Occupy!
Informazioni su questo libro
Li hanno scherniti e derisi. Li hanno picchiati e arrestati. Hanno distrutto le loro tende e i loro libri. Ma non hanno perso la determinazione, non hanno mollato. Una volta ancora hanno giurato fedeltà al movimento, consci di rappresentare la grande maggioranza colpita dalla crisi. Dal 17 settembre 2011, Occupy Wall Street si oppone alla speculazione fi nanziaria e alle disparità sociali emerse con la Grande recessione. In poche settimane, con base a Zuccotti Park, il movimento si autodisciplina, si organizza in gruppi di lavoro, comunica tramite Twitter e YouTube, si diffonde come un virus democratico da New York a Boston, da Oakland ad Atlanta, da Los Angeles a Seattle, con lo stesso impeto che ha mosso gli indignados in Europa e i giovani della Primavera araba. Fino a conquistare la copertina di protagonista dell'anno di Time. Assemblee, marce, raduni, accampamenti sono gli strumenti di lotta contro le grandi banche JPMorgan Chase, Goldman Sachs, Bank of America, Citigroup, Wells Fargo, accusate di avere allargato a dismisura la forbice tra ricchi e poveri. Occupy! raccoglie le voci di chi partecipa attivamente, di chi simpatizza, di chi guarda e passa, di chi cerca soltanto una tenda e un po' di cibo. Sono studenti, operai, giornalisti, disoccupati, bancari «fuoriusciti». E intellettuali di fama internazionale. Slavoj Žižek mette in luce le contraddizioni della sinistra americana e la necessità di un nuovo anticapitalismo attento al «bene comune»; Angela Davis invita a dare un senso positivo, di progresso, alla parola «occupazione»; Judith Butler mette l'accento sul valore del movimento come «alleanza di corpi», fonte di energia democratica; Rebecca Solnit raccomanda l'offensiva nonviolenta come unico strumento per costruire una società davvero civile. Tutti sono d'accordo su un punto. Siamo il 99%. E l'1% non può dettare le condizioni. L'1% non può mangiare tutta la torta. A New York il malessere diffuso si traduce in rito collettivo, esempio di partecipazione attiva e creativa in un paese che fa i conti con se stesso, con il principio per cui il denaro è il solo che può dare la libertà, con il trentennio liberista che ha portato il mondo intero sull'orlo del precipizio. Iniziato come raduno spontaneo dipoche centinaia di persone, Occupy Wall Street ha scosso l'America e ridefinito i termini del rapporto tra singolo e comunità. Oggi, dopo lo sgombero forzato del novembre 2011, è tornato a farsi sentire, per cercare altri spazi, altri bersagli da colpire. Il rischio è sempre quello di sem plificare, di farne una bravata da raccontare agli amici. L'occupazione è viva e deve continuare. Per capire se si tratta del sussulto di un attimo o della fine di un'epoca.
Domande frequenti
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Informazioni
Parliamo davvero dell’1 percento
di Doug Henwood e Congressional Budget Office





Scene da un’occupazione
di Astra Taylor, Mark Greif
21 settembre, mercoledì
ASTRA
23 settembre, venerdì
ASTRA
24 settembre, sabato
ASTRA
25 settembre, domenica
MARK
Lettere di dimissioni dal sogno americano
Indice dei contenuti
- Copertina
- Prefazione
- Scene da un’occupazione di Eli Schmitt, Astra Taylor, Mark Greif
- Un no, molti sì di Marina Sitrin
- Scene da un’occupazione di Eli Schmitt, Astra Taylor
- Parliamo davvero dell’1 percento di Doug Henwood e Congressional Budget Office
- Scene da un’occupazione di Astra Taylor, Mark Greif
- Lettere di dimissioni dal sogno americano di Marco Roth
- Scene da un’occupazione di Elizabeth Gumport
- Farsi valere di Manissa Maharawal
- Scene da un’occupazione di Sarah Resnick, Keith Gessen, Sarah Leonard
- La teologia del consenso di L.A. Kauffman
- Scene da un’occupazione di Keith Gessen, Astra Taylor, Sarah Resnick
- I percussionisti di Zuccotti Park di Mark Greif
- Scene da un’occupazione di Astra Taylor
- Non innamoratevi di voi stessi di Slavoj Žižek
- Scene da un’occupazione di Astra Taylor, Sarah Resnick
- Nypd e Ows. Due stili in conflitto di Alex Vitale
- Scene da un’occupazione di Sarah Leonard, Keith Gessen
- Rivendica la divisione, denuncia il torto di Jodi Dean
- Scene da un’occupazione di Sarah Resnick, Sarah Leonard, Astra Taylor
- E Chinatown dov’è? di Audrea Lim
- Stop allo «stop and frisk» di Svetlana Kitto, Celeste Dupuy-Spencer
- Lavoro, lavoro e ancora lavoro di Nikil Saval
- Occupytheboardroom.org di Mark Greif
- Scene da Atlanta occupata di Kung Li
- (Dis)occupiamo di Angela Davis
- Scene da Oakland occupata di Sunaura Taylor
- Gettare gli attrezzi del padrone e costruire una casa migliore di Rebecca Solnit
- Scene da Philadelphia occupata di Nikil Saval
- La questione dei senzatetto di Christopher Herring , Zoltán Glück
- Scene da Boston occupata di Stephen Squibb
- Voci che girano di Astra Taylor, Sarah Resnick
- Alleanza di corpi di Judith Butler
- Giorno di bucato di Keith Gessen
- La crisi americana di Thomas Paine
- Note dei traduttori
- Gli autori
- Ringraziamenti
- Crediti
