Esperienze didattiche
In quest’ultima sezione vengono proposte alcune esperienze che rappresentano una parte del percorso attuato in una Scuola Primaria, nell’arco di cinque anni, per aiutare i bambini a prendere consapevolezza di sé.
Gli alunni protagonisti di queste esperienze sono stati trentaquattro, divisi in due sezioni di pari numero. Nell’insieme rappresentavano le caratteristiche eterogenee tipiche di ogni classe: una parte di questi si mostrava pronta alla scolarizzazione; un’altra, consistente, si mostrava problematica nel gestire le relazioni e nell’acquisire le abilità. Le due classi, che vedevano rappresentati entrambi i gruppi di alunni, risultavano comunque diverse: una presentava soggetti più razionali, attenti, motivati ma meno espansivi; l’altra alunni più creativi, estroversi, ma dispersivi nella conduzione delle attività.
Alla fine del percorso scolastico, la differenza tra le due classi, grazie anche al lavoro svolto sul Sé, non erano più così marcate e i due gruppi risultavano più omogenei.
Le esperienze che vengono raccontate si sono svolte, in accordo con le insegnanti del team, con entrambe le classi, in momenti diversi, a volte condotte dalla sola insegnante di Italiano, a volte in compresenza con l’insegnante dell’Area Antropologica.
All’inizio della classe seconda ci siamo trovati di fronte ad una importante novità: le nostre classi sono state trasferite, a causa del degrado del vecchio plesso, presso l’edificio della scuola media, pertanto potevamo disporre, ora, di aule più spaziose e accoglienti; mancavano, tuttavia, i laboratori e la palestra. Abbiamo potuto ovviare a ciò, grazie all’aula di musica di cui potevamo disporre assieme alla scuola media. È questa un’aula semicircolare piuttosto piccola con ampi gradoni e una specie di palcoscenico. Non si potevano compiere pertanto esercizi psicomotori ma i gradoni, in numero sufficiente per ospitare tutti gli alunni, erano adatti per attività di rilassamento e visualizzazione. La stanza, inoltre, dotata di tende scure, permetteva di lavorare in penombra creando un’atmosfera soffusa.
Il percorso di consapevolezza di sé è iniziato in classe terza e si è snodato attraverso i normali percorsi dell’attività linguistico-espressiva come si evincerà dalle esperienze riportate; in classe quinta, invece, ha assunto una forma più organica attraverso la lettura di due testi poetici: “Il Gabbiano J. Livingston” di R. Bach e “La rondine dell’Anima” di M. Snunit.
Il bosco: la strada verso l’autonomia
Le esperienze proposte nel secondo ciclo della Scuola Primaria e qui raccontate, hanno avuto inizio in classe prima.
Per il bambino che affronta per la prima volta la scuola la prova di autonomia da superare è veramente grande: cambiano l'ambiente fisico e sociale della prima scolarizzazione; cambia, spesso, una parte dei compagni; nuovi sono gli adulti di riferimento con cui imparare a rapportarsi, nuovo e più impegnativo è il carico di lavoro cognitivo che si richiede.
La famiglia, inoltre, più che per l’ingresso alla Scuola dell'Infanzia, carica il bambino di molte aspettative: aspettative di autonomia, di capacità relazionale, di successo scolastico, ma non sempre è capace di lasciare veramente "andare" il bambino; fa confluire su di lui la propria ansia e rende più difficoltoso l'inserimento.
Il percorso verso l'autonomia, nelle fiabe, è rappresentato da un bosco dove il bambino affronta le prove che lo fanno diventare adulto.
Nel bosco entra, si perde, ha paura, incontra persone che lo aiutano a capire come affrontare le difficoltà che poi, da solo, diventa capace di superare.
Nell'inserire i bambini delle due classi, a noi insegnanti è parso importante, pertanto, ricordando anche l'insegnamento di B. Bettelheim e di A. Marcoli, accoglierli in un bosco che abbiamo allestito, in uno stanzino del vecchio plesso elementare, insieme a loro, durante la prima settimana di scuola.
E qui, periodicamente, ci siamo recati per raccontare storie, immedesimarci negli animali del bosco o nei personaggi dei racconti. Lo stanzino però era talmente stretto che permetteva agli alunni soltanto di star seduti sul tappeto; le attività motorie e di drammatizzazione sono state, pertanto, limitate; quello, tuttavia, era l'unico spazio di cui potevamo disporre e i bambini ne sono stati comunque entusiasti. Per tutto l'anno scolastico il bosco fantastico è stato il filo conduttore che ha legato le nostre esperienze.
All'inizio della classe seconda il trasferimento del plesso presso l’edificio della scuola media ha rappresentato per noi una notevole opportunità. Nel nuovo ambiente ci veniva offerta la possibilità di relazionarci con il mondo animale dal vivo attraverso lo studio del prato e del suo habitat, compiendo escursioni attorno alla scuola e allestendo, in classe, un terrario. L'immaginario fantastico poteva ora intrecciarsi con l'osservazione reale degli animali e dei loro rapporti. Questo ha dato vita alla costruzione collettiva di storie e alla stesura dei primi testi personali nati da osservazioni dirette.
L'aula di musica, benchè poco spaziosa, ci ha permesso di drammatizzare alcune delle storie fantastiche che venivamo leggendo. Gli alunni, via via, diventavano sempre più coinvolti e disciplinati nell'affrontare questa esperienza. Lo studio del prato, pertanto, è potuto terminare a fine anno, con la rappresentazione teatrale di un testo fantastico. Lo spunto ci è stato offerto dalla lettura di un racconto che gli alunni hanno poi modificato e arricchito in base alla loro esperienza.
Dal racconto, collettivamente, abbiamo ricavato i dialoghi dando corpo ad una semplice sceneggiatura. Molta partecipazione hanno suscitato poi, le prove della recita e la preparazione dei costumi: la serietà infine, con cui gli alunni hanno affrontato la prova finale, ha confermato che il percorso tracciato era importante per la loro crescita.
Il fascino del mare. Presa di contatto con il proprio sé corporeo ed emotivo
Siamo all’inizio dell’anno scolastico, con gli alunni si parla delle esperienze dell’estate. Il nostro paese dista poco dalla costa pertanto tutti gli alunni, durante il periodo estivo, sono stati al mare; molti di loro, come si usa da tantissimi anni, hanno frequentato, insieme, la colonia.
Il loro libro di testo propone alcune poesie sul mare; le leggiamo. Una, in particolare, colpisce la loro immaginazione: “Sulla spiaggia dei mondi” di R. Tagore. Il testo viene letto, commentato, memorizzato; infine l’insegnante porta gli alunni nell’aula di musica.
Attività di rilassamento e visualizzazione
Obiettivi didattici
- Rievocare un’esperienza al mare.
- Percepire le parti del corpo interessate.
- Percepire le sensazioni relative.
- Rivivere un’emozione positiva.
- Percepire uno stato di quiete.
Obiettivi comportamentali
- Apprestarsi all’attività mantenendo un comportamento adeguato.
- Rispettare la consegna del silenzio una volta occupato il proprio spazio.
- In caso di difficoltà a concentrarsi, sollevarsi a sedere senza disturbare, per non compromettere l’esperienza di tutti.
Svolgimento dell’attività
L’insegnante spiega agli alunni che ora faranno una esperienza particolare per la riuscita della quale è necessaria la collaborazione di tutti; esplicita, pertanto, gli obiettivi comportamentali che gli alunni già conoscono perché abituati al lavoro cooperativo. Il fatto stesso di non trovarsi in aula è di per sé motivo di soddisfazione e nessuno vuole compromettere l’esperienza. L’insegnante ora assegna ad ogni alunno un posto sui gradoni in modo da alternare un bambino e una bambina ed evitando di sistemare due bambini irrequieti vicini. Questi ultimi, vengono fatti disporre sui gradoni più bassi, a poca distanza dall’insegnante, sia perché muovendosi avrebbero creato meno disturbo, sia perché la vicinanza dell’adulto li avrebbe maggiormente contenuti. Dopo questo, l’insegnante oscura l’aula in modo che rimanga in penombra, invita gli alunni a fare un respiro profondo, poi a concentrarsi sul ritmo del respiro; infine legge, con tono pacato, la poesia di Tagore che termina con questo verso: “Sulla spiaggia di mondi infiniti è un gran convegno di bimbi”. A questo punto li esorta a immaginarsi sulla spiaggia coi piedi che lambiscono l’acqua. Ora i bambini entrano e sentono il contatto con l’acqua. Che sensazione dà? Prima l’acqua è fredda, man mano che si entra si avverte tiepida, poi il contatto è sempre più gradevole. Ora ciascuno è immerso fino ai polpacci, poi fino ai ginocchi. Ecco che qualcuno comincia a lanciare degli schizzi. L’acqua colpisce il viso, il petto, la schiena. Che sensazione provoca? I bambini cominciano a strillare, a scappare generando un vivace movimento dell’acqua. Ciascuno è invitato a ripensare al rumore dell’acqua quando è agitata dai movimenti del corpo. Ora i bambini si tuffano e tutto il corpo entra in contatto col mare, provano a galleggiare, a nuotare. Sono sensazioni gradevoli: è piacevole stare immersi nell’acqua, sentirsi avvolti; è piacevole fare il bagno insieme agli amici. Se chiudono gli occhi possono vedere i riflessi rossi del sole nelle pupille e sentire il suo calore sulla pelle bagnata. Ora, quando ciascuno è pronto ad uscire dall’acqua, lentamente si porta sulla spiaggia, dove si siede per asciugarsi al sole. I bambini sono invitati a ripensare alla sensazione di...