Filosofia for dummies
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Filosofia for dummies

La filosofia occidentale dall'origine ai nostri giorni - Un approccio per problemi allo studio della filosofia - Lo sviluppo storico dei temi fondamentali della filosofia

Maurizio Pancaldi, Maurizio Villani

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  1. 512 pagine
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La filosofia occidentale dall'origine ai nostri giorni - Un approccio per problemi allo studio della filosofia - Lo sviluppo storico dei temi fondamentali della filosofia

Maurizio Pancaldi, Maurizio Villani

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La filosofia a portata di tutti! Confuso dalla metafisica? Afflitto dall'ontologia? Stordito dal nichilismo? Imbarazzato dal platonismo? Filosofia For Dummies è il libro che fa per te! Attraverso una trattazione divulgativa e grazie a un linguaggio accessibile e di facile comprensione, questo volume consente ai lettori curiosi di ogni età di avvicinarsi alla filosofia. I grandi problemi che nel corso di oltre 2500 anni sono stati oggetto della riflessione dei filosofi della tradizione occidentale sono analizzati nel loro sviluppo storico.

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Informazioni

Editore
Hoepli
Anno
2017
ISBN
9788820381820
1
Metafisica e ontologia
IN QUESTA PARTE
Conoscerete le domande da cui muove la metafisica
Comprenderete il rapporto tra metafisica e ontologia
Seguirete l’evoluzione storica della metafisica e dell’ontologia nel pensiero occidentale
Apprenderete i termini del dibattito contemporaneo intorno alla metafisica
Capitolo 1
Per risalire alle origini
IN QUESTO CAPITOLO
Come e quando nasce la metafisica
Il pensiero metafisico di Platone e di Aristotele
Quali sono le domande da cui partire?
L’ esistenza della realtà – la realtà di noi stessi e delle cose che ci circondano – ci pare un dato talmente certo che sembra del tutto insensato metterlo in dubbio. Tuttavia, se iniziamo ad approfondire il senso di questa certezza immediata, ci imbattiamo in una serie di problemi che richiedono, per essere affrontati, strumenti concettuali molto complessi che nel corso della storia della filosofia hanno concorso a formare l’apparato teorico della metafisica e dell’ontologia.
Vediamo di elencare alcuni di questi problemi:
Che cos’è la realtà? È l’insieme delle cose, o dei fatti, di cui abbiamo esperienza (mutevoli nello spazio e nel tempo) o comprende anche altre dimensioni soprasensibili, universali e necessarie, conoscibili solo con l’uso dell’intelletto?
Come si può comprendere il senso della realtà? Quali operazioni di pensiero sono necessarie per indagare la ragion d’essere di tutto ciò che esiste?
Nel corso di questa indagine come nascono e quali significati assumono concetti quali quelli di “essere”, “divenire”, “nulla”, “causa”, “verità”, “opinione”, “finito”, “infinito”?
L’orizzonte entro cui si muove la ricerca di senso della realtà deve restare circoscritto al piano dell’immanenza o può aprirsi a quello della trascendenza e del divino?
Da dove nascono queste domande?
Platone e Aristotele danno risposte in apparenza simili, indicando nella meraviglia l’origine del filosofare. Il primo scrive nel Teeteto (155 d): «Questa emozione, questa meraviglia è propria del filosofo; né la filosofia ha altro principio fuori di questo».
Il secondo nella Metafisica (I, 2, 982 b) afferma che «gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori».
I due filosofi greci usano la stessa parola “meraviglia”, ma la loro differente sensibilità fa sì che il significato del termine sia diverso:
nella meraviglia di Platone è implicita una connotazione emotiva che accompagna la visione delle Idee e delle cose;
in Aristotele alla base della meraviglia c’è la curiosità dello scienziato che vuole conoscere come stanno realmente le cose.
CIÒ CHE È SEMPRE E CIÒ CHE NON È MAI ESSERE
«Secondo la mia opinione, in primo luogo bisogna distinguere le cose che seguono.
Che cos’è ciò che è sempre e non ha generazione? E che cos’è ciò che si genera perennemente e non è mai essere? Il primo è ciò che è concepibile con l’intelligenza mediante il ragionamento, perché è sempre nelle medesime condizioni. Il secondo, al contrario, è ciò che è opinabile mediante la percezione sensoriale irrazionale, perché si genera e perisce, e non è mai pienamente essere.
Inoltre, ogni cosa che si genera, di necessità viene generata da qualche causa. Infatti, è impossibile che ogni cosa abbia generazione, senza avere una causa.»
(Platone, Timeo, 27 D – 28 A)
La metafisica prima della metafisica
Per metafisica si deve intendere quell’indagine filosofica che va “oltre” il piano delle realtà sensibili e conoscibili empiricamente, per cercare i principi su cui queste si fondano. Già i primi pensatori della tradizione greca si sono posti domande metafisiche, allorché hanno ricercato l’archè, il principio di tutte le cose: l’acqua di Talete, l’aria di Anassimene, l’apeiron di Anassimandro, non sono nomi che si riferiscono a realtà dell’esperienza sensibile, ma termini che rimandano a una dimensione soprasensibile, attingibile attraverso il ragionamento razionale. E a un analogo livello di razionalità appartengono i concetti di “numero” in Pitagora, di “essere” in Parmenide, di “divenire” in Eraclito, di “atomo” in Democrito.
Rifacendosi a coloro che agli inizi “hanno filosofato intorno alla verità”, Aristotele dice: «La maggior parte di coloro che per primi filosofarono ritennero che i principi di tutte le cose fossero soltanto quelli di specie materiale. Essi chiamano infatti “elemento” e “principio” (archè) degli enti ciò da cui tutti gli enti sono costituiti, e ciò da cui essi derivano originariamente e in cui si corrompono da ultimo» (Metafisica, I, 3).
In questo passo, che costituisce la prima “storia della filosofia greca”, Aristotele presenta quelli che, a suo dire, sono i caratteri originari di quella che sarà la metafisica:
la ricerca della verità (distinta dall’opinione);
un sapere che ha per oggetto la totalità del reale, non aspetti particolari;
un’indagine che verte sul principio della realtà (ciò che non muta nel continuo generarsi e dissolversi di tutte le cose).
Quando nasce la metafisica?
Possiamo convenzionalmente considerare la stesura del Fedone (collocabile tra il 385 e il 378 a.C.) come l’atto di nascita della metafisica. In questo dialogo Platone (427–347 a.C.), a un certo punto, ci presenta Socrate che, dopo aver denunciato l’inadeguatezza dell’indagine dei filosofi naturalisti, così si esprime:
«Dopo questo, poiché ero stanco di indagare le cose in tal modo, […] ritenni di dovermi rifugiare in ragionamenti e considerare in questi le cose che sono. […] Mi accingo infatti a mostrarti quale sia quella specie di causa che io ho elaborato e, perciò, torno nuovamente su quelle cose di cui molte volte si è parlato, e da esse incomincio, partendo dal postulato che esista un bello in sé e per sé, un buono in sé e per sé, un gran...

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