Prontuario per genitori di nativi digitali
eBook - ePub

Prontuario per genitori di nativi digitali

100 domande e risposte su tecnologia e genitorialità

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Prontuario per genitori di nativi digitali

100 domande e risposte su tecnologia e genitorialità

Informazioni su questo libro

Nel corso dell'ultimo decennio, il rapido sviluppo informatico e i progressi tecnologici hanno aggiunto una nuova dimensione ai rapporti interpersonali.Anche in famiglia, dove genitori e figli compiono un percorso parallelo alla scoperta del mondo digitale e delle esperienze di socialità virtuale, con tutte le opportunità correlate ma anche con tutti i rischi che possono derivare dalla mancanza di competenze. È innegabile che le nuove generazioni vivano un rapporto con il mondo digitale differente rispetto a quello delle generazioni precedenti, basato su confidenza e immediatezza, e per molti genitori operare su un piano d'azione e di conoscenza differenti rispetto ai propri figli è fonte di preoccupazioni, dubbi, incertezze. Genera sempre nuove domande. Prontuario per genitori di nativi digitali fornisce una risposta a queste 100 domande, con un linguaggio accessibile e immediato. Dai social network alla privacy, dai giochi online ai rischi dell'anonimato, il testo analizza cento scenari reali, fornendo, attraverso un percorso tematico, un valido strumento per supportare il dialogo tra genitori e figli e la conoscenza del mondo digitale come oggi disegnato nelle relazioni tra i ragazzi.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Prontuario per genitori di nativi digitali di Gianluigi Bonanomi,Fiorenzo Pilla in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Education e Education Technology. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Ledizioni
Anno
2018
Print ISBN
9788867056996
eBook ISBN
9788867057252
Argomento
Education

A che età è giusto dare il primo smartphone?

«Mia sorella, la zia di mio figlio Mario, gli ha regalato un telefonino da 250 euro per la prima comunione. Secondo lei è giusto che glielo lasci?». Spesso veniamo chiamati nelle scuole per tenere corsi sull’uso consapevole delle tecnologie, compreso l’utilizzo degli smartphone con annessi e connessi (WhatsApp, SnapChat, videogame ecc.). Durante gli incontri con ragazzi delle scuole medie raramente abbiamo trovato undicenni o dodicenni senza smartphone. Di questi molti avevano un account Instagram: snobbano Facebook per non incrociare noi genitori e i nonni, gli insegnanti. Ci è capitato anche di incontrare bambini delle scuole elementari, e molti alunni di nove, dieci anni avevano già in tasca questi strumenti potentissimi. Ribaltando la domanda iniziale: i ragazzi, a quell’età, sono pronti per usare questi strumenti?
Posto che abbiamo delle remore riguardo alla questione dei “nativi digitali” – hanno certamente più confidenza di noi nell’uso delle interfacce touch di smartphone e tablet, ma mancano di competenze, per esempio non sanno cosa sia la netiquette, come vedremo –, che i bambini siano online in età sempre più precoce è un dato di fatto. Lo dicono proprio i dati: la più autorevole fonte europea sul tema, la ricerca EU Kids Online3, dimostra come negli ultimi anni ci sia stato un boom delle connessioni a Internet anche per i bambini sotto gli otto anni. La maggioranza dei piccoli tra i sei e gli otto anni ha accesso alla Rete, e questo ormai dal “lontano” 2007. Ma come si connettono alla Rete? A detta di uno dei maggiori esperti italiani del tema, Paolo Ferri4: «I nativi considerano le tecnologie digitali come elemento naturale del loro ambiente di vita e non […] Fin da molto piccoli si relazionano con la tecnologia attraverso il gioco e, a volte, per prove ed errori costruiscono da soli i propri giochi senza consultare nessun manuale e senza nemmeno saper leggere, personalizzando la tecnologia secondo le proprie esigenze, come fanno con i Lego».
I nativi usano per lo più dispositivi touch e considerano ormai i notebook come scomodi e ingombranti. Del resto anche in alcune scuole si usano già i tablet ed esistono decine di migliaia di app rivolte direttamente alla prima infanzia. Non siamo ai livelli della Norvegia, dove la metà dei bambini tra i tre e i quattro anni usa un tablet e il 25% uno smartphone, ma la percentuale di nativi schermo-dotati sta aumentando notevolmente anche da noi.
Non abbiamo ancora risposto alla domanda se esista o meno un momento giusto per dotare i bambini di uno smartphone: il motivo è che in realtà una risposta non c’è. Un altro grande esperto del tema bambini e tecnologia, Alberto Pellai5 (che verrà spesso citato in questo libro), sottolinea che «non esistono linee guida di pediatri o psicologici in questo senso ma la sua indicazione è che il momento più indicato è quello dell’inizio della scuola superiore: da quell’età i ragazzi e le ragazze sono capaci di essere autonomi nell’utilizzo e hanno anche sviluppato la capacità di proteggersi da una certa impulsività che potrebbe danneggiarli». In ogni caso, visto tra l’altro che in prima superiore usano gli smartphone da un pezzo, si può ragionevolmente dire che l’età giusta per ricevere il primo smartphone dipende dalla sensibilità dei genitori e dalla “maturità” dei figli. Lato genitori, la ricercatrice Alexandra Samuel6 ha individuato tre categorie di approccio al digital parenting:
  • “digital enablers”: pongono pochissime restrizioni su come i bambini usano i dispositivi;
  • “digital limiters”: cercano in modo attivo di limitare l’uso dei dispositivi da parte dei bambini;
  • “digital mentors”: tentano di partecipare attivamente a come i loro figli usano i dispositivi.
Detto che proibire a prescindere non è mai una strategia vincente, il trucco sta nell’uso condiviso dello strumento. Sempre Pellai mette in guardia dai pericoli dell’utilizzo di queste tecnologie (contenuti inappropriati, bullismo, sexting e via dicendo) sottolineando l’importanza del ruolo del genitore come educatore, anche se papà e mamma non sono particolarmente ferrati in tema tecnologico.
Il genitore può supervisionare, dare il buon esempio ma, soprattutto, condividere l’uso di questi strumenti: per esempio si può chiedere al ragazzo di mostrare le proprie chat di WhatsApp facendosi raccontare che cosa ha ricevuto e condiviso. In gergo si parla di “digital mentoring”: un approccio per genitori che intendono proteggere i figli, ma al tempo stesso rispettare i loro confini, e incoraggiarli a diventare degli adulti che sanno come comportarsi online, in modo sano e responsabile. In ogni caso, sottolinea Pellai, la strategia migliore è sempre la stessa: parlare, parlare, parlare.

Cos’è la personalità digitale?

Definire il concetto di “personalità digitale” può risultare più semplice se si parte da un paragone con il mondo tangibile: nel concreto della quotidianità materiale, definiamo la personalità come la somma di qualità, idee, caratteristiche che ci contraddistinguono. Quest’insieme di elementi trova naturale ed effettiva espressione nel momento in cui ci poniamo nel contesto sociale. In pratica il nostro modo di essere, pur rimanendo una caratteristica personale, diventa “distintivo” nel momento in cui siamo in relazione con gli altri.
“Gli altri” di cui parliamo si formano un’idea di noi, del nostro carattere e, più in generale, del nostro “modo d’essere” acquisendo informazioni nel corso della relazione: quel che diciamo o non diciamo, i tempi con cui ci rivolgiamo a loro, il tono con cui lo facciamo, la nostra espressione sono tutti elementi che contribuiscono a far sì che i nostri interlocutori conoscano i molti aspetti della nostra personalità, o meglio, diano la propria interpretazione dell’immagine che proiettiamo all’esterno.
Esemplificando, quindi, possiamo dire che nel mondo fisico trasmettiamo la nostra personalità a coloro con cui ci poniamo in relazione attraverso una serie di informazioni che ci riguardano e che, consapevolmente o meno, gli forniamo.
Nell’universo digitale accade qualcosa di simile.
Chiunque può farsi un’idea della nostra personalità digitale attraverso gli elementi che ci riguardano e che sono conservati in Rete e, per converso, in un contesto in cui l’informazione costituisce componente atomica di costruzioni più complesse, possiamo dire che la nostra personalità digitale è costituita dall’insieme di informazioni che ci riguardano e che noi – o soggetti terzi – abbiamo distribuito in Rete.

Che differenza c’è tra personalità digitale e identità digitale?

Anche in questo caso può essere utile ricorrere a un paragone con l’universo tangibile.
Il termine “identità”, riferito a una persona, definisce l’essere appunto essa «quella e non un’altra»7 ed è correlato in senso stretto alla possibilità di verificare che tale persona sia veramente chi dice di essere.
La verifica può essere effettuata in molti modi, per esempio contro...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Colophon
  4. Indice
  5. Prefazione
  6. Bibliografia Prefazione
  7. Introduzione
  8. Prontuario per genitori di nativi digitali
  9. Bibliografia
  10. Gli Autori
  11. Collana