Io Pierre Rivière,
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Io Pierre Rivière,

avendo sgozzato mia madre, mia sorella e mio fratello... Un caso di parricidio nel xix secolo

AA. VV., Michel Foucault

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Io Pierre Rivière,

avendo sgozzato mia madre, mia sorella e mio fratello... Un caso di parricidio nel xix secolo

AA. VV., Michel Foucault

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Información del libro

Nel giugno 1835 un giovane contadino normanno che passa per l'idiota del villaggio, Pierre Rivière, sgozza una sorella, un fratello e la madre per «liberare » il padre dalle persecuzioni della moglie. Perché? Attraverso le perizie medico-legali, le dichiarazioni dei testimoni, gli articoli dei giornali, la «memoria» dello stesso Rivière, Michel Foucault e i suoi collaboratori al seminario del Collège de France raccontano la storia della sua famiglia e provano a spiegare i moventi dell'insano gesto, rinunciando di proposito agli scandagli delle varie forme di psicologia e dell'antropologia culturale per concentrare la loro analisi sui rapporti tra scienza e potere, tra individuo e strutture sociali di controllo. Per questa via il libro offre un contributo originale al dibattito sulle grandi istituzioni custodialistiche e repressive, cui lo stesso Foucault ha partecipato da protagonista con le sue magistrali ricerche sulla clinica, il manicomio, la prigione.

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Información

Editorial
EINAUDI
Año
2020
ISBN
9788858433140
Parte prima

Il dossier

I.

Il crimine e l’arresto

I. Processo verbale del giudice di pace.

Oggi, 3 giugno 1835, all’una del pomeriggio.
Noi, François-Édouard Baudouin, giudice di pace del cantone di Aunay, assistito da Louis-Léandre Langliney, nostro cancelliere.
Or ora informato dal sindaco del comune di Aunay, che uno spaventoso omicidio è stato appena commesso nel detto comune di Aunay, nel villaggio chiamato La Faucterie, al domicilio del signor Pierre-Margrin Rivière, agricoltore proprietario, assente da casa sua, come ci vien detto, dal mattino; ci siamo immediatamente recati al detto domicilio, accompagnati dal sindaco di Aunay, ed anche dai signori Morin, dottore in medicina, e Cordier, ufficiale sanitario, entrambi domiciliati ad Aunay, venuti su nostra richiesta secondo quanto prescritto dalla legge. Entrati in una casa, al pianterreno, che viene usato come stanza, costeggiata a nord dalla strada comunale da Aunay a Saint-Agnan, rischiarata a mezzogiorno da una finestra e da una porta, e a nord da una porta di vetro, vi abbiamo trovato tre cadaveri giacenti per terra: 1) Una donna di circa quarant’anni rovesciata sul dorso di fronte al camino dove sembra che fosse occupata, nel momento in cui è stata assassinata, a far cuocere della farinata che era ancora in una pentola sul focolare. Questa donna è vestita come al solito, spettinata; ha il collo e la parte posteriore del cranio tagliati a coltellate. 2) Un bambino fra i sette e gli otto anni, vestito con una camicia azzurra, pantaloni, calze, e scarpe, riversato sul ventre con il viso contro terra, con la testa spaccata di dietro a grande profondità. 3) Una ragazza vestita di tela indiana, con le calze, senza scarpe né zoccoli, riversata sul dorso, con i piedi sulla soglia della porta che dà sul cortile, verso mezzogiorno, con il telaio per merletti poggiato sul ventre, con la cuffia di cotone ai suoi piedi, e una grossa manciata di capelli che sembrano esserle stati strappati al momento dell’omicidio; il lato destro del viso e il collo tagliati a coltellate a grande profondità. Sembrerebbe che questa sventurata giovane lavorasse al suo merletto, vicino alla porta di vetro di fronte a quella dove è caduta, dal momento che i suoi zoccoli sono rimasti ai piedi della sedia che si trova lí.
Questo triplice assassinio sembra esser stato commesso con uno strumento tagliente.
Le vittime si chiamano: la prima, Victoire Brion, moglie di Pierre-Margrin Rivière; la seconda, Jules Rivière; la terza, Victoire Rivière; queste ultime due, figli della prima.
Designando l’opinione pubblica alla giustizia tale Pierre Rivière, figlio e fratello degli assassinati, come autore di questo crimine, abbiamo informato il brigadiere della gendarmeria, di stanza a Mesnil Ozouf, di questo avvenimento, dopo esserci assicurati che l’accusato era scappato immediatamente dopo il crimine che gli è imputato, richiedendo a questo funzionario di ricercarlo immediatamente ed arrestarlo, se è possibile.
Abbiamo invitato i signori Morin e Cordier a fare tutte le operazioni che crederanno necessarie per accertare e constatare le cause della morte, ciò a cui hanno ottemperato, dopo aver prestato il giuramento richiesto in tal caso, facendo loro osservare che è ben noto che la madre deve essere incinta.
I signori medici avendo terminato le loro operazioni alle quali abbiamo assistito, ci hanno rimesso il loro processo verbale che noi abbiamo allegato al presente, dopo averlo timbrato e sigillato con il sigillo del tribunale di pace.

2. Processo verbale dei medici che hanno constatato i decessi.

Oggi, 3 giugno 1835.
Noi, Théodore Morin, dottore in medicina, e Thomas-Adrien Cordière, ufficiale sanitario, domiciliati ad Aunay; ci siamo recati verso le due del pomeriggio, su richiesta del giudice di pace del cantone di Aunay, e del sindaco al villaggio della Faucterie, comune di Aunay, nella casa del signor Pierre-Margrin Rivière; una volta entrativi abbiamo notato tre cadaveri nel seguente stato:
1) Una donna, che ci è stato detto essere tale Victoire Brion, moglie del suddetto Rivière, rovesciata sul dorso, con i piedi appoggiati contro il focolare e un po’ inclinati, la mano destra lungo il fianco, le dita contratte, la mano sinistra piegata sul petto, i vestiti sono abbastanza in buon ordine, salvo l’acconciatura che consiste in una cuffia di cotone, che si trova sotto la testa del cadavere; una enorme quantità di sangue è sparsa intorno al capo, il collo dal lato destro e sulla parte anteriore come la faccia, sono talmente fatti a pezzi, che le vertebre cervicali sono completamente separate dal tronco, la pelle e i muscoli del lato sinistro trattengono ancora la testa, il parietale dal lato destro è completamente spezzato; il colpo si è prolungato verso la sommità del cranio e cosí in profondità che la polpa cerebrale è stata staccata nella massima parte; diversi altri colpi sono stati portati su tutto il viso e con una violenza tale che le ossa e i muscoli non sembrano piú fare che una poltiglia. Essendo la donna in istato di gravidanza, noi abbiamo su richiesta dell’autorità, proceduto all’autopsia del cadavere; avendo fatto un’incisione ed aperto l’utero, abbiamo trovato un feto di sesso femminile, giunto a circa sei mesi e mezzo di gestazione. Lo stomaco che è stato aperto presentava uno stato di vacuità completa. Non abbiamo spinto piú oltre le nostre ricerche, dal momento che la causa della morte è certa poiché, come abbiamo detto, la testa è quasi separata dal tronco, essendo state tagliate le vene giugulari e le arterie carotidee, la morte deve esser stata istantanea.
2) All’estremità del cadavere che abbiamo descritto si trova un bambino fra i sette e gli otto anni, che ci hanno detto essere Jules Rivière; è steso con il viso contro terra, ancora coperto dei suoi abiti, con la testa in mezzo ad un’enorme quantità di sangue; ai due lati, quello laterale e quello posteriore, si notano larghe e profonde incisioni che sono penetrate a fondo nel cervello in piú direzioni, insieme a numerosi colpi che devono esser stati portati al cervelletto, poiché la volta del cranio poteva essere staccata con facilità; un colpo è stato portato anche alla nuca e senza aver leso le vertebre cervicali, molti altri colpi sono stati ancora portati alle spalle ed hanno attraversato la camicia e gli altri vestiti; del resto, queste ultime ferite non presentano di per se stesse particolare gravità; non abbiamo creduto di dover procedere all’esame delle cavità splancniche e toraciche, dal momento che la causa della morte è anche qui certa, poiché essendo il cervello ed il cervelletto completamente fatti a pezzi, le arterie che li attraversano sono state completamente spaccate.
3) A sud dell’appartamento e vicino al cadavere che abbiamo appena descritto, si trova una ragazza di circa diciotto anni, rovesciata sul dorso, che non ha ai piedi che le calze, il suo telaio per merletti è ancora al suo fianco sinistro, i vestiti sono in uno stato di disordine, la testa è nuda, i capelli sciolti sono stati strappati, se ne vede una certa quantità ai suoi piedi, le braccia sono quasi incrociate sul petto; il fazzoletto e la pettorina sono stati lacerati, il che indica che la vittima ha opposto una certa resistenza al suo assassino. Sul lato destro del collo, si notano due larghe e profonde incisioni: la prima, in basso, ha spaccato non solo la pelle ed i muscoli, ma anche la carotide; la seconda vertebra cervicale è stata completamente staccata. Al di sopra di questa prima incisione, se ne trovano ancora parecchie altre nella stessa direzione, le quali, per quanto profonde, sono state arrestate dal ramo ascendente della mascella inferiore; la faccia è solcata in piú sensi da larghe e profonde ferite, la mascella inferiore è quasi staccata verso la sinfisi del mento, la mascella superiore è parimenti staccata da un colpo che, dirigendosi al di sopra delle orbite è quasi penetrato nel cervello, un’incisione obliqua da destra a sinistra ha staccato completamente le fosse nasali. Sulla base di queste osservazioni, pensiamo che queste diverse ferite, per la maggior parte mortali, rendono inutile l’autopsia di questo cadavere. È quasi certo che queste ferite sono state prodotte da uno strumento appuntito e tagliente.
Il presente processo verbale chiuso e definito il giorno, mese e anno sopra indicati, che noi attestiamo sincero e veritiero in tutto il suo contenuto, è stato consegnato al giudice di pace immediatamente dopo le nostre operazioni.
Seguono le firme.

3. Deposizioni dei testimoni del crimine dinanzi al giudice di pace.

Marie Rivière, 74 anni:
Oggi, fra le undici e mezzo e mezzogiorno, mentre stavo sulla porta di casa mia che, come vedete dà sullo stesso cortile della casa dove è stato commesso il crimine, dall’altro lato di questo cortile a sinistra, ho scorto la giovane Victoire Rivière sulla porta verso il nostro cortile che suo fratello teneva per i capelli. Ella sembrava volersene scappare. Quando mi sono avvicinata a loro Pierre Rivière teneva in mano una roncola che levava sulla sorella. Ho gridato: – Ah, disgraziato, che stai facendo, – cercando di fermargli il braccio ma nello stesso momento egli ha portato sulla testa della sventurata sorella numerosi colpi di roncola che l’hanno stesa morta ai suoi piedi. Tutto ciò è accaduto in meno di un minuto. Egli è scappato per la porta che dà sulla strada comunale dirigendosi verso il borgo di Aunay, in quel momento io ho messo la testa in casa e ho visto i cadaveri di sua madre e del fratellino, ho perso la ragione e mi sono messa a gridare dio mio che disgrazia dio mio che disgrazia. Parecchie persone sono accorse ma tutte quelle che occupano le case del nostro cortile erano assenti in quel momento da casa loro.
Jean Postel, 50 anni, domestico presso il signor Lerot:
Verso mezzogiorno oggi ritornando dal cercare del trifoglio che portavo sulla testa ho sentito lungo il cammino la vedova di Pierre Rivière gridare: – Ah dio mio che disgrazia! ah dio mio che disgrazia! – In quello stesso momento ho anche sentito un’altra voce che non conoscevo gridare: – Sono tutti morti, – e arrivando nei pressi della porta della nostra scuderia ho scorto Pierre Rivière. Aveva una roncola insanguinata, anche la mano lo era. Mi ha detto che se ne andava verso il borgo: – Fate attenzione che non succeda qualcosa a mia madre –. Ho ascoltato questa raccomandazione senza sapere ciò che significava ma subito dopo avendo avuto conoscenza dell’omicidio commesso, ho pensato che era di sua nonna che voleva parlare.
Victoire-Aimée Lerot, moglie di Jean André, 40 anni:
Oggi verso mezzogiorno mentre stavo per entrare in casa di mio fratello che è di fronte a quella del signor Pierre-Margrin Rivière, ho scorto Pierre Rivière, figlio di questi che usciva dalla sua casa attraverso la porta di vetro che dà sulla strada comunale dirigendosi verso il borgo di Aunay. Egli aveva una roncola insanguinata; passandomi accanto, mi ha detto: – Ho appena liberato mio padre da tutte le sue sventure. So che mi si farà morire ma questo non m’importa niente, – aggiungendo, – vi raccomando mia madre.

4. Processo verbale del procuratore del re a Vire.

Noi, procuratore del re presso il tribunale civile di Vire, informato dalla pubblica voce che un crimine d’assassinio era stato commesso nel comune di Aunay, ci siamo immediatamente recati sul posto con il luogotenente della gendarmeria, dopo aver informato il giudice istruttore del nostro trasferimento, e lí abbiamo proceduto come segue:
Avendo il giudice di pace di Aunay, come ci ha fatto sapere, constatato la materialità del crimine con il suo processo verbale datato dell’altro ieri, abbiamo creduto inutile procedere ad un’inchiesta il cui oggetto su questo punto diventa ora inutile; ma visto che le prove piú evidenti stabiliscono che tale Pierre Rivière, di vent’anni, agricoltore ad Aunay, ha volontariamente dato la morte: 1) a Marie-Anne Brion sposata Rivière, sua madre; 2) a Marguerite Rivière; 3) ed a Jules Rivière, suoi fratello e sorella, ci siamo innanzitutto occupati delle misure atte ad assicurare il suo arresto: di conseguenza, abbiamo richiesto ai sindaci dei comuni di Aunay, Roucamps, Le Plessis e altri circonvicini di mettere a disposizione un certo numero di guardie nazionali, incaricate d’operare l’arresto del suddetto Pierre Rivière.
Fatto ciò ci siamo recati al villaggio della Faucterie, dove abbiamo raccolto le informazioni seguenti sul suddetto Pierre Rivière.
Abbiamo creduto di dover ascoltare senza la prestazione del giuramento il padre, la nonna e una delle sorelle dell’accusato, ed ecco in breve quali sono state le loro dichiarazioni.
Pierre Rivière è stato sin dall’infanzia un motivo di pena per la sua famiglia, egli era ostinato e taciturno; la stessa compagnia dei suoi genitori gli era di peso. Mai mostrò per suo padre e per sua madre l’affetto d’un figlio. La madre soprattutto gli era odiosa. Provava talvolta, avvicinandosi a lei, come un movimento di repulsione e di frenesia.
Pierre Rivière portava del resto in tutte le abitudini della vita questa durezza di carattere che faceva la disperazione della sua famiglia. Ci si ricorda di averlo visto nella sua infanzia godere a stritolare degli uccellini fra due pietre, o ad inseguire dei bambini della sua età, con strumenti con cui li minacciava di morte.
Talvolta egli fuggiva dalla casa paterna e cercava un rifugio in cave dove trascorreva la notte. Al ritorno dalle sue escursioni notturne, diceva d’aver visto il diavolo e d’aver stretto un patto con lui.
Si è sempre notata la sua avversione per le donne.
In certi momenti parlava da solo, si animava ed esaltava.
In età piú avanzata, si dedicò con ardore alla lettura di certi libri e la memoria lo serviva a meraviglia nelle sue letture... Sembra che in un certo periodo, consacrasse la notte a leggere delle opere filosofiche.
Dall’irreligione passò ad una grande pietà, o almeno alle pratiche apparenti della devozione.
Il giubileo che ha avuto luogo due anni fa, sembra aver operato questo cambiamento.
Suo padre l’ha sorpreso, durante la notte, nella lettura del catechismo di Montpellier (libro che gli aveva prestato il parroco di Aunay).
Durante l’anno appena trascorso, si è comunicato due volte ed ha fatto la Pasqua.
Il sabato, 30 del mese scorso, prese i suoi abiti da festa, e il giorno del crimine, dopo aver cambiato d’abito tre volte, si vestí con quelli della domenica. Vedendo ciò, sua nonna gli disse: – Ma qual è dunque la tua intenzione? – Al che egli rispose: – Lo saprete stasera... – Quel mattino, Pierre Rivière si era lamentato d’un gran malessere, soffriva allo stomaco, diceva.
Solitario, violento e crudele, ecco Pierre Rivière visto sotto l’aspetto morale; è in certo qual modo un essere a parte, un selvaggio che sfugge alle leggi della simpatia e della socievolezza, poiché la società gli era altrettanto odiosa che la sua famiglia, sicché domandava a suo padre se non era possibile all’uomo vivere nei boschi, di erbe e di radici.
Lo...

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