Funghipedia
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Miti, leggende e segreti dei funghi

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Miti, leggende e segreti dei funghi

Informazioni su questo libro

Per quanto possa sembrare bizzarro, tu e i funghi che hai appena raccolto, e che forse intendi cucinare, avete davvero molto in comune: avete un corredo genetico simile, e probabilmente una piccola creatura marina è il vostro stesso antenato; inoltre, a differenza dei vegetali non potete ricavare nutrimento dalla luce solare.Non sorprende quindi che i funghi abbiano stimolato la curiosità e l'immaginazione umana in tutte le culture: messaggeri di divinità ctonie o celesti, protagonisti di abe e leggende, fonti di ispirazione per gli artisti, ingredienti di medicine o droghe attraverso le quali intravedere realtà nascoste.I funghi costituiscono un regno variegato e imprevedibile che comprende lieviti, muffe e specie estremamente resilienti o specializzate che si nutrono solo di punte delle stalattiti nelle grotte, di foglie bagnate da urina d'alce o di radiazioni residue nelle centrali nucleari.Funghipedia raccoglie curiosità e descrizioni di questi organismi affascinanti, ma anche miti, tradizioni e notizie sulle non meno eccentriche vite di celebri micologi. Lawrence Millman scrive un compendio colto, profondo e, al tempo stesso, divertente che ci svela un regno della natura troppo spesso ignorato, ma fondamentale per la vita stessa sul pianeta Terra.

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Informazioni

Anno
2020
Print ISBN
9788842827344
eBook ISBN
9788865768303
Categoria
Biologia

Il mondo dipende dai funghi, perché hanno un ruolo fondamentale nel riciclo della materia in tutto il pianeta.
E.O. Wilson
Occupiamoci dei funghi e tutte le altre risposte arriveranno.
A.R. Ammons
C’è qualcosa di assolutamente affascinante per me nel trovarsi ad assistere al momento esatto in cui spunta un fungo.
John Cage
La micologia batte quotidianamente l’urologia.
Bryce Kendrick
Afilloforali Vasto ordine che comprende una miscellanea di funghi diversi: corticioidi, ditole, polipori, specie cifelloidi e funghi gelatinosi. Il termine significa «senza lamelle», quindi nessun fungo lamellato è incluso in quest’ordine. Le «lamelle» dei polipori Gloe­phyllum sepiarium e Trametes betulina sono in realtà pori allungati. La maggior parte delle specie di afilloforali è lignicola. La maggior parte, ma non tutte: fanno eccezione, per esempio, le ditole.
L’ordine è oggi considerato piuttosto obsoleto, soprattutto in base alle analisi genetiche, ma merita di essere comunque menzionato in questa Funghipedia, essendo ancora possibile che un micologo dica: «Accidenti, un altro benedetto afilloforale da identificare!».
Diverse specie di afilloforali si caratterizzano per un essudato superficiale, di aspetto simile a sangue, formato da acqua contenente pigmenti anticoagulanti o sostanze chimiche indesiderate come l’acido ossalico. Due esempi sono Abortiporus biennis e il dente bilioso (Hydnellum peckii).
Si veda anche: Ditole; Polipori.
Aksakov, Sergej (1791-1859) Proprietario terriero e naturalista russo. Parlando della sua autobiografia Cronaca di famiglia, Nikolaj Gogol, che fu coautore di un’opera con Aksakov, scrisse: «Nessuno dei nostri autori russi è in grado di rappresentare la natura con tinte così forti e fresche».
Negli ultimi anni della sua vita, Aksakov iniziò a scrivere un libro intitolato Note e osservazioni di un cercatore di funghi. Quest’opera incompiuta contiene la seguente riflessione: «Credo che la soluzione al mistero della nascita dei funghi risieda nelle radici [degli alberi] […] Quando muoiono, il fungo cessa di esistere […] La totale dipendenza dei funghi dalle radici degli alberi è dimostrata dal fatto che determinati alberi producono soltanto i propri tipi di funghi».
Da queste parole, sembrerebbe che Aksakov avesse riconosciuto sia l’esistenza sia l’importanza delle relazioni micorriziche tra funghi e alberi molto prima che i micologi veri e propri scoprissero tali interazioni. Infatti, il termine «micorriza» fu coniato solo nel 1885, dallo scienziato tedesco Albert Frank.
Aksakov introdusse l’espressione «caccia silenziosa», oggi d’uso comune in Russia per descrivere la ricerca di funghi. Tale espressione si riferisce non solo alla mancanza di colpi di fucile nella caccia ai funghi, ma anche al fatto che i cercatori di funghi tendono a non divulgare informazioni sui siti di raccolta, nel timore che qualcun altro possa andare a saccheggiarli.
Si veda anche: Ectomicorriza.
Alice nel paese delle meraviglie Romanzo deliziosamente surreale del 1865 scritto dal reverendo Charles Dodgson, noto con lo pseudonimo di Lewis Carroll, in cui viene presentato il fungo forse più famoso di tutta la letteratura. In cima a quel fungo siede un bruco, quasi altrettanto famoso, che fuma il narghilè. «Un lato [del fungo] ti farà diventare più grande e l’altro lato ti farà diventare più piccola» dice il bruco all’eroina Alice, la quale, essendo d’animo avventuroso, decide di testare questa affermazione apparentemente bizzarra. E si rivela corretta.
È probabile che Carroll avesse tratto informazioni sul fungo in questione, verosimilmente l’ovolo malefico (Amanita muscaria), leggendo l’opera del micologo Mordecai Cubitt Cooke The Seven Sisters of Sleep, pubblicato nel 1860. Questo libro descrive gli effetti dell’ingestione dell’ovolo malefico con le seguenti parole: «Sono frequenti le percezioni distorte di dimensioni e distanze […] una pagliuzza sulla strada diventa un ostacolo insormontabile». Va detto che il primo illustratore del libro di Carroll, John Tenniel, non rappresentò un ovolo malefico ma un fungo qualunque. Anche l’illustrazione realizzata dallo stesso Carroll nel manoscritto Alice’s Adventures Under Ground ha l’aspetto di un fungo generico.
Negli anni sessanta del xx secolo, Alice divenne una figura popolare della controcultura. Per esempio, la canzone di Grace Slick «White Rabbit» include questi famosi versi:
You’ve had some kind of mushrooms, and your mind is moving slow
Go ask Alice, I think she’ll know
(Hai preso dei funghi e la tua mente è rallentata
Chiedi ad Alice, credo che ne sappia qualcosa)
La stessa Grace di sicuro ne sapeva qualcosa.
Si veda anche: Cooke, Mordecai Cubitt; Ovolo malefico.

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Allegro, John (1923-1988) Studioso inglese esperto dei Manoscritti del Mar Morto, nonché delle antiche lingue semitiche. In un’opera decisamente sovversiva del 1970, intitolata Il fungo sacro e la croce, avanzò l’ipotesi che la cristianità fosse in origine un deviante culto sciamanico devoto ai funghi allucinogeni. Il libro suggeriva anche che la parola «Gesù» fosse in realtà un nome in codice per l’ovolo malefico (Amanita muscaria) e che lo stesso Gesù probabilmente non fosse mai esistito.
«Le storie del Nuovo Testamento sono letteralmente dei mezzi per diffondere tra i fedeli i riti e le regole del culto dei funghi» scrisse Allegro. Egli sosteneva che il Nuovo Testamento fosse effettivamente un testo in codice per trasmettere il culto dei funghi. Poiché questo veniva perseguitato, le sue tradizioni dovettero essere camuffate.
Non sorprende che la reputazione di Allegro, dopo la pubblicazione del Fungo sacro e la croce, sia improvvisamente e irrimediabilmente precipitata. Dovrei precisare la sua reputazione negli ambienti intellettuali, giacché qualche anticonformista ha ancora un’alta considerazione di lui.
Si veda anche: Ovolo malefico.
Amatore Detto anche micofilo, è una persona che ha una passione per i funghi ma non è impegnata nella scienza applicata o accademica. In passato, «amatore» era un termine un po’ denigratorio che suggeriva ignoranza, ma oggigiorno tende a non avere più questa connotazione negativa. «Cittadino-scienziato» è l’espressione che attualmente sta sostituendo sempre più la parola «amatore».
Comunque decidiate di chiamare questi individui, il loro interesse per i funghi non è associato al potere, al prestigio, alla pressione professionale a pubblicare o alla concessione di fondi per la ricerca scientifica: vogliono soltanto imparare, con la I maiuscola. È vero, possono lanciarsi in invettive su Facebook o discutere all’infinito, durante gli incontri nei loro club per micofili, in merito al fatto che una data specie sia da classificare come Mycena o Marasmius, ma la loro capacità di identificare i funghi è spesso superiore a quella dei professionisti. Molti professionisti sono sempre più dediti al sequenziamento del dna, tanto che la loro conoscenza dei veri funghi si è ridotta (usando le parole del micologo Andrus Voitk) a «un piatto di contorno in un fast food».
Amatori e professionisti stanno attualmente combinando i loro talenti nel progetto Micoflora del Nord America, che ha l’obiettivo di identificare e mappare la distribuzione e la stagionalità dei macrofunghi nordamericani e di pubblicare i risultati online. Il progetto è ammirevole, ma dovrebbe probabilmente avere un nome diverso, dal momento che i funghi non appartengono nemmeno lontanamente alla «flora».
Amatossine Dette anche amanitine, sono un gruppo di peptidi biciclici altamente tossici presenti non solo in specie di Amanita come la tignosa verdognola (A. phalloides) e l’A. bisporigera (una specie diffusa in Nord America, dove è chiamata destroying angel, angelo distruttore), ma anche in un trio di «assassini»: Galerina marginata, Lepiota josserandii e Conocybe filaris. Questi composti inibiscono gli enzimi necessari per produrre l’rna, rendendo così le cellule incapaci di sintetizzare nuove proteine e arrestandone l’attività. Le amatossine si accumulano soprattutto nel fegato, inducendo l’organo ad autodigerirsi, più o meno.
Le possibili terapie includono il trapianto di fegato, l’emodialisi in caso di insufficienza renale e la depurazione dell’apparato digerente mediante somministrazione di carbone, ma non, assolutamente, l’ingestione di cervello di coniglio crudo, una «cura» antica che si basava sull’apparente capacità dei conigli di mangiare funghi velenosi rimanendone illesi.
Le amatossine non sono progettate per uccidere i membri della nostra specie. Piuttosto, esse rappresentano un prodotto biochimico di scarto, trasportato dal micelio al corpo fruttifero. Un altro esempio di un simile trasporto è dato dalla caffeina in un chicco di caffè.
Molte specie di Amanita non contengono amatossine, ma quelle che le possiedono hanno procurato anche alle altre una cattiva reputazione. Specie come l’ovolo buono (A. caesarea) e la tignosa vinata (A. rubescens) sono infatti commestibili… con cautela.
Si veda anche: Avvelenamenti; Tignosa verdognola.
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Ambrosia Termine greco che...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Sommario
  3. Prefazione
  4. FUNGHIPEDIA
  5. Postfazione
  6. Ringraziamenti
  7. Bibliografia