Rime
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Ledizioni ripubblica quest'opera fuori diritti. L'Autore, altrimenti trascritto come Guittoncino di ser Francesco dei Sigisbuldi (Pistoia, 1270- Pistoia, 1336), fu poeta e giurista, ghibellino prima, guelfo poi. All'attività di giurista affiancò sempre quella di poeta stilnovista. Compose un ampio numero di Rime, per le quali ebbero parole di apprezzamento sia Dante sia da Petrarca.

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Informazioni

Editore
Ledizioni
Anno
2012
eBook ISBN
9788867050291
Argomento
Letteratura
I La dolce vista e ’l bel guardo soave de’ più begli occhi che lucesser mai, c’ho perduto, mi fa parer sì grave la vita mia ch’i’ vo traendo guai; e ’nvece di pensier’ leggiadri e gai 5 ch’aver solea d’Amore, porto disir’ nel core che son nati di morte per la partenza, sì me ne duol forte. Omè, Amor, perché nel primo passo 10 non m’assalisti sì ch’io fossi morto? Perché non dipartisti da me, lasso, lo spirito angoscioso ch’ïo porto? Amore, al mio dolor non è conforto, anzi, com’io più guardo, 15 a sospirar più m’ardo, trovandomi partuto da que’ begli occhi ov’io t’ho già veduto. Io t’ho veduto in que’ begli occhi, Amore, talché la rimembranza me n’uccide, 20 e fa sì grande schiera di dolore dentro alla mente, che l’anima stride sol perché morte mia non la divide da me,come diviso m’ha dal gioioso riso 25 e d’ogni stato allegro lo gran contrario ch’è dal bianco al negro. Quando per gentile atto di salute ver’ bella donna levo gli occhi alquanto, sì tutta si disvia la mia virtute, 30 che dentro ritener non posso il pianto, membrando di mia donna, a cui son tanto lontan di veder lei: o dolenti occhi miei, non morrete di doglia? 35 «Sì, per nostro voler, pur ch’Amor voglia». Amor, la mia ventura è troppo cruda, e ciò ch’agli occhi incontra più m’attrista: però merzé, che la tua man gli chiuda, poi c’ho perduta l’amorosa vista; 40 e, quando vita per morte s’acquista, gioioso è ’l morire: tu sail’ ove dé gire lo spirito mio poi, e sai quanta piatà s’arà di lui. 45 Amor, ad esser micidial piatoso t’invita il mio tormento: secondo c’ho talento, dammi di morte gioia, che ne vada lo spirito a Pistoia. 50 II Angel di Deo simiglia in ciascun atto questa giovane bella che m’ha con gli occhi suoi lo cor disfatto. Di cotanta vertù si vede adorna, che qual la vuol mirare 5 sospirando convene il cor lassare. Ogni parola sua sì dolce pare, che là ’ve posa torna lo spirito, che meco non soggiorna, però che forza di sospir’ lo storna, 10 sì angoscioso è fatto quel loco de lo qual Amor l’ha tratto. Io non m’accorsi, quand’io la mirai, che mi fece Amore l’asalto agli occhi e al corpo e al core, 15 sì forte...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Titolo
  3. Digital Classics
  4. Colofon
  5. Sommario
  6. I La dolce vista e ’l bel guardo soave