Il cercatore di stelle. I sentieri della rinascita
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Il cercatore di stelle. I sentieri della rinascita

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Il cercatore di stelle. I sentieri della rinascita

Informazioni su questo libro

Non c'è un amore lieve e un amore forte. C'è un solo tipo di amore. E'quello che si presenta nudo davanti all'anima e ti chiede di vestirlo.Daniela Curreli "Illumino la sua strada con stelle filanti, gioco con i suoi occhi per amor di fantasia e chiudo per sempre le mie mani dentro le sue. Sono il servo dell'amore."Il cercatore di stelle (Daniela Curreli)"Qui non si trema, non si ha paura neanche delle delusioni, non si vuole possedere nulla, si gode l'attimo per sentire la propria pulsione d'amore che abbraccia il mondo, scegliendo colei che ci rende felici."Federico Cerulla, psicoterapeutaPer vivere un'esistenza effimera, basta fare economia sugli affetti. Ma se desideriamo specchiarci nell'arcobaleno delle nostre passioni, dove gli amori fantasticati prendono vita, dove i pensieri sospesi trovano l'equilibrio, dove il cuore non trema, dobbiamo mescolare i dolci sapori che la vita ci offre ogni giorno e farci cullare dalla loro essenza.La storia:Mariano vive a Marsiglia, dove la sua famiglia è emigrata dopo la guerra. Inizia a lavorare come cameriere dall'età di tredici anni. La padronanza del mestiere e la sua intraprendenza l'hanno aiutato a farsi strada nel mondo della ristorazione. Ha un bellissimo ristorante che si affaccia sul porto della città, che dirige con il socio, Paul.Non avendo sperimentato esperienze spensierate durante la giovinezza, matura rapidamente,trovandosi da adulto con un non vissuto alle spalle che gli fa provare stupore e commozione anche per le cose più banali della vita.E' un uomo esuberante che attira a se molte donne, ma sono poche quelle che lo fanno vacillare per amore. La sua vita sentimentale è controllata da una stella da cui, uno per volta, Mariano stacca i petali che alimenteranno solo gli amori che saprà tenere stretti al cuore.La generosità della stella è vigilata da un angelo che reclama, in cambio del fiore celeste, il peso della sofferenza fatta patire agli amori passati, per mutarla in altri petali, arrugginiti dal dolore. Per custodire nel tempo questa conoscenza, il protagonista regala alle donne che ama i suoi sentimenti più profondi, creando forti legami spirituali, anche attraverso la trasposizione dei suoi pensieri.Una giovane ballerina, Audette, apparentemente fragile e stralunata, vive nel suo cuore. Mariano mette a disposizione del nuovo amore tutta la sua forza emotiva per aiutarla a superare gli ostacoli che incontrerà nella vita. Lui vive in Audette l'incarnazione di se stesso. L'energia di Mariano cresce e invecchia in disarmonia rispetto alla sorprendente stabilità di Audette.Il percorso doloroso di rinascita è tempestato di promesse, angosce, risate, speranze e molta passione, fino a quando Mariano riesce ad accettare che le stonature della loro relazione sono state essenziali per farlo diventare uomo. Altre tre donne hanno avuto un ruolo importante: Florence, Giovanna e Charlotte che gli hanno lasciato forti ricordi. Gli amici lo accompagnano nella quotidianità fuori e dentro il suo ristorante con episodi ricchi di affetto, complicità, spiritualità e allegria.

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Informazioni

Capitolo VII
Il guardiano del cielo


Audette mi aveva chiesto di vederla ancora, era sicura che il sentiero magico ci avrebbe protetti, e io volevo crederle. Mi sentivo in pace con me stesso e avevo deciso di calare il sipario, regalandomi un bel ricordo. Avevamo scelto di fare il bagno al mare, sotto la debole luce della luna, del cielo di Sainte Croix.
Si era tagliata i capelli corti corti per scordare il passato.
Quante coccole avevamo difeso dai riflessi della luna sul mare, durante l’ultima nostra notte dei desideri!
Ero appagato da quest’ultimo inconfessato tesoro, che volevo custodire segretamente dallo sguardo del guardiano del cielo. Un’altra volta ancora, l’ultima. Avevo giurato a me stesso di salutarla quella notte, per sempre.
L’amore dei nostri cuori stava andando via e sognavo che dalle stelle incantate cadesse una pioggia di petali da spargere sullo specchio di mare dove avevamo fatto l’amore. Stavo vivendo finalmente un momento di grande serenità e riuscivo a intravedere la nostra grande stella già divisa e la mia metà al sicuro.
Ti saluto qui, fata dei miei sogni che danzano con te sulle punte. Io ti saluto. Perché non te ne vai? Non fare così. L’avevamo promesso tutti e due. Non bussare alla finestra del cuore che non posso più offrirti. Non mandarmi baci, ti prego, non possiamo vederci più, bambina mia. Quanto è difficile dire addio a me stesso. Ma devo andare via, ora, Audette.
Avevo desiderato fermare, dopo il nostro bagno appassionato, la raccolta dei nostri ricordi, archiviandoli per bene nel mio cuore con una chiave molto sicura. Pensavo di leggerli in un futuro lontano, durante una di quelle sere che si passano in casa a guardare vecchie foto e a commuoversi di se stessi ma avevo dovuto profanare quel tesoro troppo presto, perché ieri era ancora oggi e pure domani, a quanto sembrava.
Già dopo la notte passata a casa sua, dovevo arrendermi alle regole del patto degli angeli e accettare di non vederla più perché due grandi stelle non posso brillare assieme per la stessa persona, come narra la leggenda. Non volevo più oppormi alla decisione del guardiano del cielo di dividere la nostra grande stella e l’insistenza di Audette mi faceva allarmare.
L’avevo salutata definitivamente, quella notte al mare, ma non si era ancora arresa. “Sarà l’ultima volta domani, lo giuro sulla mia stella. So come trovarti, non puoi scappare, leggo il tuo desiderio forte quanto il mio. Solo per stanotte, per ricordarcelo per tutta la vita, e poi mai più. Voglio che mi prometta che anche domani mattina verrai a vedermi ballare e senza parlare, solo con i nostri sguardi, ci lasceremo per sempre.”
Aveva aspettato fuori da La Quiche, sotto la pioggia, sola, che chiudessi i conti della giornata. Era sfinita dopo aver fatto le prove per dieci ore di seguito ma non voleva rinunciare a me, per l’ultima volta. Quella corsa in macchina nel cuore della notte, per trovare un posto lontano dalle stelle dove godere delle ultime carezze, mi aveva dilaniato i pensieri.
Mi aveva detto che sarebbe tornata dopo un mese e che ancora avremmo fatto l’amore. La verità era che Audette mi lasciava credere che, non avendo ancora consegnato il peso del nostro amore finito, la nostra grande stella fosse ancora unita. Ma l’angelo, di cui non avevo ancora capito l’identità, l’aveva divisa appena Audette aveva incontrato Rafael a Marsiglia, e mi aveva già consegnato la mia metà. Lei lo sapeva bene, e metteva a dura prova la pazienza del suo angelo mentendo a se stessa sull’evidenza della loro grande stella, e sfidava anche la mia tolleranza, nascondendomi la mia nuova stella. Mi sentivo goffo nell’anima ma dovevo farmi forza, mostrarmi virile e, come su un palcoscenico, avevo finto di recitare solo per il piacere perché non intuisse l’ansia che stavo provando, sapendo che volesse imprigionare il mio cuore, condannandolo alla fantasia dei ricordi d’amore.
Ma era proprio da quella notte che avevo iniziato a tremare sul serio. Era un delitto per me, per lei e per le stelle infrangere il patto con gli angeli ben tre volte. Non avevo più intenzione di vederla per non perdere la mia parte di stella, a costo di cambiare città.
Sapevo ormai che andava a Dublino, da Rafael e non a Parigi. E anche se diceva che era noioso, credevo fosse giusto che ci stesse lui, al suo fianco e non io, che avevo il doppio dei suoi anni.
Non potevo permettermi di provare ancora dolore per l’ennesimo distacco da Audette, e così avevo ripreso subito la mia vita terrena in mano, accantonando quella sentimentale. Il mio restaurant e gli amici più cari mi avevano distratto dopo questa liaison. Avevo cercato di nuovo Florence che, all’improvviso, mi adorava e mi aveva raccontato le ragioni del suo grande conflitto interiore.
Florence aveva diciotto anni quando si era sposata con un ragazzo più grande di lei di dieci anni. Aveva dovuto chiedere l’autorizzazione ai genitori perché era ancora minorenne, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di scappare dalla memoria delle violenze familiari che la perseguitava. Sia con il primo che con il secondo marito, la convivenza non era durata a lungo perché non riusciva a superare il trauma delle sue esperienze passate che proiettava nel rapporti con gli uomini. “Mio padre mi aveva picchiata per anni, prima che nascessero i miei fratelli. Quando rientrava a casa dal lavoro, mia madre mi costringeva a dargli un bacio, ma non riuscivo ad essere affettuosa, perché ero terrorizzata da lui, e scappavo. Allora mio padre mi rincorreva urlando per tutta la casa e quando mi trovava dietro una porta, una tenda o peggio ancora sotto il letto, mi afferrava per i capelli e mi prendeva a botte. Mia madre non interveniva mai per proteggermi. Una volta avevo avuto il coraggio di chiederle perché papà fosse sempre arrabbiato e lei mi aveva zittito così: “Sei una bambina cattiva. Quando vedi tuo padre devi sempre andargli incontro e sorridergli, altrimenti lui è costretto a picchiarti per educarti”. Avevo otto anni quando era finito questo incubo, erano nati i miei fratelli e papà si era dedicato con tanto affetto solo a loro e di me non gli interessava più niente.”
Speravo che Florence potesse farmi tornare il buonumore ma mi ero sbagliato. Mi dispiaceva non avere l’energia per darle il conforto che meritava.
“Qui non si trema” non mi rappresentava più, vacillavo ogni volta che il pensiero era rivolto a Audette e a quell’ultima volta di troppo che aveva cambiato il mio destino sentimentale costringendomi a vivere solo della fantasia dei ricordi d’amore.
Che senso aveva la tua insistenza? Perché mi avevi detto che non potevi partire senza salutarmi ancora? Perché mi hai promesso di tornare da me? I petali vanno usati con prudenza e io non voglio correre su e giù dalle stelle per cercare di rimediare ai tuoi errori. Dicono che il tempo guarisca tutte le ferite ma non so se curerà anche la fragilità di un uomo maturo che si sente in pericolo agli occhi del guardiano del cielo. Immagino il film della nostra storia, dove brucio nelle fiamme dell’inferno, colpevole di averti circuita. Rivoglio la mia vita.
Per assicurarmi lunghi effetti di un’anestesia sentimentale, andavo in giro per i paesi della provincia, come un’anima in pena e, per fortuna, non c’era sera che non facessi nuove conquiste, come era successo con lei. Non era la prima che aveva messo il mio cuore in centrifuga, ma volevo fosse l’ultima.
Dopo tre mesi, quando già iniziavo a gustare la mia serenità ritrovata, era riapparsa con prepotenza a rompere il mio acerbo equilibrio.
Ma guarda cos’hai combinato, stupida! Hai permesso a quello squilibrato di Rafael di telefonarmi, per di più durante l’ora di cena, mentre il ristorante è pieno di clienti!
Era infuriato, sentivo le sue parole forti come ruggiti, mi aveva spaventato. Pensavo fosse capace di farle del male o di farne a me. Lo ascoltavo in silenzio, lasciando che il destino facesse il suo corso, per non ostacolare il loro.
Poi, pensando di fare la cosa più giusta, gli avevo chiesto di venire da me, che avremmo parlato da uomo a uomo. Ma cosa gli avrei spiegato? Ero talmente disperato che non avevo nessun’altra idea.
Rafael era su tutte le furie, la sua voce mi entrava e usciva dalle orecchie, con la stessa rapidità con cui io entravo e uscivo dal mio cervello. Mi aveva detto che la stava mandando via da casa sua, che non ne poteva più delle ragazze poco affidabili, che non aveva tempo da perdere con lei.
Pensavo l’avesse imprigionata a Chateau d’If, come il Conte Montecristo, perché non sentivo nessuna voce vicino alla sua.
“Ma come sta Audette?” gli chiedevo, impaurito. “Cosa le hai fatto? Dov’è?” La immaginavo come una bambola di pezza, legata a quella sedia che avevo visualizzato quando lui era venuto a trovarla. Ma ecco che sento la sua vocina deliziosa e la finestra del mio cuore si apre, grande grande, si spalanca per contenere toute la merde, mia, di Audette e di Rafael.
Le giuro, con un filo di voce, che non gli avrei rivelato nulla di compromettente sulla nostra stella. E lei mi risponde: “Digli tutto, invece, salvami! Tu non sai chi è lui.”
Ero ancora più preoccupato, quando mi aveva chiamato dopo poche ore la stessa notte. Era sola, in mezzo a una strada di Dublino, senza soldi e non sapeva più cosa fare perché si era persa.
Avevo immaginato che, di proposito, avesse profanato il nostro amore e che avesse parlato a Rafael di me, pur di allontanarsi da lui e dalla loro stella. Lei amava rischiare, e sapeva mettere le persone a dura prova.
Non so se in passato qualcuno o qualcosa l’avesse fatta soffrire tanto da farla pagare a chiunque entrasse nella sua vita sentimentale. Non mi spiegavo perché propinasse questo gioco a chi si avvicinava a lei. Forse voleva misurarne la pazienza o l’intensità del sentimento. Forse era una sfida in cui le stelle celesti erano in palio o magari aveva una grande paura perché aveva già capito chi fosse Rafael in realtà, e quel sentiero magico era l’unica via di fuga da lui.
La sua disperazione era talmente forte, che riusciva a far entrare i suoi pensieri nei miei, per rivelarmi ciò che prima non riuscivo a credere.
Audette conosceva la leggenda del cielo. La vedevo mentre nuotava come una sirena, su e giù dalle stelle, per rimediare agli errori fatti con me e con lui. Nuotava veloce in mezzo a noi e cercava di tenere stretti tutti e due al cuore, per non dover consegnare il peso del nostro amore finito. Audette, per paura di ricevere una stella arrugginita, mi impediva di vedere la mia parte di stella e mi trascinava nel suo cammino misterioso perché l’aiutassi.
Mi aveva chiamato ancora tesoro, mi aveva detto: “Sto tornando da te, ti chiamo stanotte, ci vediamo domani.” E io le avevo detto ancora no, anche se morivo dentro in silenzio. Un attimo dopo, l’opportunismo l’aveva portata a chiedere scusa a Rafael, in punta di piedi, e a mettere le pezze a quel rapporto innalzato sulla falsità, nella speranza che l’angelo dividesse la loro stella in armonia, come narra la leggenda, e potesse tornare da me.
Sentivo che quell’uomo era capace di tutto. Rivivevo l’angoscia di quando avevo parlato con lui e mi sentivo in trappola, come se mi avesse spinto contro un angolo e avesse il diritto di pretendere da me risposte alle sue domande. La mia inquietudine era arrivata al culmine, quando avevo capito.
Rafael, tu sei l’angelo guardiano della vostra stella, Mestizia. Reclami il mio dolore, per macchiare di ruggine i petali di Audette e condannarla ad amori muti. Ma come puoi essere guardiano nel cielo e nella terra? Tu hai visto tutto e sai che il nostro non è un amore dimenticato, ma ti prego, non rubare tutte le stelle del cielo solo per uscire dal tuo buio.
Sentivo i suoi tuoni e i suoi fulmini, che mi scioglievano come un pane di burro dimenticato sul tavolo della cucina in una giornata d’estate. Tremavo! Cosa riuscivo a fare quando ero nei guai! Avevo deciso di deformare me stesso e allinearmi al patto degli angeli ma dovevo anche riuscire a proteggere Audette da Rafael.
“Non giocare con la tua vita, Audette, non diventare un passatempo o un trofeo per le persone, cerca di essere almeno un rompicapo come sei per me. A me non importa se ti ami, se mi ami, a me importa solo mettere in salvo me e la mia stella. Stai attenta al tuo guardiano.”
Avevo poco tempo ormai da dedicare ai suoi capricci, anche se innaffiavano il mio buio deserto.
Per recuperare la mia parte di stella dovevo trovare un pretesto per vedere Audette, scegliendo così di vivere come se fossi pronto a un baratto, in cui lei finge di regalarmi una stella e io di aver realizzato un sogno.
Avevo pensato di farle credere di non averla mai amata e di chiederle scusa. Davanti a una richiesta di perdono doveva per forza liberare la mia anima e consegnare il peso dell’amore finito. Mi piaceva da morire recitare quel ruolo, tanto quanto a lei: parole, parole, parole. Sono nato servo dell’amore. Sentirsi usata non credevo l’avrebbe resa felice, ma volevo chiederle perdono, se ci avevo messo molto impegno, e non poco, come promesso. Dovevo fingere, se volevo sopravvivere.
La mia età matura mi consentiva un grande vantaggio su di lei. Avevo solo il rimpianto di non poter conservare i nostri ricordi con serenità ed ero certo che non sarebbe bastato tagliarmi i capelli ancora più corti, come aveva fatto lei, per cancellare il passato.
Non ti dovrai sentire in colpa, avevo io le redini in mano, ballerina. Da...

Indice dei contenuti

  1. Il cercatore di stelle
  2. Indice
  3. Prefazione
  4. Capitolo I Florence
  5. Capitolo IILa Quiche
  6. Capitolo III Il parco dello zoo
  7. Capitolo IV Tavole dell’amore
  8. Capitolo V La notte dell’uva
  9. Capitolo VI Viaggio in Italia
  10. Capitolo VII Il guardiano del cielo
  11. Capitolo VIII Giovanna
  12. Capitolo IX L’angelo di Helene
  13. Capitolo X La Morte
  14. Capitolo XI Il giustacuore
  15. Capitolo XII Charlotte
  16. Capitolo XIII Desiderio di sogno lucido
  17. Capitolo XIV Metamorfosi e armonia