1. L’ORIGINE DELLA CRISI SIRIANA. IL RAPPORTO DELLE PREMESSE INTERNE ED ESTERNE E DEI FATTORI
Il sistema moderno di relazioni internazionali sta attraversando un periodo di trasformazione1. L’unipolarismo e l’unipolarismo pluralista2, modelli tipici degli anni 1990 e primi anni 2000, cominciano a cedere il posto all’ordine mondiale policentrico. Questo difficile e irregolare processo incontra la resistenza degli Stati che sono abituati a dominare la scena mondiale e hanno perso le abilità negoziali per il raggiungimento di compromessi, che tengano conto degli interessi di altre parti e presuppongano la volontà di eventuali concessioni. D’altra parte, la crescita del peso politico specifico di “attori non convenzionali” (prima di tutto, dei paesi della regione) sulla scena internazionale, il loro desiderio di partecipare più attivamente alla presa di decisioni sulle fondamentali questioni mondiali porta a un profondo coinvolgimento di questi Stati in conflitti che riguardano i loro interessi nazionali.
Tutto questo rende la situazione imprevedibile, porta alla “frammentazione” dei conflitti in aree di intersezione di interessi degli attori politici globali e regionali e rende la risoluzione delle crisi mutevole in assenza di una metodologia adeguata alla realtà di oggi. La crisi nella Ras, iniziata con le proteste popolari del 2011, non si è sviluppata nel vuoto. Al contrario, è stata direttamente influenzata dalle dinamiche di trasformazione del sistema delle relazioni internazionali, dalla sua logica e dai suoi “sintomi”. Il conflitto nella Ras in gran parte è diventato una “cartina tornasole” che rifletteva le tendenze di formazione di un nuovo ordine mondiale. Su di esso, come su una sorta di “campo di prova” politico, i cosiddetti attori politici di Yalta e Potsdam coinvolti nella crisi (Russia e Stati Uniti) e anche i paesi della regione hanno cercato di avere un ruolo speciale negli eventi siriani facendo a gara per raggiungere i propri obiettivi. Il conflitto nella Ras negli anni del suo progredire si è trasformato in una sorta di “cavalletto”che ha rispecchiato gli interessi opposti, a volte intersecanti e sovrapposti, dei vari attori politici coinvolti nella crisi e i loro confronti e intrecci che hanno dato vita a diverse combinazioni politico-militari. Il quadro complessivo ha permesso di chiarire alcune caratteristiche del moderno sistema di relazioni internazionali e le previsioni riguardo i metodi più efficaci per affrontare la crisi in un’epoca moderna.
A questo proposito, diversi anni dopo l’inizio delle proteste nella Ras nel 2011 che portarono a un sanguinoso conflitto armato interno, di particolare interesse è il tema del rapporto tra i presupposti interni del conflitto siriano e il ruolo di un intervento esterno nella crisi attraverso il sostegno di certe forze con l’obiettivo di gestire la situazione per risolvere i propri compiti in campo politico/economico. Una corretta comprensione di questo rapporto permette di specificare le caratteristiche dell’ordine mondiale emergente, prima di tutto per quanto riguarda il ruolo di attori politici esterni – attori globali e paesi della regione – nella risoluzione del conflitto, ma anche di capire il ruolo della componente interna siriana in questo processo.
Il sostegno fornito dagli attori politici esterni alle diverse parti del conflitto, per quanto potente possa essere, non ha cambiato gli impulsi iniziali che hanno messo in movimento le diverse fazioni rivali in Siria. Sia nel 2011 che nel 2017 Bashar al-Assad, con l’aiuto attivo da parte della Russia e dell’Iran, ha combattuto per la sua sopravvivenza politica (e anche quella fisica). Diverse organizzazioni e strutture di opposizione (sia politiche che armate), con il sostegno di Turchia, del Regno dell’Arabia Saudita, Qatar e Occidente, hanno cercato continuamente di rovesciare il regime fino al biennio 2015-2016 quando i loro obiettivi a breve termine sono stati adattati alla realtà sul campo che ha spinto questi attori a ridurre le proprie ambizioni relegate a mantenere sotto controllo i territori occupati dalle formazioni armate illegali, ma anche a esigere la trasformazione del sistema politico della Ras nell’ambito del processo negoziale (la cosiddetta “transizione politica”). Tuttavia, l’obiettivo finale rimaneva lo stesso: la demolizione del regime e delle sue istituzioni che l’opposizione associava agli apparati repressivi e alla mancanza di libertà (ala politica), ma anche al cerchio alawita al potere che violava i diritti della maggioranza sunnita3.
A questo proposito, crediamo che sia importante esaminare il sistema politico nella Ras prima del conflitto del 2011, le sue caratteristiche e limitazioni, per cercare di misurare il “peso specifico” nel sistema della crisi della componente interna siriana, da un lato, e delle contraddizioni tra gli Stati coinvolti, dall’altro lato. Successivamente, seguendo la logica di preferire il “trattamento” dei sintomi più gravi, è doveroso cercare i meccanismi più efficaci e i format di risoluzione graduale della crisi siriana.
La comprensione del rapporto tra l’impatto sul conflitto siriano di cause interne e le influenze esterne è necessario per identificare i tratti caratteristici del sistema emergente di relazioni internazionali che sono ancora in fase di trasformazione. In questo senso, il conflitto siriano è forse l’esempio più chiaro che riflette il vettore di cambiamento dell’ordine mondiale a causa di un serio coinvolgimento non solo dei paesi della regione (come accade in Libia) e, per esempio, di uno degli attori politici globali (Iraq), ma della maggior parte delle forze che in alcuni casi hanno un impatto troppo indiretto sul corso di eventi in Siria. In questo senso, l’ulteriore progredire della crisi nella Ras può diventare una sorta di “banderuola” che indica la direzione di cambiamenti del sistema di relazioni internazionali, ma che permette anche di determinare il grado della sua resistenza, la capacità di rispondere adeguatamente alle situazioni di conflitto e trovare soluzioni sfruttando al massimo il potenziale sia degli attori politici globali che dei paesi della regione il cui peso specifico e, quindi, la capacità di influenzare il corso degli eventi stanno crescendo sempre di più.
1. La crisi siriana – una guerra civile o un conflitto armato interno
All’inizio di questa monografia è necessario fare alcune precisazioni riguardanti la terminologia. L’autore utilizza i termini “guerra civile” e “conflitto armato interno”. Tale qualifica degli eventi siriani è stata data nel 2012 dal Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr)4 responsabile per la diffusione della conoscenza sul diritto internazionale umanitario e sui principi umanitari universali5 precisando, tuttavia, che il termine “guerra civile” è meno legale, ma accettabile per la qualificazione di quanto avvenuto nella Ras. Tale definizione corrisponde alla interpretazione e comprensione che l’autore dà agli eventi in Siria perché questi fondamentalmente rappresentano il confronto tra il governo di Bashar al-Assad e l’opposizione (sia l’ala politica che quella armata) anche se con l’attivo coinvolgimento nella crisi di forze esterne. In questo caso è necessario aprire una parentesi: a seguito del primo attacco aereo degli Stati Uniti sulle posizioni delle forze governative siriane (la base aerea di Shayrat, 7 aprile 2017)6, il Cicr ha dichiarato che la situazione in Siria «può essere equiparata a un conflitto armato di carattere internazionale»7. Il portavoce del Cicr ha spiegato che, quando i militari di uno stato attaccano i militari di un altro stato sul territorio di quest’ultimo, e quando vengono attaccate unità e strutture militari, il confronto subito si trasforma in un conflitto armato internazionale8.
L’analisi di questo argomento ha un valore particolare per comprendere la realtà degli eventi siriani e anche i motivi per i quali l’indagine sul conflitto nella Ras aiuterà a chiarire le caratteristiche del sistema moderno di relazioni internazionali che sta attraversando un periodo di trasformazione. Qui è importante precisare che la crisi siriana è stata definita come un conflitto armato di carattere internazionale nel corso di una conferenza stampa dal portavoce del Cicr Iolanda Jaquemet. Tale qualifica però non ha ricevuto la conferma ufficiale come è possibile riscontrare anche dal sito web ufficiale del Cicr in cui il conflitto siriano è definito come un conflitto armato interno. Questa ambiguità non è casuale. Il disorientamento del Cicr dal punto di vista del diritto internazionale umanitario sulla questione di come qualificare in senso giuridico la crisi siriana (come un conflitto di carattere interno o internazionale), è un serio “sintomo”. Questo ha fatto notare la vaghezza delle definizioni legali come il risultato di transizione e trasformazione del sistema di relazioni internazionali e ha anche annunciato le difficoltà nel determinare se la principale forza trainante del conflitto nella Ras sia quella interna siriana o quella “internazionale” (legata al profondo coinvolgimento di attori politici esterni).
L’impossibilità di dare una qualificazione giuridica univoca degli eventi siriani conferma l’ibridismo del conflitto siriano, la difficoltà nella definizione del rapporto tra il grado di influenza sulla sua logica di diversi attori politici esterni e forze trainanti interne associate al confronto tra “il regime” e “l’opposizione”, ma anche il concetto del ruolo e del luogo degli eventi nella Ras nel contesto di dinamiche regionali.
2. Le caratteristiche dei sistemi politico e partitico della Siria prima della guerra civile (2000-2011), la situazione economico-sociale nella Ras
Per capire come le contraddizioni politiche interne tra il regime e l’opposizione e altre cause interne sono diventate le forze trainanti della guerra civile in Siria, ma anche per valutare correttamente la direzionalità e l’efficienza delle interazioni (interne ed esterne) degli attori politici esterni con gli oppositori ufficiali di Damasco, è necessario analizzare i presupposti interni del conflitto i quali possono essere divisi in diverse categorie anche se particolare attenzione deve essere data a quelli politici ed economici. Per la comprensione dei presupposti politici della guerra civile nella Ras è necessario studiare il sistema politico siriano e le caratteristiche dello sviluppo dello Stato siriano prima degli eventi del 2011 che hanno definito l’attuale immagine del Paese in campo politico e partitico.
La Siria moderna è caratterizzata da un forte ruolo del presidente con l’appoggio dell’esercito e dei servizi segreti, ma anche, secondo la professoressa M.A. Sapronova, dalla stabilità del regime repubblicano9. Secondo lo studioso russo V.M. Akhmetov, questa caratteristica del regime politico si è sviluppata nei tempi del presidente Hafez al-Assad (1971-2000), ed è in gran parte dovuta allo stato continuo di ostilità con Israele durante la sua amministrazione e allo stato di emergenza dichiarato all’inizio degli anni 196010. Quanto affermato da Akhmetov trova riscontro nelle realtà attuali della Siria visto che all’interno del Paese esiste una certa divisione della società siriana che si è creata a causa dell’incapacità del regime di adeguare il sistema governativo alle mutate condizioni esterne.
Il ruolo principale nel sistema politico-partitico dello Stato è stato svolto tradizionalmente dal Partito del risorgimento arabo socialista (Ba’th)11, fondato in Siria nel 1947. Il Partito Ba’th fu uno dei più grandi partiti a carattere regionale creato nel periodo di inasprimento della lotta anticoloniale dei popoli arabi e di rapida crescita dei movimenti di liberazione tra cui si diffusero gli appelli per l’unificazione degli arabi, e incarnò le idee della “rinascita” e dell’“unità” della nazione araba, dell’ottenimento dell’indipendenza politica ed economica da parte dei popoli arabi12. Il suo principio organizzativo territoriale e aziendale garantiva la presenza capillare nella società grazie a una rete di comitati attivi in ogni provincia siriana attraverso i quali il partito svolgeva un ruolo di primo piano per definire i parametri chiave e le priorità dello sviluppo del Paese.
Tuttavia, nonostante il fatto che il Ba’th ha continuato a occupare un posto chiave nel sistema politico siriano, negli anni che hanno preceduto l’inizio dei tragici eventi in Siria il partito è stato caratterizzato da una certa deideologizzazione, da un maggiore pragmatismo e dal riorientamento del pensiero panarabo verso gli affari interni13(ad esempio, già durante il governo di Hafez al-Assad l’accento nella politica economica del Ba’th si spostò verso lo sviluppo dell’impresa privata)14. Salito al potere nel 2000, Bashar al-Assad ha in...