Sviluppi delle matematiche
Paolo Conte
Il grande successo incontrato nel Settecento dai metodi analitici fa compiere allââalgebra e alla geometria analitica enormi passi in avanti. Per questo non Ăš facile distinguere uno sviluppo autonomo di queste branche della matematica rispetto a quello dellââanalisi infinitesimale. Nel corso del secolo hanno un notevole impulso gli studi sulla teoria della probabilitĂ .
Algebra e geometria analitica
Newton e Leibniz considerano il calcolo infinitesimale come unâestensione dellâalgebra. Ancora verso la fine del XVIII secolo, Lagrange sostiene che il calcolo infinitesimale e i suoi sviluppi sono soltanto generalizzazioni dellâalgebra elementare.
Euler esalta lâalgebra giudicandola superiore alla geometria sintetica degli antichi Greci. Nel nuovo calcolo, la maggior efficacia dei metodi analitici rispetto a quelli sintetici fa dellâalgebra e della geometria analitica le discipline dominanti della matematica settecentesca. Pertanto, non Ăš agevole distinguere uno sviluppo autonomo di queste branche della matematica, separandole dai progressi compiuti nel campo dellâanalisi infinitesimale.
Allâinizio del Settecento tra i testi piĂč influenti nel campo dellâalgebra e della geometria analitica troviamo due opere di Newton, lâ Enumeratio linearum tertii ordinis, pubblicata nel 1704 in appendice allâ Ottica, e lâ Arithmetica universalis (Londra, 1707). Lo studio analitico delle curve cubiche cominciato in queste opere da Newton viene proseguito da James Stirling nellâopera Lineae tertii ordinis Neutonianae (Oxford, 1717) e ulteriormente sviluppato da Colin MacLaurin nella Geometria organica (Londra, 1720).
Contemporaneamente, in Francia, gode di grande successo il TraitĂ© analytique des sections coniques (Parigi, 1707), opera postuma del marchese De LâHospital. PiĂč tardi, Alexis-Claude Clairaut pubblica un trattato divenuto famoso, le Recherches sur les courbes Ă double courbure (Parigi, 1731), il primo testo di geometria analitica solida. Pure i suoi ElĂ©ments dâalgĂšbre (Parigi, 1746) conoscono unâampia diffusione.
Anche lâ Algebra di Euler (Pietroburgo, 1770) Ăš unâopera notevole dal punto di vista didattico. I suoi pregi derivano dal fatto che era stata dettata dallâautore, divenuto cieco in vecchiaia, a un domestico poco istruito. Conosce varie edizioni, diventando ben presto un modello per molti manuali scritti posteriormente. Alla geometria analitica Euler dedica il secondo volume della sua Introductio (1748). Questo libro ha contribuito piĂč di ogni altro a fare dellâuso delle coordinate, sia nel piano che nello spazio, la base di uno studio sistematico delle curve e delle superfici. Euler presenta una teoria generale delle curve basata sul concetto di funzione, che era stata al centro del primo volume della sua opera.
Le opere algebriche di Clairaut e di Euler non hanno larga circolazione in Inghilterra, in parte per lâisolazionismo dei matematici inglesi e in parte perchĂ© oltremanica esiste una buona manualistica in questo campo; vasta circolazione, anche per le sue numerose edizioni, ha il Treatise of Algebra (1748) di MacLaurin, in cui si trova giĂ enunciata la famosa âregola di Cramerâ, prima che il ginevrino Gabriel Cramer (1704-1752) la pubblicasse nellâ Introduction Ă lâanalyse des lignes courbes algĂ©briques (Ginevra, 1750); con lo stesso titolo dellâopera di MacLaurin circola diffusamente in Inghilterra un Treatise of Algebra (Londra, 1745) di Thomas Simpson, ma non meno importanti sono gli Elements of Algebra (1740) di Nicholas Saunderson.
In Francia, unâopera molto diffusa negli ultimi decenni del XVIII secolo Ăš quella di Etienne BĂ©zout (1730-1783), dal titolo ThĂ©orie gĂ©nĂ©rale des Ă©quations algĂ©briques (Parigi, 1779), in cui si danno regole simili a quelle di Cramer per risolvere sistemi di n equazioni lineari in n incognite. BĂ©zout Ăš noto anche per un famoso Cours de mathĂ©matique (Parigi, 1764-1769), opera a uso didattico in sei volumi, che diverrĂ ben presto un modello per tutta la manualistica matematica della seconda metĂ del XVIII secolo.
Geometria
Il grande successo incontrato nel Settecento dai metodi analitici fa compiere allâalgebra enormi passi in avanti. Attraverso il calcolo infinitesimale, essa si rivela lo strumento piĂč efficace per la soluzione dei problemi geometrici. CiĂČ va a discapito della geometria sintetica, che nel XVIII secolo subisce un momento di stasi, da cui uscirĂ solo nellâOttocento. Alla stagnazione degli studi in questo campo contribuiscono anche altri fattori come lâespansione quantitativa dei nuovi campi di ricerca aperti dallo sviluppo del calcolo infinitesimale, che catalizzano lâinteresse della maggior parte dei matematici del Settecento. Non si deve inoltre trascurare il fatto che il nuovo calcolo introduce un diverso stile nella ricerca matematica, cioĂš lâabbandono delle costruzioni assiomatiche rigorose e delle dimostrazioni di tipo deduttivo, che fino a quel momento erano considerate i contrassegni caratteristici delle scienze matematiche e in particolare della geometriaeuclidea.
Tuttavia, la geometria sintetica non viene completamente dimenticata. In Inghilterra, anzi, continua a trovare non pochi cultori, tra i quali primeggia Robert Simson, autore di un fortunatissimo manuale intitolato The Elements of Euclid (Glasgow, 1756).
Sul continente meritano menzione gli ElĂ©ments de gĂ©omĂ©trie (Parigi, 1741) di Clairaut, ma soprattutto lâ Euclides ab omni naevo vindicatus (Milano, 1733) del gesuita italiano Gerolamo Saccheri, il quale escogita un procedimento molto elaborato per dimostrare il famoso postulato euclideo delle parallele. Nel tentativo di dimostrare che la negazione del postulato porta a una contraddizione, egli costruisce inconsapevolmente una geometria non euclidea perfettamente coerente; tuttavia, convinto che la geometriaeuclidea sia lâunica valida, non si accorge della notevole scoperta da lui compiuta.
Sullo stesso problema tornerĂ , alcuni anni piĂč tardi, lo svizzero Johann Heinrich Lambert, nellâopera Die Theorie der Parallellinien, scritta nel 1766, ma edita postuma solo nel 1786. In questâopera Lambert si spinge oltre Saccheri, giungendo ad abbozzare una geometria su una superficie di tipo nuovo. Lambert tuttavia Ăš noto soprattutto per aver dato la prima dimostrazione dellâirrazionalitĂ di âpi grecoâ in una memoria presentata nel 1761 allâAccademia delle scienze di Berlino.
In Francia gli ElĂ©ments de gĂ©omĂ©trie di Legendre (Parigi, 1794) incontrano un grandissimo successo, ma i maggiori contributi alla geometria sintetica vengono da Lazare Carnot. Nel trattato De la corrĂ©lation des figures de gĂ©omĂ©trie (Parigi, 1801) cerca di dare alla geometria pura un grado di universalitĂ paragonabile a quello goduto dalla geometria analitica. Egli dimostra come molti teoremi di Euclide possano essere considerati casi particolari di un teorema piĂč generale per il quale Ăš sufficiente unâunica dimostrazione. La GĂ©omĂ©trie de position (Parigi, 1803) Ăš unâaltra sua opera di geometria pura di grande successo.
Gaspard Monge Ăš invece il fondatore della geometria descrittiva. Il concetto che sta alla base di questa nuova geometria Ăš quello della doppia proiezione ortogonale. Si prendono due piani, lâuno verticale e lâaltro orizzontale, disposti perpendicolarmente lâuno rispetto allâaltro, e su questi piani si proietta ortogonalmente la figura che si vuole rappresentare, indicando chiaramente le proiezioni di tutti gli spigoli e di tutti i vertici.
La proiezione sul piano verticale Ăš nota con il nome di âelevazioneâ, lâaltra proiezione viene chiamata âpiantaâ. Si ribalta il piano verticale, facendolo ruotare intorno alla linea di intersezione dei due piani, fino a che coincide con il piano orizzontale. Lâelevazione e la pianta forniscono cosĂŹ una figura superficiale (bidimensionale) dellâoggetto spaziale (tridimensionale).
Monge illustra questi procedimenti nella sua Géométrie descriptive (Parigi, 1794), destinata a provocare una rivoluzione nella tecnica del disegno meccanico usata dagli ingegneri.
Calcolo delle probabilitĂ e teoria dei numeri
Gli studi sulla teoria della probabilitĂ hanno un notevole impulso nel corso del Settecento. Importanti sono le ricerche di Jakob Bernoulli. Nel 1713 esce postumo un suo trattato dedicato al calcolo delle probabilitĂ , dal titolo Ars conjectandi, destinato ad avere una grandissima influenza sugli sviluppi settecenteschi di questa branca della matematica. Lâ Ars conjectandi presenta una teoria generale delle permutazioni e delle combinazioni, resa piĂč facile dalle formule binomiale e polinomiale e lâenunciazione della cosiddetta âlegge dei grandi numeriâ.
Anche il figlio di Johann Bernoulli, Daniel, si Ăš distinto negli studi sulla probabilitĂ e sulle sue applicazioni al commercio, alla medicina e allâastronomia. In un suo lavoro del 1738 apparso sui Commentarii dellâAccademia delle scienze di San Pietroburgo opera la celebre distinzione tra speranza matematica e speranza morale.
Grande notorietĂ hanno anche le opere di Abraham De Moivre: la Doctrine of Chances (1718), dedicata alla teoria dei giochi, che conosce numerose edizioni posteriori; la Miscellanea analytica (1730), unâopera importante anche nel campo della trigonometria analitica, e diversi lavori pubblicati sulle Philosophical Transactions.
Anche Euler e DâAlembert, a metĂ secolo, scrivono su argomenti quali i giochi dâazzardo, la rendita di un vitalizio, la vita media o la speranza di vita o il numero di anni che a una certa persona restano statisticamente da viver...