
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Informazioni su questo libro
Claude Cahun, artista, fotografa e scrittrice, vive nella Francia della prima metà del Novecento e nelle sue opere tratta principalmente i temi dell'omosessualità e delle sue origini ebraiche in un contesto sociale fortemente antisemita. Il volume affronta per la prima volta il tema della pulsione iconoclasta di Claude Cahun, la sua tensione allo scardinamento e distruzione dei riferimenti culturali e sociali, che sta alla base di tutte le opere, letterarie e fotografiche, dell'artista. Il percorso dell'autrice parte dalle origini ebraiche, intellettuali e alto-borghesi dell'artista per affrontare la negazione/distruzione da parte della Cahun del proprio nome di famiglia, abbandonato a favore della sua identità artistica. Il discorso si sposta successivamente sul processo di ricostruzione di una nuova identità incentrata sul rapporto omosessuale con Suzanne Malherbe (in arte Marcel Moore) e sui ritratti/autoritratti fotografici scattati dalla stessa Malherbe, nei quali, attraverso il travestimento, la Cahun procede a continue cancellazioni e reinvenzioni di sé. Il lavoro sull'immagine e sull'identità risulta particolarmente significativo in un'artista di origini ebraiche, il cui riferimento culturale è un contesto aniconico e non figurativo. Il volume è pubblicato in formato solo testo.
Domande frequenti
Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
- Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
- Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Oltre lo specchio di Silvia Mazzucchelli in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Arte e Arte generale. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.
Informazioni
Argomento
ArteCategoria
Arte generaleLo sguardo di Suzanne
Ma chi è veramente Suzanne Alberte Eugénie Malherbe? Nasce il 19 luglio 1892 dall’unione fra Albert Hyppolite Malherbe, che annovera fra i suoi antenati il poeta François de Malherbe, e Marie Eugénie Rondet, figlia di un libraio di Nantes. Anche lei, come Claude, è un’artista e adotta uno pseudonimo: Marcel Moore, molto probabilmente ispirato, scrive Alessandro Nigro, a un racconto delle Vite immaginarie di Marcel Schwob.
I suoi primi lavori risalgono al 1913, ma il suo percorso artistico è difficile da ricostruire. Molte delle sue opere, infatti, sono state distrutte o sequestrate nel 1944 dopo l’arresto delle due donne sull’isola di Jersey dovuto all’azione di contropropaganda che avevano organizzato nei confronti dell’esercito d’occupazione nazista. È ciò che ricorda Claude, indignata e offesa per la perdita di quei «tesori insostituibili», in una lettera a Charles-Henri Barbier del 25 ottobre 1951: «La miniatura di Salomé (G. Pitoëff nel ruolo di Erode), quelle di Édouard de Max […] dello stesso in costume orientale (Suzanne aveva mescolato paillette ai suoi ori, porpore ecc.). Altre miniature […] della ballerina Nadja, di me hanno avuto la stessa sorte… Hanno scorniciato e rovinato Mystique (dal poema di Rimbaud) e Léonide Massine (in Le Pas d’acier ) […]. In poche parole tutta l’opera di Moore (Suzanne). Hanno evidentemente rubato, portato via nei bagagli che il fair-play dei liberatori disinvolti hanno loro lasciato – o donato a qualche delatore dell’isola di Jersey – l’Alcibiade d’avorio che Moore aveva scolpito a Vence durante la malattia di suo fratello».
Osservando le opere scampate al furto o alla distruzione si notano evidenti affinità con l’opera di Aubrey Beardsley e, più in generale, come ricorda François Leperlier, con il linguaggio e le tendenze plastiche che caratterizzano gli anni fra i due secoli: la grande lezione di William Blake e di Paul Gauguin, la passione per il japonisme, l’influenza di altri artisti, fra cui Georges De Feure, Félix Vallotton e Paul Ranson, e lo sviluppo delle arti decorative.
Il temperamento del suo stile, saldo nella materia e nella struttura ma vibrante per la vitalità interna che lo caratterizza, che tende a privilegiare i contrasti fra bianco e nero, dona un forte tratto ieratico ai soggetti raffigurati e si rivela particolarmente adatto nella pratica del ritratto. Molte delle sue opere raffigurano il volto di Claude e degli amici, fra cui gli attori Georges e Ludmilla Pitoëff, Édouard de Max, Solange e Roger Roussot e lo scrittore André Gide.
La qualità del tratto preciso e sicuro, inoltre, le consente di ottenere buoni risultati anche come illustratrice. Suzanne realizza i disegni per due libri del poeta Marc-Adolphe Guégan, L’Invitation à la fête primitive (L’invito alla festa primitiva, 1921) e Oya Insula (1923), oltre ad alcune cartoline promozionali per gli spettacoli della ballerina Béatrice Wanger, detta Nadja.
L’artista si cimenta anche nella scrittura, come accenna Claude nell’inedito Les Jeux Uraniens (Giochi uranistici, 1913) quando ricorda i «racconti orientali» della compagna. Scrive alcuni racconti di sogni – a uno di essi Henri Michaux si ispira per il suo Le Rêve de Moore (Il sogno di Moore), incluso in Lointain intérieur (Lontananza interiore), del 1938 –, mentre François Leperlier afferma di aver trovato tra le carte di Suzanne un curioso manoscritto, una sorta di romanzo dialogato in inglese: forse, ipotizza lo studioso, una traduzione.
Dopo la morte di Claude avvenuta l’8 dicembre 1954 Suzanne vende la loro splendida residenza, La Rocquaise, a Jersey, in cui si erano stabilite nel 1937, un luogo tanto impenetrabile dall’esterno quanto aperto a ogni fantasia al suo interno. Si trasferisce a Beaumont, sulla stessa isola, in un’altra abitazione, Villa Carola, che viene ritratta in molte delle sue immagini fotografiche, anche se i paesaggi sono vuoti e desolati.
Si assiste allo spettacolo di una natura ostile, come se fosse lo specchio del sentimento di solitudine che assale Suzanne negli ultimi anni della sua vita. In alcune immagini compaiono piante e fiori del giardino, probabilmente con l’intento di ricordare quello splendido e rigoglioso della Rocquaise dove le due donne avevano vissuto un periodo felice. «Istanti fugaci» rammenta Claude all’amico Gaston Ferdière nel 1946 «che rappresentano il meglio della nostra vita e del mio stato mentale.» Un legame affettivo divenuto solidarietà creativa che già negli anni venti aveva suscitato un certo scalpore, come si legge negli articoli di Golda M. Goldman dedicati alle due donne apparsi sulla rubrica “Who’s Who Abroad” del Chicago Tribune del 18 e del 28 dicembre 1929. In essi la giornalista scrive che Suzanne stava realizzando «una serie di fotografie distorte della sorella» per l’autobiografia Aveux non avenus, rievocando la loro simbiosi artistica e lo sguardo complice che non cessa per un istante di avvolgere il mondo di Claude.
Uno sguardo limpido e onnipresente esteso lungo l’arco di una vita. Sin dal 1900 le famiglie delle due artiste, gli Schwob e i Malherbe, appartenenti all’alta borghesia di Nantes, si frequentano per diversi motivi. Le due giovani donne, scrive François Leperlier, hanno quindi modo di conoscersi sin dall’infanzia.
Anche se le loro esistenze appaiono già strettamente legate, gli anni intorno al 1910-1913 sono piuttosto difficili per Claude: il disagio fisico si alterna al tormento psicologico, espressione di una segreta disperazione causata da diversi fattori quali il controverso rapporto con il padre Maurice e con il resto della famiglia, i numerosi problemi causati dalla dipendenza dall’oppio, dai digiuni, e non da ultimo dal difficile inizio della sua storia d’amore. Tutto cambia per il meglio nel 1917, anno in cui il padre di Claude si unisce in matrimonio con la madre di Suzanne rimasta vedova nel 1915: una “strana coincidenza”, come la definisce l’artista, che dona una connotazione aggiuntiva al loro legame, rendendole sorelle oltre che amanti.
Dopo un breve soggiorno a Parigi, dove Claude si iscrive alla Sorbona per seguire dei corsi di letteratura e filosofia, mentre Suzanne studia pittura e disegno all’Accademia di Belle Arti di Nantes, nel 1920 si stabiliscono a Parigi: diverranno inseparabili.
Alle opere create individualmente, infatti, Suzanne affianca una più stretta collaborazione con la compagna. Giunte a Parigi, dove risiedono anche molte artiste fra cui Adrienne Monnier, Sylvia Beach, Gertrude Stein e Alice Toklas, le loro sperimentazioni si collocano in un vasto arcipelago di pratiche collaborative ampiamente collaudate dai surrealisti. Si pensi ai meccanismi che animano la scrittura automatica nei Campi magnetici (1920) scritti da André Breton con Philippe Soupault, alla pratica del cadavre exquis e ai lavori nati da rapporti d’amicizia, come nel caso dei sodalizi fra Georges Limbour e André Masson. Oppure alla collaborazione di quest’ultimo con Georges Bataille di cui Masson illustra la Storia dell’occhio (1928) o a quella fra Paul Éluard e Max Ernst, le cui immagini confluiscono nel connubio verbo-visivo di Ripetizioni (1922).
Con il nuovo nome di Marcel Moore, Suzanne illustra la raccolta poetica di Claude, Vues et Visions (Vedute e Visioni, 1914), a lei dedicata: «Ti dedico queste prose puerili» scrive la compagna «affinché l’insieme del libro ti appartenga e grazie ai tuoi disegni il mio testo venga perdonato».
Le due artiste condividono anche una grande passione per il teatro. Claude recita per la prima volta il 27 aprile 1926 per il Théâtre ésotérique fondato da Paul Castan, nel ruolo di “Une femme” per la pièce Judith di Costant Lounsbery e qualche anno dopo in diversi ruoli, fra cui Elle per il Théâtre Le Plateau di Pierre Albert-Birot. Suzanne, invece, in virtù delle sue doti di illustratrice viene coinvolta nell’allestimento delle scenografie, dei costumi e delle locandine pubblicitarie. Lavorano anche nel mondo del cinema con il regista Victor Tourjansky, che chiede loro di ideare i costumi di Nathalie Kovanko per il film La Dame masquée (La dama mascherata) del 1924, come si intuisce dai sottotitoli – «Nathalie Kovanko abillée par Lucie Schwob» – e dall’abile stratagemma visivo impresso sulla stoffa dell’abito dell’attrice nella scena finale del film: un motivo geometrico riporta le iniziali dell’attrice, NK, Nathalie Kovanko, che però possono essere lette anche in un altro modo: ovvero K come “Ka” e N come “un”, dunque “Cahun”.
Insieme svolgono anche l’attività gio...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Un’aria di famiglia
- Lo sguardo di Suzanne
- Oltre lo specchio
- Bibliografia
- Ringraziamenti
- Copyright