San Jeiunio compatrono di Gerace
eBook - ePub

San Jeiunio compatrono di Gerace

Lina Furfaro

  1. Italian
  2. ePUB (apto para móviles)
  3. Disponible en iOS y Android
eBook - ePub

San Jeiunio compatrono di Gerace

Lina Furfaro

Detalles del libro
Vista previa del libro
Índice
Citas

Información del libro

Un saggio storico su una figura emblematica e ormai dimenticata, altamente connotativa dell'universo spirituale e religioso del sud Italia.

Si era quasi completamente persa la memoria di Giovanni il Digiunatore di Gerace, detto San Jeiunio, e la stessa grotta situata in Contrada Ropolà era ormai un rifugio per le bestie selvatiche o utilizzata da pastori come riparo di fortuna per il gregge: un luogo di devozione del monachesimo a Gerace che si è corso il rischio di smarrire, assieme alla stessa storia di San Jeiunio che là nell'anno 1000 circa vi dimorò.

La breve ricerca ha riportato alla luce la preziosa impronta del tempo bizantino, ma soprattutto ha ridato vita all'illustre Santo italo-greco della nostra Calabria, raccogliendo in una sorta di piccola antologia gli scritti che lo ricordano e gli eventi che hanno portato alla rivalutazione e valorizzazione del Santo, compatrono di Gerace.

Preguntas frecuentes

¿Cómo cancelo mi suscripción?
Simplemente, dirígete a la sección ajustes de la cuenta y haz clic en «Cancelar suscripción». Así de sencillo. Después de cancelar tu suscripción, esta permanecerá activa el tiempo restante que hayas pagado. Obtén más información aquí.
¿Cómo descargo los libros?
Por el momento, todos nuestros libros ePub adaptables a dispositivos móviles se pueden descargar a través de la aplicación. La mayor parte de nuestros PDF también se puede descargar y ya estamos trabajando para que el resto también sea descargable. Obtén más información aquí.
¿En qué se diferencian los planes de precios?
Ambos planes te permiten acceder por completo a la biblioteca y a todas las funciones de Perlego. Las únicas diferencias son el precio y el período de suscripción: con el plan anual ahorrarás en torno a un 30 % en comparación con 12 meses de un plan mensual.
¿Qué es Perlego?
Somos un servicio de suscripción de libros de texto en línea que te permite acceder a toda una biblioteca en línea por menos de lo que cuesta un libro al mes. Con más de un millón de libros sobre más de 1000 categorías, ¡tenemos todo lo que necesitas! Obtén más información aquí.
¿Perlego ofrece la función de texto a voz?
Busca el símbolo de lectura en voz alta en tu próximo libro para ver si puedes escucharlo. La herramienta de lectura en voz alta lee el texto en voz alta por ti, resaltando el texto a medida que se lee. Puedes pausarla, acelerarla y ralentizarla. Obtén más información aquí.
¿Es San Jeiunio compatrono di Gerace un PDF/ePUB en línea?
Sí, puedes acceder a San Jeiunio compatrono di Gerace de Lina Furfaro en formato PDF o ePUB, así como a otros libros populares de Teologia e religione y Religione. Tenemos más de un millón de libros disponibles en nuestro catálogo para que explores.

Información

Año
2019
ISBN
9788869345357
Categoría
Religione

San Jeiunio: compatrono della Città di Gerace dalle fonti letterarie

La Calabria nel VI secolo d.C., a seguito della guerra greco-gotica, e ancora di più a seguito della riforma di Eraclio e di Leone III Isaurico, divenne una regione greca impregnandosi di usanze e cultura tanto da lasciare tracce tra il popolo e il suo ambiente geografico, ricchezze sotto forma di arte, costumi, religiosità.
Giunse così in Calabria la tradizione del monachesimo greco che poi, intorno all’anno 1000, vide una grande diffusione: monaci giungevano dall’Oriente ma anche dalla Sicilia e altri nascevano in loco, rispondendo alla vocazione, ritirandosi in monasteri e spesso cercando eremi, vere e proprie grotte. Tra questi monaci viene annoverato San Jeiunio di Gerace.
Prima di ritirarsi, si legge in molti scritti consultati, il Santo dimorò nel monastero di S. Filippo d’Argirò, in Gerace.
Da notare subito che non si sa la data precisa della fondazione di questo monastero maschile che, come scrive Vincenzo Naymo su Calabria bizantina è un: “Antico e famoso monastero geracese che comunemente si ritiene fondato nella parte occidentale del territorio della città nel 1062 dal Gran Conte Ruggero”(9).
San Filippo d’Argirò venne “ricostruito dalle fondamenta per ordine di Ruggero, il futuro Ruggero II e dalla madre Adelaide, che proprio in quell’anno avrebbero visitato Locri”(10).
Il passaggio di San Jeiunio nel monastero di San Filippo d’Argirò non è confermato dalla ricerca, nonostante anche Ottaviano Pasqua ne parli. Inoltre dove vengono messi insieme Antonio, Jeiunio e Nicodemo, il Pasqua non riferisce fatti storici, ma ciò che comunemente si raccontava: communis hominum consensu.
Enzo D’Agostino riporta in una nota quanto scrive il Pasqua: “In quo coenobio (scil Sancti Philippi) tanta fuit pietas et observatio divinarum traditionum, ut complures clari Christi discipuli, iidemque Cives Hieracienses post obitum communi hominum consensu in Beatorum sedes recepti sint. In his fuere Antonius, Jejunius et Nicodemus Confessores, Virgoque et Martyr Venera. In quorum Sanctorum honorem quotannis festi dies in Ecclesia Hieraciensi recoluntur, Antonii nempe ad X Cal. Septembris, Jejunii itidem VIII Calendas Junii, Nicodemi praeterea III Idus Februarii…(11)»
Leggendo ancora il Prof. Enzo D’Agostino riguardo a questo ribadito passaggio di San Jeiunio nel monastero di San Filippo d’Argirò, notiamo che: il 9 maggio dell’anno 1100, giorno in cui sedeva sulla cattedra geracese il primo vescovo Leonzio, furono iniziati i lavori di ricostruzione del monastero il quale era stato fondato o restaurato dal Granconte. Lo storico, distinguendo due vescovi omonimi, il primo Leonzio e il secondo Leonzio, precisa che:“…I Bioi documentano ancora la presenza frequente e certa nel nostro territorio di santi asceti provenienti anche da altri luoghi, oppure nati qui, in località che ne proteggono gelosamente la memoria ed il culto. Per restare ai più famosi, si citano S. Elia il Giovane e S. Luca di Melicuccà; santi monaci indigeni furono S. Antonio del Castello, S. Jeiunio, S. Nicodemo, S. Giovanni Terista, S. Leo d’Africo…(12) poi più avanti aggiunge che a Gerace si propone la presenza di S. Filippo d’Argirò che in epoca normanna viene rifondato prima dal Granconte e poi da Ruggero II; ebbe le seguenti grance ma non si sa da quando: S. Jeiunio nelle campagne ad ovest di Gerace, menzionata nel 1221, confermando quanto dice Vincenzo Naymo. Aggiunge poi più avanti che: “La memoria di S. Jeiunio – che è incluso nel calendario liturgico diocesano sotto la data del 28 maggio – è meno forte di quella di S. Antonio, poiché a suo nome si può ascrivere soltanto un monastero fondato nei pressi della menzionata grotta, di cui si hanno vaghe notizie solo fino al XVI secolo”.(13)
Secondo Enzo D’Agostino, coloro che affermano che San Jeiunio sia stato in San Filippo d’Argirò, non tengono conto che lo stesso Santo è antecedente alla fondazione di questo monastero. Per approfondimenti si rimanda agli Atti dell’XI Incontro di Studi Bizantini, dunque allo scritto di D’Agostino”(14).
Accanto ai nomi degli altri santi italogreci Santa Venera, Sant’Antonio e San Nicodemo, rifacendosi a quanto scritto dal Vescovo Ottaviano Pasqua, tra le poche fonti storiche più vicine alla vita del Santo, lo studioso sidernese dice: “Ottaviano Pasqua scrisse che nel monastero geracese di S. Filippo d’Argirò si praticarono tanto la pietà e l’osservanza delle leggi divine che era opinione generale che, dopo la morte, fossero stati veramente parecchi i seguaci di Cristo ad essere accolti nel numero dei beati. Tra loro venivano enumerati Antonio, Ieiunio e Nicodemo, confessori, e la vergine e martire Veneranda… Essi vengono ricordati ancora nel calendario liturgico diocesano (il 12 marzo Nicodemo, il 28 maggio Ieiunio, il 28 luglio Veneranda, il 23 agosto Antonio)(15); lo storico D’Agostino continua sottolineando il fatto che: “…su S. Antonio, detto del Castello, e di S. Jeiunio si sa pochissimo, e che poiché il culto tributato ai due è indiscutibile, mantenere la memoria è doveroso”. Poi, soffermandosi in particolare su San Jeiunio scrive, citando la Bibliotheca Sanctorum: “Anacoreta in una grotta localizzata nella contrada a lui dedicata ad ovest di Gerace, sarebbe stato, nel X secolo, anche S. Jeiunio, il cui nome (che è latino) – S. Digiuno – è suggestivo e rinvia facilmente al tipo di vita solitaria e penitente, caratterizzata da lunghi digiuni, che egli avrebbe condotto sulle colline geracesi. La memoria di S. Jeiunio – che è incluso nel calendario liturgico diocesano sotto la data del 28 maggio – è meno forte di quella di S. Antonio, poiché a suo nome si può ascrivere soltanto un monastero fondato nei pressi della menzionata grotta, di cui si hanno vaghe notizie solo fino al XVI secolo”.
Nell’enciclopedia “Bibliotheca Sanctorum” Ist. Giov. XXIII della Pontificia Università Lateranense, Francesco Russo riporta poche notizie compresa la bibliografia. È leggendo il Russo che scopro il probabile nome di battesimo di San Jeiunio e non solo: l’autore aggiunge che questo santo geracese protegge dalle conseguenze delle scottature o più in generale salvaguarda la sua città dal fuoco, tragica fatalità che sempre l’uomo ha temuto, ma che qui non si è mai verificata fortunatamente.
Oggi possiamo dire che, nonostante il largo uso di polvere esplosiva, per feste e riti religiosi prima e per lavoro dopo, nonostante il bosco intorno e la grave siccità, l’uso diffuso del legno per le costruzioni fin dall’antichità, nonostante gli incendi verificatisi anche nell’ultimo secolo nella vegetazione attorno a Gerace, mai questa città, mai i suoi abitanti sono stati vittime della forza della natura che non lascia scampo, il fuoco.
Scrive lo stori...

Índice