III.
Vita al Carmelo
La vita contemplativa claustrale è l’esemplificazione più convincente del progetto divino prestabilito da tutta l’eternità: la salvezza del mondo. Di là della sua apparente inutilità, essa è un offrirsi continuamente a Dio per l’umanità intera.
Spoglia di ogni forma di apostolato attivo, essa realizza un aspetto essenziale della vita cristiana. E mentre afferma il primato di Dio, testimonia come valga la pena dedicare a Lui tutta l’esistenza.
E se talvolta si accusa la contemplazione di confinare l’uomo in una dimensione unicamente spirituale, va ricordato che la contemplazione vera è l’azione più utile ed efficace, perché è dedizione al Signore diretta e totale di tutto l’essere. È un mettersi a Sua completa disposizione, secondo quanto Gesù stesso ha detto: «Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5). Poiché il risultato di ogni azione apostolica dipende dall’unione con Lui.
1. Suor Agnese di Gesù
Un giorno Paolina aveva confidato alla mamma il desiderio di farsi religiosa. Da principio la sua “simpatia” era stata per la Visitazione di Le Mans. Aveva chiesto alla superiora a che età sarebbe potuta entrare: «A ventidue o ventitré anni», si era sentita rispondere. Ma il 16 febbraio del 1882 un evento scompiglia i suoi piani.
Paolina ha vent’anni. Sta assistendo alla Messa a Saint-Jacques, nella cappella della Madonna del Carmelo. D’improvviso «una luce vivissima» investe la sua anima e Dio le fa capire chiaramente che non la vuole alla Visitazione ma al Carmelo. Tornata a casa, rivela a Maria il suo segreto. La sorella, oltre a provare dispiacere per la separazione, le fa notare che la Regola carmelitana è austera e che lei non ha una salute robusta.
Ma Paolina è determinata. Da qualche mese Teresa va a scuola e il suo compito educativo può dirsi compiuto. Perché attendere ancora? Il papà non le nega l’approvazione, benché l’idea del distacco lo faccia soffrire: il suo è un amore autenticamente paterno che fa crescere e rende liberi. Così, il 2 ottobre, accompagnata da lui, da Maria e dallo zio Isidoro, Paolina raggiunge la sua nuova dimora.
I tempi della formazione iniziale seguono il loro corso. Al termine del probandato, il 6 aprile 1883 ha luogo la Vestizione e le è dato il nome nuovo: suor Agnese di Gesù. L’8 maggio 1884 emette i voti, nel giorno stesso in cui Teresa riceve per la prima volta l’Eucaristia.
In monastero le giornate sembrano tutte uguali, nel succedersi monotono delle tante incombenze: dall’alzata alle 4.45 (posticipata di un’ora in inverno) fino alle 23.00 circa, quando termina l’Ufficio divino e si torna in cella per il riposo. Ogni giorno ci si deve occupare del refettorio e disporre sopra i tavoli il pane e l’acqua; spazzare, fare il bucato; prendersi cura del guardaroba o della sacrestia, e confezionare le particole che diventeranno Pane vivo per la Comunità. C’è poi da attendere al Coro: all’orazione silenziosa e alla recita del Breviario. E ci sono i momenti di ricreazione, dove l’esercizio della carità è d’obbligo – come il sorridere anche alla consorella meno simpatica…
Talvolta la vita al Carmelo può apparire strana e insignificante, nella minuzia avara di un orario che scompone la quotidianità in tanti piccoli gesti anche banali; ma intrecciati con l’amore essi acquistano un valore incalcolabile.
Fin dagli inizi Paolina mette a frutto le sue capacità artistiche. Dipinge immagini e paramenti sacri, esegue miniature: lavori meticolosi a cui si dedica per la Comunità. Nelle difficoltà della sua nuova vita cerca aiuto in madre Genoveffa di S. Teresa, la fondatrice del Carmelo di Lisieux, di cui ha grande stima – stima probabilmente ricambiata, visto che l’anziana madre, prima di morire, la indicherà come futura priora a madre Maria di Gonzaga.
Dalla sua entrata al Carmelo Paolina rimane nell’ombra, ma il 20 febbraio 1893 verrà eletta a capo della Comunità. Nell’apprendere la notizia il papà esclamerà: «Non potevano fare una scelta migliore!». Madre Maria di Gonzaga, che ne apprezza le doti e le vuole sinceramente bene, orienterà i voti del Capitolo sulla giovane monaca dal carattere conciliante; poi, invece, la terrà come sotto tutela, impedendole di entrare nel pieno esercizio delle sue responsabilità.
Di origine aristocratica, madre Maria di Gonzaga è di temperamento instabile e bizzarro. L’espressione del suo viso strapperà alle novizie il soprannome di «lupo»; ma Teresa le riprenderà sempre: non si critica la condotta della priora!
All’elezione della sua «piccola madre» Teresa esulterà, ma sarà una gioia velata di trepidazione. Se ammirerà la saggezza e la dolcezza di Paolina nello svolgimento del suo mandato, la vedrà anche soffrire per la gelosia di madre Maria di Gonzaga.
Così, per Paolina, il primo triennio di priorato si profilerà da subito travagliato. Per il suo carattere impressionabile e sensibile, la sua nuova posizione toccherà talvolta note di tragicità, ma l’incarico la farà maturare e la distaccherà dagli onori. Per gestire al meglio la delicata situazione, metterà in campo tutte le finezze possibili e nominerà madre Maria di Gonzaga maestra delle novizie. Ma avrà l’accortezza di metterle accanto Teresa, come “angelo del noviziato”: la sorella avrebbe certamente temperato e corretto, soavemente e giudiziosamente, i limiti della maestra.
A Teresa capiterà di trovarsi divisa fra la forte personalità di madre Maria di Gonzaga e l’affetto per Paolina; e non passeranno inosservati i modi talvolta indelicati della prima verso la seconda. Come quando si tratterà di ammettere Celina alla Professione. Le norme, in quel caso, prevedevano che le sorelle di sangue non potessero votare; ma non ne vietavano la presenza in Capitolo. Accadrà, invece, che quando madre Maria di Gonzaga, maestra delle novizie, presenterà Celina per l’ammissione alla Professione, durante la votazione delle capitolari la stessa priora dovrà aspettare fuori dalla porta. Così, le tre sorelle Martin entreranno in Capitolo, con le novizie, a votazione ultimata, per ascoltare il risultato.
Alla scadenza del triennio Teresa spererà in una rielezione di Paolina, ma sarà eletta madre Maria di Gonzaga.
2. Suor Maria del Sacro Cuore
Nel 1875, terminavano per Maria gli anni di scuola a Le Mans. La mamma s’interrogava sull’avvenire di questa figlia, che non sembrava ambire né a sposarsi né a farsi religi...