Vita romana
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Vita romana

Usi, costumi, istituzioni, tradizioni

Ugo Enrico Paoli

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  1. 288 páginas
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Vita romana

Usi, costumi, istituzioni, tradizioni

Ugo Enrico Paoli

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Citas

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La casa, i cibi, gli indumenti, le donne, gli schiavi, le attività economiche, le professioni, i viaggi, i divertimenti, le superstizioni: i vari aspetti della vita di tutti i giorni nell'antica Roma in un quadro vivo, disegnato da un profondo ed esperto conoscitore della materia.

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Información

Editorial
Mondadori
Año
2017
ISBN
9788852061141
Categoría
Historia

Urbs

Da piccola borgata sul Palatino Roma divenne la più grande metropoli dell’antichità. I suoi primi abitatori scendevano a pascolare gli armenti e a seppellire i loro morti nell’umida e angusta valle, dove poi sorse il Foro; dopo dieci secoli, quando Costantino trasferì a Bisanzio la capitale dell’impero, l’abitato di Roma aveva un perimetro di quasi venti chilometri e una popolazione numerosissima e fitta. Le rive del Tevere da Porta Trigemina sino oltre le pendici dell’Aventino verso sud erano sistemate mediante opere portuali, in modo da assicurare i rifornimenti necessari in abbondanza e con regolarità. Undici acquedotti fornivano ogni giorno una tal quantità di acque che è calcolato un miliardo e mezzo di litri.
Nel IV secolo d.C.1 vi erano, entro la città, undici terme e ottocen-tocinquantasei bagni privati; trentasette porte, quattrocentoventitré quartieri (vici); ventinove grandi strade (viae) dal centro alla periferia, alle quali dobbiamo aggiungere un numero infinito di vie secondarie e di vicoli, e le areae, piazzette che si allargavano in diversi punti fra l’intrico delle vie, venticinque vie suburbane; otto ponti, due Campidogli,2 centonovanta granai, due grandi mercati (macella), duecentocinquantaquattro mulini, otto grandi campi, residui di aree incolte, undici Fori, dieci basiliche, trentasei archi di marmo, millecentocinquantadue fontane, ventotto biblioteche, due circhi, due anfiteatri, tre teatri, due naumachiae atte a offrire spettacoli navali, caserme di gladiatori (ludi).
Con successivi ingrandimenti la Roma quadrata sul Palatino si trasformò nel Septimontium.
Figura 1
Con successivi ingrandimenti la Roma quadrata sul Palatino si trasformò nel Septimontium.
Un successivo stadio di ampliamento di Roma è costituito dalla città quattuor regionum (I. Suburana; II. Esquilina; III. Collina; IV. Palatina).
Figura 2
Un successivo stadio di ampliamento di Roma è costituito dalla città quattuor regionum (I. Suburana; II. Esquilina; III. Collina; IV. Palatina).
Sino dai più antichi tempi la popolazione di Roma fu sempre in aumento, prima per l’associazione di popoli vicini che posero la loro sede nella città, poi come risultato dell’accresciuta potenza di Roma. La città crebbe poco per volta, e a determinati intervalli il territorio fu sottoposto a una nuova sistemazione, più in armonia con le cambiate esigenze urbane e con l’accresciuta popolazione.
Le varie tappe del progressivo aumento di Roma, che ne riassumono la storia materiale, sono rappresentate da quei successivi ingrandimenti per i quali la Roma Quadrata sul Palatino si trasformò nel Septimontium3 (fig. 1), quindi nella città quattuor regionum4 (fig. 2), città serviana, nella Roma augustea e finalmente nella Roma aureliana. La densità della popolazione variò con le età; raggiunse il massimo nel II secolo d.C. Ma anche in quell’età una parte dell’area urbana rimase libera.
Alla città, già molto estesa sino dagli ultimi tempi della repubblica, Augusto dette una sistemazione amministrativa che rimase fondamentale in tutto il periodo dell’impero. Il territorio della città venne da lui limitato con una cinta daziaria5 e diviso in quattordici regioni6 (tredici sulla sinistra del fiume, una sulla destra, il Trastevere). Le regioni di Augusto sono circoscrizioni amministrative, che in massima (se si eccettua il Campidoglio e il Palatino) non tengono conto delle unità topografiche, edilizie e storiche della città.7 Alle singole regioni era preposto un magistrato annuo; in ognuna vi era una caserma (excubitorium) dove risiedevano i Vigiles,8 corpo di polizia creato soprattutto per l’estinzione degl’incendi.9 Quando nel IV secolo d.C. furono istituiti i medici condotti, ogni regione ebbe i suoi. La regione augustea comprendeva un certo numero di circoscrizioni minori, dette vici,10 con a capo magistri o vicomagistri (quarantotto per ogni regione), eletti dai cittadini del rione. Il circuito esterno della città nel III secolo d.C. fu fortificato con le mura aureliane, che seguivano all’incirca la linea daziaria di Vespasiano e Tito.
La città augustea e imperiale è la più grande di Roma, quella di cui ci rimane il maggior numero di monumenti.
Anche quando Roma si fu estesa in modo che i limiti dell’abitato si trovavano molto lontani dall’antico «solco di Romolo», il centro della vita romana non si spostò. Dove erano state le origini, là rimase il cuore di Roma. Nell’avvallamento ai piedi del Campidoglio e del Palatino Roma viveva la sua vita più intensa: la politica, gli affari, l’amministrazione della giustizia, le parate ufficiali, e anche il commercio cittadino del quotidiano vendere e comprare avevano il loro maggior centro nel Foro e nelle immediate vicinanze del Foro. Oltre al Foro costituivano perciò il centro di Roma la regione del Circo Massimo, fra il Palatino e l’Aventino; inoltre, dalla parte del Tevere (nel tratto di fronte al Palatino e al Campidoglio), la regione del Velabro e del Foro Boario, compresa tra il Campidoglio, il Palatino, l’Aventino e il fiume; dalla parte opposta, il quartiere dell’Argileto e della Suburra che si prolungava lungo le pendici dell’Esquilino.
Aree abitate e aree libere nella Roma imperiale secondo i calcoli di A. von Gerkan. La densità della popolazione raggiunge il massimo nel II sec. d.C.; ma anche in quell’età una parte dell’area urbana rimase libera.
Figura 3
Aree abitate e aree libere nella Roma imperiale secondo i calcoli di A. von Gerkan. La densità della popolazione raggiunge il massimo nel II sec. d.C.; ma anche in quell’età una parte dell’area urbana rimase libera.
Il Foro,11 quando sorse Roma, era una piana acquitrinosa e disabitata; ma ben presto la culla di Roma, il Palatino, non ebbe più terreno per contenere la popolazione ingranditasi rapidamente; si prosciugò allora la melmosa valle ai piedi del colle, vi si costruirono i primi edifici e strade ben lastricate, come la Via Sacra. Fra i primi templi che vi furono innalzati, il più famoso è il tempio di Giano, le cui porte si chiudevano solo in tempo di pace; e restarono aperte per secoli, sino ad Augusto. Non ne rimangono tracce salvo che in alcune monete. Antichissimo era anche il Tempio di Vesta più volte distrutto da incendi e sempre riedificato.
Il Foro era percorso longitudinalmente dalla Cloaca Maxima,12 che poi, traversando il Velabro, giungeva al Tevere. Cambiò più volte aspetto; ma fu sempre il fervido focolare della vita di Roma. Nei primi secoli la vita politica del Foro si ristrinse nella parte settentrionale, in quell’angolo che si chiamò Comitium; gli uomini di affari si incontravano nella Basilica Porcia;13 nel rimanente della piazza vi era il mercato cittadino. Alcuni versi di Plauto14 documentano che in quella età (II secolo a.C.) il Foro continuava a essere, oltre che il centro della vita pubblica, anche un grande mercato. «Chi vuol trovare un uomo che manca alla sua parola, vada nel Comitium; i mariti ricchi che hanno voglia di rovinarsi cercali nei pressi della Basilica: lì vi sono anche sgualdrine, uomini pervertiti, e gente intenta a stipular contratti; quelli che amano far delle cene in comune con gli amici li troverai nel Forum piscarium.»
Pianta del Foro Romano con i principali monumenti i cui resti sono ancora oggi visibili (in nero nella figura) o facilmente ricostruibili.
Figura 4
Pianta del Foro Romano con i principali monumenti i cui resti sono ancora oggi visibili (in nero nella figura) o facilmente ricostruibili.
Nel 179 a.C.15 tutte le maggiori botteghe del Foro furono riunite in un grande Macellum (mercato di ogni genere di commestibili; tale è il senso della parola latina, differente dal nos...

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