
- 52 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Informazioni su questo libro
Alberto Giacometti è uno dei principali artisti del Novecento e le sue opere hanno raggiunto le vette delle quotazioni internazionali. I temi del suo lavoro sono molteplici e le modalità espressive quasi tutte quelle contemplate dalle arti visive (disegno, dipinto, scultura). In questa varietà Marco Belpoliti sceglie di concentrarsi su un aspetto trasversale e molto forte, ossia lo spazio. Dallo spazio circoscritto all'interno degli ambienti a quello che circonda le sculture, soprattutto le creazioni di grandi dimensioni concepite per gli spazi pubblici, Belpoliti ci guida in un percorso tra scritti e opere, dichiarazioni e interpretazioni, rapporti famigliari e amicizie, per ritrovare non solo lo spazio fisico ma anche lo spazio emotivi del grande artista. Il volume è pubblicato in formato solo testo.
Domande frequenti
Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
- Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
- Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Camera straniera di Marco Belpoliti in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Arte e Arte general. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.
Informazioni
Argomento
ArteCategoria
Arte generalCamera straniera
Il quadro s’intitola Pomme sur le buffet (Mela sulla credenza) e appartiene a quel “ritorno alla figurazione” ‒ come è stato impropriamente definito ‒ che segue il periodo surrealista. A distanza di anni, parlando di quel momento, Giacometti ricorda: «Nel 1935 presi una modella. Lo studio avrebbe dovuto occuparmi (pensai) due settimane, e poi potrò realizzare le mie composizioni. Lavorai con la modella per l’intera giornata dal 1935 al 1940».
Nel quadro una mela è appoggiata sul ripiano bianco della credenza, dietro c’è una parete di legno e un breve pezzo di muro giallastro; il colore del frutto è un bianco avorio che lascia intravedere il giallo. Appoggiata sul ripiano, la mela si presenta come la promessa di un contatto tattile: può essere afferrata dalla mano.
1960. Ventitré anni dopo, in un altro quadro, Giacometti dipinge lo stesso soggetto. Ci sono cinque mele su un piano grigio attraversato da colpi di giallo, di rosso, un piano che si apre attraverso il riquadro delle linee nere in direzione di uno spazio profondo. Il suo titolo è Nature morte avec pommes (Natura morta con mele). A differenza di Pomme sur le buffet, queste non sono mele da toccare; Giacometti le ha dipinte solo per gli occhi. Non sono frutti ma volumi, oggetti sferici; colpi di bianco, giallo e nero ne circoscrivono la forma tonda, mentre poche pennellate di rosso cadmio ne sottolineano la sfericità.
In Pomme sur le buffet dietro al mobile c’è un muro e quell’unica mela si presenta come una cosa viva; tuttavia il vero oggetto della natura morta è il buffet, la credenza, che sembra continuare nella parete di legno che riveste la stanza. Nella Nature morte avec pommes, invece, le linee nere tracciate con rapidità limitano uno spazio che sembra correre verso l’infinito. Per arrestare il movimento dell’occhio verso il punto di fuga, altri segni neri si elevano dal ripiano, oltre le mele. In questo quadro tutto è come intangibile per la mano; lo spazio e gli oggetti sono solo per l’occhio. Giacometti ha dipinto due tipi di mele: mele da toccare e mele da vedere, oggetti che rappresentano i poli sensoriali entro cui si dispongono le sue nature morte.
Le mele della Nature morte avec pommes del 1960 provengono dalla lezione visiva di Cézanne e appartengono al piano geometrico, ne sottolineano la forma e dimensione; non sono oggetti da usare, da passarsi tra le mani; sul ripiano grigio si celebra infatti il trionfo del visivo. A prima vista le loro dimensioni sembrerebbero proporzionate alle mani di un uomo, parrebbero alla sua portata; se qualcuno infatti potesse afferrarle, allontanarle da questo ripiano, la loro posizione nello spazio dipenderebbe solo da quelle mani e dai loro gesti. Ma questi frutti si sottraggono alla manipolazione; sono sfere colorate immerse in uno spazio infinito che, se da un lato le contiene e le sovrasta, dall’altro le rende assolute, totali; la dimensione della mano è come aliena alla loro esistenza e allo spazio in cui si trovano.
Che luogo è mai questo? Il piano grigio, dove giacciono i cinque frutti, esiste forse da qualche parte? E queste mele non sono anch’esse innaturali?
Il problema è quello dello spazio (naturale o artificiale, intimo o straniero), delle sue qualità sensibili (tattili o visive) e delle sue dimensioni (la mano e l’infinito). Questo è il problema di Alberto Giacometti.
Ha scritto: «Una volta, all’età di diciotto o diciannove anni, ho disegnato nell’atelier di mio padre alcune pere appoggiate sulla tavola, alla distanza normale per una natura morta. Fatto sta che diventavano sempre più piccole. Ricominciavo da capo, ed esse ritornavano sempre alla stessa piccolezza. Mio padre disse di cattivo umore: “Adesso falle, una buona volta, come sono, proprio come le vedi”. E sul mio foglio le disegnò a grandezza naturale. Io cercai di farle a mia volta così, ma dovetti cancellarle, feci tanto e tale buon uso della gomma che mezz’ora dopo, quasi al millimetro, le pere avevano esattamente le dimensioni delle prime».
Ancora Pomme sur le buffet. È vero che il reticolo delle linee orizzontali e verticali domina lo spazio pittorico con la geometria delle sue pennellate, tuttavia sotto il reticolo pulsa la vita di quell’unica mela rovesciata (anche questa è una traccia della sua vita: qualcuno l’ha messa a rovescio). È stato scritto che per animare la rigida struttura delle linee il pittore ha introdotto delle sfasature, delle sottili asimmetrie; rispetto all’asse mediano verticale il mobile e la mela sono spostati, uno verso sinistra, l’altra verso destra, e anche le dimensioni delle parti del buffet, i cassetti e le ante, sono diseguali. Tuttavia non si tratta solo di tecnica pittorica, poiché qui è in gioco la percezione di uno spazio vivo dentro uno spazio morto. Nel buffet c’è il segno di una presenza umana, della relazione con un corpo, esiste un desiderio che vuole essere soddisfatto. Persino i colori di Pomme sur le buffet, a differenza di quelli della Nature morte avec pommes, sono caldi; la cassettiera, la mela e lo sfondo sono stati dipinti con lo stesso tono, i contrasti cromatici sono assenti, la scena suggerisce intimità.
Il mobile e la stanza appartengono al mondo famigliare del pittore, un mondo che egli conosce in tutte le sue minime pieghe e che sicuramente ha ispezionato da fanciullo con le mani («un cieco avanza la mano nel vuoto»?). La cassapanca e la stanza sono a Stampa, o forse a Maloja, nella casa dei genitori, dove le madie, le cassepanche e i buffets sono nascondigli accoglienti, custodi di segreti, contenitori di promesse. Nella casa di Alberto Giacometti a Stampa, quella che ha continuato per tutta la vita a rappresentare in disegni e pitture, c’è la madre che cuce, che dorme, che legge, c’è la lampada pendente ‒ uno degli oggetti preferiti della sua rêverie intima ‒ che immobile al centro della stanza oscilla continuamente sotto i segni della sua matita, quasi come se la luce rendesse nota, di momento in momento, una sua natura discontinua.
I cassetti, l’armadio e la madia sembrano promettere una presenza materna, il loro spazio d’intimità contiene i ricordi; là è custodito un segreto e gli oggetti sono riposti in una prigione dorata. Anche sul ripiano di quel mobile regna un ordine: la mela, spostata verso destra rispetto al centro del quadro, non è asimmetrica ma dissimmetrica e la sua cauta dissimmetria è una conferma d’ordine, poiché il suo ordine è di natura non-meccanica.
Quell’unica mela appartiene, come la lampada, e forse più della lampada stessa, alla geometria dell’intimità: la sua presenza nel centro decentrato del quadro vuole fugare ogni possibilità di uno spazio prospettico che corre verso l’illimitato e l’indeterminato (ancora una domanda: cosa ci sarà là,...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Camera straniera
- Nota
- Copyright