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Louis Bernays

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Il libro "Propaganda", pubblicato a New York dall'editore Horace Liveright nel 1928, alla vigilia della Grande Crisi, è un classico della comunicazione.
Nell'incipit sta tutta la straordinaria forza dei classici che è quella di sparare all'orologio del tempo:
"La manipolazione consapevole e intelligente, delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il paese" e che utilizzano la propaganda per "dare forma al caos". Ai membri del "governo invisibile" spetta l'arduo compito di contenere le spinte disgregatrici provenienti dal basso. Nell'incipit del libro sta tutta la straordinaria forza dei classici di sparare all'orologio del tempo: "La manipolazione consapevole e intelligente, delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il paese. Noi siamo in gran parte governati da uomini di cui ignoriamo tutto, ma che sono in grado di plasmare la nostra mentalità, orientare i nostri gusti, suggerirci cosa pensare."

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Informazioni

Anno
2013
ISBN
9788897686927
1. Dare forma al caos.
La manipolazione consapevole e intelligente, delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il paese.
Noi siamo in gran parte governati da uomini di cui ignoriamo tutto, ma che sono in grado di plasmare la nostra mentalità, orientare i nostri gusti, suggerirci cosa pensare. Questa è la logica conseguenza di come è organizzata la nostra società democratica basata sulla cooperazione del maggior numero di persone, necessaria affinché possiamo convivere in un mondo il cui funzionamento è ben oliato.
Molto spesso i nostri capi invisibili non conoscono l’identità degli altri membri di quell’esecutivo ristretto di cui fanno parte. Ci governano in virtù della loro autorità naturale, della loro capacità di formulare le idee che ci servono e della posizione che occupano nella struttura sociale. Poco importa come reagiamo individualmente a questa situazione, poiché in tutti gli aspetti della vita quotidiana, dalla politica agli affari, dal nostro comportamento sociale o ai nostri valori morali, di fatto siamo dominati da un piccolo numero di persone -un’infima parte dei 120 milioni di abitanti di questo paese- capaci di comprendere i processi mentali e i modelli sociali delle masse. Sono loro che tirano le fila, controllano l’opinione pubblica, sfruttano le vecchie forze sociali esistenti, inventano altri mo­di per organizzare il mondo e guidarlo.
In genere non comprendiamo fino a che punto questi capi in­visibili siano indispensabili per il buon funzionamento della vita collettiva. Teoricamente ogni cittadino può votare per chi vuole, la nostra Costituzione infatti non prevede la partecipazione dei partiti al meccanismo del governo, e coloro che l’hanno redatta erano senz’altro lontani dall’immaginare la mo­derna macchina politica e il ruolo che avrebbe assunto nella vita della nazione. Tuttavia gli elettori americani si sono ben presto accorti che, senza un’organizzazione e una guida, la dispersione dei loro suffragi, magari tra migliaia di candidati, creava soltanto confusione. Il governo invisibile è così nato sotto la forma di partiti politici rudimentali, poi per spirito di concretezza e ragioni di semplicità, gli apparati dei partiti hanno ristretto la scelta a due, tre o al massimo quattro candidati.
In teoria ciascuno ha le sue idee per quanto concerne la vita pubblica e quella privata, in pratica se tutti i cittadini dovessero studiare per proprio conto tutto ciò che riguarda le informazioni astratte di ordine economico, politico e morale che entrano in gioco quando si affronta anche il minimo argomento, si renderebbero ben presto conto di non poter giungere a nessuna conclusione. Perciò abbiamo lasciato, volontariamente, a un governo invisibile il compito di passare al vaglio le informazioni per individuare il problema principale, e ricondurre la scelta a proporzioni realistiche. Accettiamo che i nostri dirigenti e gli organi di stampa da loro utilizzati, ci indichino le questioni considerate di interesse generale. Accettiamo che una guida morale, un pastore, uno studioso, o semplicemente un’opinione diffusa ci prescrivano un codice di comportamento sociale standardizzato al quale ci conformiamo per la maggior parte del tempo.
In teoria ciascuno compra al prezzo più basso ciò che di meglio il mercato gli offre, in pratica se prima di acquistare tutti confrontassero i prezzi e studiassero la composizione chimica di decine di saponette, di tessuti o di pagnotte industriali messi in commercio, la vita economica sarebbe completamente paralizzata. Per evitare il dilagare della confusione, la società accetta di limitare le proprie scelte all’ambito delle idee e degli oggetti posti alla sua attenzione dalla propaganda di ogni tipo. Si tratta quindi di compiere costantemente uno sforzo immenso per catturare l’interesse a favore di una politica, di un prodotto o di un’idea.
Forse sarebbe preferibile sostituire la propaganda e la perorazione a favore del proprio tornaconto, con comitati di saggi che scelgano i nostri dirigenti, ci dettino il comportamento pubblico e privato, decidano il nostro abbigliamento e gli alimenti che dobbiamo mangiare perché considerati i migliori. Ma noi abbiamo scelto il metodo opposto, quello della concorrenza aperta, ci spetta quindi l’onere di far sì che questo sistema funzioni nel modo migliore, a tale scopo la società lascia alla classe dirigente e alla propaganda il compito di organizzare la libera competizione.
Si possono criticare certi fenomeni che ne derivano, in particolare la manipolazione delle informazioni, l’esaltazione dell’individualismo e tutto il battage pubblicitario intorno ai personaggi politici, ai prodotti commerciali o alle idee sociali. Anche se talora si fa un cattivo uso degli strumenti che consentono di organizzare e polarizzare l’opinione pubblica, queste attività sono però necessarie per una vita ben ordinata.
Le tecniche usate per inquadrare l’opinione pubblica sono state inventate e poi sviluppate via, via che la società diventava più complessa e l’esigenza di un governo invisibile si rivelava sempre più necessaria.
Stampa, ferrovie, telefono, telegrafo, radio, aerei, favoriscono la rapida e a volte istantanea diffusione delle idee in tutto il territorio americano. H.G. Wells1 coglie molto bene le potenzialità immense offerte da queste invenzioni, quando scrive sul New York Times:
Un nuovo mondo si apre ai metodi politici con i moderni mezzi di comunicazione e le formidabili possibilità che ci offrono la stampa, il telefono, il Tsf e via dicendo, di trasmettere concezioni strategiche o tecniche a una quantità di centri che cooperano insieme, di ottenere risposte rapide e avere discussioni efficaci. Le idee, le considerazioni assumono più efficacia di qualunque personalità, e più forza dell’interesse partigiano. Reso noto a tutti, il progetto comune può essere difeso contro ogni stravolgimento e tradimento. Può essere elaborato con fermezza e su una base molto ampia, senza che il suo sviluppo sia ostacolato da malintesi personali, locali o di parte.
Ciò che dice Wells sui metodi politici vale anche per i metodi commerciali e sociali, come per tutte le forme dell’attività collettiva. Nella società odierna i gruppi, le affiliazioni non sono più vincolati a limiti “provinciali e di parte”. Quando è stata adottata la Costituzione americana l’unità di base dell’organizzazione sociale era la comunità di villaggio che produceva la maggior parte dei beni che le servivano e attingeva le sue idee e opinioni collettive tramite i contatti e gli scambi personali. Oggi invece è possibile trasmettere in tempo reale le idee, indipendentemente dalla distanza e dal numero delle persone cui ci si rivolge, per cui sono nate altre forme di aggregazione oltre alla primitiva integrazione geografica. Infatti persone che condividono le stesse idee possono unirsi e mobilitarsi per un’azione collettiva anche se vivono a migliaia di chilometri le une dalle altre.
È molto difficile farsi un’idea di quante siano numerose e differenziate le articolazioni che caratterizzano la nostra società e che hanno una dimensione sociale, politica, economica, razziale, religiosa o morale; ciascuna di esse poi comprende al suo interno centinaia di suddivisioni. Il World Almanac ad esempio raccoglie sotto la lettera A i seguenti gruppi: Lega per l’abolizione della pena di morte, Associazione per l’abolizione della guerra, Istituto americano dei contabili, Associazione sindacale degli attori, Associazione attuariale d’America, Associazione internazionale di pubblicità, Associazione aeronautica nazionale, Istituto d’arte e di storia di Albany, Amen Corner, Accademia americana di Roma, Società americane degli antiquari, Lega per la cittadinanza americana, Fede­razione sindacalista americana, Amorc (ordine dei Rosa-Cro­ce), Andiron Club, Associazione storica americano-irlandese, Lega antitabacco, Lega antiblasfema, Associazione archeologica d’America, Associazione nazionale di tiro con l’arco, Società di canto Arion, Associazione astronomica americana, Associazione de­gli allevatori di bovini Ayrshire, Club azteco del 1847 e molte altre ancora.
L’Annuario della stampa americana del 1928 enumera 22.128 pubblicazioni periodiche edite negli Stati Uniti. Ho scelto a caso tutte quelle che incominciano con la lettera N pubblicate a Chicago: Narod (quotidiano in lingua ceca), Narod-Polski (mensile in lingua polacca), NARD (dedicato alla farmacia), National Corporation Reporter, National Culinary Progress (per i cuochi), National Dog Journal, National Drug Clerk, National Engineer, National Grocer, National Hotel Reporter, National Income Tax Magazine, National Jeweler, National Journal of Chiropratic, National Provisioner (industria della carne), National Safety News, National Retail Clothier, National Retail Lumber Dealer, National Safety News, National Spiritualist, National Underwriter, The Nation’s Health, Naujienos (quotidiano in lingua lituana), Ne Comer (settimanale repubblicano rivolto alla comunità italiana), Daily News, The New World (settimanale cattolico), North American Banker, North American Veterinarian.2
Alcune di queste testate hanno una diffusione notevole: The National Live Stock Producer tira ufficialmente 155.978 cop...

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