Il benessere del bambino da 0 a 6 anni.
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Il benessere del bambino da 0 a 6 anni.

Come orientarsi tra alimentazione, gioco e cure parentali

  1. Italian
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Il benessere del bambino da 0 a 6 anni.

Come orientarsi tra alimentazione, gioco e cure parentali

Informazioni su questo libro

Il benessere del bambino in età prescolare è il filo conduttore che lega insieme i diversi contributi dell’e-book. In un’unica narrazione sono affrontati temi cruciali per lo sviluppo dai 0 ai 6 anni, quali: i distacchi del crescere, l’importanza dell’alimentazione e del movimento, l’uso consapevole dei dispositivi elettronici, l ’apprendimento, l’interazione tra pari, il gioco e, infine, la musica come mezzo per sostenere lo sviluppo del linguaggio, del gioco simbolico e della relazione con l’altro.
Il volume fa parte della collana di e-book dell’Associazione In.Crea.Se. - Innovation Creativity Setting. Nato nel 2014, il gruppo di ricerc-azione InCreaSe è costituito da professori e ricercatori universitari, ricercatori di importanti centri di ricerca, imprenditori, liberi professionisti, manager del pubblico, del privato e del terzo settore di diverse regioni d’Italia. Ha scopi prettamente culturali e l’attività scientifica si articola in quattro sezioni di studio/ricerca: Intangible asset in azienda e territorio; SoIL Sostenibilità, Innovazione, Legami; Dinamiche sociali; Salute e società.
In questo e-book: Silvia Vercellino, Introduzione
Raffaella Baino, Giulia Guasco, I distacchi del crescere: immaginarli per prepararsi
Deborah Apa, Sara Sguotti, Aspetti psicologici, relazionali e nutrizionali coinvolti nell’alimentazione
Michela Gandino, Il benessere del bambino in età prescolare: il punto di vista del pediatra
Paola Pozzi, Genitorialità consapevole: i genitori come ingegneri
Elisa Lenti, Mentre gioco, apprendo
Silvia Vercellino, Il laboratorio di musicoterapia

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1. I distacchi del crescere: immaginarli per prepararsi, di Raffaella Baino, Giulia Guasco

1.1 Il percorso del bambino verso l’autonomia

Dalla Simbiosi alla Separazione

Secondo il pediatra e psicoanalista britannico Donald Winnicott, all’inizio della vita, ognuno di noi esiste solo in quanto parte di una relazione [1] e le nostre possibilità di vivere e crescere dipendono totalmente dal soddisfacimento del bisogno di attaccamento e appartenenza ad un Altro (madre o caregiver) che si prenda cura di noi e ci trasmetta quel senso di sicurezza e intimità che è basilare per lo sviluppo. Una crescita sana dipenderà da quanto la figura di attaccamento sarà disponibile, protettiva, affidabile, costante e capace di un contatto caldo e rassicurante. Le basi di un Sé integro e strutturato passano, infatti, attraverso la possibilità per il bambino, nelle sue prime fasi dello sviluppo, di vivere pienamente il tempo della simbiosi e del legame con la figura di accudimento che generalmente è rappresentata dalla madre.
Nell’interazione con l’ambiente, costituito all’inizio sostanzialmente dalla mamma, il bambino costruisce schemi di comportamento con l’altro che tenderà a riprodurre tutta la vita. La madre, infatti, compie fin dal primo momento di relazione col bambino una serie di gesti e attività che costituiscono una cornice entro cui il piccolo evolve e che lo portano progressivamente ad emergere da quell’apparente stato di passività per acquistare un ruolo più attivo e più determinante per il procedere della relazione.
Molto importante è, a tale scopo, lo sviluppo delle qualità emotive ed umane che permettano alla madre di accogliere gli stati d’animo, i disagi ed i bisogni del bambino. Questa capacità di comprensione aiuta a dare un senso, un ordine ed un valore al suo mondo interno e alle sue esperienze. Inoltre, attraverso la risposta, il gesto, lo sguardo arricchito poi dall’uso del linguaggio, la madre insegna a chiamare, regolare e modulare le emozioni. Ogni volta che la mamma risponde e soddisfa il bisogno del bambino di fame, di sete, di contatto, gli trasmette un grande riconoscimento: quello di esistere e di essere degno di essere ascoltato.
La cura del bambino passa, quindi, attraverso il bisogno di cibo e riparo, ma anche e soprattutto attraverso il soddisfacimento dei bisogni di relazione.
Le cure materne date all’infante sono, per Winnicott [2], fondamentali perché senza queste non può esserci infante. Di conseguenza, la madre avrà la funzione di curare il bambino mediante l’empatia materna piuttosto che attraverso la comprensione di ciò che è o dovrebbe, essere appreso verbalmente. È il periodo dello sviluppo dell’Io il cui tratto principale è l’integrazione. Egli parla, così, di «madre sufficientemente buona» [3].
È proprio tale sensibilità materna che andrebbe, secondo molti autori, a nutrire la mente dei bambini [4]. Lo sviluppo di una «mente che pensa», di una mente che è, perciò, capace di cogliere e sviluppare un apprendimento di tipo cognitivo, ha inevitabilmente bisogno di una «mente emozionale» capace di sentire le esperienze della vita intorno a sé e di godere del piacere di un ambiente a lei esterno.
Appare evidente, allora, che un bambino che ha avuto un attaccamento sicuro e che ha sperimentato fiducia nella disponibilità e nell’appoggio dell’adulto, sarà in grado di esprimere i propri sentimenti, sia positivi che negativi. Inoltre, sarà un bambino che saprà separarsi per un tempo sempre più lungo al fine di esplorare l’ambiente, accrescendo in tal modo le sue conoscenze e le sue sicurezze in una realtà condivisa senza esserne traumatizzato, ma permettendo la piena espressione di sé, della sua originalità e delle sue passioni.


La conquista dell’autonomia e dell’identità nel bambino

Il processo di separazione-individuazione, come definito dalla psicoanalista americana M. Mahler [5], è un vero e proprio percorso che il neonato affronta per differenziarsi dalla madre e trovare il proprio posto nel mondo esterno. Il termine «separazione» fa riferimento al distacco dal rapporto simbiotico con la madre, mentre l’«individuazione» è il riconoscimento di sé e delle proprie caratteristiche.
Il compito che ogni genitore ha è di sostenere la nascita psicologica del bambino. È un processo intrapsichico che si svolge lentamente, diverso dalla nascita biologica che è un evento osservabile e circoscritto nel tempo.
Mahler, attraverso i suoi studi, individua quattro fasi del cammino maturativo, attraverso le quali si delineano i passi della nascita psicologica compiuti dal bambino: egli procede attraverso uno stato iniziale di inconsapevolezza del mondo esterno e di non differenziazione dalla madre, per giungere fino alla totale realizzazione di un Sé separato e autonomo. Questo percorso non ha un progresso lineare: è fatto sia di momenti di sviluppo della propria autonomia attraverso l’esplorazione di porzioni sempre più ampie del mondo esterno, sia di momenti di riavvicinamento alla madre, dovuti al timore di perdere il suo riferimento affettivo.
La crescita, dunque, passa attraverso fasi di ambivalenza del figlio: da un lato egli desidera percorrere nuove strade che lo portino inevitabilmente lontano, dall’altro teme che questo possa fargli perdere l’amore della madre. Gli allontanamenti, quindi, si alternano a crisi di riavvicinamento. La comprensione emotiva e l’accettazione che la madre riesce a dimostrare nei confronti di questo delicato percorso evolutivo, sono fondamentali per l'equilibrio psichico del bambino e per il suo sviluppo.
Particolarmente importante in questa fase è la figura paterna, che sostenendo l’autonomia e le capacità di esplorazione del bambino, lo aiuta a superare le ambitendenze che egli ha nei confronti della madre.
Lo sviluppo psicologico del bambino trova il suo compimento nel momento in cui riesce ad interiorizzare una rappresentazione della madre supportiva e responsiva e ad utilizzarla come strumento per tollerare la frustrazione che può derivare dalla distanza da essa e dall’attesa che la realtà gli impone nel soddisfacimento delle sue richieste.
Questo significa che l’atteggiamento dell’adulto nei confronti del cammino che il figlio percorre verso la conquista della sua personalità dovrebbe essere di rispettosa e gioiosa accoglienza. Il piacere, con il quale i genitori accolgono quello che il figlio fa ed è, fornisce al bambino le esperienze necessarie allo sviluppo del narcisismo, cioè di quell’amore di sé che rimane la fonte inesauribile del desiderio di maturare una personalità individuale, unica e irripetibile, il più possibile aderente alla propria natura.
Solo in questo modo il bambino riuscirà a raggiungere nuovi traguardi e ad essere supportato in tutte le fasi cruciali della vita, cosicché possa riempirsi del senso di conquista e non solo del timore della perdita.


[1] D.W. Winnicott, Sviluppo affettivo e ambiente, Armando, Roma 1970.
[2] Cfr. Id., Sviluppo affettivo e ambiente, cit.
[3] D.W. Winnicott, The Theory of the Parent-Infant relationship, in «International Journal of Psychoanalysis Coscienza», 41, 1960, p. 591.
[4] Principali riferimenti di questa tesi e delle argomentazioni veicolate nel presente saggio sono: B. Bettelheim, Un genitore quasi perfetto, Feltrinelli, Milano 1987; J. Bowlby, Una base sicura, Cortina, Milano 1989; R. Iafrate - R. Rosinati R., Riconoscersi Genitori. I percorsi di Promozione e Arricchimento del Legame Genitoriale, Erickson, Trento 2007. A. Marcoli, Il bambino nascosto, Arnoldo Mondadori, Milano 1993; Id., Il bambino arrabbiato, Arnoldo Mondadori, Milano 1996; Id., E le mamme chi le aiuta?, Arnoldo Mondadori, Milano 2009; T.H. Ogden, La identificazione proiettiva e la tecnica psicoterapeutica, Astrolabio Ubaldini, Roma 1994; M. Recalcati, Le mani della madre, Feltrinelli, Milano 2015; D.W. Winnicott, La famiglia e lo sviluppo dell’individuo, Armando, Roma 1968.
[5] Cfr. M. Mahler, La nascita psicologica del bambino , Editore Boringhieri, Torino 1970.

1.2 L’esperienza del genitore nel percorso di crescita del bambino

La dimensione della perdita

La capacità di accettare il dolore dei distacchi, dando tutto il tempo che serve alla sofferenza, ma senza farsi travolgere è la capacità di crescere a qualsiasi età. Così il compito di affrontare questi delicati passaggi, ci accompagna per tutto l’arco della vita e attraversa i diversi ruoli: è il compito dei figli, come il compito dei genitori (famiglie monogenitoriali, famiglie omogenitoriali, famiglie “ricomposte” dopo separazioni in cui i fratelli sono figli di genitori diversi, ecc.).
I distacchi legati al percorso di crescita del bambino, seppur dolorosi, appartengono ad una dimensione estremamente vitale, poiché ad ogni perdita è legata una conquista: si abbandona un vecchio terreno, non più fertile, per raggiungerne uno nuovo in sintonia con i cambiamenti che il vivere impone. È un processo complesso e faticoso che chiede a grandi e piccini di mettersi costantemente in gioco.
Per i genitori, il bambino che cresce, proprio perché vivo, è una fonte continua di passaggi e di distacchi da elaborare. Per ogni figlio che cambia crescendo, ci sono genitori che lo accompagnano nel percorso di maturazione, rinunciando all’equilibrio che loro stessi avevano maturato nella relazione con lui in quella fase di crescita. Molto di ciò che si era compreso di sé e del proprio figlio e molte delle strategie trovate vincenti fino a quel momento, devono essere messe da parte a favore di nuove sperimentazioni, nuove cadute e nuove conquiste. Inoltre, quando si parla di bambini piccoli, al genitore è richiesto anche di rinunciare al senso di gratificazione legato alle prime fasi di dipendenza del bambino da sé. Sentirsi unico e insostituibile può fungere da rinforzo positivo alla percezio...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Il benessere del bambino da 0 a 6 anni
  3. Indice dei contenuti
  4. Comitato scientifico di collana
  5. Introduzione, di Silvia Vercellino
  6. 1. I distacchi del crescere: immaginarli per prepararsi, di Raffaella Baino, Giulia Guasco
  7. 1.1 Il percorso del bambino verso l’autonomia
  8. 1.2 L’esperienza del genitore nel percorso di crescita del bambino
  9. 2. Cibo ed emozioni. Aspetti psicologici, relazionali e nutrizionali coinvolti nell’alimentazione, di Deborah Apa, Sara Sguotti
  10. 2.1 Aspetti psicologi e relazionali
  11. 2.2 Aspetti nutrizionali
  12. 3. Il benessere del bambino in età prescolare: il punto di vista del pediatra, di Michela Gandino
  13. 4. Genitorialità consapevole: i genitori come ingegneri, di Paola Pozzi
  14. 4.1 I genitori come ingegneri
  15. 4.2 Il gioco euristico
  16. 5. Mentre gioco, apprendo, di Elsa Lenti
  17. 6. Il laboratorio di musicoterapia, di Silvia Vercellino
  18. Le autrici