CAPITOLO 1
LE PREMESSE
Cos’è il commercio elettronico? Quando e come è nato l’e-commerce? Le risposte a queste domande in questo primo capitolo.
Definizioni di e-commerce
Con il termine “e-commerce”, contrazione inglese di “electronic commerce” e tradotto in italiano come “commercio elettronico”, si intende la vendita o l’acquisto di prodotti e servizi tramite Internet, indipendentemente dal momento e dal luogo del pagamento, sia esso online che nel negozio fisico1. È importante sottolineare che fare e-commerce non vuol dire semplicemente incassare soldi tramite il web ma occuparsi anche di tutte quelle operazioni comuni a una attività commerciale: ricerca e individuazione dei fornitori, scelta e acquisto dei prodotti da vendere, trattative con i clienti, incassi, imballaggi, spedizioni, assistenza pre e post vendita, gestione dei resi e tanto altro ancora. Il commercio elettronico è, a tutti gli effetti, un’attività commerciale come altre e dunque prevede l’interazione con altri soggetti (clienti, fornitori, partner, banche, dipendenti e qualsiasi altro elemento “portatore di interesse”) chiamati in gergo tecnico stakeholder.
Sinonimi e varianti del termine
Negli anni sono nati svariati sinonimi del termine “e-commerce”: commercio digitale, commercio elettronico (traduzione italiana di “e-commerce”), commercio telematico, commercio online, e-business, e-com, e-shop, e-store, e-tailing2, Internet commerce, Internet shop, negozio virtuale, online business, online retailing, online shopping, online store, virtual commerce, virtual store, web commerce, web store.
Di pari passo alla diffusione del termine “e-commerce” sono state coniate altre varianti con accezioni più specifiche.
A-COMMERCE
Contrazione di augmented reality commerce, il termine si riferisce all’utilizzo della tecnologia della Realtà Aumentata durante il processo di acquisto online. Gli strumenti chiave in tale scenario sono tre: uno strumento di acquisizione immagini (una semplice webcam di un computer o la fotocamera di qualsiasi dispositivo mobile), un software (un plugin da installare in un browser o una APP da scaricare) e un elemento identificativo, sia esso un simbolo (marker) stampato su carta o un oggetto reale (markerless) come un edificio. L’uso più frequente dell’a-commerce è nel settore moda: l’utente individua il capo di abbigliamento desiderato su di un sito web, scarica e installa il plugin creato ad hoc sul proprio browser; quindi stampa il marker (qualcosa di simile a un QRCode) e avvia il software per la Realtà Aumentata. A quel punto il software, tramite la webcam presente sul computer e il marker stampato, simula in tempo reale sullo schermo il capo di abbigliamento indosso all’utente.
Un video più esplicativo (How To Use Webcam Social Shopper, Zugara) è reperibile su YouTube all’indirizzo www.youtube.com/watch?v=ocVEvK9Sl34.
Figura 1.1 – Sulla parte sinistra del software WebCam Social Shopper si vede l’immagine della ragazza ripresa in tempo reale dalla sua webcam con indosso una riproduzione virtuale del vestito scelto. Per maggiori informazioni si rimanda al sito web www.webcamsocialshopper.com.
C-COMMERCE
Contrazione di collaborative commerce, il termine si riferisce alla collaborazione e all’interazione tra dipendenti, partner o clienti di diverse aziende in un processo di vendita online. Un esempio è il sito web www.1worldsync.com, una piattaforma online all’interno della quale 49 produttori (tra cui Coca Cola, Nestlé, Unilever, M&M’s, Kraft e altri brand internazionali) possono condividere e scambiare tra loro informazioni vitali e ufficiali (schede prodotto, immagini, video, libretti di istruzione, ricette, recensioni e via dicendo) per le loro vendite. Tutti i dati sono centralizzati, salvati in cloud e possono essere aggiornati e inviati in tempo reale a tutti i canali (siti web, APP, social media, totem nei negozi fisici e via dicendo). Tutto ciò permette una riduzione sensibile del tempo necessario per l’integrazione e l’aggiornamento delle informazioni sui vari canali usati dai brand del gruppo.
D-COMMERCE
Contrazione di digital commerce, il termine si riferisce alla vendita online di contenuti digitali come news, articoli di giornale, riviste elettroniche, file in PDF, white paper, ricerche scientifiche e via dicendo. L’utente, a pagamento avvenuto con successo, può scaricare il contenuto digitale e usufruirne in tempo reale. Amazon è un’azienda d-commerce con le vendite di e-book.
F-COMMERCE
Contrazione di Facebook commerce, il termine si riferisce alle vendite online per mezzo o all’interno del social network Facebook. I negozianti possono dunque aprire un proprio store virtuale all’interno della propria Pagina Facebook tramite la Tab Vetrina oppure portare i propri fan direttamente sul loro sito di e-commerce. Secondo una ricerca del Monetate Ecommerce Quarterly (www.monetate.com) del primo quadrimestre del 2015, acquista solo l’1,08% degli utenti americani che hanno visitato una Pagina Facebook.
G-COMMERCE
Contrazione di gamification commerce, il termine si riferisce agli acquisti online avvenuti tramite giochi e APP ludiche. Si pensi per esempio a FarmVille, un’applicazione di Facebook che permette l’acquisto di oggetti virtuali, utili alle finalità di gioco, tramite soldi reali.
H-COMMERCE
Contrazione di hacker commerce, il termine si riferisce a tutto quel business online illegale derivante della compromissione di dati personali e aziendali, come furti di numeri di carte di credito, accessi abusivi nei siti web di banche e via dicendo. A tal riguardo nel 2009 la software house McAfee, proprietaria dell’omonimo antivirus, mise in Rete un telefilm-documentario chiamato H*commerce: The Business of Hacking You, diretto da Seth Gordon. Su YouTube è possibile trovarne ancora qualche puntata.
K-COMMERCE
Contrazione di knowledge commerce, il termine si riferisce alla possibilità di commercializzare le conoscenze in comodi pacchetti già pronti per l’uso. Esempi di k-commerce sono i corsi di formazione a distanza (e-learning), gli e-book o la semplice vendita di consulenza online.
L-COMMERCE
Contrazione di location-based Commerce, il termine si riferisce alla localizzazione di prodotti e servizi attraverso il mobile commerce. L’l-commerce si basa su cinque elementi essenziali: la localizzazione (determina la localizzazione di una persona o di una cosa), la navigazione (pianifica un percorso da una localizzazione all’altra), il tracciamento (monitora i movimenti di una persona o di una cosa), la mappatura (crea una mappa di una specifica area geografica) e il timing (determina il tempo preciso in una specifica localizzazione).
M-COMMERCE
Contrazione di mobile commerce, il termine si riferisce alle vendite avvenute attraverso dispositivi mobile.
P-COMMERCE
Contrazione di Partecipatory commerce o di Pinterest commerce.
Nel primo caso, il termine si riferisce alle vendite di prodotti creati grazie alla partecipazione attiva degli stessi acquirenti. Si pensi per esempio a Nike che, attraverso la sua piattaforma di e-commerce, permette la personalizzazione completa delle proprie scarpe prima dell’acquisto.
Figura 1.2 – L’interfaccia grafica del sito web www.store.nike.com, che permette una personalizzazione cromatica completa della propria scarpa prima dell’acquisto.
Nel secondo caso, il termine P-commerce si riferisce alle vendite provenienti dal social network Pinterest.
R-COMMERCE
Contrazione di relationship commerce. Il termine è riferito a una forma particolare di commercio elettronico basato principalmente sul rapporto azienda-cliente. Il focus, dunque, si sposta dalla mera vendita alla creazione di una relazione di valore. Amazon ne è un esempio.
S-COMMERCE
Il social commerce è un terminato coniato da Yahoo!3 nel novembre del 2005 ed è usato oggi per indicare sia le transazioni avvenute all’interno dei social network che l’insieme di strumenti collaborativi (punteggi, feedback, recensioni, prodotti consigliati, condivisione degli acquisti con gli amici, liste dei desideri pubbliche e via dicendo) messi a disposizione del cliente. Va infine sottolineato che il termine s-commerce può anch...