SECONDA PARTE
Indicatori e oscillatori
INTRODUZIONE
In questa seconda parte del libro approfondirò la descrizione dei singoli oscillatori. Molti libri sono già stati scritti su questo argomento, ma a mio giudizio presentano alcune criticità. La maggior parte dei libri, innanzitutto, è stata scritta diversi anni fa, quando i mercati finanziari non erano così automatizzati e avanzati dal punto di vista informatico e tecnologico. Un secondo difetto è quello di essere troppo teorici e didattici, e di mettere in secondo piano la descrizione delle tecniche operative.
Probabilmente non ci avete mai fatto caso, ma il numero degli indicatori che sono stati creati e sviluppati nel corso degli ultimi anni è incredibilmente elevato, oltre che variegato.
Nell’impossibilità di trattare tutte le migliaia di indicatori, concentrerò la mia attenzione sui principali strumenti che sono a portata di mano di ogni trader, dal momento che sono presenti nei principali software di analisi, come Visual Trader, ProRealtime, TradeStation, Multicharts o Metatrader, oltre che nelle piattaforme di trading delle principali banche online.
Ogni indicatore sarà descritto all’interno di un percorso che, partendo dalla logica su cui si basano la costruzione e la formula di calcolo, attraverserà le modalità di interpretazione, descrivendone il corretto utilizzo, pratico e concreto, senza tralasciare di analizzarne i risultati da un punto di vista statistico.
Nell’analizzare e nel descrivere i risultati non farò sconti a nessun indicatore, ma illustrerò in modo oggettivo sia i risultati sia pregi e difetti.
Leggendo vi accorgerete che questa parte contiene tecniche e modalità di utilizzo di alcuni oscillatori che non sono mai stati illustrati in nessun altro testo e, alla fine della trattazione, scoprirete che, oltre ai classici RSI, ROC, Bande di Bollinger e Medie mobili, esistono alcune liete sorprese, come la Forza relativa, l’IBS, la Pista ciclica o la Regressione lineare, strumenti poco conosciuti ma particolarmente efficienti nel fornire utili indicazioni operative.
ACCUMULAZIONE/DISTRIBUZIONE
L’Accumulazione/Distribuzione è un indicatore creato per analizzare i volumi. La sua caratteristica più importante è di mettere in relazione le variazioni di prezzo con gli scambi.
Questo indicatore si presta a essere usato su ogni sottostante che presenti volumi di scambio, come azioni, obbligazioni ed ETF, e prevalentemente su grafici giornalieri e settimanali.
Il compito di questo indicatore è di indicare se il movimento in atto sui prezzi è da intendere come una fase d’accumulo oppure di distribuzione.
La logica alla base dell’Accumulazione/Distribuzione è che tanto maggiori sono i volumi che accompagnano i movimenti dei prezzi, quanto più la tendenza sarà solida, affidabile e quindi si presume che possa continuare.
In quest’ottica, quindi, l’indicatore si pone come un supporto per valutare la forza di una tendenza e individuarne i momenti di pausa o di inversione.
Quando il prezzo chiuderà la seduta sui massimi e contemporaneamente i volumi saranno elevati, sarà evidenziata la forza dei rialzisti e la seduta sarà classificata come “accumulo”, con il risultato di presentare un aumento del valore dell’indicatore.
Al contrario, invece, quando il prezzo chiuderà la seduta sui minimi e i volumi saranno elevati, sarà evidenziata la forza dei ribassisti e la seduta sarà classificata come “distribuzione”, con il risultato di presentare una diminuzione del valore dell’indicatore.
La formula di calcolo è semplice e si caratterizza per analizzare i tre prezzi principali di ogni seduta (prezzo minimo, massimo e di chiusura), a differenza degli altri indicatori appartenenti a questa categoria, che si concentrano solo sul prezzo di chiusura.
dove:
•chiusura = prezzo di chiusura odierno;
•minimo = prezzo minimo odierno;
•massimo = prezzo massimo odierno;
•volume = volume degli scambi della seduta odierna.
Si parte da una base cumulativa e ogni giorno si modifica il conteggio, aggiungendo o sottraendo il valore dell’ultimo indicatore Accumulazione/Distribuzione calcolato.
Quando il prezzo di chiusura si trova sui massimi di giornata, i volumi vengono sommati alla base cumulativa.
Quando invece la chiusura si trova sui minimi della seduta, i volumi sono sottratti alla base cumulativa.
Nel caso in cui il prezzo di chiusura sia equidistante dai livelli di massimo e minimo a livello intraday, non si somma o sottrae alcun valore.
Graficamente il risultato è un indicatore che si presenta come una linea continua, che sale e scende in base al rapporto tra prezzi e volumi, come illustrato in Figura 2.1, che ritrae il grafico giornaliero del titolo Unicredit.
FIGURA 2.1 – L’indicatore Accumulazione/Distribuzione (visualizzato nella parte bassa del grafico). Fonte Visual Trader di Traderlink.
Dal punto di vista operativo, una prima modalità operativa prevede l’utilizzo dell’indicatore Accumulazione/Distribuzione per analizzare le evoluzioni dei prezzi, con lo scopo di cercare conferme alla tendenza in atto o di individuare divergenze, per anticipare possibili pause o inversioni di tendenza.
Entrando nel dettaglio, l’indicatore conferma la forza e la solidità di una tendenza quando l’andamento dei suoi valori si muove in sintonia, e quindi nella medesima direzione, con il trend dei prezzi.
A un trader esperto basterà un colpo d’occhio per individuare correttamente la tendenza dell’indicatore, ma per un neofita risulterà particolarmente utile affiancare all’Accumulazione/Distribuzione una media mobile, in modo da rendere l’analisi sia oggettiva sia automatizzabile attraverso la creazione di un Explorer.
La Figura 2.2 mostra una tendenza rialzista dei prezzi che viene confermata e ritenuta solida, per cui si presume che sia destinata a continuare. Il trader può mantenere le posizioni in essere, evitando di aprire posizioni short, dal momento che anche l’indicatore è crescente e mostra valori superiori alla propria media mobile.
FIGURA 2.2 – L’Accumulazione/Distribuzione con la propria media mobile. Fonte Visual Trader di Traderlink.
Nell’esempio in Figura 2.3, invece, la tendenza ribassista dei prezzi trova conferma nel contemporaneo trend ribassista dell’indicatore, per cui il trader che ha posizioni short in portafoglio può valutare di mantenerle aperte, mentre è saggio evitare di aprire posizioni al rialzo.
FIGURA 2.3 – L’Accumulazione/Distribuzione scende e conferma la tendenza ribassista dei prezzi. Fonte Visual Trader di Traderlink.
Quando invece l’andamento grafico dell’indicatore si muove in disaccordo rispetto alla tendenza dei prezzi, si delinea una divergenza che potrebbe anticipare al trader l’arrivo di una pausa oppure di una inversione del trend dei prezzi.
La Figura 2.4 mostra una divergenza rialzista che anticipa un’inversione di tendenza del titolo Mediobanca. Come è possibile osservare, mentre le quotazioni del titolo erano impostate al ribasso con minimi decrescenti, contemporaneamente l’indicatore virava al rialzo, delineando minimi crescenti ed evidenziando un’incongruenza tra le due tendenze.
Quando un trader si trova di fronte a un contesto simile, deve evitare di aprire posizioni short e, qualora ne abbia in essere, dovrebbe iniziare a stringere i livelli dello stop loss o del trailing profit, a seconda di come sta evolvendo l’operazione. Inoltre, pur senza affrettare i tempi e l’operatività (ricordo che una divergenza è un campanello d’allarme e non un segnale operativo), è possibile iniziare a monitorare le evoluzioni di prezzi alla ricerca di segnali di inversione, da sfruttare dal punto di vista operativo.
FIGURA 2.4 – Una tipica divergenza rialzista sull’indicatore Accumulazione/Distribuzione. Fonte Visual Trader di Traderlink.
Nell’esempio in Figura 2.5, invece, è illustrata una divergenza ribassista che anticipa una fase orso sul titolo Mediobanca. Come è possibile osservare, mentre le quotazioni del titolo erano impostate al rialzo con massimi crescenti, contemporaneamente l’indicatore virava al ribasso, delineando massimi decrescenti ed evidenziando un’incongruenza tra le due tendenze.
Quando un trader si trova di fronte a un contesto simile, deve evitare di aprire posizioni rialziste e, qualora ne abbia in essere, dovrebbe iniziare a stringere i livelli dello stop loss o del trailing profit. Allo stesso tempo è possibile iniziare a seguire le evoluzioni di prezzi alla ricerca di segnali short, ma sempre evitando di anticipare l’operatività.
Una seconda modalità suggerisce di applicare le regole dell’analisi tecnica classica (ossia linee di tendenza e configurazioni grafiche) direttamente sul grafico dell’indicatore, con lo scopo di ricavarne informazioni utili anche per l’interpretazione dell’andamento dei prezzi.
La Figura 2.6 evidenzia come il breakout rialzista di un’area di congestione dei prezzi trovi conferma nella contemporanea rottura al rialzo di un livello di resistenza, tracciato sul grafico dell’indicatore.
FIGURA 2.5 – Una tipica divergenza ribassista sull’indicatore Accumulazione/Distribuzione. Fonte Visual Trader di Traderlink.
FIGURA 2.6 – Un segnale operativo (rialzista) sui prezzi che viene confermato dal movimento (ascendente) dell’indicatore. Fonte Visual Trader di Traderlink.
Un terzo approccio operativo suggerisce di utilizzare una o due medie mobili per generare il segnale operativo.
Nel caso si utilizzi una sola media mobile, il segnale operativo sarà generato dall’incrocio tra il valore dell’indicatore e la propria media mobile:
•Quando i prezzi del sottostante sono superiori alla propria media mobile (filtro di tendenza) e, contemporaneamente, l’indicatore taglia al rialzo (ossia dal basso verso l’alto) la propria media mobile, si genera il segnale di acquisto. Il segnale di chiusura della posizione scatta nel momento in cui si verific...