Enciclopedia Sociologica dei Luoghi vol. 1
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Enciclopedia Sociologica dei Luoghi vol. 1

Vol. 1

  1. 411 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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Enciclopedia Sociologica dei Luoghi vol. 1

Vol. 1

Informazioni su questo libro

L'Enciclopedia Sociologica dei Luoghi (ESL) si pone come occasione di ricerca e riflessione sul ruolo che i luoghi hanno avuto in passato e hanno tutt'ora nel dare forma alle città e segnare i destini dei suoi abitanti e fruitori. Il volume offre chiavi di lettura e coordinate teoriche, nonché presentazioni di casi utili a sviluppare ricerche situate, riducendo il livello di indifferenza nei confronti dei contesti spaziali che spesso caratterizza le ricerche sociologiche. Il termine enciclopedia sembra il più adatto a trasmettere l'idea di un lavoro in grado di toccare tanti luoghi: da quelli riguardanti i trasporti a quelli relativi il tempo libero, da quelli riferiti alla sicurezza pubblica a quelli inerenti il consumo, e via dicendo.

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Informazioni

Editore
Ledizioni
Anno
2019
Print ISBN
9788855261210
P
Palestre – Maria Luisa Fagiani
Parchi urbani – Alfredo Mela
Ponti– Gilda Catalano
Portinerie di quartiere – Monica Bernardi
Palestre: tradizione, maschilità e riappropriazione spaziale
di Maria Luisa Fagiani1
Le origini della palestra risalgono a un’epoca pre-classica, ma è nella Grecia antica che l’attività fisica e i luoghi ad essa correlati svolgeranno un ruolo centrale nella vita, nella cultura e nell’ideologia della “polis”. Dopo l’apogeo dell’età classica, la cura atletica del corpo vivrà un lungo iato sino al XIX secolo, epoca in cui si diffonderà la figura dell’uomo “forzuto” nei circhi del tempo e verranno aperte le prime palestre “moderne” in città e nelle scuole, a seguito di un articolato dibattito filosofico e politico sui benefici dell’esercizio fisico e dell’allenamento ginnico nella formazione dei giovani uomini. All’indomani della seconda guerra mondiale la cura del corpo assumerà un’importanza crescente, con la diffusione del “bodybuilding”, disciplina “muscolare” alla quale inizieranno a dedicarsi anche le donne, una volta entrate nel mondo delle palestre grazie al viatico della ginnastica aerobica. Oggi, le palestre hanno ampliato il loro raggio d’azione, trasformandosi da spazi strettamente “tecnici” in health clubs, centri attrezzati che coniugano la palestra con altre facilities: bar, saune, baby parking e così via. Fra le contemporanee declinazioni dell’attività fisica, di particolare interesse appare il filone del “parkour”, sorta di “allenamento in strada”, spesso urbano, che trasforma la città stessa in una palestra a cielo aperto.
Gyms have pre-classical origins, nonetheless it’s in the ancient Greece that they fully developed as central features of the life of the “polis”. After the climax of ancient Greece, gyms were neglected for a long time due mainly to Christian prejudices about the centrality of the body and a generic condemnation of “vanity”. In the industrial city a new debate was born about the importance of health to be obtained through muscular exercise and the “commercial” gym established itself as a rising feature of the new city. After WWII new lifestyles spread across Europe and, especially, the United States where new forms of “consumerism” gave way, amongst all, to new form of gyms and exercising: bodybuilding became an important trend in the American sportscape. The new millennium brings along further developments: health clubs and technology seem to be the two keywords shaping the contemporary gymscape.
Cronologia critica
La storia della palestra può essere suddivisa in quattro fasi:
  • la sua “creazione” nell’antichità,
  • una lunga interruzione fino al XVI secolo, quando essa fu “recuperata” a livello accademico,
  • la sua “riemersione”, in Europa, come luogo dedicato all’allenamento, al principio del XIX secolo,
  • la sua evoluzione nella forma attuale nell’America del XX secolo.
Tracce di proto-palestre risalgono, in effetti, alla Persia di oltre 3000 anni fa, dove erano diffuse le cosiddette zurkhaneh, stanze sotterranee semiclandestine utilizzate per riunioni politiche e come spazi per attività sportive, nella fattispecie la lotta.
Il termine “palestra” deriva, però, a tutti gli effetti, dal greco antico palaistra, luogo dedicato alla pratica della lotta, spazio indipendente o correlato al più ampio gymnasium (il termine deriva da gymnazein: “allenarsi nudi”), un’istituzione fondamentale nella Grecia antica.
Il gymnasium era uno spazio “omosociale”, frequentato esclusivamente da uomini che vi si recavano per allenare mente e corpo perseguendo l’ideale della aretè, la virtuosa eccellenza attinente al valore complessivo dell’individuo con particolare riferimento alla “virtù morale”.
Le prime evidenze di gymnasia risalgono al VI secolo avanti Cristo e le più note erano il “Lykeon” (associato alla figura di Aristotele) e la “Akademia” (associata alla figura di Platone).
La nascita stessa dell’atletica in senso moderno può esser fatta risalire alla prima Olimpiade antica (776 a.C.) che si tenne presso il santuario pan-ellenico di Olimpia, sito sacro, dotato di templi e altari, costruito su una pianura nelle vicinanze di un fiume, con ampio spazio per le infrastrutture sportive.
Nell’antica Roma iniziò a diffondersi uno specifico orientamento “scientifico” nei confronti delle attività sportive. Lo scienziato e filosofo greco Galeno di Pergamo (129-201 d.C.), medico presso la corte di Marco Aurelio, sviluppò un’importante scuola di pensiero in cui, oltre a mettere in esplicita correlazione corpo e mente, trattava in modo esplicito dei benefici dell’attività fisica collegata a una sana alimentazione. Ciò in particolare nei cosiddetti “scritti di igiene” come il Della conservazione della salute.
La progressiva diffusione della cristianità e la relativa emersione dell’idea di “corpo” come elemento “peccaminoso” (oltre alla condanna delle reazioni omosessuali come “sodomia”) segnò un lungo declino nella storia delle palestre e della cura del corpo.
Testi antichi sull’argomento erano, tuttavia, preservati nelle librerie monastiche europee e il ritrovamento di tali manoscritti in epoca rinascimentale determinò un revival, seppur esclusivamente accademico, di tali istanze.
Il libro di Girolamo Mercuriale (1530-1606) De Arte Gymnastica, ad esempio, pubblicato a Venezia nel 1569, riprende la tradizione galenica del rapporto fra attività fisica e salute, integrandovi cenni storici sulla tradizione, appunto, dell’arte della ginnastica e sancendo, in qualche modo, la nascita, ante litteram, della medicina sportiva.
Un intento d’impronta pedagogica era, invece, alla base dell’iniziativa del teologo e linguista tedesco Christian Gotthilf Salzmann (1744-1811) che, nel 1874, fondò a Turingia lo “Schnepfenthal Institution”, una scuola in cui l’attività fisica ricopriva un ruolo preminente. Fra gli insegnanti dell’istituto ricordiamo il nome di Johann Christoph Friedrich Guts Muths (1759-1839), considerato il fondatore della “ginnastica pedagogica”, autore di numerosi saggi sulle diverse attività sportive che vedranno grande successo e diffusione in tutta Europa, dove saranno tradotti in più lingue.
Il testimone di Muths fu raccolto, pochi anni dopo, da Friedrich Ludwig Jahn (1778-1852). Il vero e proprio revival ottocentesco del gymnasium, in effetti, può esser fatto risalire, se vogliamo darci un cronotopo simbolico, alla Berlino nel 1811, come parziale conseguenza della sconfitta dell’esercito prussiano ad opera di Napoleone nella battaglia di Jena-Auerstadt del 1806. Tale sconfitta fu vissuta dallo stato prussiano come un’umiliazione nazionale che diede luogo a una ferma volontà di restaurare l’orgoglio e la fiducia nei mezzi della nazione.
Ciò indusse Friedrich Jahn, definito “Turnvater” (“padre della ginnastica”) a fondare una palestra all’aperto a Hasenheide, un sobborgo di Berlino, chiamata “Turnplatz”, letteralmente “campo d’allenamento”.
Jahn combinava discipline “classiche”, come corsa, lancio del disco e del giavellotto, con l’uso di attrezzi da egli stesso disegnati e destinati a diventare la base degli attrezzi ginnici “moderni” come le parallele e il cavallo per volteggio.
A differenza della Grecia antica, dove ci si allenava per gloria personale e per motivi estetici individuali, la motivazione alla base degli allenamenti al “Turnplatz” era un comune obiettivo civico volto a migliorare le capacità fisiche del popolo prussiano in modo da produrre soldati migliori. Il “Turnplatz” divenne il modello per successive scuole e palestre militari, dove standard fisici venivano imposti dallo stato per creare lavoratori e soldati dotati di una migliore forma fisica.
Al crocevia fra queste istanze di origine europea e il nuovo dibattito americano sulle “malattie professionali” iniziò a circolare, in modo articolato, il concetto di “cultura fisica”, un movimento interessato ai concetti di “salute” e “forza” che vide la nascita di numerosi e nuovi sistemi di allenamento, praticati tanto nelle accademie militari quanto nelle palestre delle scuole e nei nascenti spazi ginnici privati.
I sistemi di allenamento più famosi a cavallo fra XIX e XX secolo erano:
  • la “ginnastica pesante” del già citato “Turnplatz” di Jahn, che prevedeva l’uso di attrezzi e combinava l’attività fisica con obiettivi intellettuali. Esso ebbe grande diffusione negli Stati Uniti grazie all’azione dei cosiddetti “Turners”, emigrati tedeschi che avevano partecipato alla “Rivoluzione di marzo” del 1848 sotto forma di “Turnveirein” (letteralmente “club ginnici” ma con una evidente connotazione politica) e che si erano trasferiti negli Stati Uniti dove avevano proseguito la loro opera di attivismo politico (oltre che di diffusione di principi “ginnici”) supportando, fra le altre cose, l’elezione di Lincoln a presidente degli Stati Uniti nel 1861.
  • Il sistema “Sokol”, nato a Praga nel 1862 e ampiamente influenzato dal “Turnveirein”. Così come era stato per il “Turnplatz”, il “Sokol” era un movimento ispirato da un sentimento di rinascita nazionale che, formalmente costituito come società di ginnastica, sottintendeva un vero e proprio movimento culturale e politico. Il nome “sokol” significa “falco” e testimonia gli ideali di libertà e coraggio alla base del movimento, in cui il rapporto ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Indice
  3. A
  4. C
  5. G
  6. Quartieri gay: da luoghi di esclusione a dispositivi di integrazione
  7. L
  8. I locali notturni tra consumo post-moderno ed economia della notte
  9. M
  10. N
  11. O
  12. P
  13. S
  14. U