verosimiglianza negli episodi tratti dalla storia antica, quando si illudono di rendere piĂč avvincente una scena ambientata nel passato, presentandola come se il pittore vi avesse assistito di persona. Octave Mirbeau definisce Cabanel âuna mano avvezza ai virtuosismi delle forme, unâanima da Prix de Rome, un occhio da fotografoâ, formula che in realtĂ si puĂČ applicare a tutti i pittori pompiers, perchĂ© il loro realismo Ăš frutto della grottesca illusione di poter documentare eventi lontani nel tempo e nello spazio come se fossero registrati da una lastra fotografica.
Il culto della tecnica e il successo dei pompiers
Fedeli al canone accademico del disegno impeccabile, dellâesecuzione rifinita, delle superfici levigate, i pompiers praticano il culto della tecnica, del mestiere inteso come valore assoluto. Il pubblico apprezza queste qualitĂ , che considera un segno di onestĂ professionale, e anche ai collezionisti, specialmente americani, piace la precisione degli impasti lisci di Adolphe Bouguereau, lo smalto delle sue superfici traslucide e porcellanate, ma i critici non sono sempre dâaccordo. La minuzia, la pazienza analitica dei dettagli microscopici di Ernest Meissonier, definito il âgigante dei naniâ dal perfido Degas, suscitano lâironia di Baudelaire che consiglia ai visitatori del Salon di fornirsi di una lente di ingrandimento. Alla storia sentenziosa e monumentale Meissonier preferisce il minuzioso studio del movimento, dei dettagli, dei costumi e dellâambientazione in opere di piccolo formato e di breve respiro. In uno dei suoi dipinti piĂč famosi, la Campagna di Francia, 1814 (1861), un Napoleone sconsolato marcia alla testa dellâarmata in rotta in un paesaggio desolato, in cui fango e nevischio si mescolano sotto gli zoccoli dei cavalli. Il tutto su una tela di 50 per 70 centimetri.
Il successo economico e mondano accompagna la carriera dei pompiers. Nel Bel-Ami di Guy de Maupassant (1885) il ricco borghese Walter, âdeputato, finanziere, uomo danaroso e affarista, ebreo e meridionaleâ, raccoglie nel suo palazzo del Boulevard Malherbes opere di Gervex, di Bastien-Lepage, di Bouguereau, di Jean-Paul Laurens e di Detaille. I pompiers sono strapagati e non solo quando si muovono nel terreno delle loro specialitĂ : gli episodi storici â considerati paradigmatici o esemplari â; i temi religiosi, mitologici e allegorici; lâillustrazione di testi letterari classici; la decorazione murale di chiese, di palazzi pubblici e privati. Ritrattista principe dellâalta societĂ del secondo Impero, LĂ©on Bonnat esige sino a cinquantamila franchi, mentre il magnifico ritratto di Madame Charpentier con le figlie (1878) frutta a Renoir solo mille franchi.
La fortuna dei pompiers si spiega con motivi di ordine pratico, data la grande richiesta di artisti in grado di decorare le pareti dei numerosi edifici, pubblici ma anche privati, sorti grazie allâimpetuoso sviluppo dellâedilizia negli anni in cui Parigi assume lâaspetto di una moderna metropoli. I pittori delle avanguardie, infatti, trascurano la pittura monumen...