Indice delle liberalizzazioni 2015
eBook - ePub

Indice delle liberalizzazioni 2015

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Indice delle liberalizzazioni 2015

Informazioni su questo libro

Obiettivo dell'Indice, che dal 2007 monitora l'evoluzione della concorrenza nel nostro paese, è individuare punti di forza e di debolezza dei differenti paesi. Misurare le liberalizzazioni serve a rendere esplicito, per ciascun settore, quali paesi si siano dotati di mercati competitivi e quali, invece, siano ancora viziati dall'intervento pubblico. Inoltre la metodologia dell'Indice consente di identificare quelle riforme che possono rimuovere le barriere alla concorrenza e, con esse, gli ostacoli alla crescita economica.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Indice delle liberalizzazioni 2015 di Carlo Stagnaro in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Economia e Condizioni economiche. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
IBL Libri
Anno
2015
eBook ISBN
9788864402772

Capitolo 1. Carburanti per autotrazione, di Carlo Stagnaro

 
img14.png
 
1. Descrizione generale
Il mercato dei carburanti per autotrazione si trova in una situazione singolare. Da un lato, per le sue specificità intrinseche esso può essere caratterizzato, almeno potenzialmente, come un mercato privo di ostacoli a un assetto pienamente concorrenziale, e privo di esigenze particolari che giustifichino un intervento regolatorio (al netto delle ovvie prescrizioni sulla sicurezza e l’ambiente). Dall’altro, la sua evoluzione nel tempo – e una serie di rigidità legate a scelte regolatorie soprattutto locali – introducono delle rigidità e delle vischiosità, che danno luogo a un panorama assai eterogeneo a livello europeo. Queste vischiosità sono esacerbate dalla naturale dinamica verso la riduzione dei consumi, la quale a sua volta risente di una componente congiunturale, ma è guidata soprattutto da fattori strutturali. In un mercato maturo, infatti, il normale turnover dei veicoli vede un parco circolante sempre più efficiente, e dunque segnato da una minore domanda di carburanti a parità di chilometri guidati.
Nell’ambito dell’Indice delle liberalizzazioni, il grado di apertura del mercato viene caratterizzato guardando principalmente a tre indicatori.
Il primo fattore sul quale ci si concentra è quello del prelievo fiscale sui carburanti. Essi sono infatti una naturale fonte di gettito erariale, a causa della relativa rigidità della domanda. Inoltre la presenza di forti esternalità ambientali e di altro genere giustifica, almeno fino a un certo punto, l’imposizione fiscale su questi beni.
A livello europeo gli Stati membri sono tenuti ad attenersi a livelli minimi delle accise: essi sono tuttavia liberi di derogare verso l’alto (come in effetti fanno). Dal punto di vista concorrenziale, il peso della componente fiscale ha un impatto non triviale, in quanto contribuisce a livellare verso l’alto i prezzi alla pompa e dunque a smorzare la percezione della differenza di prezzo tra le diverse offerte da parte dei consumatori.
Il secondo fattore guarda invece ai prezzi al netto delle imposte. Il costo della materia prima, infatti, è sostanzialmente omogeneo a livello europeo. Questo lascia intendere che le differenze tra i prezzi medi a livello nazionale – pur avendo varie spiegazioni, tra cui la diversa incidenza delle prescrizioni vigenti in ciascuno Stato membro – siano in buona parte spiegabili proprio con una diversa efficacia delle dinamiche competitive.
Il terzo fattore riguarda invece il diverso grado di sviluppo e organizzazione della rete distributiva: in principio, in un Paese nel quale la concorrenza possa liberamente dispiegarsi ci si attende che la natura e le modalità dell’offerta cambino nel tempo, scostandosi sempre più dal modello ormai obsoleto del puro rivenditore di carburanti. Di conseguenza, le informazioni sulla diffusione dei nuovi assetti distributivi sono un indicatore indiretto dell’effettiva apertura del mercato e della natura più o meno distorsiva delle regolamentazioni nazionali e locali.
Il Paese più liberalizzato, in questi termini, è il Lussemburgo, a cui è attribuito un punteggio pari a 100, seguito da Polonia, Austria e Regno Unito. Questi Paesi si distinguono per un moderato peso del fisco, prezzi al netto delle imposte tra i più bassi in Europa, e una struttura della rete distributiva assai moderna. Occorre tuttavia segnalare che per molti dei 28 Stati membri dell’Unione non sono disponibili informazioni di dettaglio su quest’ultimo punto. La classifica è chiusa dall’Italia, preceduta da Danimarca e Bulgaria.
 
2. Metodologia
Come anticipato, la liberalizzazione della distribuzione dei carburanti per autotrazione in rete è definita attraverso tre indicatori: tax, price e organization. Ciascuno degli indicatori contribuisce per un terzo alla formazione dell’Indice finale.
Tax tiene conto dell’aliquota Iva e del livello delle accise vigente a luglio 2015 in ciascuno dei Paesi considerati.
Price riflette invece il prezzo industriale medio (cioè al netto delle imposte indirette) dei carburanti (si fa riferimento al prezzo medio nell’arco del 2014).
Organization, infine, vuole sintetizzare informazioni sulla libertà organizzativa e sulla dinamicità del settore nei diversi Paesi.
In particolare, si sono utilizzate – come proxy – la percentuale di impianti dotati di self service e quelli che vendono anche prodotti non oil, come censiti a gennaio 2014. Laddove i dati fossero mancanti, si è assunto un livello pari a quello del peggior Paese nella stessa variabile.
Nei casi in cui applicabile (cioè per tutti gli indicatori tax e price) si è utilizzata la media pesata, per ciascun Paese, in relazione a gasolio e benzina (impiegando il consumo dei singoli prodotti come peso). Rispetto al 2014, si è cambiata solo la modalità di imputazione del punteggio nell’indicatore tax, il che si traduce in una variazione dello score assegnato alla maggior parte dei Paesi, con minima influenza però sul ranking: in pratica, il punteggio attribuito ai singoli Paesi su questo indicatore è adesso funzione non solo della distanza dal Paese coi valori minimi di accise, Iva e prezzi netti, ma anche del range tra i valori minimi e massimi.
La fonte dei dati è la Commissione europea per i dati sulla fiscalità, la sezione statistiche del sito dell’Unione petrolifera per gli indicatori relativi ai prezzi industriali e agli indicatori utilizzati per costruire organization.
 
3. L’Italia
Anche nel 2015 l’Italia risulta complessivamente come il Paese meno liberalizzato d’Europa. L’Italia si distingue per una performance molto bassa sul fronte fiscale, e pessima sulla modernizzazione della rete distributiva. Si colloca invece attorno alla metà della classifica per quanto attiene l’indicatore price. Questo fornisce indicazioni interessanti.
Infatti, in primo luogo si può affermare che il nostro Paese riesce a esplicare uno scarso livello di concorrenza in questo settore per l’elevata incidenza della fiscalità, che limita nei fatti la libertà di scelta dei consumatori rendendo meno efficace la concorrenza di prezzo.
Secondariamente, il fatto che i prezzi medi (al netto delle imposte) non si discostino in misura eccessiva da quelli europei suggerisce che le dinamiche competitive siano efficaci per quanto attiene il confronto tra i diversi operatori, sia per quanto riguarda la pompe “colorate” sia per quelle “bianche”.
Infine, il pessimo risultato sull’efficienza della rete è principalmente riconducibile ai costi di aggiustamento, i quali trovano non di rado corrispondenza e puntello nell’esistenza di norme che ne impediscono o rallentano la modernizzazione. Il riferimento è in particolare alle norme in materia di “terzo carburante” adottate da numerose regioni, e impugnate in alcuni casi dal governo, che impongono obblighi discriminatori contro i nuovi entranti. La prima versione del disegno di legge sulla concorrenza adottata dal governo prevedeva misure per impedire l’introduzione di tali barriere, ma essa sembra perdere parzialmente efficacia alla luce di alcune modifiche introdotte a livello parlamentare.
 
img15.png

Capitolo 2. Mercato elettrico e del gas naturale, di Simona Benedettini

img16.png
1. Descrizione generale
Per i mercati europei dell’energia il 2015 sarà ricordato come l’anno dell’Energy Union. Con una Comunicazione molto ambiziosa, la Commissione europea ha identificato i passi ancora da compiere per la realizzazione di un’Unione dell’energia attraverso il completamento del mercato interno dell’energia elettrica e del gas naturale.
Rispetto ai due mercati, la Comunicazione tende a porre enfasi su aspetti diversi. Per lo sviluppo del mercato interno dell’energia elettrica sono concorrenza e regolazione ad assumere, secondo la Commissione europea, un ruolo dirimente. Per la realizzazione del mercato unico del gas naturale, invece, è la realizzazione di infrastrutture che garantiscano l’integrazione fisica dei mercati a svolgere, secondo Bruxelles, una funzione preminente.
L’Indice delle liberalizzazioni va dunque collocato all’interno del quadro offerto dalla Comunicazione Energy Union, in due modi: (i) identificando le criticità che si frappongono alla realizzazione di un assetto regolatorio e concorrenziale armonizzati tra i mercati elettrici dei diversi Stati membri; (ii) individuando gli aspetti regolatori e concorrenziali critici e complementari allo sviluppo di quelle infrastrutture ritenute necessarie a sviluppare il mercato interno del gas naturale.
Per il mercato elettrico, l’Indice delle liberalizzazioni individua una prima fonte di criticità nella mancata privatizzazione dei principali operatori attivi nei segmenti della generazione, della fornitura e della gestione delle reti di trasmissione e distribuzione. La maggioranza dei 27 Paesi esaminati{79} si caratterizza, infatti, per un livello di partecipazione pubblica pervasivo nei diversi segmenti del settore con riflessi importanti in termini di completamento del processo di liberalizzazione del mercato e di introduzione di una effettiva concorrenza.
Gli Stati membri in cui maggiore è la presenza dello Stato nei segmenti della generazione e fornitura elettrica sono anche quelli che mostrano, in media, il maggiore grado di concentrazione in questi stessi segmenti.
Secondo la Comunicazione Energy Union, uno dei freni principali allo sviluppo di un mercato interno dell’energia elettrica è rappresentato dall’adozione di forme di regolazione dei prezzi retail per i consumatori domestici. A tale proposito, l’Indice delle liberalizzazioni osserva come vincoli alla libera formazione dei prezzi retail permangano ancora in circa la metà dei Paesi esaminati. In aggiunta, stante che nella gran parte dei Paesi l’operatore incumbent sperimenta una progressiva riduzione della sua quota di mercato, le performance in termini di tassi di switching appaiono molto diverse negli Stati membri considerati.
L’altra fonte di preoccupazione, per la Commissione europea, è rappresentata dall’adozione di meccanismi a supporto dell’attività di generazione convenzionale e rinnovabile. Nel caso della generazione termoelettrica, a preoccupare Bruxelles non è solo l’adozione di per sé di questi strumenti, sospettati di integrare veri e propri aiuti di Stato, ma anche la loro eterogeneità. L’Indice delle liberalizzazioni conferma le preoccupazioni della Commissione osservando come una porzione non trascurabile degli Stati membri adotti i cosiddetti CRMs e lo faccia secondo modalità molto eterogenee tra loro.
Nel caso della generazione intermittente, la totalità dei Paesi esaminati adotta meccanismi di sussidio alla generazione fotovoltaica o eolica. ...

Indice dei contenuti

  1. Titolo pagina
  2. Introduzione, di Carlo Stagnaro*
  3. Il saggio. L’austerity non basta, di Rosamaria Bitetti
  4. Capitolo 1. Carburanti per autotrazione, di Carlo Stagnaro
  5. Capitolo 2. Mercato elettrico e del gas naturale, di Simona Benedettini
  6. Capitolo 3. Mercato del lavoro, di Fabiana Alias
  7. Capitolo 4. Servizi postali, di Massimiliano Trovato
  8. Capitolo 5. Telecomunicazioni, di Massimiliano Trovato
  9. Capitolo 6. Televisione, di Massimiliano Trovato
  10. Capitolo 7. Trasporto aereo, di Andrea Giuricin
  11. Capitolo 8. Trasporto ferroviario, di Paolo Belardinelli e Carlo Stagnaro
  12. Capitolo 9. Assicurazioni, di Paolo Belardinelli
  13. Gli autori