Prefazione
Questo libro di Karounga Camara farà storia sia per l’originalità della proposta che per il rigore e l’obiettività dell’analisi.
Osare il ritorno è nato dalla presa di coscienza di un emigrato senegalese, un emigrato africano, e dalla necessità di reinventare un modo per adattarsi ai cambiamenti dell’occidente, una volta ospitale ma oggi ostile a tutte le forme di “invasione straniera”. Certe scivolate verbali suonavano già come dei lapsus rivelatori di un inconscio collettivo occidentale, sempre più critico verso l’ondata migratoria africana. Il “rumore e gli odori” di Jacques Chirac, ne erano una perfetta illustrazione.
Il merito dell’autore è di mostrare che oggi gli Africani hanno il dovere di pensare a se stessi, alle possibilità del loro sviluppo, e devono esprimerle con atti di buon governo. L’analisi è chiara, l’Africa non potrà mai svilupparsi a partire da modelli esteriori, scimmiottando le culture straniere. Ogni sviluppo, anche se sostenuto dall’appropriazione del sapere e del savoir-faire moderno, deve passare per l’assimilazione della cultura scientifica. L’opera di Karounga Camara lo mostra assai bene, se tutta l’energia vitale della gioventù africana è inghiottita dalle onde devastatrici del Mediterraneo e dalle dune di sabbia del Sahara, è perché i governanti africani hanno fallito nel promuovere delle vere politiche di sviluppo. L’immagine del professore Cheikh Anta Diop che paragona l’Africa a un “mendicante seduto su una miniera d’oro” dovrebbe essere sufficiente a far riflettere più d’uno fra noi.
Per colpa di governanti incapaci d’inventiva e di una popolazione inchiodata all’emotività, l’Africa sembra quella madre indegna, di cui tutti si fanno beffe, e a cui tutti si peritano di dar lezioni: Sarkozy è venuto sul suolo africano, benedetto dagli Africani, a insegnarci che: “non siamo entrati a sufficienza nella storia”; Macron ha rivelato al mondo che “l’Africa ha un problema di civilizzazione” legato alla nostra demografia galoppante. Un modo per dire che noi siamo “una civiltà della copula”, una sorte di “civiltà del sesso, del riso e della danza”!
Poveri Africani seguaci del piacere e delle feste! La conversazione con il signore italiano, che l’autore ha avuto nel metrò, dovrebbe essere sufficiente a svegliarci per “uscire dalla grande notte”, come diceva Achille Mbembe. La sostanza di quella conversazione sintetizza da sola il paradosso tragicomico dell’Africa. “La vostra gioventù e la vostra ricchezza sono l’avvenire dell’umanità. Il vostro sottosuolo sarebbe sufficiente a nutrite il resto del mondo, eppure siete la farsa dell’umanità che chiude le frontiere ai vostri giovani votati al pubblico ludibrio!”
La magistrale lezione di Karounga Camara consiste nell’invitare gli Africani a ridiventare Africani. E questo non è possibile, dice lui, se non a condizione di vincere l’afro-pessimismo, di capire che l’Africa non deve prendere lezioni da nessuno e soprattutto che è ricca in tutti i campi del sapere, quelli che servono a raggiungere l’apice di uno sviluppo durevole. Bisogna capire che il dramma dell’emigrazione, che è già costato all’Africa più di 30.000 morti tra il 1988 e oggi, è un invito a una decisa presa di coscienza della necessità che gli Africani ridefiniscano il loro posto nel mondo.
Sì, osate il ritorno! Osate perché bisogna averne il coraggio, ritornate perché c’è una “casa nostra” africana che si esprime nella forma di migliaia di ettari di terra vergine che non aspetta altro che di accogliere i nostri investimenti. Osare il ritorno significa capire che l’occidente va per la strada opposta, così da perpetuare la sua eterna azione predatrice delle risorse del continente africano. E questo, mentre noi premiamo alle sue frontiere.
El Hadji Songde Diouf
professore di filosofia,
Dakar, Senegal
Preambolo
Il libro che avete tra le mani è una guida pratica, non è un romanzo né una biografia. Lo condivido con voi perché penso che non ci sia un unico modo di crescere in questo mondo. Mi sono basato su ciò che ho vissuto e penso che la mia storia mostrerà non poche similitudini con ciò che state vivendo.
I punti fondamentali permetteranno di scoprire e mettere a frutto il vostro potenziale. Di scoprire la storia della vostra vita di espatriati africani, di cui non immaginate il vero valore.
Penso che questo sia il modo più pertinente per esporre la mia visione perché, come dice il proverbio africano: “Per partire non basta volerlo, bisogna essere capaci di farlo”. Anche io, come milioni di Africani, ho avuto la possibilità di lasciare il continente per tentare la fortuna in Europa.
Come diceva un celebre cantante africano: “Si parte con l’aiuto della dignità, ma è grazie al coraggio che si ritorna”. Questo significa che se l’aspirazione alla dignità ci obbliga all’esilio, è solo con un atto di estremo coraggio che ritorneremo quando le condizioni lo esigeranno.
Dopo qualche anno passato in Europa, ho deciso di rientrare a casa mia in Senegal e di lanciarmi con degli amici nel mondo imprenditoriale. È stata una grande decisione, e ne misuro ora e per sempre l’importanza, e la posta in gioco. Per questo ho voluto condividere questa esperienza, perché so che ci sono molte persone a cui piacerebbe tornare in Africa e sviluppare un’attività propria.
Per me è stato il risultat...