Salvini & Salvini
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Salvini & Salvini

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Informazioni su questo libro

Il Matteo-Pensiero dall'A alla Z. Vi siete mai chiesti cosa passi per la testa del possibile futuro nuovo leader del centro–destra italiano? Di lui si conoscono ormai molte cose, ma pochi (soprattutto gli avversari) riescono a capire il significato profondo delle sue affermazioni. Questo libro, anche grazie a una intervista esclusiva in cui Matteo Salvini svela alcuni particolari che non ha mai detto a nessuno, vi aiuta a tradurre il Salvini-pensiero, semplificandolo in quello che il Capitano vorrebbe dire ma non può, dato il suo ruolo sempre più istituzionale. Il primo manuale-vocabolario ideato per poter seguire il leghista nei suoi discorsi. E parlare come lui...

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Informazioni

eBook ISBN
9788896785980
IL MATTEO-PENSIERO DALL’A ALLA Z
Acciacchi
Nonostante abbia quarantun’anni, Matteo Salvini si ritiene un giovane vecchio. Gli piace la montagna, pescare nei momenti di relax, mangiare e dormire. E, per concludere il quadretto, inizia persino ad accusare i primi dolori. Il suo medico gli parla del “gomito del tennista”. Peccato che Matteo non faccia assolutamente sport. Non ne avrebbe il tempo, oltre che la voglia. “Sarà il computer”, ha insistito il dottore. Non va neanche in palestra, il Capitano. Giusto all’Avis per farsi controllare il colesterolo, e poi via. Pronto per una nuova battaglia.
Accoglienza
Di certo non è una parola chiave della politica leghista. Matteo è tutto fuorché pro-accoglienza, in tutti i sensi: sia essa rivolta ai clandestini o agli immigrati in generale. Ma anche nei confronti di certi italiani. Come il suo omonimo fiorentino. Infatti, a maggio, qualche giorno prima della visita di Renzi a Milano, in merito all’avanzamento dei lavori Expo, il Capitano aveva avvisato il premier di starsene a casa, che sarebbe stato meglio. Perché “Renzi non è gradito a Milano”. Eppure alle Europee 2014, svoltesi proprio in quel mese, i milanesi non sono stati della sua stessa idea…
Aereo
Studi recenti affermano che l’aeromobile è il mezzo di trasporto più utilizzato da Salvini. Malpensa, Linate, Orio al Serio, Fiumicino, Bruxelles, Strasburgo e persino Napoli, Catania e Palermo. Quando arriva in uno di questi aeroporti, il personale lo saluta quasi fosse uno di casa. Anche perché lui non frequenta il Club Freccia Alata, l’esclusiva saletta di Alitalia per vip o presunti tali. Certo, per fare questo lavoro devi essere tutto d’un pezzo, senza alcun tipo di mal d’aereo. Intanto si sgraffigna i salatini del viaggio.
Adozioni
Diritti sì, adozioni no. È questo, in breve, il pensiero di Salvini riguardo alla possibilità di affidare un minore a coppie omosessuali. Non ha paura a dirlo in faccia a nessuno, neppure ai diretti interessati (come nell’intervista a www.gay.it del febbraio 2013). Per il momento Salvini sembra saldo sulle sue posizioni, mentre nel centrodestra inizia a sentirsi aria (fritta) di cambiamenti arcobaleno. Cosa non si fa per portare a casa qualche voto al giorno d’oggi.
Africa
Nonostante sia stata per molto tempo la terra lontana e verso la quale era necessario essere attenti, oggi la storia è cambiata. Il Capitano sembra molto più vicino all’Africa di quanto il continente nero non lo sia con Lampedusa. Difatti, Salvini non solo ha scelto Toni Iwobi, nigeriano di nascita e bergamasco d’adozione, come responsabile immigrazione del Carroccio, ma ha anche in previsione due missioni in Nigeria e in Marocco. Vorrà importare anche lì il modello salviniano con una Lega africana? Qualcuno spieghi a Matteo che i voti per mandarlo avanti valgono solo sul territorio nazionale.
Aggressione
Se sei un personaggio pubblico, devi metterla in conto. Soprattutto se dici cose scomode. E la maggior parte delle volte, se non sempre, le cose scomode corrispondono alla verità. Matteo non dimenticherà molto facilmente quanto accaduto la mattina dell’8 novembre 2014 a Bologna, quando voleva fare quello che ha sempre fatto: l’ispezione di un campo rom. Non uno a caso, ma quello in cui pochi giorni prima la consigliera leghista Lucia Borgonzoni era stata schiaffeggiata da una donna rom per aver visitato la loro baraccopoli. Se sei un leghista, certe cose non te le fanno fare.
Albanesi
Negli anni Novanta queste ondate migratorie verso il Belpaese venivano viste dalla Lega un po’ come le minacce lampedusane di oggi. Negli ultimi anni quella che si prefigurava come una sorta di intolleranza patologica verso il popolo dell’Europa orientale è andata diminuendo, anche se Matteo ci pensa bene prima di stendere il tappeto rosso. Infatti, il leader della Lega non ha accettato la candidatura dell’Albania all’ingresso nell’UE del maggio 2014, proponendo ai suoi amici di Facebook uno scambio: “Entrano loro e usciamo noi”. Così come non ha accettato il risarcimento dato da un giudice italiano al detenuto albanese costretto a vivere in una cella sovraffollata: 4.800 cucuzze (grazie, dice lui, a una legge di Renzi). In effetti questo esborso, che apre la strada ad altre azioni simili, non è dispiaciuto soltanto a Salvini.
Alberghi
Attività cardine nel ruolo economico italiano. Soprattutto visto il patrimonio culturale che il Belpaese si ritrova e che invoglia ogni anno milioni e milioni di turisti a partire verso la penisola. Salvini sa quali difficoltà vivono queste strutture. Ma è anche indignato dal fatto che il Governo possa ospitare nelle stesse tutti gli immigrati clandestini che chiedono asilo politico in Italia. Piuttosto Salvini ci vedrebbe meglio tanti italiani in difficoltà. Però per loro ci sono solo le tasse. E i ponti.
Albertini
No, non c’entra nulla con la voce successiva. L’ex sindaco di Milano conserva un rapporto molto particolare con Matteo. Che negli ultimi tempi è peggiorato precipitosamente. Fino a qualche anno fa (2012), infatti, Salvini vedeva di buon occhio una possibile candidatura del senatore alla presidenza della Regione Lombardia, pur di scansare l’ex Celeste, quel Roberto Formigoni che, sotto sotto, non è mai piaciuto al Carroccio. Possibilità che ha prontamente abolito con l’emergere dell’ipotesi Maroni. Albertini ha voluto provarci lo stesso nel 2013: ovviamente trombato, si è consolato di un seggio senatoriale.
Albertino
Tutta un’altra storia. È il simbolo da accostare al Sole delle Alpi, il guerriero su cui porre la croce a ogni tornata elettorale. Una divinità per il leghista Salvini, pronto a difenderlo in qualsiasi occasione. Anche dalle battute di chi, come il comico Checco Zalone, lo definisce il “Power Ranger padano”. Ne va fierissimo Matteo, dell’Albertino. Se non indossasse sempre le sue amate felpe, lo porterebbe all’occhiello della giacca. Per il momento però si fa perdonare regalandone una miniatura ai vari leader europei. Infatti, pochi sanno che una riproduzione è presente addirittura nell’ufficio di Putin al Cremlino.
Alfano #1
“Una calamità naturale come poche altre ce ne sono state in passato”. È questa la definizione che Salvini riserva al ministro dell’Interno, da lui visto come principale responsabile del disastro lampedusano. Difatti, da ottobre 2013 allo stesso mese dell’anno successivo, sono sbarcate grazie all’operazione “Mare Nostrum” 150mila persone, con la perdita di 2mila unità tra morti e dispersi. Quanto è costata? Ben 114 milioni di euro. Circa 9,5 milioni al mese. Immaginatevi Salvini. In tutta risposta, Angelino lo accusa di non aver fatto niente al riguardo in Europa. È un po’ il brutto sogno di Matteo, quell’ex alleato con il quale non tornerebbe mai insieme. Fa fatica a capire quali siano i valori ideologici di questo Nuovo Centrodestra. Zero possibilità di stare assieme. Anche se, in politica, mai dire mai.
Alfano #2
Salvini si immagina un centro-destra senza Alfano. Anche perché, secondo lui, Angelino non è compatibile con quest’area politica, non ne fa parte. Intervistato da Vespa, Salvini sottolinea che il ministro dell’Interno ha fatto le sue scelte. Buone o cattive che siano, hanno portato il suo partitino al Governo, prima con Letta e oggi con Renzi. E con ben quattro ministri. Addirittura si congratula per questo risultato considerando che da solo, stando ai sondaggi, Angelino non supererebbe la soglia di sbarramento. In effetti…
Alfano #3
Angelino, tra tutti i difetti che ha dal punto di vista salviniano, non sa neanche utilizzare la televisione. Forse non sa manco accenderla. Ma noi siamo speranzosi su questo. L’unica certezza, per il Capitano, è che non sappia andarci. Cioè, durante le frequenti ospitate da ministro dell’Interno, non ha saputo sfruttare l’occasione a suo favore. Anche alle Europee è stato per ore in tv e i risultati si sono visti. Motivo? Ce lo dice Salvini stesso: “Se vai in tv e, con tutti i problemi che ci sono nel Paese, parli della legge elettorale… Ma chi se ne fotte della legge elettorale!”. Più chiaro di così…
Alleanze
Tema di eterno dibattito all’interno della galassia leghista. Esistono, infatti, diverse scuole di pensiero. C’è chi dice che l’alleanza con Berlusconi sia imprescindibile e chi, invece, crede sia impensabile. C’è chi vorrebbe Salvini con la Meloni e chi, invece, vorrebbe vederlo correre da solo. Lo stesso Matteo ha sempre nutrito questo sogno, quando ancora lo scopo era ottenere più seggi possibili. Oggi la musica è cambiata: il Capitano sta sentendo in lontananza il suono della campanella e gli piace. Gli piace parecchio. Quindi… Alleanze come se piovesse! Ma con chi dice lui.
Alleati
Sono quelli che gli danno più problemi di tutti. Forse Matteo non ha ben chiaro cosa sia il centro-destra in Italia, se ha deciso di imbarcarsi davvero in una odissea simile. Sarà la sua grinta, la voglia di cambiare. Ma contro certe cose devi sbatterci per forza la testa. Il suo amico Silvio Berlusconi lo sa bene, dato che ha combattuto questa battaglia interna per vent’anni. E quello non va bene, e quell’altro mi fa i dispetti, e questo è brutto… quante storie! Ma di una cosa Salvini è consapevole: l’alleato è come il pesce. Dopo tre giorni, puzza.
Alternativa
Si propone come tale, Matteo Salvini. Ovviamente all’altro Matteo, quello di Firenze. Che fino a qualche mese fa, prima cioè dell’ascesa del leader leghista, era l’indiscusso erede al trono del berlusconismo. Il Capitano non accetta che “a casa ci sia gente che dica ‘O Renzi o niente’. Non è vero: dopo Renzi sorgerà il sole, dopo Renzi i fiumi continueranno a scorrere e io dico che c’è una alternativa più seria di Renzi”. Indovinate quale…
Ambrogino
Il non plus ultra del vero milanese. Ogni meneghino vorrebbe poter annoverare tra le sue onorificenze questo importante e prezioso riconoscimento. Sicuramente anche Salvini. Nel frattempo, però, si limita a commentare e a proporre nomi, come (per l’edizione 2014) il presidente della Figc Carlo Tavecchio, al centro delle polemiche nell’estate scorsa per alcune battute considerate razziste, o il cantante Vasco Rossi. Insomma, un premio irraggiungibile cui possono aspirare tutti. Ma proprio tutti.
Ambulanti
Categoria protetta da Salvini. Ma solo se sono in regola. Matteo gira molto tra i mercati, proprio come le api intorno al miele. È il suo regno, lì passeggiano i suoi elettori e quelli possibili futuri. E cosa c’è di meglio che farsi amici quelli che lavorano e raccolgono ansie e aspirazioni del suo elettorato? Salvini ha preso un impegno preciso con loro: lottare contro l’abusivismo. In effetti, perché uno deve pagare tasse e licenze quando arrivano – impuniti – i furboni con banchetto, ignoranti (o finti tali) dell’esistenza di regole?
Anziani
Al tempo di Bossi erano il pilastro della Padania, la fetta più consistente della base. E, anche quando è scoppiato lo scandalo “The Family” nell’aprile 2012, sono stati gli unici a rinnovare fedeltà al movimento, in mezzo al fuggi fuggi generale che ha abbandonato in un angolo il Senatür. Oggi si ritrovano guidati da un giovanotto e, nonostante questo, rimangono più agguerriti di prima. Sarà l’aria fresca che il giovane segretario ha riportato nelle sezioni. E raddoppiano. Salvini infatti non si dimentica dei pensionati: riesce a spendere sempre qualche buona parola in merito, soprattutto se si parla di diritti. E bravo Matteo, i vecchi sono evergreen.
Appello
Normalmente chi fa politica lo lancia per una giusta causa. Anche e soprattutto Matteo. Ma ci sono volte in cui certi personaggi ne fanno alcuni per invitare altre “teste calde” a contestare il Capitano. È il caso di Loris Narda, del Collettivo Hobo. Chi è questo ragazzo riccioluto? Semplicemente il contestatore che lo ha assalito durante la visita al campo rom del capoluogo emiliano. Il suo appello, in onda su Matrix, è stato quello di contestare Salvini in ogni occasione, in tutta Italia. Alla domanda di David Parenzo: “Contestazioni senza violenza, ovviamente?”, la risposta è stata: “Dipende”. Subito la replica di Matteo, che lo ha invitato a spalare il fango. Per non dire altro.
Arroganza
Chi conosce davvero Matteo sa che questa caratteristica non gli appartiene. Matteo è uno che, se deve dirti una cosa, te la dice. Punto. Eppure c’è che gli affibbia l’appellativo di arrogante. E questo è il “leader” (se così si può chiamare) del fantomatico Esercito di Silvio, una sorta di battaglione contenente qualche fan sfegatato di Silvio Berlusconi. Per il generale Simone Furlan, infatti, Salvini mente quando dice che il centro-destra non esiste, come dichiarato dal Capitano il 21 dicembre 2014. Addirittura per il berlusconiano più berlusconiano dello stesso Berlusconi, Salvini sarebbe scappato con arroganza dalle sue responsabilità, prediligendo la sua immagine ai problemi dei cittadini. Il lümbard, forse per educazione, non ha risposto.
Articolo 1
Finalità del movimento: “l’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana”. È questa la prima cosa che un leghista deve sapere nel momento in cui firma l’iscrizione al partito. Ultimamente i padani della vecchia guardia hanno accusato gli ultimi due segretari federali di essersi dimenticati dell’articolo 1 dello Statuto. Ma d’altronde “o si fa l’Italia o si muore”. In termini elettorali ovviamente.
Ascoltare
Molti confondono questo verbo con il più generico “sentire”, senza cogliere la sottile ma decisiva differenza che distingue le due voci. Se quest’ultima, infatti, è propria di tutti o almeno di chi ha avuto il dono dell’udito, ascoltare è una qualità che pochi hanno. Matteo, ad esempio, ce l’ha. Ascolta tutti quelli che hanno qualcosa da dirgli, che siano suoi elettori o no. Anche perché, si sa, è facile chiedere favori dicendo: “Io ti ho votato”. Le uniche parole che Salvini non ha mai ascoltato, e non lo ha fatto neanche nel 2014, sono quelle del vecchio presidente Giorgio Napolitano. Anzi, quelle neanche le sente proprio. In puro stile Lega della prima ora.
Asfaltare
Dicono l’abbia fatto con Bossi al Congresso federale del 2013. In effetti, vincere con l’82% dei voti non è stata proprio una partita difficile, anzi… è stata quasi una vittoria bulgara, se così si può dire. Vincere a mani basse contro il fondatore del tuo partito, poi, è un evento simbolico carico di significato. Un’immensa responsabilità che ti porti sulle spalle, l’impegno a non deludere chi ti ha messo lì. Matteo non ha nulla da farsi perdonare, perché lo hanno scelto. E secondo lui Bossi ha l’intelligenza di continuare a suggerire. Ma forse lo dice perché lo deve dire. Per una sorta di cortesia che si deve a chi è più anziano e, quando stava in forma, ti ha pure aiutato.
Assenteismo
C’è chi associa questa parola al nome del segretario leghista. In effetti, chiunque si è chiesto almeno una volta quando Salvini vada in Parlamento, visto che quotidianamente è presente nei talk show, negli studi radiofonici, a conferenze in giro per l’Italia e, immancabilmente, alle feste locali della Lega. Eppure il Capitano ha una risposta per tutto. Come quando ha dovuto controbattere alla provocazione del collega Marc Tarabella: “Fannullone e assenteista? Cazzate. Mi viene assegnato il 91% di produttività e l’80% di presenze”. Della serie: caro Tarabella, ciapa lì.
Asta
Come per ogni vip che si rispetti, anche per quanto riguarda Matteo è iniziata la mania dell’asta. Infatti, i suoi ammiratori hanno risposto con grande partecipazione a quella benefica terminata il 19 dicembre a favore della onlus Cancro Primo Aiuto (vedi voce “Cancro Primo Aiuto”). Oggetto della disputa degli internauti sul noto sito eBay è stata la famosa foto di Salvini nudo, vestito solo di cravatta verde, aggiudicata da un generoso utente che ha sborsato ben 355 euro.
Attaccare #1
Secondo gli “intellettuali” di alcuni centri sociali, è l’unica cosa da fare nei confronti di Salvini e della Lega Nord in generale. Si ritengono vittime, loro, del “razzismo leghista”. Matteo crede che certi elementi siano capaci di fare solo questo. Dal canto suo, afferma di saper attaccare solo i delinquenti e i manifesti ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Introduzione di Roberto Poletti
  3. L’Intervista
  4. Il Matteo-pensiero dall’A alla Z