Introduzione
Proverò a spiegare come nasce “Ali per volare”. Quando ho iniziato il mio percorso di formazione come novizia nella Fraternità Secolare Trinitaria della cittadina in cui vivo, Castelforte in provincia di Latina, ho letto “Il Progetto di Vita Laicale Trinitario” e sono stata attratta da un concetto: “Bisogna aspirare a cose sublimi, siamo stati creati per le altezze, non ci contentiamo di essere uccelli in gabbia, incapaci di alzarsi in volo”, frase che troverai di seguito indicata anche nel breve articolo in cui descrivo la mia consacrazione “Piccola cronaca per grandi sensazioni”. Da allora, da quando ho dato il mio sì, ho iniziato a raccogliere ciò che scrivo.
Per poter volare, spiccare il volo, avevo bisogno di ali, allora ho cercato di costruirle, usando come penne i miei pensieri , come piume i versi delle poesie, sono penne e piume che portano in sé i mille colori del Natale, il dolce profumo della Pasqua e, perché no, il ritmo frenetico della quotidianità della vita, ma ciò che contengono particolarmente è il mio mondo interiore. Ali con cui posso raggiungere anche chi è lontano e donargli ciò che il Signore mi ha donato, mi dona e continuerà a donarmi domani: la gioia di amare. Quando scrivo mi accorgo che il pensiero che nasce, è rivolto a me e tutti quelli che, come me, hanno sete di amore e voglia di amare, anche quello che inizialmente può apparire malinconico, si conclude con un invito alla gioia, alla mera gioia del donare. Oltre alla gioia del donare c’è la gioia del perdonare, del condividere.
Troverai tra le pagine che seguono un alternarsi di riflessioni, pensieri e poesia, celando forme di catechesi il tutto legato insieme dalla gioiosa voglia di amare.
Ora è con gioia che ti auguro una buona lettura...
Piccola cronaca per grandi sensazioni!
“Rito di Consacrazione a Dio, Uno e Trino”
(Giugno 2009)
Ciao, sono Consiglia, una delle due consacrate a Dio, uno e trino, nella Fraternità Secolare Trinitaria di Castelforte, è nel nome della Santa e Indivisibile Trinità che provo a descrivere in poche righe, le sensazioni, l’emozione e la gioia presente in me, nell’altra candidata, nelle consorelle e in tutta la comunità presente, domenica 7 giugno 2009, nella chiesa dell’Annunziata, per la festa solenne della SS.ma Trinità. L’atmosfera prima della celebrazione era piuttosto tesa, ma una volta completati i preparativi - i Trisagi da benedire, il distintivo trinitario per la candidata all’ammissione, gli Scapolari, ciò che era da dire, il posto dove sedersi - inizia la recita del Santo Rosario, il vociare di sottofondo, si trasforma in sacro silenzio. Inizia la celebrazione, la Liturgia della Parola, è proclamato il Vangelo, ecco che, finita l’omelia, prima la Madre Superiora, Suor Marianna come di Sr. Florentine e Sr. Maria Giovanna, poi, la Presidente della Fraternità, lei a nome di tutte le consorelle, hanno rinnovato le Promesse della loro Consacrazione alla SS.ma Trinità, a questo punto, mi sento chiamare, avanzo e pronuncio il mio “Eccomi”, poi con la Madre ci siamo spostate verso l’altare, in prossimità del presbiterio, lì che dire, il mio cuore andava a tremila battiti al secondo, ma sono riuscita a sedare l’emozione, ho pronunciato la mia formula di consacrazione cercando di non far tremare la voce ma, alzando lo sguardo verso l’assemblea presente in chiesa, mi sono accorta che quell’emozione aveva toccato il cuore un po’ a tutti. Terminato il momento trinitario, la celebrazione è proseguita regolarmente. Finita la S. Messa ci siamo ritrovati tutti nel salone delle suore per un momento di condivisione fraterna. Leggendo il Progetto di Vita del Laicato Trinitario sono stata colpita da una frase presente nella spiegazione: - Bisogna aspirare a cose sublimi, siamo stati creati per le altezze, non ci contentiamo di essere uccelli in gabbia, incapaci di alzarsi in volo.- Ecco, il mio cuore vuol provare a volare con le ali dei suoi desideri, e quello di dare il suo Sì era il primo della lista!
Con la gioia e l’amore della SS.ma Trinità nel cuore.
La mia preghiera del mattino
(Gennaio 2003)
Grazie Signore,
per avermi donato un altro giorno da vivere!
Cercherò di viverlo pienamente,
impegnandomi a testimoniare
la tua infinita bontà.
Proverò a trasmettere gioia,
segno del tuo amore.
Ma se dovessi inciampare e cadere,
confido nella tua pietà,
nella tua eterna misericordia,
da cui attingerò la forza per rialzarmi
e lottare con più vigore di prima.
Grazie Signore!
Godersi il momento
(Aprile 2006)
Corri, t’affanni, t’affretti,
perché non aspetti?
Fermati, guardati intorno,
il minuto che passa, ti dice: -Non torno!-
Goditi questo momento,
renderai il tuo cuore contento.
La fede: il dono di un abbraccio
(Febbraio, 2005)
Sì, per me la Fede è il dono di un abbraccio che ti unisce a Dio. È nel Battesimo che si riceve quell’abbraccio, lì nasce la Fede: dal calore di un abbraccio. Il Signore abbraccia ognuno di noi per dirci quanto ci vuole bene. Ha donato la Fede a me, a te che ti accingi a leggere queste poche righe, quando ancora non distinguevamo la notte dal giorno. A me è stata donata a pochi giorni di vita, ne avevo solo 25! Da allora non mi ha più lasciata. Senza dubbio la Fede che oggi nutro per il Signore è ben diversa da quella dell’adolescenza. Ho sempre lavorato nella Chiesa di Cristo, sin da bambina, già a 5 anni cantavo nel coro parrocchiale. Crescendo ho speso tante energie cercando di attuare opere di carità, ero convinta di essere nel giusto, pensavo di operare nel bene, ma non era così. La Fede c’era sì tanta, ma non era quella che il Signore chiede. Nel mio cuore non c’era il sano silenzio, c’era tanta confusione mista a rabbia, quindi non riuscivo ad incontrare il Signore. Ma un giorno, poiché avevo tanta voglia di incontrarlo, non sapevo come, ma volevo farlo, forse non mi crederai: è successo! È stato così semplice che io stessa avevo difficoltà a crederci, mi sono bastate poche parole del mio confessore, mi è bastato un: - Dimmi tutto, ti ascolto! - perché il mio cuore cominciasse a pulsare con un ritmo diverso, si accorgesse della Sua Presenza. In quel momento la mia Fede è diventata coraggio e tutto è diventato più facile, ho liberato il mio cuore, ridandogli la giusta luce, la giusta vitalità. Sì quell’incontro ha rivoluzionato la mia vita interiore ed esteriore. Perdonami, amico/a che leggi, ma per testimoniarti la mia Fede, non posso fare altro che raccontare uno “spicchio” della mia vita, perché la Fede è testimoniata solo se vissuta. Per me questo è il “momento di vita” più significativo perché senza, la mia Fede e la mia vita come credente nel Cristo Risorto, non avrebbero avuto il loro giusto senso.
Io alimento e mantengo viva la mia Fede nutrendola con la Parola. Forse ti chiederai come, ma nel modo che sicuramente ti è già noto: ascoltando (sentire - comprendere - ubbidire), vedendo immaginando e pregando il Vangelo, e non solo, anche tutta la Sacra Scrittura. Il Vangelo è l’ossigeno vivo. C’è una preghiera nel Vangelo che lo scrittore latino Tertulliano chiamava “breviarium totius Evangelii” (breve sintesi di tutto il Vangelo), mi riferisco, come s...