Protagonista è l'abbraccio
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Temi teologici nel magistero di Francesco

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Protagonista è l'abbraccio

Temi teologici nel magistero di Francesco

About this book

Presentazione del cardinale Matteo Zuppi
Chiesa madre e pastora, popolo fedele di Dio, spiritualità popolare, misericordia, tentazioni ecclesiali, neo-pelagianesimo e neo-nosticismo, riforma, sinodalità e sinodo, gioia del vangelo, letizia dell’amore, gaudio della verità, processi da avviare, periferie esistenziali, umanesimo solidale, ecologia integrale, interconnessione e interdipendenza, dialogo, relazione, fraternità e fratellanza: sono le tematiche più significative nell’insegnamento di papa Francesco, le chiavi di lettura tramite cui egli interpreta il mondo odierno, il cambio d’epoca – come lo chiama – cui stiamo assistendo, nonché le sfide più urgenti e promettenti al contempo sia per la riflessione teologica sia per la prassi pastorale, oltre che per l’esperienza credente degli uomini e delle donne di questo nostro tempo. Intrecciate insieme, esse costituiscono l’ordito e la trama di una sorta di arazzo, la cui estensione si va dimostrando sempre più vasta e omnicomprensiva, inglobando la realtà ecclesiale innanzitutto, ma pure sporgendosi oltre i confini della Chiesa stessa e mostrando pertanto una portata universale, arricchita da ricadute ecumeniche, interreligiose, culturali, sociali e politiche. Il nucleo sorgivo di una tale concezione, complessa e articolata, è da individuare in un peculiare fatto relazionale, rappresentato dalla reciprocità. La quale, radicata teologicamente nell’orizzonte dell’ agáp?, si traduce nella «mistica del vivere insieme», vale a dire del sostenersi a vicenda, del sorreggersi in braccio gli uni con gli altri, del camminare abbracciati.

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Information

1. Bergoglio: una sorpresa da decifrare

Dà a pensare il fatto che, su un papa che non ha scritto molto su temi teologici e che, negli anni precedenti al suo ministero petrino, non ha pubblicato “libri di teologia” – intendendo l’espressione in senso “tecnico” –, si stia accumulando, nel giro di poco tempo, almeno in Italia, una lunga bibliografia che tratta proprio degli aspetti teologici del suo magistero. Per fare alcuni esempi: la collana di undici volumi in formato tascabile, intitolata La teologia di papa Francesco , diretta da Roberto Repole per la Libreria Editrice Vaticana nel 2017, e l’analoga collana, intitolata I semi teologici di Francesco , diretta da Pierangelo Sequeri e Maurizio Gronchi, uscita nel 2018 con i tipi della San Paolo; e, inoltre, un numero sempre crescente di monografie firmate da autori ben rappresentativi del panorama teologico italiano e internazionale, come Alberto Cozzi, Giannino Piana e Severino Dianich, o come Ghislain Lafont e Walter Kasper [1] ; o, ancora, volumi collettanei di un certo interesse, come quello su La riforma e le riforme nella Chiesa , a cura di Antonio Spadaro e Carlos María Galli, uscito con Queriniana nel 2016, o volumi più recenti, come quello curato da Kurt Appel e Jakob Helmut Deibl – Misericordia e tenerezza. Il programma teologico di papa Francesco , edito da San Paolo nel 2019 –, quello curato da Fabrizio Mandreoli – La teologia di papa Francesco , edito dalle Edizioni Dehoniane di Bologna nel 2019 – e quello curato da Sergio Tanzarella assieme a Secondo Bongiovanni, che raccoglie gli atti del convegno tenutosi nel giugno 2019 a Napoli su «La teologia dopo Veritatis gaudium nel contesto del Mediterraneo», uscito col suggestivo titolo Con tutti i naufraghi della storia presso l’editrice siciliana Il Pozzo di Giacobbe. Sono solamente alcuni dei tanti titoli che riflettono sulla svolta che Francesco sta dando alla teologia cattolica. Ai quali si aggiungono gli studi di altri autori che non si occupano di teologia e che comunque si sentono interpellati, anche criticamente, dal magistero di Francesco, come per esempio il filosofo Flavio Cuniberto col suo volume Madonna povertà. Papa Francesco e la rifondazione del cristianesimo (Neri Pozza 2016) e lo storico e politologo Gian Enrico Rusconi col suo libro La teologia narrativa di papa Francesco (Laterza 2017), o – ancora – il filosofo della religione Massimo Borghesi con la sua bella Biografia intellettuale di Jorge Mario Bergoglio, uscita con Jaca Book nel 2017, e lo storico del cristianesimo Andrea Riccardi con un saggio non a caso intitolato La sorpresa di papa Francesco , edito da Mondadori nel 2013. Per non parlare della miriade di articoli che appaiono a ritmi serrati sulle riviste teologiche [2] .
Se si considera che al contempo vanno uscendo i corposi volumi dell’ Opera omnia di Ratzinger, il quale anche negli anni del suo pontificato ha continuato a pubblicare testi teologici – come quelli dedicati alla figura di Gesù di Nazaret – senza però causare nelle librerie alcun vistoso incremento di pubblicazioni sul suo personale pensiero teologico, viene da chiedersi a cosa si debba l’attenzione generale rivolta invece alla “teologia” di Francesco. La quale viene avvertita come una proposta innovativa rispetto alla teologia che pure nel post-concilio, in Europa non meno che nel resto del mondo, si era radicalmente ripensata, un po’ in tutte le sue varie branche, alla luce del Vaticano II. Non si possono, infatti, dimenticare le metamorfosi epistemologiche che la teologia ha attraversato nei decenni scorsi. E non si possono ignorare gli effettivi guadagni della teologia, nella seconda metà del Novecento, rispetto al suo passato prossimo. Si pensi, per fare un solo esempio, ai dodici volumi di Mysterium salutis in Europa, e ai due volumi di Mysterium liberationis in America Latina, che sono titoli rappresentativi di una rinnovata proposta teologica di larga diffusione anche negli ambienti accademici.
Perché, dunque, tutta quest’attenzione accordata alla “teologia” di Francesco? La risposta a questo interrogativo può essere duplice. Per un verso Francesco, che non ha al suo attivo lunghi elenchi di pubblicazioni teologiche, va dimostrando di avere in ogni caso una sua ben precisa idea di teologia, che egli si porta dentro e dietro ormai da molto tempo e che ora non perde occasione di propugnare e di argomentare. Pensiamo ai discorsi che va facendo in tante occasioni e presso diverse sedi accademiche, ora rivolgendosi ai membri della Commissione Teologica Internazionale o ai membri dell’Associazione Teologica Italiana, ora rivolgendosi ai docenti e agli studenti dell’Università Gregoriana oppure a quelli dell’Università Cattolica Argentina, persino partecipando come relatore al già ricordato convegno napoletano sul rinnovamento della teologia, e soprattutto firmando un vero e proprio pronunciamento magisteriale tutto dedicato alla riforma degli studi teologici ( Veritatis gaudium). In tutti questi casi, Francesco insistentemente ri-definisce la teologia, prospettandone sempre un profilo più marcatamente pastorale, come tra poco tenterò di mostrare.
Per altro verso, evidentemente, c’era già – negli ambienti teologici – un inconfessato bisogno di forzare gli schematismi accademici cristallizzatisi nel post-concilio. Un bisogno avvertito spesso a livello quasi subconscio, che a molti studiosi e studenti ha fatto mal tollerare il ricorso – anche soltanto didattico – ai cosiddetti manuali che sono tornati a sostituire ultimamente i grossi volumi del Mysterium salutis, mentre di contro ha fatto via via riscoprire la lezione di alcuni liberi battitori del pensiero teologico, come per esempio quel Romano Guardini – autore, fra tante altre cose, nel 1951, di una acuta critica teologica al potere, ch’egli distingueva nettamente dall’autorità [3] – congeniale a Bergoglio non meno che a Ratzinger [4] . C’era, cioè, nell’aria il bisogno di oltrepassare quella che – come vedremo – Francesco chiama la teologia che ha la presunzione di costruirsi a tavolino e, ancor più, quella che si rassegna a essere insegnata soltanto in aula. In definitiva, c’era già il bisogno di un qualche input a pensare una teologia più collegata e quindi più coerente con il vissuto ecclesiale e con la vita sociale, capace di “servire” effettivamente a registrare problematiche più o meno urgenti prima esiliate dai laboratori teologici. Si avvertiva, insomma, il bisogno di una teologia di nuovo conio, se così possiamo dire, che potesse “aver corso” anche al di fuori delle accademie, non tanto nei salotti televisivi e nei bookstore delle aree di servizio, dove ormai la gente compra i libri per “consumarli” assieme alle noccioline mentre sta viaggiando, quanto piuttosto in seno ai movimenti ecclesiali e nelle parrocchie, nelle associazioni giovanili e nei luoghi di formazione, sino alle strade e alle piazze, sino cioè a proiettare il servizio della riflessione teologica in mezzo alle persone del nostro tempo. In questo senso, il profilo concreto del pensiero credente, che Francesco va disegnando, rappresenta una sorta di «sblocco teologico», come l’hanno definito Anna Carfora e Sergio Tanzarella. Non una «nuova ricetta», non «un nuovo orientamento da sposare e propagandare», non una «teologia di Bergoglio», ma «un insieme di opportunità che si aprono per la teologia» di tutti [5] .
Stando così le cose, vorrei in questo primo capitolo proporre una riflessione dal tenore non contenutistico ma formale, per focalizzare l’idea di teologia che Francesco vuole mettere in circolo. Non che dal magistero di Francesco non emergano contenuti teologici su cui proficuamente soffermarsi. Pensiamo, per esempio, alla teologia del popolo fedele di Dio, com’egli ama dire per ridefinire l’ecclesiologia in chiave poliedrica, vale a dire in prospettiva plurale e pluralistica, non più piramidale o gerarcologica. E pensiamo anche alla teologia della misericordia, incentrata cristologicamente nel misericordiae vultus e declinata come umanesimo della compassione e della cura degli ultimi e dei poveri. Oppure ancora, pensiamo all’ecologia integrale, anch’essa una vera e propria trattazione teologica che include interdisciplinarmente e valorizza transdisciplinarmente le informazioni provenienti dai saperi scientifici che studiano il creato nella sua dimensione naturale non meno che in quella sociale e storica. Qui, tuttavia, vorrei tentare di comprendere lo statuto epistemologico e l’assetto metodologico che la teologia dovrebbe avere secondo quanto Francesco va insegnando. Difatti, più che una sua teologia del popolo, il papa esprime l’opportunità di una teologia dal popolo, che cioè sorgivamente cominci a zampillare dal di dentro del vissuto ecclesiale, avendo il popolo stesso non come suo oggetto di studio bensì come suo soggetto propulsivo. Lo stesso vale per una teologia dalla misericordia, in cui quest’ultima – la misericordia – viene assunta non come un tema da trattare ma come un motivo ispiratore, capace di garantire concretezza al pensiero credente. E vale pure per l’ecologia integrale, ossia per quella teologia che può e deve ricavarsi dalla constatazione che tutti siamo connessi in virtù di rapporti reciproci che corrispondono alla trama relazionale e all’ordito agapico della stoffa trinitaria di cui l’intero reale è intessuto.
Pertanto, conviene mettere progressivamente in luce l’impostazione metodologica suggerita da Francesco alla ricerca teologica, l’esito pastorale che ne deriva e il profilo compasivo – compassionevole, traducendo dal castigliano – che della teologia stessa finalmente emerge.


[1] Cfr. A. Cozzi – R. Repole – G. Piana, Papa Francesco. Quale teologia?, Cittadella, Assisi 2016; S. Dianich, Magistero in movimento. Il caso papa Francesco, EDB, Bologna 2016; G. Lafont, Piccolo saggio sul tempo di papa Francesco. Poliedro emergente e piramide rovesciata, EDB, Bologna 2017; W. Kasper, Papa Francesco: la rivoluzione della tenerezza e dell’amore. Radici teologiche e prospettive pastorali, Queriniana, Brescia 2015.
[2] Ma anche le riviste non teologiche si interessano spesso al magistero e all’operato del pontefice: cfr., per esempio, il fascicolo di «Limes» (3 marzo 2014), rivista mensile di geopolitica, dedicato interamente alla «partita di papa Bergoglio per riportare la Chiesa nel mondo» e intitolato significativamente Le conseguenze di Francesco; e, ancora, il fascicolo di «MicroMega» (n. 6 del 2015), bimestrale di cultura, politica e filosofia, intitolato Francesco e l’Altrachiesa.
[3] Cfr. R. Guardini, Il potere. Tentativo di un orientamento, tr. di M. Paronetto Valier, Morcelliana, Brescia 1963. Ma sul tema del dominio il filosofo e teologo tedesco d’origini italiane ha dedicato molti altri studi, tra cui quello importantissimo abbozzato e anticipato nel 1935, poi completato e ripubblicato nel 1946, dopo il crollo del regime nazista: Il Salvatore nel mito, nella rivelazione e nella politica. Una riflessione politico-teologica, in Id., Scritti politici ( Opera omnia VI), a cura di M. Nicoletti, Morcelliana, Brescia 2005, pp. 293-345; si vedano inoltre Il fenomeno del potere (1962) e Domande sul problema del potere (1964), ibid., pp. 585-597 e 599-603.
[4] Cfr. S. Zucal, Ratzinger e Guardini, un incontro decisivo, in «Vita e Pensiero», LXXXIX/4, 2008, pp. 79-88; Id., Romano Guardini maestro di papa Francesco, in «Vita e Pensiero», XCIX/6, 2018, pp. 47-54.
[5] Cfr. A. Carfora – S. Tanzarella, Il metodo di Bergoglio: conseguenze per la teologia, in Aa.Vv., La teologia di papa Francesco. Fonti, metodo, orizzonte e conseguenze, a cura di F. Mandreoli, EDB, Bologna 2019, pp. 119-120.

2. La teologia come un castello di vetro

Nel n. 3 del Proemio di Veritatis gaudium , Francesco segnala alle accademie teologiche l’urgenza di «un radicale cambio di paradigma» e di «una coraggiosa rivoluzione culturale» [1] . Il gesuita Gerard Whelan ha interpretato quest’indicazione come l’incoraggiamento a impostare la ricerca teologica non più sulla base di un metodo deduttivo, bensì sulla base di un metodo induttivo [2] .
In realtà questo passaggio da un’ottica deduttiva e aprioristica a una induttiva caratterizza alcune importanti espressioni della teologia contemporanea, allorché questa si configura come teologia contestuale: si tratta di un vero e proprio déplacement – per usare il termine preferito in ambiente francofono [3] –, in forza del quale la teologia non procede più a partire da un’assiomatica generale desunta dall’orizzonte metafisico o anche dalla rivelazione divina, ma prende le mosse dalla storia comune degli uomini, dalla loro condizione intramondana e dalle concrete situazioni in c...

Table of contents

  1. Copertina
  2. Protagonista è l’abbraccio
  3. Indice dei contenuti
  4. Presentazione
  5. Premessa
  6. CAPITOLO I
  7. 1. Bergoglio: una sorpresa da decifrare
  8. 2. La teologia come un castello di vetro
  9. 3. Uscire dall’accademia
  10. 4. Intellectus caritatis
  11. 5. Farsi carico dell’umano
  12. CAPITOLO II
  13. 1. Pater, Ave, Gloria
  14. 2. Genealogia conciliare
  15. 3. Duplice senso di un genitivo
  16. 4. Ecclesiologia poliedrica
  17. 5. Riforma per una Chiesa a trazione integrale
  18. 6. Soggettualità teologale del popolo
  19. 7. Fede e cultura, coordinate dell’umanesimo cristiano
  20. CAPITOLO III
  21. 1. Il principio-misericordia
  22. 2. Da attributo a nome
  23. 3. Il riscatto della Trinità
  24. 4. Proprietà evangelica della Chiesa
  25. 5. Fondamento di un umanesimo interreligioso
  26. 6. Prossimità che trascende ogni sacralità
  27. 7. Commozione viscerale che scavalca ogni disobbedienza
  28. 8. Perdono ad oltranza, grazia impagabile
  29. CAPITOLO IV
  30. 1. Sovrabbondanza della misericordia: dalla Chiesa alle religioni
  31. 2. Gli attributi nel nome: dalla teodicea alla teologia pratica
  32. 3. Compatire: dai recinti del sacro alle piaghe del mondo
  33. 4. Smarcarsi dal legalismo: dalla centralità del peccato alla tenerezza di Dio
  34. 5. Mai senza gli altri: dal diverbio al dialogo
  35. 6. Mistica del vivere insieme: dalla dimostrazione all’invocazione
  36. CAPITOLO V
  37. 1. Nel quadro di una metamorfosi magisteriale
  38. 2. Due tentazioni e l’eresia contro l’amore
  39. 3. Sulla scia di una prolungata tensione riformista
  40. 4. Due direttrici: missionarietà e sinodalità
  41. 5. La sovreccedenza della sinodalità
  42. 6. La concretezza del servizio
  43. CAPITOLO VI
  44. 1. Un’«enciclica per l’Italia» da prendere sul serio
  45. 2. Umanesimo “cristico”
  46. 3. I sentimenti di Cristo e le rughe sul volto ecclesiale
  47. 4. Sinodalità come contrassegno dell’umanesimo spirituale
  48. 5. Sinodalità in concreto: questioni pratiche, non di pura teoria
  49. 6. Camminare abbracciati
  50. CAPITOLO VII
  51. 1. Un lemma fondamentale
  52. 2. Accezione da indovinare
  53. 3. Polisemia nei sinonimi
  54. 4. Contagio salutare
  55. 5. Oltre il senso comune
  56. 6. Priorità dell’altro
  57. 7. Sospensione legittima
  58. 8. Sovreccedenza qualitativa
  59. CAPITOLO VIII
  60. 1. La serietà dell’amore coniugale
  61. 2. Profilo comunionale-comunitario e impronta relazionale
  62. 3. La questione dell’alterità
  63. 4. Prima declinazione: dall’altro
  64. 5. Seconda declinazione: con l’altro
  65. 6. Terza declinazione: per l’altro
  66. 7. Lasciarsi pro-vocare
  67. CAPITOLO IX
  68. 1. Dalla “devozione” alla “spiritualità”
  69. 2. Superare il devozionismo
  70. 3. Il pastore reintegrato nel gregge
  71. 4. Soggettualità pastorale del gregge
  72. 5. Le radici teologiche
  73. 6. Oltre una lettura soltanto sociologica
  74. 7. La sfida pastorale
  75. CAPITOLO X
  76. 1. Il «valore sociale» della lieta notizia
  77. 2. «Voi stessi date loro da mangiare»
  78. 3. La «cultura della cura»
  79. 4. L’impegno politico
  80. 5. L’umanizzazione dell’economia
  81. CAPITOLO XI
  82. 1. Le esigenze del vangelo
  83. 2. L’ecologia integrale come Weltanschauung
  84. 3. L’ecologia integrale dall’ontologia agapica
  85. 4. L’ecologia integrale come intreccio di creaturalità e creatività
  86. 5. L’ecologia integrale come escatologia cosmica
  87. CAPITOLO XII
  88. 1. La verità è un fatto estatico
  89. 2. Il paradosso della «parádosis»
  90. 3. Il contagio si rivela una cura
  91. 4. La pedagogia critica: il tocco e la visione
  92. 5. Solo un segno per tutti
  93. Per concludere: la rivoluzione dell’amore
  94. AUTORE
  95. Indice dei nomi*
  96. IL CALAMO - TEOLOGIA