Schiavi fiscali. 2009-2019: dall'elogio alla lode di chi si difende dalle tasse
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Schiavi fiscali. 2009-2019: dall'elogio alla lode di chi si difende dalle tasse

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Schiavi fiscali. 2009-2019: dall'elogio alla lode di chi si difende dalle tasse

Informazioni su questo libro

Dieci anni fa, con Elogio dell'evasore fiscale l'autore dimostrò che il sistema tributario italiano era oppressivo, criminale, iniquo, illiberale. Nel 2009, la pressione fiscale si prendeva circa il 65% del frutto del vostro lavoro. Dieci anni dopo, com'è la situazione? I governi che si sono succeduti hanno mantenuto la promessa di abbassare le tasse?
Schiavi fiscali, senza fare sconti, dimostra che i dati parlano chiaro: le gabelle sono aumentate, la burocrazia s'è trasformata in un ginepraio inestricabile, la legislazione ha raggiunto vette di stupidità senza eguali, l'apparato repressivo fiscale ha portato una miriade di imprenditori a suicidarsi e a far fallire decine di migliaia di imprese, l'informazione ha funzionato da mezzo di propaganda dello Stato lenone e la democrazia italica ha portato alla ribalta personaggi politici di una idiozia sesquipedale.
Eppure, in perfetto stile orwelliano, il governo ha la sfrontatezza di definire il fisco "amico".

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Informazioni

Appendice
2009-2019

10 anni dopo l’elogio, non mi resta che lodare l’evasore fiscale

Odio lo statalismo, anzi no, lo disprezzo! Perché un libertario non odia e non invidia, ma disprezza, perché disprezzare è anti-democratico esattamente come l’amare. Non sopporto dover precisare che l’anti-capitalismo è considerato legittimo dal pensiero mainstream e moderato, mentre l’antistalismo no, perché a loro fa paura doversi guadagnare da vivere. Io non ne ho di paura.
Io non disprezzo il diverso, anzi: disprezzo lo statalismo che ci vuole uguali, perché la mia (non so la vostra) è storia di responsabilità, fondata su principi occidentali, ma non rousseiana. La mia storia professionale è la storia di un’opposizione strenua ed instancabile a tutto ciò che gli statalisti dicono e fanno, gente che non voglio a casa mia, perché non ci voglio parlare, non ne voglio sapere, voglio che mi lascino in pace. Disprezzo chi mette le mani nel mio portafoglio con la scusante del “bene comune”.
Sì, disprezzo lo statalismo e per gli statalisti, ovunque mi trovi, sarò sempre un problema.
Nel 2009, quando venne pubblicato Elogio dell’evasore fiscale, pensavo che il limite della sopportazione dei contribuenti, ovvero di coloro che davvero pagano le tasse, fosse stato superato. Credevo che ci fossero ancora persone di buon senso, capaci di disprezzare il Leviatano, ma mi sbagliavo.
Nel 2009, peraltro, la crisi di Lehman Brothers aveva appena cominciato a mietere le sue vittime, ragion per cui ritenevo che “meno Stato e meno tasse” dovessero diventare le parole d’ordine di ogni individuo vagamente libero.
Invece, nel 2009 il collettivismo è tornato in auge, come fossimo nel 1968, e l’infame frase che due anni prima pronunciò Tommaso Padoa Schioppa divenne il lume regolatore di ogni politica tributaria, non solo in Italia (dal governo Monti in poi è stato uno stillicidio di norme liberticide), ma anche in Europa e in mezzo mondo.
Le idee hanno conseguenze, lo sappiamo.
Di seguito, potrete rendervi conto di quali siano stati gli esiti della profezia del fu ministro di Romano Prodi.
* * *

Il finto federalismo? Utile per tassare

Giugno 2011
Il ministro della semplificazione (immaginaria) Roberto Calderoli, parlando al Senato della sua legge amministrativa – erroneamente definita federalismo – lo scorso febbraio ha garantito che il provvedimento non avrebbe fatto aumentare le tasse. Queste le sue parole:
Il federalismo è fatto per unire e non per dividere il Paese (già qui abbiamo un’ammissione su quanto sia farsesco lo spirito indipendentista della Lega, ndr) ed è del tutto infondata l’affermazione per cui l federalismo fiscale provocherà un aumento delle tasse locali.
Carico da undici aggiunto: “Le tasse saranno invece ridotte”.
Pinocchio Calderoli, macchietta orobica del parlamentarismo italiano, s’è forse dimenticato che le bugie hanno le gambe molto corte e, come sempre, ci sono i fatti a smentirlo.
Intanto, nella sua legge è scritto a chiare lettere che verranno introdotte due nuove gabelle a livello locale, quella sul turismo e quella di scopo. Peggio ancora, però, è che prevede anche l’introduzione di una patrimoniale (l’imu, dal 2014) e la possibilità di innalzare le addizionali irpef.
Occasioni troppo ghiotte, insomma, per non far cadere in tentazione quella miriade di amministratori comunali e provinciali che devono confrontarsi ogni giorno con bilanci asfittici.
Se più di una città (Venezia in testa) ha già deliberato l’introduzione dell’imposta turistica, arrivano ben altre conseguenze del “federalismo in salsa verde”.
La Provincia di Alessandria, una delle cinque in Italia, ha deciso di aumentare dal 12,5% al 16% (massimo della variazione prevista) l’aliquota del tributo sulle polizze rc auto. Questa misura porterà nella casse di Palazzo Ghilini, per il 2011, un milione di euro in più; per il 2012, invece, si stima un introito di circa 3milioni.
Scelta obbligata – l’ha definita l’assessore provinciale al Bilancio, Gianfranco Comaschi – determinata dai tagli statali (tagli introdotti anche dalla Lega di governo, nonostante a Pontida facesse il pesce in barile con Tremonti N.d.R.), 3,4 milioni nel 2011 e 5,7 nel 2012, e non c’era mo...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Colophon
  4. Presentazione
  5. Premessa
  6. Introduzione
  7. Piove governo ladro
  8. Una banda di briganti
  9. Le tasse sono un furto
  10. Le troppe tasse sono un furto
  11. Le tasse sono come il pizzo (Scherzo… ma non troppo)
  12. Tasse e schiavitù
  13. Lo spreco come servizio
  14. Meno tasse per tutti
  15. Marx starebbe con gli evasori
  16. Chi non paga rivoltoso è!
  17. Vademecum del rivoltoso
  18. Non voglio fare il gabelliere
  19. Il coraggio della libertà Intervista a Sergio Ricossa
  20. Conclusioni Un paese senza futuro!
  21. La ciliegina sulla torta
  22. Appendice 2009-2019
  23. Lista dei nomi e dei luoghi citati