Repertorio
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Repertorio

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Repertorio

Informazioni su questo libro

'Repertorio' non è solo quello teatrale o musicale: repertorio sono anche le situazioni tipiche e le frasi fatte o obbligate. Ma, a volte, anche ciò che in superficie può sembrare repertorio nasconde risvolti sconosciuti o inaspettati. Un atto unico e un racconto in forma drammatica: l'esordio in veste di autore teatrale di un musicista e scrittore.

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Informazioni

Editore
Ikonaliber
Anno
2020
eBook ISBN
9788897778103
Argomento
Letteratura

Commedia

– Cerchi compagnia?
– Non lo so.
– Secondo me cerchi compagnia.
– Io non ne sarei cosí sicuro.
– Vuoi stare tutto il giorno seduto al bar a bere birra?
– Cos’altro si può fare in questo posto, di domenica, con quest’afa per di piú?
– Io avrei un’idea.
– L’ho capita, la tua idea, ma scusami proprio non mi va.
– Che scorbutico.
– No, dài, siediti, tienimi compagnia se vuoi, ma qui al bar.
– D’accordo.
– Cosa bevi?
– Una birra.
– Una birra. Come ti chiami?
– Julie. Cioè… Giuliana. Tu?
– Non me lo ricordo.
– Iniziamo bene. Soffri di amnesia, o non vuoi dirmelo?
– Posso non dirtelo?
– Fai come vuoi. Tutti a me càpitano.
– Immagino che ne vedrai di tutti i colori.
– Non mi piace parlare di lavoro, quando lavoro.
– Un bel modo di esprimersi. Dico sul serio.
– E tu che lavoro fai, sempre che si possa sapere?
– Sto in fabbrica.
– Che tipo di fabbrica?
– Pannolini, assorbenti…
– Bene, quindi almeno una volta al mese sono tua cliente. Salvo imprevisti.
– Succedono gli imprevisti?
– Ahimè sí, a volte succedono.
– Io odio il mio lavoro.
– Non dirlo a me.
– Senti, ti disturba se… ti noleggio per questa serata, ma solo per chiacchierare un po’? La tariffa la stabilisci tu.
– D’accordo. Mi riservo anche di farti un prezzo di favore, se ti dimostri simpatico come sembri. Se si finisce a letto, però, tariffa intera.
– Cioè quanto? Anzi, no, non dirmelo, rovineresti l’atmosfera. A meno che non siano milioni…
– E secondo te se guadagnavo milioni mi trovavi qua?
– Però sei molto carina.
– Non conta niente, purtroppo. Non piú della bellezza dei clienti.
– Ma ti capita ogni tanto di fare l’amore con qualcuno che ti piace?
– Qualche volta. Ma il fatto che sia un lavoro me ne toglie il gusto. E poi non è ‘fare l’amore’, in ogni caso…
– Com’è stata la prima volta?
– Orribile. Ma cosa fai, una ricerca sulle prostitute?
– No, scusami. Sto parlando un po’ a ruota libera, tanto per conoscerti. Lo farei anche se tu facessi la paracadutista, o l’acrobata.
– A volte mi capita di fare l’acrobata.
– Ah ah. Buona questa. Sei carina e spiritosa.
– Grazie.

– Sorridimi, ti prego. Non avere quell’aria afflitta.
– Okay.
– No, non sorridermi, se non vuoi. Insomma: sii naturale. Sii te stessa, con me, questa sera. E non è una richiesta da cliente.
– Mi piaci proprio, sai? Potessi incontrarne piú spesso come te.
– Cosa fai durante il giorno?
– Dormo.
– Non hai qualche hobby , o qualcosa che ti piace fare quando hai tempo?
– Sí, andare a cavallo. Davvero. Mi piace cavalcare. Lo facevo da bambina assieme a mio padre.
– Ci sono maneggi qui?
– Vuoi dire in questa città?
– In questa zona, sí.
– Macché.
– Quindi niente cavalli…
– Purtroppo. Ma tu da dove vieni? Ora ti interrogo io.
– Da qualche centinaio di chilometri piú a nord.
– Sempre esauriente nelle risposte. Hai una ragazza, una moglie, una donna, un bipede?
– Una ragazza, sí.
– Insolitamente preciso. Ecco perché non vuoi venire con me.
– Può darsi.
– O forse non ti attraggo proprio, o non sei mai andato a pagamento.
– Tu non sei abituata ai rifiuti, eh?
– Hai ragione, scusami, sto infrangendo i patti. Però è vero che non sono abituata ai rifiuti. Almeno a quelli gentili. In genere o mi sento rispondere di sí o qualcosa del tipo: ‘Non rompere i coglioni, puttana’. Perché sorridi?
– No, niente… una cosa stupida. Notavo l’‘infrangendo i patti’. È il modo in cui parli… Ma è stupido da parte mia… È che… non ci si aspetta che una che fa il tuo lavoro parli cosí…
– Da una puttana ci si aspetta che parli come una puttana. Be’, io so parlare come una puttana. Se vuoi, parlerò come una puttana…
– Scusami, ti ho già detto che è stato un pensiero stupido. Mi dispiace.
– Niente di cui dispiacerti. Sono abituata a ben peggio.
– Mi dispiace davvero. Ancora da bere?
– Un’altra birra, grazie.
– Altre due birre, per favore.
– Posso chiederti una cosa?
– Certo.
– Giuro che non è una proposta, sta’ tranquillo. Come mi trovi fisicamente? Sii sincero, per favore.
– Ti trovo molto carina. Hai un bel viso e dei begli occhi. Hai un bel fisico. Posso andare avanti?
– Hmm-hmm.
– Mi piacciono le tue gambe, e soprattutto scommetterei che hai un bellissimo seno: non grande ma bello e giusto per la tua corporatura.
– Occhio clinico, eh?
– Non posso farci niente, l’occhio mi cade subito lí.
– La tua ragazza ha un bel seno?
– Sí, molto bello. E tu non hai un uomo fisso?
– L’ho avuto.
– Capisco.
– Quando già lavoravo: non vorrei che passassi notti insonni a dibatterti su questo dubbio…
– Lo amavi?
– Non è proprio la parola giusta. Ma qui si va un po’ troppo sul privato.
– Hai ragione, scusami.
– Sono una scema. È stupido essere suscettibili su certe cose. Non sono piú abituata a trattare con le persone…
– Ma cosa facevi prima? Avrai fatto altri lavori.
– Sono sta...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Repertorio
  3. Indice dei contenuti
  4. Repertorio
  5. Scena I
  6. Scena II
  7. Scena III
  8. Scena IV
  9. Scena V
  10. Scena VI
  11. Scena VII
  12. Scena VIII
  13. Nota tecnica
  14. Commedia