Libro secondo
Si tratta della più intima purificazione,
che è la seconda notte dello spirito
Capitolo 1.
Si comincia a trattare della notte oscura dello spirito.
Si dice in che tempo comincia
1. Un’anima che Dio deve condurre avanti, Sua Maestà non la introduce in questa notte di spirito appena esce dalle aridità e dai travagli della prima purificazione e notte del senso, ma piuttosto di solito trascorre molto tempo e anni in cui, uscita l’anima dallo stato dei principianti, si esercita in quello dei progrediti, nel quale, come colui che è uscito da un angusto carcere, cammina nelle cose di Dio con molta più scioltezza e soddisfazione dell’anima e con più abbondante e intimo piacere di quanto avveniva all’inizio, prima di entrare in quella notte, dal momento che non ha più la fantasia e le potenze legate al discorso e alla preoccupazione spirituale, come era solita. Infatti con grande facilità trova subito nel suo spirito una contemplazione molto serena e amorosa e un gusto spirituale senza la fatica del ragionamento.
Tuttavia, poiché non è stata ultimata la purificazione dell’anima, dato che manca la parte principale, che è quella dello spirito – senza la quale, a motivo della comunicazione esistente tra una parte e l’altra, poiché costituiscono un solo soggetto, neppure la purificazione sensitiva, per quanto forte sia stata, è completa e perfetta – non le mancano mai ogni tanto alcune privazioni, aridità, tenebre e difficoltà, a volte molto più intense di quelle passate, che sono come presagi e messaggeri dell’imminente notte dello spirito, anche se non sono durevoli come sarà la notte che attende. Infatti, avendo trascorso un periodo, o periodi, o giorni di questa notte e tempesta, presto ritorna alla sua consueta serenità e, in questo modo, Dio va purificando alcune anime che non devono salire a un grado così alto d’amore come le altre, introducendole a momenti alterni in questa notte di contemplazione e di purificazione spirituale, facendo spesso tramontare e albeggiare, affinché si compia ciò che dice Davide: manda il suo cristallo, cioè la sua contemplazione, come a bocconi (Sal 147,17). Tuttavia questi bocconi di contemplazione oscura non sono mai così intensi come quell’orrenda notte della contemplazione di cui dobbiamo parlare, nella quale Dio introduce intenzionalmente l’anima per condurla alla divina unione.
2. Quindi il sapore e gusto interiore di cui parliamo, che i progrediti nello spirito trovano e assaporano con abbondanza e facilità, viene loro comunicato con molta più abbondanza di prima, e da lì ridonda nel senso più di quanto avvenisse prima della purificazione sensitiva; infatti, essendo egli già più puro, con maggior facilità può percepire i gusti dello spirito secondo le sue modalità. Poiché, infine, questa parte sensitiva dell’anima è debole e inidonea alle cose forti dello spirito, ne deriva che i progrediti, a causa della comunicazione spirituale che avviene nella parte sensitiva, vi soffrono molte debilitazioni, danni e debolezze di stomaco e, di conseguenza, fatiche nello spirito; infatti, come dice il Saggio: il corpo che si corrompe opprime l’anima (Sap 9,15). Di conseguenza le loro comunicazioni non possono essere molto forti, né molto intense, né molto spirituali, come si esige per la divina unione con Dio, per la debolezza e la corruzione della sensualità che vi partecipa.
Da qui provengono i rapimenti e i tormenti e le disarticolazioni di ossa che sempre si manifestano quando le comunicazioni non sono puramente spirituali, ossia allo spirito solo, come sono quelle dei perfetti, già purificati dalla seconda notte dello spirito, nelle quali cessano i rapimenti e i tormenti del corpo, poiché essi godono della libertà dello spirito, senza che si oscuri o si nasconda il senso.
3. Affinché si comprenda la loro necessità di entrare nella notte di spirito, esporremo qui alcune imperfezioni e pericoli propri dei progrediti.
Capitolo 2.
Prosegue con altre imperfezioni proprie dei progrediti
1. Due generi di imperfezioni sono proprie dei progrediti: alcune sono abituali, altre attuali.
Quelle abituali sono gli affetti e gli abiti imperfetti che ancora, come radici, sono rimasti nello spirito, dove la purificazione del senso non è potuta arrivare. Quanto alla loro purificazione, la differenza che esiste rispetto alla precedente è come quella tra la radice e il ramo, o tra il togliere una macchia recente e una ben fissata e vecchia. Infatti, come abbiamo detto, la purificazione del senso è solo la porta e il principio di contemplazione per quella dello spirito che, come anche abbiamo detto, serve più per adattare il senso allo spirito che a unire lo spirito a Dio. Ma ancora restano nello spirito le macchie dell’uomo vecchio, anche se non se ne rende conto e non le vede; se esse non si sciolgono con il sapone e la forte lisciva della purificazione della notte, lo spirito non potrà giungere alla purezza dell’unione divina.
2. Essi possiedono anche la hebetudo mentis e la grossolanità naturale che ogni uomo contrae a causa del peccato e la distrazione e l’esteriorità dello spirito. Queste caratteristiche conviene che siano educate, chiarificate e raccolte mediante la sofferenza e la difficoltà della notte. Tutti coloro che non sono passati attraverso lo stato di progrediti possiedono queste imperfezioni abituali; esse non possono coesistere, come abbiamo detto, con lo stato perfetto di unione per amore.
3. Nelle imperfezioni attuali non cadono tutti allo stesso modo. Ma alcuni, poiché possiedono i beni spirituali così all’esterno e così a portata di mano nel senso, cadono in inconvenienti e pericoli più gravi di quelli che abbiamo detto all’inizio. Infatti, poiché essi trovano a piene mani tante comunicazioni e percezioni spirituali per il senso e lo spirito, in cui molte volte vedono visioni immaginarie e spirituali, poiché tutto questo, con altre percezioni piacevoli, succede a molti di loro in questo stato, in cui il demonio e la stessa fantasia molto spesso ingannano l’anima; e poiché il demonio con tanto gusto è solito imprimere e suggerire all’anima tali percezioni e impressioni, con grande facilità la attrae e la inganna, poiché essa non ha l’avvertenza di abbandonarsi e di difendersi con forza nella fede da queste visioni e impressioni.
Infatti qui il demonio fa credere a molti visioni vane e profezie false; qui in questo stato cerca di spingerli a vantarsi del fatto che Dio e i santi parlano con loro, e molte volte credono alla propria fantasia; qui il demonio di solito li riempie di presunzione e di superbia, e, attratti dalla vanità e dall’arroganza, si fanno vedere in atti esteriori che sembrano di santità, come rapimenti e altre cose vistose. In tal modo diventano insolenti con Dio e perdono il santo timore, che è la chiave che custodisce tutte le virtù. In alcuni di loro si moltiplicano tante falsità e tanti inganni così inveterati, che è molto dubbio il loro ritorno al cammino puro della virtù e del vero spirito. Incappano in queste miserie perché hanno cominciato a darsi con eccessiva sicurezza alle percezioni e alle impressioni spirituali quando iniziavano a progredire nel cammino.
4. Ci sarebbe così tanto da dire sulle loro imperfezioni e sul fatto che esse sono per loro ancor più incurabili, in quanto essi le ritengono più spirituali delle precedenti, che le voglio tralasciare. Dico solo, per fondare la necessità della notte spirituale, ossia la purificazione, per colui che deve proseguire, che come minimo nessuno dei progrediti, per quanto abbia fatto bene, è esente da molte di quelle inclinazioni naturali e abitudini imperfette che abbiamo detto devono essere prima purificate affinché essi possano passare alla divina unione.
5. Inoltre, ciò che abbiamo detto sopra, cioè: poiché la parte inferiore partecipa ancora a queste comunicazioni spirituali, esse non possono essere tanto intense, pure e forti come si richiedono per l’unione. Pertanto, per giungere ad essa, conviene che l’anima entri nella seconda notte dello spirito, dove, spogliando perfettamente il senso e lo spirito da tutte queste percezioni e gusti, lo devono far camminare in fede oscura e pura, che è il mezzo proprio e adeguato attraverso cui l’anima si unisce con Dio, secondo quanto dice per mezzo di Osea: Io ti sposerò, cioè, ti unirò con me nella fede (Os 2,20).
Capitolo 3.
Annotazione per quanto segue
1. Essendo dunque essi già progrediti a causa del tempo che hanno trascorso nutrendo i sensi con dolci comunicazioni, affinché in tal modo la parte sensibile, attratta e invogliata dal piacere spirituale che le proveniva dallo spirito, si riunisse e componesse in una sola cosa con lo spirito, nutrendosi ciascuno alla sua maniera di uno stesso cibo spirituale in uno stesso piatto di un solo supposito e di un solo soggetto, affinché così essi, in qualche modo uniti e concordi in una sola cosa, uniti siano preparati a sostenere l’aspra e dura purificazione dello spirito che li attende, poiché in essa si devono purificare completamente le due parti dell’anima, quella spirituale e quella sensitiva, dato che l’una non si purifica mai bene senza l’altra, poiché la purificazione valida per il senso avviene quando intenzionalmente comincia quella dello spirito. Quindi la notte che abbiamo chiamato del senso si può e si deve definire come una correzione e freno dell’appetito, piuttosto che come purificazione; questo perché tutte le imperfezioni e i disordini della parte sensitiva hanno la loro forza e la loro radice nello spirito, dove si radicano tutte le abitudini buone e cattive. Quindi, fino a quando questi non si purificano, le ribellioni e le cattive inclinazioni del senso non si possono purificare bene.
2. Perciò nella notte che segue si purificano entrambe le parti insieme. Infatti questo è lo scopo per cui conveniva passare att...