Nostra signora di Lourdes. La Madonna che non conosceva il Vangelo
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Nostra signora di Lourdes. La Madonna che non conosceva il Vangelo

  1. 160 pagine
  2. Italian
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Nostra signora di Lourdes. La Madonna che non conosceva il Vangelo

Informazioni su questo libro

La verità su Bernadette e le sue visioni. Un libro dal contenuto smitizzante che sfida la vulgata populista e miracolista oggi tanto in voga (che poco ha a che fare con la fede e tanto con il marketing) «Bernadette aveva ragione. Si era ingannata. La Signora luminosa e bella come nessuna donna al mondo non poteva essere la Madonna. E una delle tante ragioni è proprio l'oblio di Bernadette: se la Madonna le fosse apparsa realmente, Bernadette non avrebbe dimenticato neppure un minimo particolare del suo aspetto, e neppure una sillaba da lei pronunciata (…) La "piccola signorina", la damisèle sognata da Bernadette, Aquerò ("quella cosa") come lei la definì in un primo momento, solo per via dei suggerimenti della gente si trasformò in "una bella Signora dagli occhi azzurri", e infine nell'Immacolata Concezione. Ma la Madonna descritta da Bernadette non ha nulla da spartire con la madre di Gesù di cui parlano i Vangeli». Su cosa si costruiva il "piano mariano"? Quale peso ebbe l'incontro di Bernadette col noto giornalista Louis Veuillot, caporedattore del quotidiano L'Univers grazie al quale la notizia delle apparizioni a Lourdes trovò le ali giuste per un volo interminabile nello spazio e nel tempo? Quando e come la giovane veggente divenne un fragile strumento, una prigioniera inconsapevole in mano alla Chiesa? Di libri su Bernadette, la fanciulla quattordicenne che sosteneva di aver visto la Madonna nella grotta di Lourdes, ne sono stati scritti un'infinità, ma questo volume si distingue da tutti gli altri per l'originalità dell'approccio e del contenuto. L'autore, alla luce del Vangelo, e attraverso un'analisi minuziosa delle testimonianze e dei documenti dell'epoca, dimostra con argomenti inconfutabili l'inconsistenza delle apparizioni di Nostra Signora di Lourdes. Nostra Signora di Lourdes è un saggio documentato e appassionante di uno scrittore religioso controcorrente che smonta con argomenti teologici e con dimostrazioni rigorosamente basate sul Vangelo, le apparizioni di Lourdes. Un libro dal contenuto smitizzante che sfida la vulgata populista/miracolista, quel misto di religione e marketing oggi tanto di moda e che poco ha a che fare con la fede vera e molto con il business. Un atto di amore e di pietà verso Bernadette Soubirous. Non è la solita biografia, non si tratta di un libro irreligioso, giacché non si discosta mai dal Vangelo. Ma una vera e propria inchiesta a cavallo tra religio¬ne, teologia, psicologia, antropologia, sociologia e storia. Il metodo cui l'auto¬re ricorre è semplice: il confronto tra la bella Signora descritta da Bernadette e la Madre del Cristo della quale parlano i Vangeli, tra il "messaggio" della Signora di Lourdes e il messaggio evangelico, tra la vita della Bernadette che credeva d'avere visto la Madonna, e la vita della Bernadette quale sarebbe dovuta essere se realmente avesse avuto un'esperienza soprannaturale.

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Informazioni

I

La sorridente fanciulla di luce

NON MI RICORDO PIÙ

«Queste cose vi ho detto, mentre rimango presso di voi. Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui v’insegnerà tutto e vi farà ricordare tutto ciò che io vi ho detto»1.
La Signora bellissima della grotta di Massabielle, e lo Spirito Santo, non rinfrescarono la memoria di Bernadette quel 1° settembre del 1877, e per questo la veggente, a monsignor Bourret, vescovo di Rodez, che tanto aveva insistito per vederla e ascoltare dalla sua voce la storia meravigliosa delle apparizioni, confidò che era passato troppo tempo, che quegli avvenimenti erano lontani, troppo lontani, e non li ricordava più. Non solo: manifestò anche la sua riluttanza a parlare delle visioni, poiché aveva il timore d’essersi ingannata.
Bernadette aveva ragione. Si era ingannata. La Signora luminosa e bella come nessuna donna al mondo (la Madonna, essendo donna, è sempre bellissima per i veggenti. Gesù adulto non è bellissimo, Gesù bambino è bellissimo), la bianca Signora che Bernadette immaginò di vedere e di sentir parlare, non poteva essere la Madonna. Una delle tante ragioni è proprio l’oblio di Bernadette. Se la Madonna le fosse apparsa realmente, Bernadette non avrebbe dimenticato neppure un minimo particolare del suo aspetto, e neppure una sillaba da lei pronunciata. Tornerò su questo, e illustrerò i diversi motivi che impediscono di credere alla veridicità delle apparizioni mariane a Lourdes.
Bernadette non ricordava. E come avrebbe potuto rievocare sogni lontani? Aveva dimenticato, e la Madonna non solo non l’aiutò a ricordare, ma neppure la rassicurò sulla realtà delle sue visioni. E così, suor Marie-Bernarde (questo il nome che Bernadette prese in convento), più di un anno dopo, anche alle domande di padre Sempé, stilate da padre Cros, rispose con tanti “non ricordo”. Avrebbe dovuto interrogarla personalmente padre Cros, che aveva ricevuto l’incarico di narrare fedelmente la storia di Lourdes, ma le superiore del monastero, quando il sacerdote, verso la fine dell’anno 1877, si presentò al convento di Nevers, non ne vollero sapere. Forse temevano che la futura santa potesse contraddirsi, forse volevano rispettare la sua ritrosia a parlare delle apparizioni. Padre Sempé, però, riuscì a superare l’ostacolo, ricorrendo all’aiuto di papa Leone XIII, che gli fece pervenire un Breve nel quale esprimeva soddisfazione per il progetto, e si dichiarava debitore verso chiunque avesse aiutato il sacerdote a realizzarlo. Le suore di Nevers furono costrette a ricevere padre Sempé, che rivolse alla riluttante veggente di Lourdes le domande preparate appunto con estrema cura dallo storico Cros. Era il 12 dicembre del 1878.
Padre Sempé, riguardo all’interrogatorio, scrisse: «Suor Marie-Bernarde è sempre piena di semplicità, modestia e candore. Il ricordo delle apparizioni è sempre profondamente inciso nel suo cuore pio e grato, e nella sua memoria, che ne è colpita come da un episodio avvenuto il giorno avanti. Ma lei dà poca importanza ai piccoli dettagli dei fatti, come faceva nel 1869, e come ha sempre fatto. Alle domande riguardanti tali dettagli, risponde candidamente: “Non me ne ricordo”. Aggiunge, alle volte: “È possibile, ma non me ne ricordo”. Lei rimane sempre quell’umile giovinetta cui la Vergine Immacolata promise la felicità eterna»2.
L’obiettività di questo ecclesiastico, che col pensiero aveva già canonizzato Bernadette, è evidente.
Suor Marie-Bernarde, alla domanda se nella casa in rue des Petits-fossés, a Lourdes, dove abitava al tempo delle apparizioni, ci fosse una statua della Madonna, rispose candidamente che non se ne ricordava. La domanda voleva essere: «La bella Signora che ti apparve alla grotta di Massabielle somigliava alla statuina della Madonna che era nella casa di rue des Petits-fossés, immagine che tu avevi stampata nella mente?».
Così come la domanda che il Visconte de Montelo3 rivolse alla veggente di Fatima, il giorno 11 ottobre 1917, «Hai sentito leggere da tua madre il libro intitolato Missione Abbreviata, dove si racconta la storia dell’apparizione della Madonna a un fanciullo e a una fanciulla?»4, voleva essere: «Sei certa di non aver immaginato una storia simile a quella che avevi ben fissa nella mente, avendola ascoltata più volte da tua madre?». Lucia rispose che a quella storia non ci pensava mai.
Alla domanda su quanto tempo durassero le apparizioni, suor Marie-Bernarde ugualmente rispose di non ricordare, eppure lei stessa aveva mille volte raccontato che la prima apparizione era svanita dopo la recita del rosario. Il tempo quindi occorrente per recitare la preghiera tanto cara alla Madonna. Il Visconte, a Lucia, chiese se l’apparizione della Madonna fosse durata il tempo che si impiega a recitare un rosario, e lei rispose che le pareva fosse durata un po’ meno.
Ma era proprio necessario sottoporre Bernadette, così come si fece con i pastorelli di Fatima – e come si fa di norma con i veggenti – a pressanti interrogatori per appurare se mentissero? Non sarebbe stato più semplice “interrogare” la Madonna? Vale a dire, riguardo alle visioni di Bernadette: non sarebbe stato più semplice verificare se la Madonna da lei descritta rispondesse al concetto della Madonna alla luce del Vangelo e della ragione? Se l’ignoranza del Vangelo da parte di Bernadette rispondesse all’ignoranza del Vangelo da parte della sua Madonna?
È ciò che tenterò di fare in questo libro.

IL ROSARIO TANTO CARO ALLA MADONNA

La Signora della grotta di Massabielle, così come quella della Cova da Iria a Fatima, si mostra molto affezionata al rosario.
In un articolo apparso su Avvenire5, con il titolo redazionale “Rosario, un mistero che si snoda nei secoli”, Massimo Introvigne scriveva: «Nessuno studioso dubita dell’esistenza di stringhe o di cordicelle utilizzate per la preghiera reiterata nel mondo cristiano, fin dai tempi dei Padri del Deserto, nei secoli III e IV dopo Cristo, ben prima delle crociate… Non vi è dubbio, pertanto, che la pratica di recitare più volte la stessa preghiera servendosi d’appositi strumenti sia di origine molto antica nel mondo cristiano, prescinda da derivazioni islamiche e sia stata applicata all’Ave Maria a partire almeno dal dodicesimo secolo». Nulla da obiettare. Ma ripetere innumerevoli volte la stessa preghiera, le stesse parole, risponde all’insegnamento di Gesù? È un modo di pregare autenticamente cristiano? Se un giovane dovesse ripetere alla propria madre più di cinque, sei volte di seguito, tanto per fare un esempio, «Mamma sei bella, mamma sei bella, mamma sei dolce, mamma sei dolce, mamma aiutami, mamma aiutami…», certamente sarebbe preso per un burlone o uno sciocco. Ma se la madre si accorgesse che il figlio ha stabilito di ripetere la stessa preghiera un numero esagerato e preciso di volte, con l’intervallo di una diversa preghiera tra una decina e l’altra, e che per non perdere il conto, si è anche provvisto di una sorta di pallottoliere fatto di una cordicella con grani, certamente penserebbe seriamente di mandare il figlio da un bravo psicologo.
«Allora Elia disse ai profeti di Baal: “Sceglietevi un giovenco e agite voi per primi, perché siete più numerosi. Invocate il nome del vostro Dio, senza però appiccare il fuoco”. Essi presero il giovenco, lo prepararono e poi invocarono il nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno dicendo: “O Baal, rispondici!”. Non ci fu né voce né risposta. Frattanto essi danzavano piegando il ginocchio davanti all’altare che avevano costruito. A mezzogiorno Elia cominciò a burlarsi di loro dicendo: “Gridate più forte perché egli è certamente dio, però forse è occupato o ha degli affari o è in viaggio; forse dorme e deve essere svegliato!”. Essi si misero a gridare più forte e a farsi incisioni con spade e lance, secondo la loro usanza, fino a versare sangue. Passato mezzogiorno, continuarono a smaniare fino al tempo di offrire l’oblazione; ma non si ebbe né voce né risposta né segno d’attenzione»6.
Forse Gesù aveva in mente quest’episodio, quando disse agli apostoli: «Pregando poi, non sprecate parole come i gentili, i quali credono di essere esauditi per la loro verbosità. Non vi fate perciò simili a loro; poiché il Padre vostro conosce le vostre necessità ancor prima che gliene facciate richiesta»7.
Ha senso dunque pregare sprecando parole? Ha senso recitare il rosario? Centocinquanta Ave Marie, divise in decine, intercalate dalla recita del Pater Noster e del Gloria, con meditazione, tra una decina e l’altra, dei Misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi, ai quali Giovanni Paolo II ebbe la splendida idea di aggiungere i Misteri della Luce, portando così le Ave a ben duecento. Celiando un poco, oserei dire che l’interminabile “preghiera” sarà venuta a noia persino alla Madonna.
Gesù consigliò di pregare con insistenza, come riferisce Luca: «Perciò vi dico: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede ottiene, chi cerca trova, a chi bussa viene aperto”»8. L’evangelista riferisce ancora: «Raccontò loro una parabola per mostrare che dovevano pregare sempre, senza stancarsi mai»9. Si tratta della parabola del giudice e della vedova. Narra di un giudice che non temeva Dio, e che esaudì, tuttavia, la preghiera insistente di una vedova, per non essere ulteriormente seccato. Gesù conclude il racconto: «Avete udito ciò che dice il giudice ingiusto? E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che lo invocano giorno e notte?»10. Ma è evidente che Gesù non parla di parole ripetute all’infinito. Voleva dire che l’orante deve avere un’illimitata fiducia nell’aiuto di Dio, e non stancarsi mai di rivolgersi a lui.
In realtà, la preghiera insistente di cui parla Luca è in qualche modo in contraddizione col fatto che il Padre conosce le necessità dei figli prima ancora che gliene facciano richiesta. Concetto ripetuto da Gesù: «Non vi angustiate, dunque, dicendo: “Che mangeremo? Che berremo?”; oppure: “Di che ci vestiremo?”. Tutte queste cose le ricercano i gentili. Ora sa il Padre vostro celeste che avete bisogno di tutte queste cose»11.
In ogni modo una cosa è pregare con insistenza, che ha un senso, altra cosa è la preghiera reiterata all’infinito, una cosa è rivolgersi con insistenza alla Madonna, altra cosa è salutarla duecento volte di seguito, dirle duecento volte che è piena di grazia, e duecento volte che il Signore è con lei.
Nel Vangelo non esistono esempi, né indicazioni di preghiera reiterata. Del resto, il cristiano può rivolgersi a Dio anche senza pronunciare discorsi, ma se li pronuncia, può parlare a Dio con familiarità, come farebbe un figlio con un padre amorevole. Le parole ripetute per decine o centinaia di volte perdono senso per chi le pronuncia; l’orante ripete, ripete, mentre il pensiero vola altrove.
È ragionevole ritenere che la Madonna, madre di Gesù, non dovrebbe guardare alla preghiera in maniera diversa dal Figlio. Le belle Signore apparse con rosari a Lourdes, a Fatima e altrove, sono poco credibili. Ancor meno credibili se il rosario se lo recitano come, secondo Bernadette, avrebbe fatto la Madonna, a Lourdes.

UNA GRANDE DIFFERENZA

«Al sesto mese Dio mandò l’angelo Gabriele in una città della Galilea chiamata Nazaret a una vergine sposa di un uomo di nome Giuseppe della casa di Davide: il nome della vergine era Maria. Entrò da lei e le disse: “Salve, piena di grazia, il Signore è con te”. Per tali parole ella rimase turbata e si domandava che cosa significasse un tale saluto. Ma l’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, tu concepirai nel grembo e darai alla luce un figlio…”. Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, se io non conosco uomo?”. L’angelo le rispose: “Lo Spirito Santo scenderà sopra di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra…”»12.
Una tranquilla chiacchierata tra l’angelo Gabriele, che non si fa precedere da venticelli o da rumori13, e una semplice ragazzina della Galilea che non ha dubbi sulla natura di chi le parla; lo ascolta, e ciò che la turba non è la sua presenza, bensì la sue parole. L’angelo però non ci tiene a fare il misterioso, e le spiega immediatamente la ragione della sua visita.
La Madonna di Lourdes, vale a dire la Madonna immaginaria di Bernadette (non starò sempre a fare questa precisazione), evidentemente col trascorrere dei secoli aveva dimenticato. Può succedere. E così pensò che fosse opportuno annunciarsi con folate di vento. E per presentarsi scelse un momento poco opportuno: la ragazzina, Bernadette, si era tolta una calza, poiché si accingeva ad attraversare un ruscello. Non poteva apparire appena un po’ prima, la bella Signora, sì che la fanciulla non restasse con un piede nudo, per di più, poverina, che era di salute delicata e soffriva d’asma? Particolare apparentemente insignificante, che va ad aggiungersi ai moltissimi motivi assai più consistenti che obbligano a ritenere le visioni di Bernadette soltanto frutto della sua immaginazione.
Anche la Madonna di Fatima non ricordava la semplicità dell’incontro con l’angelo, e prima di apparire ai pastorelli portoghesi si fece precedere da due lampi a ciel sereno, che atterrirono i fanciulli. È interessante confrontare la Madonna di Lourdes con la Madonna che sarebbe apparsa circa sessanta anni dopo in Portogallo, giacché per certi versi si somigliano, per altri sono diverse, ma entrambe hanno poco da spartire con la Madonna del Vangelo. La madre di Gesù, tanto per fare un esempio, non compiva miracoli. E infatti, nell’episodio delle nozze di Cana, quando si accorge che manca il vino, non provvede lei a tramutare l’acqua, ma ricorre al Figlio. Miracolo evidente, così com’era evidente il suo autore. E questa è la grande differenza tra i presunti miracoli attribuiti alla Madonna e i miracoli di Gesù descritti dagli evangelisti, sebbene anche sulla storicità di questi molti autori cristiani abbiano avanzato dubbi. C’era un uomo che affermava d’essere il Figlio di Dio e, per dare un segno della sua divinità, compiva miracoli. Questi miracoli non erano affidati all’immaginazione di chi vi assisteva. No, c’era un uomo che agiva davanti agli occhi degli apostoli, e il miracolo era evidente. Evidentissimo. Non c’era pane per sfamare la folla: Gesù si fa portare pochi pani e pochi pesci e li moltiplica al punto che avanzano ceste piene di pezzi di pane. Il mistero riguarda come sia avvenuto il miracolo, non che sia avvenuto. Il miracolo dell’apparizione della Madonna a Bernadette non lascia segni evidentissimi come i miracoli di Gesù. Miracoli evidenti anche per i suoi nemici, i quali non li negavano, ma lo accusavano di agire per la potenza stessa di Beelzebul: «Per mezzo del principe delle tenebre egli scaccia i demoni!»14; «Egli non scaccia i demoni se non in virtù di Beelzebul, capo dei demoni»15. Lo stesso ragionamento, e a maggior ragione, si può fare per i miracoli di guarigione. Suor Marie Simon Pierre affermò d’essere guarita per un miracolo16 operato da Giovanni Paolo II, ma la veridicità del guaritore era affidata esclusivamente alla sua immaginazione. Era evidente la guarigione, mancava l’evidenza del guaritore.
Ma perché la Madonna di Lourdes per fare il suo grande miracolo scelse proprio Bernadette? Perché proprio a lei quest’immenso privilegio? Bernadette non era l’adolescente più povera del mondo, più malata del mondo, più buona del mondo, e neppure d’Europa, e neppure della Francia, e neppure della regione dei Midi-Pirenei, dove abitava. Non era la più sventurata delle adolescenti, Bernadette Soubirous. Non era la più ingenua, e neppure la più furba, anche se una certa dose di furbizia l’aveva. Bernadette non era, infine, la ragazzina più religiosa di Lourdes. Non si sa, quindi, per quale preciso motivo la Madonna avrebbe scelto di apparire proprio a lei. Proprio non si sa. Si obietta banalmente: «I disegni di Dio sono imperscrutabili». Ma il fatto è che sono gli uomini ad attribuire alla Madonna il fenomeno (presunto disegno di Dio) riferito dai veggenti, non è lei ad attribuirselo.
Però, un’altra obiezione ci sarebbe: anche in Palestina dovevano esserci tante ragazzine buone e brave come Maria, perché Gesù scelse proprio lei? La differenza è che il buon Dio fu “obbligato” a una scelta, ché non poteva essere concepito nel grembo di tutte le ragazze buone e brave della Palestina. La Madonna ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Capitolo 1 La sorridente fanciulla di luce
  3. Capitolo 2 L’evento diventa spettacolo
  4. Capitolo 3 Messaggi mariani
  5. Capitolo 4 Un nome per la Madonna
  6. Capitolo 5 Suor Marie-Bernarde
  7. Capitolo 6 Santa Bernadette
  8. Conclusione