Economia e gestione delle imprese turistiche
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Economia e gestione delle imprese turistiche

Roberta Garibaldi

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  1. 304 pagine
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Economia e gestione delle imprese turistiche

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In questa nuova edizione il volume offre un'ampia panoramica delle principali tipologie di imprese turistiche aggiornata ai significativi mutamenti del contesto economico e legislativo. Nella trattazione sono analizzati i cambiamenti del settore turismo, tra cui in particolare l'incremento del mercato online e la crescita dell'offerta extraalberghiera. Articolato in tre parti, il manuale si compone di dieci capitoli scritti da esperti, collegati all'ambito accademico e con specifiche competenze nei diversi settori. Dopo una sezione propedeutica di carattere teorico, sono descritte le più significative tipologie di imprese affermatesi nel corso degli anni nel campo dell'offerta e in quello dell'intermediazione. Il quadro della trattazione conduce ad affrontare il tema dell'impresa turistica da prospettive di complessità del sistema, incoraggiando un approccio critico e non solo descrittivo ai problemi del comparto. Oltre che agli studenti universitari di scienze del turismo, il testo si rivolge anche ai professionisti del settore interessati ad avere un quadro aggiornato della materia.

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Informazioni

Editore
Hoepli
Anno
2020
ISBN
9788836000661
PARTE IIIL’intermediazione
Capitolo 8I tour operator
Capitolo 9Le agenzie di viaggio
Capitolo 10Gli intermediari turistici on-line
8 I tour operator
di Maurizio Arturo Boiocchi e Roberto Lavarini
8.1Tour operator: un quadro d’insieme
Nel moderno mondo della comunicazione “veloce e di carattere formativo”, chi non avesse tempo per leggere il nostro capitolo, troverebbe, forse, già sufficiente definire l’operatore turistico (in inglese: “tour operator”) come un’impresa commerciale che vende, crea (o semplicemente “assembla”) pacchetti turistici, generalmente inclusivi di pernottamenti alberghieri e/o trasferimenti (per esempio biglietti aerei), polizze assicurative e altri servizi in loco
Ora, non che la definizione sopraindicata non sia corretta, anzi. Il mettere a confronto le più belle località di vacanza mondiali, integrarle con tutta una serie di servizi accessori e poi, grazie all’utilizzo di un moderno mezzo di trasporto, renderle fruibili al potenziale cliente-turista, è indubbiamente una gran comodità. Certo, il mondo dei tour operator è molto complesso, spesso difficile e rischioso ma pur sempre è straordinariamente affascinante. È un lavoro fatto di tante esperienze, nazionali e internazionali, di investimenti, di avventure, e tutto questo si è sviluppato “solo” nel corso degli ultimi 170 anni. Ed è di questo e molto altro che tratteremo nei prossimi paragrafi.
Figura 8.1 Operazione di assemblaggio di servizi del tour operator.
8.1.1L’evoluzione storica del turismo organizzato
L’interpretazione fondamentale da cui partire nell’ambito della nostra presentazione riguardante il settore dei tour operator è strettamente legata al concetto di package tour.
Le composizioni di viaggio offerte nei tempi passati assumevano una definizione storicamente detta “viaggi a forfait”, atta a individuare un insieme di servizi turistici che, in realtà, venivano economicamente definiti in un unico importo.
Più recentemente la definizione di viaggi organizzati lascia il posto a quella di package tour, in italiano “pacchetto turistico”, che in realtà contiene servizi isolati ma uniti in modo da realizzare un insieme tale da permettere la giusta “lettura” di viaggio nella scelta del cliente consumatore.
Sono varie le combinazioni offerte attualmente da chi si occupa professionalmente di queste proposte, ossia dai tour operator.
Certo una delle proposte più richieste riguarda il pacchetto turistico che riprende il classico modello “enclave”, cioè la realizzazione di una combinazione di servizi quale il volo, il transfer e anche il soggiorno presso una struttura ben definita e “chiusa”, fosse anche un villaggio oppure un hotel club, dove il turista, condizionato da una ipotetica recinzione di servizi connessi a quella determinata struttura, trova il soddisfacimento dei propri desideri turistici. Tipica, dunque, l’offerta a pacchetto del modello “enclave” nelle proposte commerciali di quei tour operator villaggisti che offrono tutti i possibili servizi, anche con la formula “all inclusive”, cioè proprio tutto compreso, e che realizzano e replicano in varie parti nel nostro globo strutture che tendono a riproporre con qualità di vario genere, ciò che in realtà il turista ha tradizionalmente in uso nella sua residenza abituale, quale il cibo, se possibile con qualità e caratteristiche italiane, televisore di tipo satellitare, quindi in grado di tenerlo costantemente aggiornato riguardo ciò che succede in patria, ed una animazione ludico-sportiva-ricreativa da condividere con gli altri villaggisti. Una vacanza, quindi, che nel luogo di destinazione, ha il più delle volte il “bel mare caldo”, una componente fondamentale che, però, viene resa ancor più gradevole e sicura da tutta una serie di servizi e attenzioni offerte dall’operatore.
Il successo dei “villaggi” con le varie formule all inclusive, è inoltre dovuto alla possibilità di personalizzare in modo “self made” ciò che viene offerto all’interno della struttura stessa. Attività sportive, giochi, wellness, tutto è permesso con l’indubbio vantaggio di poter strutturare a piacimento l’intera organizzazione delle varie giornate del soggiorno. Questo modello ha origine negli anni cinquanta grazie a Club Mediterranée, primo tra gli operatori a proporre il concetto di vacanza in villaggio turistico molto simile a quello attuale. Ma sono i tour operator tedeschi a dare incremento e sviluppo a questo settore, avendo la Spagna come meta assolutamente privilegiata e facilmente raggiungibile con i nuovi voli “charterizzati”.
Nella storia e nello sviluppo del turismo, l’identificazione di un viaggio con l’organizzazione a pacchetto turistico rimane però quella relativa ai “tour”, ossia i viaggi effettuati con un mix di servizi di trasporto che, derivando dal mitico “Grand Tour” di matrice settecentesca, vedono il turista spostarsi da luogo a luogo, di città in città, da museo a museo, al fine di soddisfare la propria sete di cultura e di curiosità. Nel voler dare un’interpretazione semplicistica, si potrebbe dire che l’organizzazione dei viaggi a pacchetto consta solo nell’addizionare una serie più o meno complessa di servizi.
In realtà, lo sforzo dei vari tour operator specializzati è quello di far sì che il turista possa godere, grazie alla organizzazione logistica proposta, una giusta combinazione di esperienze di tipo sensoriale, cognitivo, emozionale, di attività fisica e di relazione condivisa con gli altri partecipanti. Una proposta resa unica anche perché vissuta fuori dagli schemi di vita quotidiana tradizionale, con tutti i comfort di casa propria e, se possibile, ancor più numerosi.
I villaggi sono abitualmente strutturati per avere all’interno della propria area ciò che il cliente cerca e, quindi, senza che vi sia una reale necessità di uscirne. I turisti accolti in un villaggio possono passare una o più settimane al loro interno godendo, per esempio, di mare e spiaggia incontaminati. Infatti, abitualmente il luogo in cui sono edificati i villaggi è scelto con grande cura, lontano dai grandi centri abitati e con un habitat naturale straordinario come lo si può ancora trovare in certe località “paradisiache” africane, caraibiche o nel bel mezzo dell’Oceano Indiano.
La formula successivamente adottata da gran parte dei proprietari degli operatori villaggisti, è conosciuta con il termine “all inclusive”. Essa ha ulteriormente rafforzato l’interpretazione del tutto compreso allargando la disponibilità ad avere il diritto di godere del consumo pressoché illimitato di bevande sia ai pasti che nei vari bar dislocati all’interno della struttura, felicemente affiancati di continui snack che, partendo dalle prime ore del mattino, proseguono alle volte sino alle mitiche spaghettate di mezzanotte.
Al fine di creare ogni tanto l’effetto di “fuga temporanea” dalla struttura, i tour operator hanno parallelamente sviluppato una serie di escursioni, di uscite in barca, dei rally in “quad” o “cammellate” nei deserti. Sono opportunità facoltative che, non essendo comprese nel prezzo del pacchetto, garantiscono ulteriori introiti all’operatore. In realtà, per la legge turistica italiana il termine Tour Operator non esiste, essendo questa attività imprenditoriale inquadrata con una definizione atta a conferire una cosiddetta autorizzazione di categoria A.
Generalmente, i turisti italiani utilizzano poco i tour operator italiani se non per organizzare il più delle volte i soli viaggi all’estero di carattere villaggistico oppure di tipo complesso, cioè laddove sia necessaria la conoscenza delle lingue straniere nell’ambito di un percorso o di un soggiorno/visita di città dove è necessaria quella specifica conoscenza che solo il tour operator garantisce grazie a un accompagnatore esperto e all’impiego di guide locali parlanti italiano. Il canale tradizionale attraverso il quale il tour operator orienta le proprie vendite è quello delle agenzie di viaggio di categoria B, cioè le agenzie intermediarie meglio definite come adv (agenzie di viaggio), il più delle volte aperte “ su strada” con vetrina. Salvo pochi casi di vendita a carattere distributivo, cioè su specifica richiesta del cliente turista, le adv sanno vendere il pacchetto turistico di un tour operator in modo “creativo”. Riescono, cioè, a orientare la scelta di acquisto finale verso questo o quell’operatore, a seconda della qualità e della relazione commerciale intrattenuta con lo stesso. Il nome del tour operator a volte non è nemmeno conosciuto dal cliente, convinto che sia comunque l’adv a organizzare il tutto.
L’opportu...

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