Gabbie di genere
eBook - ePub

Gabbie di genere

Retaggi sessisti e scelte formative

  1. 208 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Gabbie di genere

Retaggi sessisti e scelte formative

Informazioni su questo libro

Femmine e maschi frequentano la scuola insieme fin dai primi anni di vita, ma durante il percorso le loro strade tendono progressivamente a separarsi, come se seguissero dei bivi obbligati che indirizzano le prime verso ambiti di studio ditipo umanistico e i secondi verso percorsi di tipo tecnologico-scientifico.
Talvolta, però, in questo quadro così ordinato accadono degli imprevisti che smontano larigidità di schemi precostituiti: ci sono ragazze che decidono di addentrarsi in percorsi socialmente ritenuti "maschili" e ragazzi che si insinuano in percorsi socialmente intesi come "femminili".
La ricerca descritta nel libro presenta le storie di giovani donne e giovani uomini che operano decisioni anticonformiste, ancora considerate "coraggiose", "diverse", quando invece andrebbero ricomprese nella normalità.
Le riflessioni educative proposte dalle autrici mirano a perimetrare e decostruire le gabbie di genere nelle quali possono risultare intrappolati studentesse e studenti nel momento cruciale in cui scelgono la loro trafila formativa, ma ambiscono anche a delineare nuove piste per orientarsi consapevolmente, sulla base dei propri reali interessi, curiosità, desideri: fuori dalle gabbie di genere.

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Informazioni

1. un necessario inquadramento teorico:
La Pedagogia di genere
Silvia Leonelli

Nella società italiana permangono innegabili squilibri di genere – nel mondo del lavoro, del privato, della formazione – e proseguono discriminazioni, però inavvertite a uno sguardo superficiale: la nostra situazione, fotografata dal Global Gender Gap Report del World Economic Forum, è quantomeno imbarazzante. L’Unione europea, in particolare, rimprovera sovente all’Italia la scarsissima attenzione alle questioni di genere, in particolare quelle concernenti le disparità tra i generi sul lavoro, in termini di carriera e di retribuzione (gender gap); e la difficoltà di accesso per le donne ai vertici delle imprese e delle istituzioni ovvero il cosiddetto “soffitto di cristallo” (glass ceiling) che, invisibile ma ben presente, non permette, a parità di competenze, di raggiungere posizioni elevate e di potere. L’Italia viene richiamata poi sull’inefficacia di politiche per la conciliazione lavoro-famiglia, nonché sull’assenza strutturale delle donne in politica, tanto da dover ipotizzare le “quote rosa”. Certo, occuparsi oggi di genere non significa concentrarsi esclusivamente sulla situazione delle donne – bensì considerare il femminile e il maschile come costruzioni culturali e sociali interagenti – nondimeno è chiaro che le disparità di chances tra i sessi costituiscono un’evidente riprova del livello di attenzione di un paese sulle diseguaglianze tra i suoi cittadini. Per non parlare poi del fatto che in educazione, fino ad anni recentissimi, ci siamo disinteressati delle questioni di genere. In un rapporto europeo di appena sei anni fa trovavamo ancora annotazioni severe: «Gender equality is not explicitly expressed as a goal for the school system and it is not incorporated into legal documents and official regulations for education»1. Per lungo tempo i ministeri, come quello dell’Istruzione, i dipartimenti, come quello delle Pari Opportunità, i governi che si sono succeduti non hanno messo al centro delle loro azioni piani di ricerca e di intervento a proposito della gender equality nell’educazione. Il mondo dell’educazione, invece, può reagire e agire rispetto agli squilibri di genere, con l’obiettivo di rendere concepibili altri modi di percepirsi, e vivere come cittadini/e, liberi/e dagli stereotipi di genere. In particolare, può farlo sostenendo le giovani generazioni nel delicato processo di progettazione del loro futuro, oggetto del presente volume, e farlo con progetti mirati e intenzionali. Ma a che punto siamo?

1.1. Le diffidenze sull’educazione di genere nel contesto italiano

Il libro che avete tra le mani è nato nel periodo più aspro della polemica No Gender. Sulla scia di altri stati europei, una parte del nostro paese scendeva in piazza per manifestare contro l’educazione di genere. In rete circolavano molte prese di posizione rivolte ai genitori, con istruzioni dettagliate su come evitare che le scuole portassero avanti progetti in questo settore. L’idea di trattare a scuola gli stereotipi di genere, i ruoli di genere, il femminile e il maschile come categorie socioculturali, pareva un atto destabilizzante e pericoloso. Così pure le questioni dell’orientamento sessuale, delle relazioni tra i generi, dell’educazione all’affettività e alla sessualità. Uno tra i decaloghi più diffusi invitava i genitori a leggere con attenzione il Pof (Piano offerta formativa) della scuola dei figli – invito meritorio di per sé, tutte le famiglie dovrebbero consultarlo – per cercare degli indicatori che potessero rivelare l’intenzione subdola di affrontare la (presunta) “teoria del gender”: «Le parole chiave a cui prestare attenzione sono: educazione alla effettività, educazione sessuale, omofobia, superamento degli stereotipi, relazione tra i generi o cose simili, tutti nomi sotto i quali spesso si nas...

Indice dei contenuti

  1. PREFAZIONEStefano Ciccone
  2. Introduzione
  3. 1. un necessario inquadramento teorico: La Pedagogia di genere Silvia Leonelli
  4. 2. La segregazione formativa: una cartina al tornasole delle diseguaglianze di genere in ambito scolastico-formativoIrene Biemmi
  5. 3. per un orientamento formativo in chiave di genereSilvia Leonelli
  6. 4. Premessa metodologica Irene Biemmi
  7. 5. Le scuole medie, le scuole superiorie la scelta universitariaIrene Biemmi
  8. 6. Le ragazze raccontano: la scienza non è solo “roba da uomini” Irene Biemmi
  9. 7. I ragazzi raccontano: la cura non è SOLO “roba da donne” Irene Biemmi
  10. Conclusioni della ricercaIrene Biemmi