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Carcere senza fabbrica: povertà, lavoro forzato e welfare
Informazioni su questo libro
La teoria e la storia della moderna penalità sono riconducibili a due letture che si presentano come antitetiche: quelle riformiste e quelle revisioniste. Quelle riformiste vedono nella nascita della prigione, basata sulla pratica del lavoro forzato, una tappa centrale per l'adozione di un sistema punitivo "umano" volto alla correzione morale e sociale dei condannati. Quelle revisioniste considerano il carcere-fabbrica un laboratorio per la trasformazione del povero ozioso in operaio docile, individuando nel lavoro forzato carcerario uno dei tratti distintivi della penalità moderna, un dispositivo di generalizzazione della cultura borghese lavoro-centrica.
Entrambi gli approcci convergono nell'enfatizzare il ruolo del lavoro carcerario, ma cadono nell'errore di privilegiare lo studio della retorica che ha accompagnato il modello di carcere rieducativo, rispetto all'esame della concretezza giuridica e sociologica del fenomeno che ha indubbi riflessi anche sul suo inquadramento teorico.
Carcere senza fabbrica, attraverso una articolata genealogia storica e socio-giuridica del lavoro forzato carcerario dallo Stato liberale ad oggi, mostra come il progetto correzionalista di assimilazione del carcere alla fabbrica sia rimasto, nel caso italiano, un dogma ideologico, presente nella retorica di alcuni dei riformatori, ma non recepito nella legislazione e tantomeno nelle pratiche di governo.
Ne emerge un idealtipo di penitenziario molto lontano da quello elaborato dalla critica foucaultiana e dalla storiografia revisionista. Il sistema legale dell'esecuzione penale italiano, ieri come oggi, appare volto, secondo l'intramontabile principio di deterrenza, a perseguire, con modalità considerate come economiche ed umane, lo scopo della punizione della povertà, piuttosto che quello della sua correzione.
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Informazioni
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Colophon
- Indice
- Premessa
- 1. L’origine del lavoro forzato penale tra deterrenza e governo della prigione
- 2. Carcere, lavoro forzato e trattamento penale della povertà nell’Italia liberale
- 3. Carcere, lavoro forzato e trattamento penale della povertà nell’Italia fascista
- 4. Stato sociale, welfare penale e controllo della povertà
- 5. Dal welfare universale al welfare liberale: adattamenti e mutazioni del paradigma correzionalista del lavoro forzato
- 6. L’ineffettività del lavoro “rieducativo” come paradigma di governo
- 7. Stato costituzionale di diritto e diritti: la normalizzazione del lavoro carcerario
- 8. Il riemergere della comunità e del lavoro forzato gratuito per una nuova punitività
- Appendice grafica
- Bibliografia