Lo spazio attorno. La tipografia secondo Andrea Palladio
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Lo spazio attorno. La tipografia secondo Andrea Palladio

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Lo spazio attorno. La tipografia secondo Andrea Palladio

Informazioni su questo libro

Qual è il rapporto formale fra le opere architettoniche di Andrea Palladio e la sua importante produzione editoriale, così decisiva per la storia della cultura? Esiste un legame estetico fra le modalità di messa in pagina di un capolavoro come «I quattro libri dell'architettura» e le idee in esso espresse? Questo saggio, illustrato con esempi tratti da volumi noti e meno noti, si propone come un'inedita riflessione sulle possibili corrispondenze tra forma grafica e contenuto nei volumi a stampa curati dal grande architetto veneto. Collana "Le forme del linguaggio". Con 11 immagini. 29.000 caratteri.

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Informazioni

L’INVENZIONE DELLA CLASSICITÀ NELLA PRODUZIONE EDITORIALE DI ANDREA PALLADIO
Trissino scoprí il talento del futuro Palladio, allora semplice ‘garzone lapicida’, tra il 1536 e il 1537, durante la costruzione della propria villa di Cricoli, nei pressi di Vicenza, destinata ad accogliere l’Accademia Trissiniana, cenacolo di studi classici condotti con il rigore della vita monastica. L’umanista non fu soltanto «responsabile del mutamento di professione di Palladio», iscritto dal 1524 a Vicenza nella corporazione dei muratori e scalpellini, «ma ebbe anche un’influenza determinante nel suo atteggiamento rispetto all’architettura» [6], iniziandolo alla propria visione formale della classicità, costruita dogmaticamente con metodo aristotelico e idee platoniche, educandolo allo studio degli autori latini e greci, ponendo ai suoi occhi l’autorità di Vitruvio come modello supremo e conducendolo per la prima volta a Roma per studiare le vestigia dell’antichità.
I rapporti tra Trissino e Palladio sono documentati con certezza sin dal 1539 e al 1545 risale per l’appunto il viaggio compiuto da Trissino a Roma con tre giovani amici tra cui Palladio. Il soggiorno durò fino al 1547 e sicuramente da questa esperienza ebbero origine le prime due opere di Palladio, pubblicate entrambe a Roma nel 1554, probabilmente durante un altro suo soggiorno nella città [7]. Tali opere segnano l’inizio del percorso di Palladio come autore di testi fondamentali per la cultura umanistica, non soltanto nell’àmbito strettamente architettonico.
La prima di esse, L’antichità di Roma di M. Andrea Palladio, venne edita nello stesso anno in due città: a Roma, da Vincenzo Lucrino [8]; a Venezia, da Matteo Pagano [9].
Si tratta di un testo in cui traspare pienamente la cultura classica di Palladio che si pone sotto l’autorità degli ‘antiquari’ suoi contemporanei (come venivano definiti coloro che si occupavano dello studio delle antichità) ma anche, e soprattutto, si basa su solide letture dei classici [10] e sull’osservazione compiuta dall’autore stesso durante i suoi soggiorni romani. Il libro è diviso in settori, con brevi descrizioni dei monumenti e cenni storici su di essi, «secondo le piú recenti norme della ricerca rinascimentale» [11].
La seconda opera è la Descritione de le Chiese, Stationi Indulgenze et Reliquie de Corpi Sancti, che sonno in la città de Roma, edita sempre da Lucrino. Palladio struttura l’opera secondo un itinerario devozionale arricchito per la prima volta di considerazioni artistiche sui monumenti.
Entrambe le opere sostituirono il testo medioevale Mirabilia urbis Romæ [12], tanto celebre fra i visitatori e i pellegrini delle antichità sacre e profane della città quanto inattendibile («tutto pieno di strane bugie», come afferma lo stesso Palladio nell’introduzione delle Antichità). Esse configurarono la visione che dell’Urbe si ebbe per circa due secoli, conoscendo un enorme successo di pubblico fino al Settecento inoltrato: oltre trenta edizioni delle Antichità e innumerevoli imitazioni di entrambi i volumi.
Due anni dopo, nel 1556, Palladio collabora all’importante edizione di Vitruvio curata e commentata da Daniele Barbaro, realizzandone con maestria le illustrazioni [13]. È il suo primo omaggio alla figura dell’architetto romano da lui assunta come ‘maestro e guida’. Lo stesso Barbaro renderà ampiamente onore, in vari luoghi dell’opera, al contributo di Palladio. È in quest’edizione che sarà pubblicata la ricostruzione del teatro romano che, secondo Wittkower [14], corrisponde a ogni effetto al progetto palladiano del Teatro Olimpico.
Nel 1570 Palladio pubblica i suoi Quattro libri dell’architettura [15] dapprima in due [fig. 4], poi in u...

Indice dei contenuti

  1. Lo ‘spazio attorno’: la tipografia secondo Andrea Palladio
  2. Sommario
  3. Introduzione
  4. Un programma nel nome
  5. L’invenzione della classicità nella produzione editoriale di Palladio
  6. Architettura tipografica
  7. L’impronta di Palladio
  8. Indice dei nomi
  9. Nota sull’autore