Terza parte
Alcuni processi di cambiamento sociale illustrati
dallo Zululand
1. Piano del saggio1
Sulla storia e la cultura degli Zulu sono stati pubblicati molti libri e articoli, e io stesso, in tre saggi, ho analizzato gli sviluppi sociali nello Zululand a partire dal 17752. Con alle spalle tutta questa letteratura e i miei stessi lavori, ritengo di poter utilizzare i miei materiali in modo più frammentario, affinché il mio uso dei fatti e le mie argomentazioni possano essere verificati rispetto a queste precedenti pubblicazioni.
Questo saggio è un esperimento. Invece di analizzare ogni cambiamento reale che si è verificato nello Zululand, cerco di formulare processi astratti di cambiamento sociale, cioè certe relazioni invariabili tra gli eventi in sistemi sociali mutevoli. Li illustro con esempi particolari tratti dai miei dati etnografici sugli Zulu, ma spero che siano espressi in forme che consentano loro di essere applicati in generale.
Ritengo che la conoscenza socio-antropologica abbia raggiunto un punto in cui la continua analisi di particolari sistemi sociali cesserà di far progredire la scienza e che ora possiamo formulare relazioni astratte, separate da eventi reali. Questo saggio è inteso come un contributo a tal fine. Fino a quando non tenteremo quest’impresa, non potremo liberarci dall’accusa secondo cui la sociologia non è scientifica: “la storia studia eventi particolari, ma la scienza non lo fa […] la scienza studia certe relazioni tra eventi particolari”3.
Nessuno dei processi che formulo è illustrato chiaramente da ciò che è accaduto nello Zululand o nella storia di qualsiasi altra comunità, né alcun processo da solo tiene conto degli esempi che fornisco. Gli atti del comportamento umano sono prodotti da molti tipi di eventi e da molti tipi di leggi: fisiche, biologiche, fisiologiche, psicologiche e così via4. È virtualmente impossibile isolare gli eventi sociali per fare esperimenti. Ho voluto sottolineare questa ovvietà per proteggermi dalle critiche secondo le quali alcuni processi che formulo non spiegano, né se considerati da soli né insieme, gli eventi reali della storia dello Zululand o di altre comunità. Non fingo che lo facciano. I seguenti processi hanno solamente contribuito alla storia dello Zululand.
La dimostrazione e il valore delle mie formulazioni devono dipendere non solo da quanto a fondo riescano a spiegare la storia attuale dello Zululand, ma anche dal fatto che possano essere ad essi applicati dei metodi scientifici. In primo luogo, hanno una forma che consente loro di essere testati induttivamente in molte società, con quei metodi scientifici che Durkheim, per esempio, sosteneva potessero essere applicati negli studi sociali?5. In secondo luogo, possono essere testati alla luce della loro coerenza logica e della loro coerenza con altre ipotesi sociologiche? Si vedrà che ho ricavato alcuni di questi processi gli uni dagli altri e, inoltre, il fatto che io abbia attinto dalle opere di molti sociologi e antropologi sociali è così manifesto, che non ho bisogno di specificare in dettaglio il mio evidente indebitamento. In terzo luogo, le mie formule implicano altri processi sociali? Perché se lo fanno, anche se dovessero essere respinte in quanto non valide, sarebbero comunque utili.
I processi che discuto in questo saggio non sono affatto completi, né vengono analizzate le loro piene implicazioni. Tuttavia, dal momento che mi sto occupando di una ricerca in Barotseland, li scrivo come guida per quel lavoro e con l’intenzione di analizzarli ulteriormente quando elaborerò un resoconto completo delle mie ricerche sullo Zululand. Li pubblico con la speranza che siano di qualche aiuto per altri sociologi.
2. Sistemi ripetitivi e sistemi mutevoli
La mia argomentazione generale è fondata sulla distinzione tra due classi di sistemi sociali: i sistemi ripetitivi e quelli mutevoli6.
(1) Un sistema sociale ripetitivo è quello in cui i conflitti possono essere completamente risolti e la cooperazione è interamente realizzata all’interno del modello del sistema. Gli individui che sono membri dei gruppi e partecipano alle relazioni che costituiscono le parti del sistema cambiano, ma non vi è alcun cambiamento nel carattere di quelle parti o nel modello della loro interdipendenza con i suoi conflitti e la sua coesione. I bambini che nascono in un tale sistema e crescono, invecchiano e muoiono; in un ufficio, il personale dei gruppi e chi è in carica cambia, si verificano litigi, ma tali cambiamenti non cambiano il sistema. Per esempio nella storia antica degli Zulu, due re salirono al trono per mezzo della violenza, ma le ribellioni non cambiarono il modello della politica zulu.
(2) D’altro canto, un sistema sociale mutevole è quello in cui i conflitti possono essere risolti solo parzialmente o totalmente e la cooperazione può essere raggiunta parzialmente o interamente attraverso i cambiamenti non solo degli individui che sono membri dei gruppi e partecipano alle relazioni che costituiscono le parti del sistema, ma anche attraverso i cambiamenti del carattere di quelle parti e del modello della loro interdipendenza con i suoi conflitti e la sua coesione. Il moderno Zululand è un sistema del genere, in cui emergono costantemente nuovi tipi di gruppi e di personalità sociali, in relazioni sempre mutevoli gli uni con gli altri.
È spesso difficile classificare un particolare sistema sociale come ripetitivo o mutevole. I cambiamenti effettivi all’interno di uno schema ripetitivo possono accumularsi gradualmente per produrre cambiamenti nello schema stesso; in un sistema mutevole ci sono molti cambiamenti ripetitivi e un’intera sezione di un sistema che cambia può sembrare ripetitiva. Pertanto, le scuole nella società moderna sembrano avere lo stesso modello interno per un certo numero di anni, nonostante l’uscita dei vecchi allievi e insegnanti e l’ingresso dei nuovi. Inoltre, alcune relazioni sociologiche sono comuni a entrambe le classi di sistemi sociali. Ciononostante, da un punto di vista teorico, è possibile distinguere queste classi di sistemi sociali ed è possibile ritrovare un certo numero di relazioni sociologiche nei sistemi mutevoli, ma non in quelli ripetitivi.
Ciascuna di queste classi può essere suddivisa in sottoclassi di sistemi sociali di (a) gruppi culturali omogenei ed (b) eterogenei. Esistono molti sistemi ripetitivi composti da gruppi culturali eterogenei7.
Quello degli Zulu-Bianchi è un sistema mutevole costituito da gruppi culturali eterogenei. Si potrebbe sostenere che tutte le società consistano di gruppi culturali eterogenei, poiché c’è sempre una variazione culturale riguardo le classi di età, lo status politico e così via.
3. Cultura e relazioni sociologiche
Si rende necessario definire che cosa io intenda con cultura e gruppi culturali.
La scienza tenta di formulare relazioni invariabili tra tipi di eventi e, all’interno di questo campo generale, la sociologia studia le relazioni invariabili tra gli eventi sociali8. Questi ultimi possono essere definiti come le azioni di persone che agiscono in qualità di membri di un gruppo o in quanto parti costitutive delle relazioni che intrattengono con altre persone in una comunità9, ma possono rientrarvi anche il mondo fisico in cui gli uomini vivono o i materiali di cui si servono in queste relazioni.
Il sociologo produce generalizzazioni, affermando che certi eventi sociali sono tipici di alcune comunità. Tali generalizzazioni, che potrebbero non descrivere accuratamente eventi sociali reali, rappresentano il tipo di comportamento che è alla base di questi eventi reali in quella comunità. Solamente poche relazioni tra i padri zulu e i loro figli si adattano perfettamente alla relazione padre-figlio tipica degli Zulu, che il sociologo deve descrivere per iniziare le sue analisi10. Cioè, dal flusso di eventi sociali particolari e unici, il sociologo astrae i tipi di eventi sociali come rappresentativi della comunità che sta studiando. Tali eventi tipici sono ciò che propongo di chiamare cultura di una comunità.
Questa definizione di cultura corrisponde più o meno a quella di Radcliffe-Brown – secondo cui la cultura è il comportamento standardizzato degli individui in una comunità – e con quella di Tylor, secondo cui la cultura “è quell’insieme complesso che include le conoscenze, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro di una società”. Pertanto, i gruppi di diversa cultura sono quelli i cui modi standardizzati di comportamento, credenze, leggi, proprietà materiali e così via, non sono simili.
Dalle descrizioni delle culture di particolari società, dobbiamo astrarre relazioni invariabili tra parti della cultura e processi invariabili attraverso i quali la società funziona. Possiamo definire le relazioni invariabili come relazioni sociologiche. Questi sono concetti...