Il leone di San Marco. Simbolo di Venezia
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Il leone di San Marco. Simbolo di Venezia

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Il leone di San Marco. Simbolo di Venezia

Informazioni su questo libro

Da cosa nasce cosa: il restauro di un'antica pietra attira un progetto didattico e questo viene condiviso mediante una mostra al pubblico; il tutto infine diventa libro che contiene una proposta di alto valore educativo.
E tutto questo grazie ad una rete di collaborazioni che il liceo Giovanni Paolo I ha intessuto con soggetti istituzionali e privati di Venezia. Contributi di:
Adriana Augusti, Natalino Bonazza, Anna Chiarelli, Fabrizio Favaro, Patrizia Fiasconaro, Anna Fornezza, Ettore Merkel, Leonardo Pasqualetto, Claudio Torresan

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Informazioni

Parte Seconda
SCHEDE DI APPROFONDIMENTO
Il leone nell’arte antica simbolo in Oriente e in Occidente
Il significato simbolico del leone ha origini molto lontane e appartiene sia alla civiltà orientale che a quella occidentale. Esistono molte storie fantastiche riguardanti il così detto re degli animali, una di queste riguarda la sua nascita. Secondo il testo proto cristiano Physiologus una leonessa partorisce un cucciolo morto che veglia per tre giorni interi fino all’arrivo del padre il quale soffia sul muso del piccolo indirizzando un alito vitale nelle narici del leoncino e riportandolo così in vita. Questo aspetto legato alla luce e alla vita viene ripreso nell’antico Egitto dove si rappresentava la costellazione del leone con l’animale in piedi su un serpente significando la vittoria della luce sulle tenebre. Per di più il leone viene considerato dagli egizi animale regale per eccellenza, addomesticato e compagno di battaglia: quando si slancia contro i nemici è allegoria dello stesso faraone. Spesso viene raffigurato a coppie che si danno la schiena richiamando così anche il corso del sole. Si ritiene di poter vedere il corpo del leone nella Sfinge, l’opera che maggiormente individua le caratteristiche dell’arte egizia: un leone con ali e volto di donna.
Gli egizi non sono stati i primi a ritrarre il felino, infatti la raffigurazione del leone percorre ininterrottamente la storia dell’uomo, mantenendo intatta la sua simbologia di forza, potenza e regalità; a questo riguardo una delle sue più antiche rappresentazioni, 20.000-17.500 a.C. (?), è stata riportata alla luce in Francia nella caverna di Vallon-Pont-d’Arc nella regione dell’Ardèche, oggi nota come grotta Chauvet.
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Teste di felini, ca 20000-17500 a.C. (?). Grotta Chauvet, particolare del Ciclo dei leoni.
La tradizione dei leoni a guardia delle porte trova splendidi esempi nell’arte sumerica, in quella babilonese con il leone andante in ceramica invetriata a custodia della porta di Ishtar3 e in quella micenea con la famosa porta dei leoni il cui pode-roso architrave è sormontato da un fregio triangolare con una colonna e due leoni rampanti.
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Leone andante, ca. VII secolo a. C., mattonelle di ceramica invetriata. Parigi, Museo del Louvre.
In tutto l’Oriente è comune l’immagine del leone che divora il toro e il cinghiale: è simbolo del sovrano vincitore che annienta il popolo avversario.
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Micene, porta dei Leoni, XIV secolo a.C.. Ingresso principale all’Acropoli.
In Grecia la raffigurazione del leone mantiene intatta la sua simbologia di forza, potenza e regalità, spesso incontestabilmente legata al sacro e alla figura mitica identificandola direttamente con esseri divini sia maschili che femminili.
In relazione alla tradizione mitica si può ricordare il leone di Nemea, un animale gigantesco che fu ucciso da Eracle nella prima delle sue dodici fatiche: l’eroe si lanciò all’inseguimento del mostro che errava per la terra dell’Argolide, armato di arco, frecce e clava. Combattè infine la belva a mani nude strangolandola a morte.
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Eracle in lotta con il leone Meneo. Particolare del mosaico delle Dodici fatiche di Liria (Valenzia), prima metà del III secolo. Museo Archeologico Nacional de España, Madrid.
Eracle, dopo aver scuoiato l’animale, si gettò addosso come un mantello la resistente e impenetrabile pelle del leone leontè , utilizzando la testa di quello come un elmo.
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Antonio del Pollaiolo, Ercole e l’Idra, 1460 ca., Firenze, Galleria degli uffizi.
La figura del leone rimane indissolubilmente legata attraverso Eracle alla dinastia macedone degli Argeadi. Il simbolo della dinastia macedone secondo alcuni studiosi avrebbe una natura “solare”, mentre per altri la disposizione delle punte richiamerebbe la stella rappresentante la costellazione consacrata all’eroe dopo la sua morte.
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Il Sole di Vergina, simbolo della dinastia macedone, così chiamato perché è stato rinvenuto durante alcuni scavi archeologici a Vergina, nella regione greca della Macedonia, su uno scrigno dorato posto nelle tombe dei re dell’antico regno macedone.
La critica moderna ha tuttavia proposto una fantasiosa ipotesi, secondo cui la stessa costellazione dedicata all’eroe richiamerebbe proprio nella sua fitta rete di raggi il crine fulvo e fitto della fiera nemea. Del resto, la pratica della caccia al leone rientrava tra le attività strettamente connesse alla paidèia dei giovani sovrani argeadi, proprio a rinverdire i fasti della gloriosa impresa dell’avo Eracle.
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Pavimento musivo, IV-III sec. a.C., Museo di Pella, Grecia.
Al di là di questo, comunque, tra i sovrani macedoni Alessandro III fu sicuramente il più assiduo fruitore della natura “leonina” dell’illustre avo. A dimostrazione di ciò, infatti, era solito andare in battaglia con un elmo modellato sulle fauci di un leone ruggente. Anche altri aspetti dell’iconografia legata al sovrano macedone richiamano secondo molti studiosi un’immagine leonina. La chioma fulva e abbondante mossa dal vento nelle innumerevoli testimonianze numismatiche evocherebbe infatti la criniera della fiera, trasmessasi assieme alla sua forza per la diretta discendenza da Eracle.
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La tetadramma di Alessandro III caratterizzata al dritto dal ritratto di alessandro raffigurato sotto le sembianze di Eracle con la leontè, ed al rovescio della figura seminuda di zeus annone con aquila e scettro.
A livello letterario poi, nell’Alessandra, 4 opera storico-propagandistica, Licofrone5 definisce il sovrano per le sue origini «Tesprota e Calastreo [...] leone ardente» che con la forza dei suoi artigli unirà Oriente e Occidente (vv. 1435-1460 pas- sim ). È possibile dunque notare come a secoli di distanza dalla incomparabile parabola del giovane sovrano macedone fosse rimasto nell’immaginario collettivo la sua effigie di “leone ardente” di coraggio e forza, come l’illustre avo. L’efficacia di questa icona del sovrano della stirpe degli argeadi rischiò di essere oscurata sul nascere alla sua prima impresa. Quando Alessandro, infatti, ancora allora erede di Filippo II, stava per celebrare la sua prima vittoria sui Greci a Cheronea, e proporsi come “giovane leone argeade” soprattutto di fronte a chi, come Demostene, fuggito sul campo di battaglia, lo aveva soprannominato “il cucciolo”, i Greci eressero sul tumulo dei loro caduti un leone di marmo. La reazione dei macedoni, e in particolar modo del diciottenne Alessandro, si dimostrò subito durissima: ordinò infatti che gli hetàiroi macedoni portassero a Pella come trofeo di guerra, proprio quella statua, al fine che un leone “greco” non oscurasse il fulgore della nascente stella argeade (Plutarco, Vita di Alessandro , 23-27). L’immagine di Alessandro con la leontè e l’associazione della sua forza a quella del leone tuttavia non si spense con la sua morte a Babilonia nel 323. Come per le sue pose con la testa reclinata, con addosso la leontè o con la fulva criniera al vento, il suo volto rimase modello abusato per tutta l’età ellenistica, impiegato ora da un Tolemeo, ora da un Antioco, ora da un Seleuco in maniera più o meno degna. Il più completo e originale fruitore dell’immagine di Alessandro “leonino” fu tuttavia Mitridate VI Eupatore re del Ponto.
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testa in marmo di Mitridate ricoperta da pelle di leone, tardo ellenismo, Museo del louvre, Parigi.
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Moneta d’argento raffigurante Mitridate Vi Eupatore re del Ponto.
Costui nelle sue instancabili guerre contro lo strapotere romano in Oriente si propose al mondo ellenistico oramai al tramonto come il vero, unico e solo erede di Alessandro,...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Colophon
  3. Indice
  4. Introduzione: Dal leone in moleca del rio di San Marcuola al leone marciano simbolo di fede, storia e tradizione per la città di Venezia
  5. Vogando alla scoperta dei leoni
  6. Contributi
  7. Schede di approfondimento
  8. Note