Ritratto di signora in viaggio
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Ritratto di signora in viaggio

Un'americana cosmopolita nel mondo di Henry James

  1. Italian
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Ritratto di signora in viaggio

Un'americana cosmopolita nel mondo di Henry James

Informazioni su questo libro

Seguire la vita di Caroline Fitzgerald e della sua famiglia significa non solo fare luce su esistenze affascinanti di cui si erano perse le tracce, ma anche godere di quell'intimità emotiva che legò così profondamente Henry James a una donna dalla personalità complessa e originale.Tra le tante eroine dei romanzi e dei racconti di Henry James, la più nota è senz'altro la protagonista di Ritratto di signora, Isabel Archer. Diversi, però, sono i personaggi femminili che dalle sponde americane dell'oceano giungono in Europa, più spesso a Londra, in cerca di un matrimonio aristocratico e poi, da lì, in Italia inseguendo il sogno della bellezza e il fascino di antiche culture e civiltà. Ma c'è un'altra signora, realmente vissuta e rimasta finora ignota, legata a James dalla scrittura – quella di un carteggio con lui, venuto solo ora alla luce. È a lei che è dedicata questa biografia che, attraverso lettere, diari e documenti d'epoca, ricostruisce un reale ritratto di signora nel quale è inevitabile scorgere in filigrana le fattezze di un'ideale eroina jamesiana: Caroline Fitzgerald. Molto nota nell'alta società newyorchese, Caroline ben presto si trasferì a Londra. Fu in un brillante salotto di Kensington che avvenne il primo incontro con lo scrittore americano, il quale, in una lettera a Edith Wharton, ne descrive «la bellezza trascurata». James frequentava le donne dall'eleganza sofisticata della migliore società internazionale, e Caroline non ricalcava lo stereotipo della giovane ereditiera americana in Europa tanto in voga in quegli anni. Lei che era colta, ricca, innamorata della poesia e talmente affascinata dall'Oriente da aver studiato il sanscrito e da vestire lunghe tuniche esotiche, era infatti decisamente lontana da quel cliché. Dopo il divorzio da un Lord inglese, si innamorò di un medico ed esploratore italiano, Filippo De Filippi. Sia pur tra le righe delle sue lettere – uscite oggi dagli archivi degli eredi della famiglia De Filippi – James sembrò incoraggiare quella scelta e, negli anni che seguirono, spesso incontrò Caroline costatandone la nuova felicità. Imperdibili sono alcuni resoconti che James scrive delle sue gite in Italia a bordo di una delle primissime automobili del secolo di proprietà della coppia. Il viaggio fu, del resto, la cifra dell'esistenza di una donna intraprendente che andò fino in Caucaso e poi in India al seguito delle esplorazioni del marito – e di ogni dove, Caroline riportava bellezze ed emozioni nel carteggio con James e gli altri amici della vecchia Europa. Una vita inconsueta vissuta appieno in poco più di quarant'anni e finita a Roma il giorno di Natale del 1911. Leggere oggi la sua biografia, attraverso le tante pagine di suo pugno, è come leggere in controluce un romanzo jamesiano mai scritto, o meglio ancora sbirciare nel vissuto di James fatto di incontri con donne e uomini reali da cui lo scrittore attingeva spunti per i suoi capolavori. E d'altra parte fu la stessa Caroline a supporre in lui una curiosità «professionale» a proposito di un suo fratello, esploratore di fama internazionale: «Henry James è venuto da noi per il tè questo pomeriggio – annotava in una lettera del 22 maggio 1896 – e ha continuato a farmi domande su Edward il quale, ne sono certa, finirà in uno dei suoi prossimi romanzi». Il forte sospetto, scoprendo oggi la vita di Caroline, è che sia stata invece lei a fornire a James più di una suggestione per le sue indimenticabili protagoniste femminili…

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Informazioni

Parte prima

Caroline Fitzgerald

Caroline

È il 22 maggio 1896 e nel salotto di un’elegante casa londinese, al n. 2 di Green Street, sta per essere servito il tè.
Insieme alla padrona di casa e a una sua amica c’è anche uno scrittore all’apice del successo che, seduto su una poltrona, chiede informazioni sul fratello della sua ospite.
My dear Lady Reay,
Today I’ve hardly stirred from the house, just reading quietly and writing letters arrears. Tiny Jackson came for a drive with me last Friday and back here to tea and Henry James came in and sat asking questions about Edward whom, I am convinced, he wishes to put into a novel. He is living in the country now1.
Caroline e Henry James, in una sorta di incrocio di destini, si conobbero in un momento in cui la vita di entrambi stava cambiando radicalmente rispetto al passato. Tutti e due stavano per abbandonare Londra: lei, di lì a poco, sarebbe partita per affrontare viaggi impensabili per una donna di quei tempi, mentre lui stava definitivamente trasferendosi a Rye, nel Sussex, dove resterà fino a poco prima della morte, avvenuta da cittadino inglese2.
Caroline è convinta che James voglia inserire suo fratello Edward in un romanzo o in un racconto, ma forse è proprio a lei che lo scrittore americano è maggiormente interessato e alle suggestive vicende che quest’ultima gli descriverà nelle lettere della loro corrispondenza.
1 Lettera di Caroline Fitzgerald a Lady Reay, 24 maggio 1896 (Pentecoste), in Archivio Eredi Caroline Fitzgerald e Filippo De Filippi (d’ora in poi CFFDF). Tutte le carte citate da questo archivio non sono numerate.
2 Henry James morì a Londra il 28 febbraio 1916. Sconvolto dallo scoppio della prima guerra mondiale, invano attese e auspicò l’ingresso degli Stati Uniti d’America in aiuto degli Alleati. Decise di diventare cittadino britannico per condividere fino in fondo il destino della nazione che lo aveva da sempre ospitato. L’anno dopo la sua morte gli Stati Uniti entrarono finalmente in guerra, ma lo scrittore non ebbe la soddisfazione di saperlo.
I. I primi anni. La giovinezza

1. Robert Browning, il sogno della poesia

Lady Caroline De Filippi, née Fitzgerald, who died in Rome, Italy, on Christmas day, 1911, joined the Society in 1886 and became one of its life-members. Her interest in the Orient, first aroused by Professor Whitney, continued throughout her life, and she traveled extensively in the East, particularly in the Central Asia, Ladakh, and India1.
In questa breve descrizione, tratta dal «Journal of the American Oriental Society», sono raccolti gli elementi principali della vita di Caroline Fitzgerald di cui possiamo ripercorrere i primi anni grazie alle annotazioni da lei stessa riportate su un foglio trovato di recente, per caso, fra le carte dei suoi eredi in una villa vicino a Firenze (ill. 11)2. Caroline nacque il 22 settembre 1865 a Litchfield, in Connecticut, seconda di tre fratelli. Il padre, William John, che proveniva da una nota famiglia di origine irlandese, era nato anche lui a Litchfield nell’agosto del 1819, mentre la madre, Mary Ann, era la figlia di Eli White3, «un ricchissimo mercante di New York»4.
William John Fitzgerald entrò nella prima classe di studenti dell’Upper Canada College il 4 gennaio 1830 e proseguì gli studi al Trinity College di Dublino dove si laureò in legge. Successivamente iniziò a praticare la professione di avvocato a Toronto dove nell’anno 1850-51 risulta partner dello studio Fitzgibbon&Fitzgerald al n. 43 di King Street West5.
Caroline presumibilmente rimase a Litchfield fino all’inverno del 1876 quando, per circa un anno e mezzo, si trasferì in Europa. Dal 1878 al 1880 visse a Mount Desert6, un’isola del Maine, meta privilegiata del soggiorno estivo delle famiglie più ricche della Costa Est degli Stati Uniti. Tra il 1881 e il 1882 fece poi la spola fra l’America e l’Europa e qui si fermò per almeno due anni, passando qualche tempo in Svizzera, forse per curare i problemi ai polmoni di cui soffrì tutta la vita. In questo periodo, a soli sedici anni, scrisse quella che lei stessa definì il suo primo «piece».
Nel 1883 si trasferì con la famiglia a Londra, dove trascorse l’inverno e la primavera dell’anno successivo, per poi andare a Ginevra, città in cui, come riporta l’appunto, incontrò Victor Hugo.
Il 1884 fu un anno fondamentale perché fece la conoscenza di colui che sarà la fonte di ispirazione della sua futura attività poetica e punto di riferimento costante negli anni della giovinezza: Robert Browning.
In estate fu costretta a trasferirsi a Cauterets, un centro termale negli alti Pirenei francesi di gran moda alla fine dell’Ottocento per la cura della tubercolosi, e, nell’autunno successivo, si spostò nuovamente negli Stati Uniti dove si trattenne per più di due anni. In questo periodo la casa di famiglia di Litchfield fu soggetta ad alcuni lavori di ammodernamento. Probabilmente fu la stessa Caroline a occuparsene, con l’aiuto del fratello Augustine, come lei riporta seccamente nei suoi appunti.
Nella primavera dell’anno successivo tornò per cinque mesi in Europa e lì incontrò nuovamente Robert Browning che in quell’occasione lesse per la prima volta le sue poesie. D’ora in poi il foglio autografo di Caroline è contrassegnato esclusivamente dagli incontri con il poeta inglese che viene però indicato soltanto con una semplice ma significativa «X».
Nella primavera del 1888 i due si incontrarono a Londra, durante l’estate dello stesso anno a Primiero7 e in autunno furono nuovamente insieme a Venezia dove Browning viveva.
I rapporti con il poeta furono molto stretti e, in una lettera del 12 agosto 1889, da Pontresina, in Svizzera, Caroline, poco prima di sposarsi, gli scrisse: «Penso che la cosa più prossima ad avere con voi una bella e lunga conversazione sia scrivervi una lunga lettera, anche se non bella, e aspettare il piacere di una risposta»8, che non si sa se sia mai arrivata.
Il 24 agosto di quell’anno Caroline sposò Lord Edmund George Petty-Fitzmaurice9 e pochi mesi dopo, il 12 dicembre, Robert Browning morì a Venezia nella casa del figlio a Cà Rezzonico sul Canal Grande.
Caroline, nei suoi appunti, scrisse laconicamente: «X’s death».
Con questo triste evento, e non con la data del proprio matrimonio, finisce bruscamente la nota redatta da Caroline, come se la scomparsa del poeta potesse in qualche modo identificarsi con la conclusione della sua giovinezza.
Dalla lettura della schematica pagina dei suoi appunti, che altro non è che un semplice susseguirsi di date, emergono i continui spostamenti fra l’America e l’Europa, ma anche l’assenza di una residenza stabile, la vocazione per la poesia ma più di tutto gli scambi con Robert Browning.
Da giovane Caroline fu molto conosciuta negli ambienti dell’alta società di New York di cui frequentò i circoli letterari come studentessa di lettere classiche e fu addirittura una delle prime donne di allora a dedicarsi allo studio del sanscrito con l’aiuto del professor William Dwight Whitney dello Yale College10.
Anche a Londra dove, nel corso dei suoi incessanti spostamenti, aveva vissuto nella casa di famiglia al numero 19 di Rutland Gate nell’elegante quartiere di Kensington, era nota la sua passione per la cultura e le lingue orientali, e arrivava persino a indossare lunghe e originali tuniche che la distinguevano dalle altre ragazze appartenenti alle migliori famiglie delle due sponde dell’oceano11.
Questo atteggiamento, forse ingenuamente provocatorio, ma indicativo di una personalità indipendente e anticonformista, inizialmente sembrò quasi disorientare Henry James che non riuscì subito ad apprezzare l’insolita bellezza di Caroline. In una lettera a Edith Wharton, che leggeremo in seguito, lo scrittore americano, raccontando di un suo soggiorno in Italia trascorso proprio insieme a Caroline, la descrive così: «Handsome blowsy Caroline, with a good deal of a certain dim compassion […] she who is of a large & free & easy transalpine & even transatlantic tradition». Sono parole che bisogna cercare di tradurre e comprendere con profonda attenzione, perché in esse è racchiuso lo spirito più intimo di Caroline. Di lei si coglie infatti subito e inequivocabilmente la bellezza che però James definisce distratta, disattenta, forse trascurata, e a cui lo scrittore americano accosta «una buona dose di lieve compassione […] lei che viene da una tradizione transalpina e perfino transatlantica, semplice, ampia e libera»12.
Henry James amava, o almeno era abituato a frequentare, le donne dall’eleganza sofisticata dell’alta società internazionale e probabilmente non riuscì subito a comprendere la personalità e lo stile di Caroline che non seguiva lo stereotipo, tanto in voga in quegli anni, della giovane ereditiera americana in cerca di un matrimonio prestigioso in Europa.
Lei che era colta, ricca, innamorata della poesia e affascinata dall’Oriente, aveva invece cercato di esprimere la propria identità sognando di diventare una poetessa così tanto sofisticata da riuscire addirittura a redigere intere pagine usando la scrittura speculare (ill. 13)13.
Al di là della perplessità iniziale, James rimase senza dubbio colpito da questa donna così fuori dagli schemi, malinconica e cagionevole di salute, ma di sicuro libera, anticonformista e dotata di un forte spirito di adattamento, tanto che l’interesse dello scrittore andò, come vedremo, ben oltre la semplice amicizia.
1 «Lady Caroline De Filippi, nata Fitzgerald, morta a Roma il giorno di Natale 1911, aderì all’American Oriental Society nel 1886...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Indice
  5. Introduzione. Caroline, tra romanzi e realtà
  6. Parte prima. Caroline Fitzgerald
  7. Parte seconda. I fratelli
  8. Tre ritratti e un breve epilogo che arriva da lontano
  9. Elenco delle illustrazioni