La filosofia dai greci al nostro tempo - La filosofia antica e medioevale
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La filosofia dai greci al nostro tempo - La filosofia antica e medioevale

Emanuele Severino

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La filosofia dai greci al nostro tempo - La filosofia antica e medioevale

Emanuele Severino

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La filosofia nasce grande, e come un forte sommovimento tellurico apre lo spazio e definisce i contorni all'interno dei quali si muove tutta la nostra civiltà. Ecco, dunque, il senso del titolo generale di quest'opera in tre volumi: "La filosofia dai Greci al nostro tempo". Bisogna tornare al VI secolo a.C., sulle coste del Mar Egeo, per cogliere la vera natura di questa rivoluzione saggia e solitaria, i cui primi protagonisti furono Talete, Anassimandro e Anassimene. Cosa accadde? Iniziò un'autentica missione teoretica, alla ricerca di una Verità assoluta e innegabile, che dal pensiero di Eraclito e Parmenide riceverà tutte le indicazioni per ogni esplorazione futura. In questa edizione, "La filosofia antica" di Emanuele Severino, pubblicata per la prima volta da Rizzoli nel 1984, si arricchisce di un contributo su Eschilo, e comprende un'ampia ricostruzione del pensiero medioevale. Inoltre, ogni singolo capitolo è accompagnato da un approfondimento bio-bibliografico, per capire meglio il contesto e, eventualmente, continuare per conto proprio la ricerca.

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Information

Publisher
BUR
Year
2011
ISBN
9788858602232
LA FILOSOFIA

DEI GRECI AL NOSTRO TEMPO

Avvertenza

La storia della filosofia di Emanuele Severino è stata pubblicata per la Rizzoli a partire dal 1984 con i primi due volumi su La filosofia antica e La filosofia moderna, ai quali, nel 1986, è seguito il terzo volume, La filosofia contemporanea. Nel 1996, sempre per la Rizzoli, l’edizione è stata ripresentata in un unico volume e con il titolo La filosofia dai Greci al nostro tempo. In quella edizione il disegno complessivo dell’opera si è ampliato in maniera considerevole, proponendo sezioni dedicate a pensatori atipici ma decisivi, come Eschilo e Leopardi, e riservando più spazio alla filosofia del Medioevo e del Rinascimento, al pensiero di Hobbes, Bacone, Galilei, Spinoza, Vico, all’illuminismo, alla filosofia contemporanea e soprattutto allo sviluppo del sapere scientifico nel nostro tempo. Nell’Introduzione sono indicati i criteri, e dunque i limiti, di tale ampliamento. Giorgio Brianese ha inoltre curato la stesura delle note bio-bibliografiche che accompagnano i diversi capitoli.
In questa edizione BUR si ripropone l’opera del 1996 ma ripartita secondo l’originaria suddivisione in tre volumi. Il titolo, La filosofia dai Greci al nostro tempo, accompagna le tre declinazioni: La filosofia antica e medioevale (volume primo), La filosofia moderna (volume secondo) e La filosofia contemporanea (volume terzo). L’Introduzione, che precisa il disegno complessivo dell’opera e ne giustifica l’ampio respiro, dai Greci al nostro tempo, è pubblicata in questo primo volume.

Introduzione

La filosofia è sempre stata in relazione a tutto: non solo alla realtà, come sembra ovvio, ma anche ad ogni forma di cultura. E si sa che, soprattutto nella nostra epoca, la cultura, e in particolare quella scientifica, è andata smisuratamente ingrandendosi e approfondendosi. Sono andate quindi smisuratamente moltiplicandosi le relazioni che la filosofia intrattiene con i vari settori culturali. E l’attenzione è stata sempre più attratta da questa sovrabbondanza. Per rendere la cosa con un’immagine, si potrebbe dire che mentre prima la filosofia era una città dalla quale si dipartivano molte vie che la collegavano a diverse contrade, oggi invece le vie, oltre a moltiplicarsi, son divenute larghe autostrade che portano a miriadi di metropoli. La vecchia città si è ridotta a una piccola radura, alla quale i più attenti riconoscono ancora il carattere di punto di irradiazione, ma che più spesso è considerata un angolo morto, al di fuori del viavai del traffico.
Avviene così che la parola “filosofia” sia oggi continuamente sulle labbra e, insieme, si consideri la filosofia come un angolo morto. Alla marcia filosofica il direttore d’orchestra, cioè la cultura oggi dominante, ha segnato l’alt. Per capire però che un certo gesto è l’alt di un direttore d’orchestra, bisogna aver sentito la musica. Oggi capita frequentemente che i direttori dicano alt a una musica che nemmeno essi hanno mai sentito.
Questa musica, d’altronde, non solo è la radice della nostra civiltà, ma è lo spazio in cui la nostra civiltà è cresciuta e continua a crescere, il terreno su cui è tracciata ogni autostrada ed edificata ogni metropoli. Da questo punto di vista, gli alt dei direttori d’orchestra sono le palette alzate dei bambini che giocano a fare il capostazione.
La filosofia, oggi, ha accanto a sé le scienze della natura, le scienze logico-matematiche, le “scienze dell’uomo” (economia, psicologia, sociologia, antropologia, linguistica – e mettiamo subito un “eccetera”, perché altrimenti non ci fermeremmo più). Cioè la filosofia si presenta, oggi, sempre in compagnia di qualche estraneo – anche se questi estranei sono poi tutti suoi figli. (Anche i figli, una volta nati, stanno “fuori”, extra, da chi li ha partoriti.) In questo affollamento è difficile scorgere il volto della filosofia. Lo si vede mescolato ad altri mille profili, ad altre mille espressioni, sballottato nella calca di qua e di là. E tutti gli si rivolgono per dirgli che non può più starsene solo, ma deve ringiovanire e arricchirsi dell’apporto delle molteplici relazioni culturali.
Inoltre, buona parte di quella folla ha imparato che la cultura dipende dalle condizioni storiche in cui essa vive e che quindi anche la filosofia è determinata dal tipo di società in cui si trova. La calca attorno alla filosofia cresce così a dismisura, perché non è più formata soltanto dalle forme culturali, ma addirittura da tutti gli eventi della storia. Accade allora che nei libri di storia della filosofia, e quindi anche in quelli che si scrivono per chi di filosofia non sa niente, ci sia dentro di tutto. E spesso nel modo peggiore, perché se fittissimi sono i rapporti tra filosofia e altre forme culturali e strutture sociali, è anche certo che il senso autentico di questo rapporto è tuttora una delle questioni più ardue.
Platone, ad esempio, è vissuto ad Atene tra il V e il IV secolo a.C. Ma è una questione molto difficile stabilire perché la società ateniese di quel tempo abbia proprio dovuto produrre la filosofia di Platone (insieme a certe altre) e proprio nel modo in cui oggi ci si presenta. Nel migliore dei casi, si riescono a stabilire vaghe analogie o inutili tautologie, che servono, quasi sempre, solo ad aumentare le pagine del libro che si vorrebbe dedicare alla filosofia. E, invece di indicare il rapporto specifico tra storia greca del V e IV secolo a.C. e filosofia di Platone, si finisce col giustapporre all’esposizione di quest’ultima un racconto più o meno dettagliato di quel periodo storico. Si può ammettere che la filosofia di Platone sia così com’è, perché tra il V e il IV secolo a.C. l’intero universo, e quindi l’intera civiltà e cultura umane, sono stati così come sono stati. Ma altro è questo enunciato generale, altro è la pretesa di indicare i motivi specifici per cui, dato un certo contesto storico, debba per ciò stesso esistere la filosofia di Platone. Appunto perché questa pretesa attende ancora di essere soddisfatta, molti libri che voglion parlare dello sviluppo storico della filosofia hanno l’aspetto di quella calca di cui si è parlato.
Che cosa può trovare dunque il lettore in quest’opera? Innanzitutto, la filosofia liberata il più possibile dalla calca. Per chi vuole incominciare a capire qualcosa, meglio la radura del sovraffollamento. È vero che la filosofia è in relazione a tutto, ma per tener dietro alle sue relazioni si deve incominciare a guardarla in faccia – guardare la sua faccia, dico. Solo in questo modo si può sperare di comprendere il senso autentico della sua relazione con l’intera cultura umana, della sua presenza nei settori più disparati del sapere e il senso stesso del rifiuto che in tali settori viene operato nei suoi riguardi.
D’altra parte, si è dato spazio, nel terzo libro sulla filosofia contemporanea, agli sviluppi delle scienze fisico– matematiche e delle scienze dell’uomo nel nostro secolo. Ma non per l’intento estrinseco di informare che esistono anche questi contenuti culturali, ma perché in tali sviluppi è presente quello stesso percorso che conduce dalla filosofia moderna alle forme più recenti del pensiero filosofico: la negazione sempre più radicale di ogni verità definitiva, di ogni certezza assoluta e di ogni struttura immutabile. Non solo, ma perché il confluire della filosofia nella scienza ha un significato essenzialmente filosofico.
Anche la matematica (e ogni forma culturale) è in relazione con l’intero edificio del sapere e con la società in cui essa è nata e si è sviluppata. Ma per comprendere questa relazione bisognerà incominciare una buona volta a capire il contenuto matematico. Magari per rendersi conto che il suo segreto non sta all’interno della matematica, ma al di fuori o al di sotto di essa. Anche la psicoanalisi interpreta i sogni sulla base di una dimensione che non è direttamente presente nelle immagini oniriche. Ma per eseguire l’interpretazione dei sogni, bisogna innanzitutto conoscerli, guardarli in faccia.
Ebbene, guardare in faccia la filosofia è possibile solo accostandosi alle grandi filosofie apparse nella storia, e soprattutto alla filosofia antica, cioè alla filosofia greca, che sta all’inizio e al fondamento dell’intera storia del pensiero filosofico.
Ma anche la storia della filosofia – sia pure considerata a prescindere da tutto ciò con cui essa è in relazione – è già da sola un’immensa galassia. Questo mio lavoro tenta solo di mostrarne l’articolazione principale. E qui è bene intendersi sul significato di queste immagini.
A chi non sa nulla di matematica, gli si incomincia a far studiare l’aritmetica. Vero che l’aritmetica è qualcosa di estremamente più complesso di quanto credono i bambini, e racchiude tutti i segreti delle discipline matematiche più sofisticate; ma usualmente, quando si insegna l’aritmetica, si lascia anche intendere che è facile. (E tra quanti...

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