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Tecniche di distensione immaginativa. Manuale di auto aiuto
Informazioni su questo libro
Dopo anni di lavoro psicoterapeutico mi sono convinto che potesse essere utile predisporre un metodo semplice ma fattibile per affrontare con sicurezza, determinazione, fiducia di Sé il disagio quotidiano o esistenziale.Ho eseguito e raffinato questi esercizi per anni. Il primo scopo è stato quello di renderli il più possibile semplici ed applicabili, cercando di modularmi e di rapportarmi alla persona che avevo accanto. Il secondo è stato quello di preparare la persona ad eseguire da sola gli esercizi. Il terzo scopo è stato quello di far imparare alle persone l'esercizio più opportuno da applicare in funzione dello stato emotivo e fisico che stava vivendo.La metodica è rivolto a tutti coloro che ne fossero interessati. Ho svolto la mia professione per più di trent'anni nel settore del disagio psicosociale e della salute mentale presso le strutture della sanità pubblica. Gli esercizi sono stati eseguiti in ambito professionale, sono il frutto di un lavoro quotidiano e sono stati applicati direttamente su persone con malesseri dell'umore, disturbi psicosomatici, d'ansia generalizzata/ specifica.E' il prodotto di una lunga attività. Lo scopo di questo manuale pratico è quello di offrire uno strumento di aiuto alla persona che autonamamente apprenderà ad applicare gli esercizi dopo averli autoiregistrati con la propria voce.
Domande frequenti
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Informazioni
TECNICHE DI
DISTENSIONE IMMAGINATIVA
Manuale di auto-aiuto

Indice
- Il training autogeno
- Il biofeedback
- L’ipnosi
- La distensione immaginativa
- Primo esercizio: tensione/distensione
- Secondo esercizio: distensione
- Terzo esercizio: calore
- Quarto esercizio: cuore
- Quinto esercizio: respiro
- Sesto esercizio: sicurezza
- Forza del sé: l’albero
- Accudimento di sé: il giardiniere
- Affermazione sociale: il foro romano
- Difesa di sé: il castello medioevale
- Identità: il doppio
- Parte nascosta: la grotta
- Memoria: il vascello sommerso
- Ricerca: il navigante
- Sé ingannevole: labirinto
- Sé corporeo: lo scultore
- Sé mutevole: il cubo
- Stress fisico: sorgiva
- Stress emotivo: la spiaggia
- Eros: il camino
- Protezione e riproduzione: il nido
- Prevenzione e cura: pulizia del parco
- Equilibrio: l’energia
- Visceri: ingegnere
- Cambiamento: il silenzio creativo
Prefazione
Introduzione
Nella seconda parte, avendo come base l’acquisizione degli esercizi della prima parte, si sviluppa un processo psicosensoriale che coinvolge le funzioni corticali superiori dell’encefalo interagenti coi sistemi cognitivi ed emozionali della mente che sviluppano il sé della personalità. Questo processo avviene attraverso la scoperta della forza del sé con la metafora fantasmatica dell’albero, con l’accudimento di sé attraverso la metafora del giardiniere, con l’affermazione sociale con la metafora del foro romano, con la difesa di sé con la metafora del castello medioevale.
Il Training Autogeno
Il terapeuta suggerisce una sensazione e il paziente ne è suggestionato. Training deriva dalla lingua inglese e significa periodo di preparazione allo svolgimento di una determinata attività: addestramento, tirocinio.
Il training autogeno è stato sviluppato negli anni trenta dallo psichiatra tedesco Johannes Heinich Schulz. I suoi studi si rifanno all’ipnosi, che si è sviluppata all’inizio del XX secolo con gli psichiatri Bernheim, Charcot.
Questa tecnica rende le persone indipendenti dal terapeuta: con il T.A. il soggetto diventa del tutto autonomo.
Il training autogeno è basato sulla correlazione tra stati psichici e aspetti somatici della persona. Ogni esperienza è mediata infatti dal soma. Le emozioni sono il risultato di un complesso insieme di modifiche che coinvolgono sistema nervoso periferico, sistema nervoso centrale, ormonale e più in generale, neuroendocrino. Un’emozione vissuta come piacevole o spiacevole riguardante la neocorteccia, risulta verificarsi secondariamente. Le modifiche che si producono con un adeguato allenamento offrono un carattere di stabilità e costanza nel tempo. Il TA è praticato frequentemente in tutti quei casi dove l’aspetto emozionale sia centrale.
Tra le sue finalità c’è il controllo dello stress, dell’ansia, la riduzione generale della tensione emotiva e il recupero delle energie. Questa tecnica, tuttavia, non è indicata per chiunque: non è adatta per i depressi ed è fortemente controindicata in caso di psicosi. Il Training autogeno è utile inoltre nella cura di ansia, insonnia, emicrania, attacchi di panico e altri. Ma anche in molti altri contesti il TA svolge un ruolo positivo: in particolare per atleti e sportivi in quanto favorisce il recupero di energie permettendo una migliore gestione delle proprie risorse, migliora la concentrazione e contribuisce al conseguimento di alte prestazioni. È importante sapere che nel training autogeno il rilassamento non è la cosa principale, ma è un “effetto collaterale” del mutato equilibrio psicofisico.
Tecniche analoghe e spesso anche più sofisticate si sviluppano in contesti diversi da quello occidentale moderno e si rifanno allo yoga indiano che data più di cinquemila anni di tradizione, in particolare lo yoga nidra e lo yoga buddhista tibetano.
La funzione principale di questa tecnica è quella di rendere i pazienti indipendenti dal terapeuta. Il termine training significa addestramento. È solo addestrandosi che si raggiunge l’obiettivo prefissato.
Nel training autogeno ogni fenomeno corporeo che la persona mette in atto è assolutamente autogeno e non forzato.
Il terapeuta svolge una funzione costante e continuativa nel processo di acquisizione del training autogeno.
Il training autogeno si sviluppa su due raggruppamenti di esercizi: gli esercizi inferiori e quelli superiori. Il terapeuta conduce l’induzione, la seduta e la persona è dipendente dalle sollecitazioni verbali del terapeuta.
Gli esercizi inferiori sono composti da un pacchetto di cinque o sei esercizi; il primo si basa sulla pesantezza che produce rilassamento dei muscoli striati e lisci. Il secondo si basa sull’esercizio del calore che produce una vasodilatazione periferica che favorisce un aumento del flusso sanguigno.
Il terzo sul ritmo del respiro produce un miglioramento della funzione respiratoria; il quarto esercizio del plesso solare favorisce un aumento del flusso sanguigno in tutti gli organi interni; il quinto esercizio produce un miglioramento della funzione cardiovascolare; il sesto esercizio della fronte fresca seda le cefalee.
Gli esercizi vanno eseguiti nell’ordine in cui il terapeuta li presenta. Gli esercizi superiori sono condotti dal terapeuta e si riferiscono alla dimensione più complessa e articolata della dimensione psichica della singola persona.
Il Biofeedback
Indice dei contenuti
- TECNICHE DI DISTENSIONE IMMAGINATIVA Manuale di auto-aiuto